Marzabotto non dimentica Walter Reder PDF

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02.06.2013 Views

me queste che abbiamo davanti credendo forse di contribuire ad un atto di giustizia. Penso comunque che nella maggior parte dei casi ci si trovi di fronte a nazisti vecchi e nuovi i quali vogliono far sentire la loro inquietante esistenza». Ma non solo cittadini comuni restano suggestionati dal tambureggiamento. L'altro giorno ha telefonato da Graz, sempre in Austria, un redattore del giornale Kroner Zeitung per sapere se quel che si dice sia successo a Marzabotto trentatré anni in questi giorni «è veritiero»; questo perché, egli ha detto, Reder continua a sostenere che di massacro non si può parlare e che comunque il numero delle vittime civili lamentato dagli italiani è eccessivamente elevato. Il sindaco ha risposto al giornalista che per una opportuna informazione consiglierebbe un rapido viaggio a Marzabotto, dove non solo le lapidi della cripta sono li a dire con nomi, cognomi ed età cosa è avvenuto nella fine dell'estate 1944, ma esistono buoni testimoni, donne e uomini che avevano sei-sette anni, o dieci, o quindici, gente che può raccontare, anche se ogni volta che lo fa è una sofferenza. Sfogliamo con disagio alcune altre lettere. Una è firmata da un tale che si definisce «figlio di italiani», ma quasi certamente è falsa: chiede che sia liberato Reder e che invece si processino i partigiani, le cui azioni terroristiche provocarono «la legittima difesa» da parte delle forze armate tedesche. Ecco poi l'accusa di «infamia» scagliata contro Marzabotto, la cui popolazione «abusa» della «menzogna del massacro per sviluppare il turismo». In un'altra lettera Marzabotto viene definito «villaggio della bugia». Il sindaco Cruicchi non gradisce molto parlare di questa forma di aberrazione morale, alimentata con gelido criterio nazista in un preciso quadro politico. «Preferisco ricordare ancora una volta che a Marzabotto domenica prossima avremo graditi ospiti una ottantina di tedeschi — commenta il sindaco — i quali si sono annunciati con una lettera di netto stampo antifascista. Penso che la loro venuta contribuirà enormemente a far chiarezza ed a rinsaldare i vincoli fra i popoli della Germania federale e dell'Austria, cosi come lo è stato con la recente venuta del figlio del cancelliere austriaco Kreyski». Cruicchi estrae da un cassetto della scrivania un volume, apre ad una pagina che reca il segnalibro. «Abbiamo una notevole documen- 165

tazione sull'eccidio di Marzabotto, dagli atti del processo a Reder davanti al tribunale militare di Bologna (che dovrebbero essere veramente inseriti in tutte le biblioteche scolastiche d'Italia, come un'autorevole statista promise) alle ricerche compiute da ottimi e seri studiosi, ma ritengo che questa breve e drammatica memoria abbia la capacità di dissolvere i dubbi dei colleghi giornalisti che si preoccupano di sapere se Marzabotto è stata o meno offesa sanguinosamente dai nazisti. A chi ci chiederà ancora come sono andate le cose, o se è vero che i fatti dolorosi siano avvenuti, invieremo copia di questa memoria». Cruicchi sta parlando della relazione che la signora Mary Toffoletto Romagnoli, essendo sfollata con la famiglia nella frazione di Cerpiano, dietro esplicita richiesta del cardinale Nasalli Rocca, scrisse tra l'agosto ed il settembre 1945. Il documento, che inizia «Cor Jesus adveniat regnum tuum», restituisce con inalterata immediatezza il senso di quelle giornate, dalla simpatia verso i giovani che scelsero di lottare contro l'invasore ed i suoi servi, agli allucinanti massacri che estirparono la vita dalle popolose pendici di Monte Sole. (Da: l'Unità, 28 settembre 1977). 166

me queste che abbiamo davanti credendo forse di contribuire ad un<br />

atto di giustizia. Penso comunque che nella maggior parte dei casi ci<br />

si trovi di fronte a nazisti vecchi e nuovi i quali vogliono far sentire<br />

la loro inquietante esistenza».<br />

Ma <strong>non</strong> solo cittadini comuni restano suggestionati dal tambureggiamento.<br />

L'altro giorno ha telefonato da Graz, sempre in Austria,<br />

un redattore del giornale Kroner Zeitung per sapere se quel che si dice<br />

sia successo a <strong>Marzabotto</strong> trentatré anni in questi giorni «è veritiero»;<br />

questo perché, egli ha detto, <strong>Reder</strong> continua a sostenere che<br />

di massacro <strong>non</strong> si può parlare e che comunque il numero delle vittime<br />

civili lamentato dagli italiani è eccessivamente elevato. Il sindaco<br />

ha risposto al giornalista che per una opportuna informazione consiglierebbe<br />

un rapido viaggio a <strong>Marzabotto</strong>, dove <strong>non</strong> solo le lapidi<br />

della cripta sono li a dire con nomi, cognomi ed età cosa è avvenuto<br />

nella fine dell'estate 1944, ma esistono buoni testimoni, donne e uomini<br />

che avevano sei-sette anni, o dieci, o quindici, gente che può<br />

raccontare, anche se ogni volta che lo fa è una sofferenza.<br />

Sfogliamo con disagio alcune altre lettere. Una è firmata da un tale<br />

che si definisce «figlio di italiani», ma quasi certamente è falsa:<br />

chiede che sia liberato <strong>Reder</strong> e che invece si processino i partigiani,<br />

le cui azioni terroristiche provocarono «la legittima difesa» da parte<br />

delle forze armate tedesche. Ecco poi l'accusa di «infamia» scagliata<br />

contro <strong>Marzabotto</strong>, la cui popolazione «abusa» della «menzogna del<br />

massacro per sviluppare il turismo». In un'altra lettera <strong>Marzabotto</strong><br />

viene definito «villaggio della bugia».<br />

Il sindaco Cruicchi <strong>non</strong> gradisce molto parlare di questa forma di<br />

aberrazione morale, alimentata con gelido criterio nazista in un preciso<br />

quadro politico. «Preferisco ricordare ancora una volta che a<br />

<strong>Marzabotto</strong> domenica prossima avremo graditi ospiti una ottantina di<br />

tedeschi — commenta il sindaco — i quali si sono annunciati con una<br />

lettera di netto stampo antifascista. Penso che la loro venuta contribuirà<br />

enormemente a far chiarezza ed a rinsaldare i vincoli fra i popoli<br />

della Germania federale e dell'Austria, cosi come lo è stato con<br />

la recente venuta del figlio del cancelliere austriaco Kreyski».<br />

Cruicchi estrae da un cassetto della scrivania un volume, apre ad<br />

una pagina che reca il segnalibro. «Abbiamo una notevole documen-<br />

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