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tribunale si informava sempre, ovvia<strong>me</strong>nte senza <strong>da</strong>rlo a vedere , se<br />
quelli che, per esempio, un giorno al liceo lo avevano sbattuto contro un<br />
muro e sputato in faccia, si fossero, per caso, <strong>me</strong>ssi nei casini. C’era<br />
gente, nella sua lista nera, che aspettava <strong>da</strong> anni, e che ormai non si<br />
ricor<strong>da</strong>va più nem<strong>me</strong>no di averlo conosciuto, all’irreprensibile<br />
magistrato senza macchia e senza paura (buona questa).<br />
Non aveva ancora ben chiaro in <strong>me</strong>nte cosa avrebbe fatto a Cric e Croc,<br />
ma sapeva che la parolina giusta alla persona a<strong>da</strong>tta, nel mo<strong>me</strong>nto<br />
opportuno avrebbe causato a quei due stronzi (perché tanto era chiaro<br />
adesso che erano soltanto due stronzi) un bel po’ di casini. Cazzi loro.<br />
Era però chiaro, a questo punto, che non poteva aspettarsi che quei due<br />
gli reggessero il gioco, se lui avesse deciso di concedersi qualche<br />
scappatella, anzi. Doveva stare <strong>attento</strong>, doveva fare in modo di liberarsi<br />
di quelle spie in borghese. Cominciò così la sua manovra di<br />
socializzazione; se non voleva che loro sapessero alcunché della sua vita<br />
privata, cominciò a interferire pesante<strong>me</strong>nte nella loro. La prima volta fu<br />
in occasione di non so quale partita: sapeva bene che a Cric e Croc<br />
sarebbe dispiaciuto perderla, e disse loro di stare pure a casa, se<br />
volevano, che tanto lui non sarebbe uscito, quel po<strong>me</strong>riggio. In effetti<br />
non uscì, anche perché era co<strong>me</strong> al solito paralizzato <strong>da</strong>lla paura. Però<br />
era libero, pensava. Se avesse voluto, sarebbe stato libero di uscire e di<br />
incontrarsi con chi voleva. Non era granché, questo lo am<strong>me</strong>tteva, però<br />
gli sembrava comunque di essere riuscito a segnare un punto a suo<br />
favore. Avrebbe fatto così, la prossima volta che avesse avuto un<br />
appunta<strong>me</strong>nto galante, solo che lui ormai di appunta<strong>me</strong>nti ormai non ne<br />
aveva più. Quella che gli aveva <strong>da</strong>to Concita era una botta vera<strong>me</strong>nte<br />
grossa, e lui era an<strong>da</strong>to in fissa co<strong>me</strong> fanno le femmine, che più vengono<br />
rifiutate e schifate più si innamorano e si attaccano co<strong>me</strong> cozze. Amore,<br />
non era. Sesso neanche, perché Concita, pace all’anima sua, era una<br />
specie di pezzo di stoccafisso, per di più acido e saccente. Orgoglio?<br />
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