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Marzabotto non dimentica Walter Reder PDF

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ciò che in situazione normale è apprezzabile e degno di onore. Tobia<br />

<strong>non</strong> ha più spazio per una professione pubblica della sua fede e delle<br />

sue convinzioni; lui e il suo popolo sono oppressi. Egli veramente potrebbe<br />

vivere in tranquillità all'ombra del suo prestigio e della sua posizione<br />

che lo rende rispettabile anche all'oppressore. Ma questo significherebbe<br />

abbandonare il suo popolo, la sua gente, sarebbe farsi<br />

complice con l'oppressore. Se le circostanze <strong>non</strong> permettono altra<br />

espressione alla sua fede e carità, Tobia va a dare sepoltura ai suoi<br />

fratelli privati violentemente della vita. Ma la barbarie del tempo anche<br />

questo rendeva pericoloso, origine di persecuzione.<br />

La vita di don Fornasini, quale può ricostruirsi dalle testimonianze<br />

orali e dal commovente diario del ca<strong>non</strong>ico Amedeo Girotti, è donazione'<br />

totale alla sua gente per ogni necessità, in ogni circostanza e<br />

pericolo, quando ciò significava mettere ogni volta letteralmente in<br />

gioco la propria vita. Era forte e dolce: fermo di fronte ai soprusi<br />

nella difesa dei deboli, attento al gesto delicato e fraterno: va a visitare<br />

il sacerdote solo e infermo.<br />

Tale sua completa dedizione quante pagine della Bibbia richiama<br />

alla nostra mente. Fra tutte abbiamo scelto questa perché ci aiuta a<br />

leggere nella fine tragica e gloriosa del sacerdote il senso di tutta la<br />

sua vita. Perché ci ricorda un tempo di esilio e di prigionia, nel quale<br />

si era stranieri nella propria casa, fra la propria gente; un tempo nel<br />

quale i normali rapporti umani erano sostituiti dalla forza e dalla violenza<br />

che tutto vuole piegare; un tempo nel quale il gesto di partecipazione<br />

alla vita della gente indifesa, lo spendersi per loro e anche il<br />

dare sepoltura alle vittime innocenti della violenza era reato.<br />

Valeva poco allora la vita dell'uomo; allora valeva la forza. Ebbene<br />

a noi piace ricordarlo così: debole, indifeso, vittima fin troppo facile,<br />

mentre è intento all'opera di carità di seppellire i morti, opera<br />

apparentemente insignificante nella lotta cruenta di quei giorni.<br />

Eppure, è questo che rivendichiamo a don Fornasini e alle comunità<br />

cristiane: il merito di avere tenuto vivo un supplemento di umanità,<br />

di rispetto alla persona umana, di avere speso la vita per un pietoso<br />

atto di rispetto al corpo delle vittime, in un tempo in cui pareva<br />

valere solo la forza e la lotta; di avere difeso gli umili e pagato per<br />

essi, per gli indifesi, i vecchi, le donne, i bambini, troppo facilmente<br />

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