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Marzabotto non dimentica Walter Reder PDF

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dei superstiti, si pronunciò così: «La lettera di <strong>Walter</strong> <strong>Reder</strong>, che vi è<br />

stata consegnata, rispetto a quella che padre Giuseppe De Gennaro<br />

mi rimise alcuni giorni fa, esprime opinioni diverse. Ne prendiamo<br />

atto senza affrettare giudizi complessivi e definitivi. Né vogliamo fare<br />

il processo alle intenzioni. Il tempo dirà più dello scritto. Vi è l'abiura<br />

del nazismo. [...] Vi si afferma che libelli odiosi come quello scritto<br />

da Lothar Greil, articoli vergognosi che definivano <strong>Walter</strong> <strong>Reder</strong><br />

'senza colpe morali e militari' sono buttati alle ortiche. Non si parla<br />

più di errori, ma di orrori, <strong>non</strong> si pongono più sullo stesso piano i<br />

vostri cari trucidati con sadica ferocia e i soldati tedeschi caduti nei<br />

combattimenti che seguirono l'eccidio».<br />

Quanto al giudizio che <strong>Marzabotto</strong> si apprestava a esprimere, la<br />

sera del 29 — cioè alla vigilia — il governo fece una tardiva messa a<br />

punto, da molti ritenuta offensiva. Un comunicato ufficiale annunciò<br />

che «il presidente del Consiglio e il governo <strong>non</strong> hanno inteso rimettere<br />

alle famiglie delle vittime alcuna decisione circa la condizione<br />

del prigioniero di guerra <strong>Walter</strong> <strong>Reder</strong>». Pertanto, concludeva la nota,<br />

il presidente «adotterà le sue decisioni quando lo riterrà opportuno,<br />

in piena autonomia e responsabilità»..<br />

Con l'animo turbato e indignato ad un tempo — mentre era ancora<br />

nell'aria il fragore della bomba fascista scoppiata sul treno nella<br />

vicina galleria ferroviaria della Direttissima che aveva provocato<br />

morti e feriti — la mattina del 30 i superstiti e i familiari delle vittime<br />

si recarono nella sala comunale di <strong>Marzabotto</strong> per esprimere un voto<br />

che si sapeva <strong>non</strong> sarebbe stato decisivo.<br />

All'assemblea intervennero 238 familiari di caduti o superstiti. A<br />

prendere la parola furono in 149 dei quali 148 si pronunciarono contro<br />

la liberazione e uno a favore. Tra i 29 pareri espressi per lettera,<br />

furono contati 21 no e 5 si. Pertanto i no furono 169 e i si 6.<br />

Purtroppo — purtroppo per lui — all'indomani del voto <strong>Reder</strong> ebbe<br />

il cattivo gusto di inviare una lettera ai giornali per contestare il numero<br />

dei morti, senza comprendere — se era veramente pentito — che<br />

una strage <strong>non</strong> è meno strage se i morti, anziché mille sono solo trecento.<br />

Questa infelice uscita indusse il consiglio comunale di <strong>Marzabotto</strong><br />

e il Comitato per le onoranze ai caduti a emettere un comunicato per<br />

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