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Marzabotto non dimentica Walter Reder PDF

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nega a nessuno. Già, ma <strong>Reder</strong> <strong>non</strong> chiede affatto il perdono per il<br />

perdono. Chiede il perdono per aver la grazia. Quindi per lui — che è<br />

un mostro e che anche in questo caso lo conferma — il perdono <strong>non</strong><br />

è che una «pratica», un mezzo per ottenere uno scopo, un atto strumentale<br />

e <strong>non</strong> già un fatto di coscienza. Se io fossi un cattolico praticante<br />

e severo, sarei inorridito che una richiesta di perdono vada<br />

poi a passare dall'Ufficio di un Avvocato e poi da quello di un Giudice<br />

e poi chissà dove e poi finirà col coprirsi di bolli di numeri di<br />

protocollo e poi la ritroveremo dentro a delle lucide carpette per la<br />

firma di questo e quel personaggio. Il perdono <strong>Reder</strong> deve chiederlo<br />

<strong>non</strong> a <strong>Marzabotto</strong> ma a se stesso. <strong>Marzabotto</strong> <strong>non</strong> può dire che no.<br />

Oggi e sempre no. È a se stesso che <strong>Reder</strong> deve chiedere perdono e<br />

questa sua richiesta a se stesso deve essere un atto raccolto, intimo,<br />

riservato, che riguarda lui, il suo passato, il suo presente, il suo avvenire.<br />

In questo ambito, che è il solo modo serio di affrontare il problema<br />

<strong>Reder</strong> al di fuori dell'inutile retorica e del superficialismo giuridico,<br />

morale, può avere significato un discorso sul perdono. Su un perdono<br />

che <strong>non</strong> sia una «pratica giuridica», che qui sarebbe un'altra<br />

mostruosità morale, ma un atto di coscienza che <strong>Reder</strong> compie verso<br />

se stesso. Del resto per i credenti — <strong>non</strong> so se <strong>Reder</strong> sia tale — ma<br />

spero ardentemente di no — solo questo perdono <strong>non</strong> finalizzato è un<br />

atto di coscienza e nient'altro, può avere valore di un atto morale.<br />

Ma <strong>Marzabotto</strong> no. Sia pure concesso a <strong>Reder</strong> di vedere sua madre.<br />

Non altrettanto sarà possibile alle madri che lui ha soppresso. Ma<br />

<strong>Marzabotto</strong> <strong>non</strong> negherà questa richiesta. Ma il perdono di <strong>Marzabotto</strong>,<br />

no. Perdono no, perché <strong>Reder</strong> <strong>non</strong> è solo — come abbiamo<br />

cercato di dimostrare — un grande criminale di guerra e quindi per<br />

lui <strong>non</strong> valgono i precedenti, che del resto <strong>non</strong> ci interessano. Perdono<br />

no, perché il perdono implica un atto di coscienza e <strong>non</strong> riguarda<br />

— <strong>non</strong> potrà mai riguardare <strong>Marzabotto</strong>, ma solo <strong>Reder</strong> come tale: é<br />

un conto che se vuole può risolvere solo con se stesso. Perdono no,<br />

perché la richiesta è un atto strumentale, giuridico-formale e <strong>non</strong> c'è<br />

niente di più irritante di una città piena di morti, come <strong>Marzabotto</strong>,<br />

tutti morti in disprezzo anche della più arcaica regola della convivenza<br />

tribale.<br />

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