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Marzabotto non dimentica Walter Reder PDF

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Partigiani, i tedeschi rastrellano gli uomini in massa e senza distinzione:<br />

in località Fasolo vengono portati Melga Aldo, Zanardi Francesco,<br />

Simonini Valentino, Cucchi Fernando, Golfetti Pietro, Stanzani<br />

Emilio, Serenari Celso, Venturi Giuseppe, Minelli Mario, Franchi<br />

Fermo e Franchi Medardo. Questi ultimi tre, accortisi della sorte a<br />

loro riservata, tentano la fuga. Il Minelli è colpito a morte, i fratelli<br />

Franchi riescono a fuggire. I rimanenti vengono allineati e con varie<br />

raffiche uccisi. I corpi sono gettati presso un fienile, tosto incendiato.<br />

Forse qualcuno è ancora agonizzante: ai tedeschi <strong>non</strong> importa; in un<br />

baleno le fiamme avvolgono i corpi dei disgraziati. Un altro gruppo è<br />

destinato ad egual sorte: un Sacerdote, Padre Samovilla, ottiene la<br />

grazia. Uno che tenta fuggire, Stanzani Aldo, è prontamente ucciso.<br />

Le donne e i bambini sono trascinati a Bologna quali ostaggi, gli uomini<br />

mandati in Germania, chi sull'Appennino con l'Organizzazione<br />

Todt. Le innocenti creature prese in ostaggio vengono rilasciate per<br />

interessamento solerte di Padre Samovilla ed a piedi ritornano da Bologna<br />

alle loro case di cui, dopo il passaggio delle iene di Hitler, <strong>non</strong><br />

esistono ormai più che i resti abbruciacchiati.<br />

È destino che ogni frazione di <strong>Marzabotto</strong> abbia il battesimo delle<br />

crudeltà. Il 5 agosto a Luminasio, Casa del Bue, altri sei inermi sono<br />

trucidati: Venturi Enrico, Betti Francesco ed Armando, Beghelli Arsenio,<br />

Neri Dionigio e Calzolari Camillo. Tutti gli uomini che vengono<br />

incontrati sono condotti come ostaggi a Montasico. Solo l'intervento<br />

di Don Fornasini riesce a salvare qualcuno; alcuni subiscono<br />

la deportazione in Germania.<br />

Ma le brigate nere <strong>non</strong> vogliono essere da meno: il 22 agosto fucilano<br />

a Pian di Venola Rovinetti Ettore e Burzi Marcello, colpevoli<br />

questi pure di essere pacifici lavoratori, che <strong>non</strong> la pensano come i<br />

delinquenti in camicia nera.<br />

Questi in conciso sono gli avvenimenti che precedettero lo sterminio<br />

operato alla fine di settembre: ormai i tedeschi ritenevano <strong>Marzabotto</strong><br />

covo dei Partigiani: i repubblichini locali continuamente li aizzavano,<br />

indicando come colpevoli di partigianesimo tutta la popolazione<br />

in massa: già, per essi era l'essere Partigiani il dare un pezzo di<br />

pane e un sorriso di comprensione a tutti quelli che per evitare rappresaglie,<br />

per sfuggire la più obbrobriosa delle deportazioni, per sot-<br />

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