Marzabotto non dimentica Walter Reder PDF
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la macchina di guerra<br />
di luca goldoni<br />
Aveva uno strano sorriso che <strong>non</strong> definirei crudele, ricorda una<br />
superstite, Lucia Musolesi, mi sembrava piuttosto che <strong>Reder</strong> fosse indifferente<br />
verso quanto avveniva: era uno strumento di guerra che<br />
eseguiva il proprio lavoro; ora le sembra che una fredda macchina di<br />
guerra possa chiedere perdono? che forse le bombe e i can<strong>non</strong>i, che<br />
hanno dilaniato uomini e città vadano perdonati o condannati?<br />
Ragionando in tal modo, prosegue Lucia Musolesi, potrebbe sembrare<br />
senza senso la stessa pena che <strong>Reder</strong> sta scontando; e invece si<br />
deve osservare che i residuati bellici <strong>non</strong> vengono lasciati nei campi,<br />
possono ancora uccidere, allora lì si distrugge o li si disinnesca, per<br />
renderli inoffensivi: così si è fatto con <strong>Reder</strong>.<br />
<strong>Reder</strong>, una macchina che può agire, che si può disinnescare, che<br />
<strong>non</strong> si può perdonare, forse che <strong>non</strong> si può neppure odiare, perché le<br />
cose <strong>non</strong> si perdonano e <strong>non</strong> si odiano: il giudizio è spietato, ma la<br />
pietà è morta a <strong>Marzabotto</strong>. È stata massacrata dal maggiore <strong>Reder</strong><br />
nel settembre del 1944: questo è forse il suo delitto più orrendo, aver<br />
commesso atrocità tali da inaridire per sempre, nel cuore degli scampati,<br />
quel sentimento ultimo che prima o poi scoppia dentro di noi:<br />
appunto la misericordia, la capacità di perdonare, se <strong>non</strong> di <strong>dimentica</strong>re.<br />
Forse anche di questo i superstiti di <strong>Marzabotto</strong> potrebbero accusare<br />
il maggiore <strong>Reder</strong>: ci hai tolto tutto, anche il bene di provare<br />
pietà, hai sconvolto la nostra misura umana, anche di questo <strong>non</strong> ti<br />
perdoniamo.<br />
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