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Marzabotto non dimentica Walter Reder PDF

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del Vescovo le difficoltà e le contraddizioni della trincea parrocchiale;<br />

e insieme difendere l'ortodossia e le esigenze dell'essere membri della<br />

Chiesa davanti alla sua gente presa fra le maglie di una quotidianità<br />

inquieta e tentante. Pochi sanno come lui — nota ancora Gian<strong>non</strong>i —<br />

come sia difficile comunicare e come d'altra parte sia necessaria la<br />

comunione.<br />

Ecco quindi la validità e la grandezza del presbiterio locale. La<br />

fraternità fra i sacerdoti, negli anni in cui si situa la testimonianza di<br />

don Fornasini, tocca il suo momento storico più qualificante, una verifica<br />

quale raramente si riscontra nella routine dei tempi di bonaccia.<br />

È esemplare, funzionale, creativa. I preti isolati e abbarbicati alla loro<br />

ca<strong>non</strong>ica, sono nello stesso tempo dei «monaci in via». Percorrono a<br />

piedi 10-20-30 chilometri. Qualcuno, come don Settimo Marconi, è<br />

considerato un camminatore leggendario, un vero maratoneta, dai<br />

suoi stessi colleghi. Feste, agapi, incontri amicali, intessono una spiritualità<br />

della comunione e della missione; e offrono una immagine stupenda<br />

della «unanimitas animarum». A ruoli distinti nella comunità<br />

vicariale, questi uomini tutto fare, rivelano qualità singolari, doti specialistiche:<br />

uno è il portavoce della sapienza, l'altro l'amministratore,<br />

il liturgista, il catechista, l'organizzatore, il talento politico, il consigliere,<br />

il terapeuta.<br />

Rappresentano tre generazioni, tre epoche da Battaglini a Nasalli<br />

Rocca, da Pio IX a Pio XII; mettono in comune memoria e profezia.<br />

Il collaudo spietato della congiuntura bellica scompiglierà le graduatorie.<br />

Ma gli anziani saranno pronti a riconoscere ai preti appena<br />

freschi di crisma una leadership effettiva. E i giovani si porteranno<br />

alle dimore di uomini come Mellini o Girotti, come a luoghi dello<br />

Spirito, per avere una conferma, un discernimento, un conforto. L'arciprete<br />

di Salvaro, monsignore e protonotario apostolico, con quel<br />

nome — Fidenzio — che è tutto un programma, è considerato il «vescovo<br />

della montagna». Intorno a lui, ormai monumento di se stesso,<br />

continua a coagularsi il presbiterio locale. Lo ricorda Alfredino Carboni:<br />

«Don Fornasini, don Marchioni e don Casagrande venivano fino<br />

a Salvaro da mons. Mellini per consiglio e vicendevole conforto.<br />

Io, giovane e amico, li accompagnavo per lungo tratto al loro ritorno...».<br />

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