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Marzabotto non dimentica Walter Reder PDF

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uia che pareva di <strong>non</strong> averne mai vista una uguale, e <strong>non</strong> trovammo<br />

più la strada del rifugio. Allora cominciò sopra di noi uno scoppiare<br />

di can<strong>non</strong>ate come la grandine. Si vedevano i lampi anche con<br />

gli occhi chiusi. Ci mettevamo qua e là sotto gli alberi più grossi, per<br />

ripararci dalle schegge che spesso troncavano i rami. Non so come ci<br />

siamo salvati.<br />

Mio marito tentò la sorte; andò da solo a cercare la strada, gli<br />

riuscì di trascinarmi fino a un rifugio e mascherò l'entrata con frasche<br />

e sassi. Rimanemmo là dentro tre giorni senza mangiare né bere,<br />

e senza alcuna cura. Il quarto giorno mio marito decise di uscire<br />

in cerca di viveri, ritornò dopo molto tempo, tutto bagnato fradicio e<br />

senza niente. Mi portò via con sé: <strong>non</strong> mi reggevano le gambe e lui<br />

pure era sfinito. Si mise a scavare la terra con un coltello, fece un<br />

buco dove stavamo appena rannicchiati, ma dopo qualche ora di<br />

pioggia dirotta la terra cedette e rimanemmo quasi sepelliti.<br />

Sentimmo piangere un bimbo, andammo verso quel pianto. C'era<br />

un gruppo di gente dispersa e affamata. Aldo ci fece coraggio, trovò<br />

la via verso il rifugio grande, dove avevamo lasciato tutta la nostra<br />

roba. Portò del pane, portò pure il mio sacco pieno di roba da mangiare.<br />

Ma qualcuno aveva preso il mio pane, e vi aveva messo in<br />

cambio delle pagnotte ammuffite che <strong>non</strong> si potevano mangiare. Mi<br />

addormentai così, senza coperte.<br />

Al mattino del 12 ottobre sentii chiamarmi con un filo di voce: era<br />

un compagno che si era messo, con altri quattro, in un. nascondiglio<br />

fatto da loro, un po' più lontano. Era ferito, e mi disse che una granata<br />

era caduta davanti al rifugio e uno di loro era morto. Lui e un<br />

altro erano feriti. Andai da loro, medicai i feriti come potevo con un<br />

paio di forbici tagliai via tutta la carne nera, morta, li fasciai alla meglio.<br />

Passai giorni terribili, fra i lamenti degli altri e il dolore delle<br />

mie stesse ferite.<br />

Un'altra volta fummo scoperti dai tedeschi. Ero insieme con molta<br />

gente. Ci portarono via tutti gli uomini, rimanemmo solo noi donne<br />

con i bimbi. I tedeschi ci tormentarono portandoci via tutto. Alle ragazze<br />

puntarono contro la rivoltella perché andassero con loro: ormai<br />

sembravano bestie. L'11 novembre dovemmo lasciare il nostro<br />

rifugio e fuggire. Fummo costretti ad attraversare i campi perché le<br />

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