Marzabotto non dimentica Walter Reder PDF
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perdono, di conseguenza, seguiva la stessa sorte. Diverso invece il<br />
caso del condono, trattandosi di un problema politico-giuridico. E<br />
poiché la sinistra aveva sempre sostenuto — secondo quanto prevede<br />
la Costituzione — che la pena deve tendere al ricupero del reo, occorreva<br />
accertare quanto... il tribunale di Bari aveva già accertato.<br />
E dal momento che in uno stato di diritto, qual'è il nostro, un simile<br />
compito spetta solo ed esclusivamente al magistrato — <strong>non</strong> importa<br />
se in toga o in divisa — nessuno avrebbe potuto aggiungere o<br />
togliere qualcosa a quanto era già stato deciso. Non restava che dare<br />
corso alla decisione presa. Se lo avesse desiderato, il governo avrebbe<br />
potuto solo anticipare la consegna del prigioniero all'Austria. Ma se,<br />
per una qualche ragione, <strong>non</strong> avesse voluto o potuto decidere, le porte<br />
di Gaeta si sarebbero aperte automaticamente il 15 luglio 1985,<br />
grazie al meccanismo messo in moto dalla sentenza di Bari.<br />
Per accelerare l'apertura di quella porta — anche se sono sette i<br />
cancelli da superare, per entrare o uscire dalla fortezza di Gaeta —<br />
verso la fine del 1984 si mosse la chiesa bolognese, all'interno della<br />
quale <strong>non</strong> pochi credenti devono avere un certo senso di colpa, verso<br />
<strong>Marzabotto</strong>. E mi spiego.<br />
Per tutto il ventennio fascista, ma anche dopo sino al 1952, la<br />
chiesa bolognese è stata diretta da un cardinale fascista. G.B. Nasalli<br />
Rocca è stato — a detta dei cattolici — un buon pastore, ma anche<br />
un buon fascista, aggiungo io. Nei venti mesi della Resistenza ha invitato<br />
costantemente i fedeli a rispettare le leggi, quelle fasciste, e il<br />
quotidiano della curia ha sempre condannato l'attività delle forze partigiane.<br />
Se la DC bolognese ha potuto aderire al Comitato di liberazione<br />
nazionale solo nel settembre 1944, quando il corso della guerra<br />
era oramai deciso, la responsabilità spetta solo e unicamente al cardinale.<br />
La conferma si ha scorrendo le testimonianze scritte dai cattolici<br />
che hanno fatto la Resistenza — e incluse nei quattro volumi di<br />
Luciano Bergonzini «La Resistenza a Bologna» — nelle quali il nome<br />
del cardinale <strong>non</strong> ricorre quasi mai.<br />
Sull'eccidio di <strong>Marzabotto</strong> — ma è difficile credere che <strong>non</strong> abbia<br />
avuto prima altre informazioni — ricevette un lungo e dettagliato rapporto<br />
dalla signora Mary Toffoletto Romagnoli, subito dopo la Liberazione.<br />
Se ha espresso un giudizio di condanna lo avrà fatto in pri-<br />
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