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A Marco caddero letteral<strong>me</strong>nte le braccia, proprio nel mo<strong>me</strong>nto in cui<br />
le ragazze persero di colpo interesse alla sua maglietta e alla sua<br />
indiscutibile ‘ocessaggine. Si rifugiò in cucina dove, nonostante l’ora<br />
presta, si preparò il solito campari e gin. Si sarebbe sentito male, dopo,<br />
già lo sapeva, ma ne aveva bisogno e quindi campari e gin.<br />
Lo raggiunse, due minuti dopo, Opale. Gli strappò il bicchiere <strong>da</strong>lla<br />
mano e bevve un lungo sorso.<br />
“E ia’, e mo’ mica ti sei offeso?”, fece con voce dolce, <strong>me</strong>ntre <strong>da</strong>l<br />
salone provenivano urla che non avevano nulla di umano.<br />
“Offeso? Io? Ma quando mai?”, rispose lui con una faccia offesissima e<br />
con voce ancor più offesissima.<br />
“Ma ia’, che io ti volevo far vedere alle mie amiche e te le volevo fare<br />
conoscere! So’ simpatiche eh? Eh?”<br />
“Ma chi? Le amiche tue?”<br />
“Eh. Wewy, Beby e Ginny”, ueuò lei, e lui seppe che stava per<br />
arricchiunirsi di nuovo.<br />
“Ma sì, <strong>da</strong>i, sono simpatiche…”, cedette Marco, e si sentì la spina<br />
dorsale tramutarsi in un rotolo di pongo rosa.<br />
“Ia’, fammi vedere: ti sei fatto male prima?”, disse Opale, e cercò di<br />
alzargli la maglietta.<br />
“Ed<strong>da</strong>i…”, rispose lui, con una voce <strong>da</strong> verginella contegnosa.<br />
“Emmaronna non fare lo scemo fammi vedere”, stavolta Opale usò un<br />
tono di voce che non am<strong>me</strong>tteva repliche, un tono <strong>da</strong> mamma incazzata<br />
che su marco faceva sempre effetto.<br />
“Uaaaa”, disse lei osservando l’enor<strong>me</strong> livido che si era formato e già<br />
pulsava, “si è fatta la <strong>me</strong>lanzana. Toooppa!”<br />
“Lascia stare Opale <strong>da</strong>i”, rispose lui, e si tirò giù la maglia, in un impeto<br />
di residua mascolinità.<br />
“Ia’, lo vedi che una non ti può dire niente a te che subito ti incazzi?, e<br />
<strong>me</strong>ntre Opale lo attaccava si sentì, lontano ma inequivocabile, un<br />
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