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notte, che non aveva ancora smaltito l’infatuazione per il ron, lo beveva<br />
con la pera, in un miscuglio di succhi che gli conferiva il caratteristico<br />
gusto di sponzo per il babbà venuto male. Lucio non sapeva co<strong>me</strong> fosse<br />
successo, ma l’orologio della vita notturna si era spostato in avanti e<br />
aveva fissato delle regole rigidissi<strong>me</strong> per tutti; nessuna digressione era<br />
per<strong>me</strong>ssa, e per questo motivo lui stava co<strong>me</strong> a uno stronzo <strong>da</strong>vanti a una<br />
discoteca che, probabil<strong>me</strong>nte, avrebbe aperto soltanto due ore più tardi.<br />
Non si perse d’animo.<br />
Scartata l’ipotesi del cicchetto in uno dei bar <strong>da</strong> aperitivo aperti lì<br />
vicino (gli sarebbe costato una fortuna, e non aveva idea di quanto<br />
costasse entrare al Fritz, e magari offrire una cosa <strong>da</strong> bere a Patrizia, una<br />
volta dentro), si decise per un passeggiata solitaria in litoranea, che tanto<br />
a lui passeggiare <strong>da</strong> solo in litoranea era sempre piaciuto. Importunò<br />
alcuni sub che stavano tentando un’improbabile im<strong>me</strong>rsione notturna nei<br />
pressi del chiavicone, raccontando loro storie un po’ vere un po’<br />
inventate sulla pesca del polipo, finché questi non gli girarono<br />
plateal<strong>me</strong>nte le spalle e si im<strong>me</strong>rsero tra gli stronzi e i ca<strong>da</strong>veri di<br />
zoccole. Si fece fare un cuppetiello di pere e musso in un lapino che lo<br />
vendeva, cinque euri in tutto, e lo mangiò guar<strong>da</strong>ndo il mare e tenendo le<br />
braccia tese per non sporcarsi di sale e limone <strong>me</strong>ntre l’omino del lapino<br />
lo guar<strong>da</strong>va co<strong>me</strong> si guar<strong>da</strong> un deficiente. Ma soprattutto camminò,<br />
camminò, camminò. Quando camminava era contento, non ci stavano più<br />
pensieri, non ci stava la fatica che non c’era, non ci stava sua mamma che<br />
non c’era più, non ci stavano le femmine, non ci stava un cazzo di niente,<br />
stava solo tranquillo, e la sua tranquillità era diretta<strong>me</strong>nte proporzionale<br />
all’infinita tristezza che tras<strong>me</strong>tteva a chi lo guar<strong>da</strong>va camminare solo, di<br />
notte, sulla litoranea. Quando controllò di nuovo l’orologio si accorse<br />
che era l’una passata, a conferma che nessuno più di un disoccupato<br />
senza fi<strong>da</strong>nzata sa co<strong>me</strong> far trascorrere il tempo. Tornò indietro e si<br />
accorse che non solo il Fritz aveva aperto, ma che già c’era una piccola<br />
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