Marzabotto non dimentica Walter Reder PDF
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che la madre, <strong>Reder</strong>, l'aveva anche nel settembre-ottobre 1944, quando<br />
sterminava le madri di altri e persino donne che erano in attesa di<br />
essere madri. E su ciò torneremo rapidamente. Io, che sono stato<br />
partigiano, ricordo con disgusto le scenette pietose dei tedeschi che,<br />
al momento di «pagare», estraevano dal portafoglio la foto della<br />
mamma e dei figli e della moglie cara e poche ore prima avevano<br />
fatto stragi, di madri, di figli, di mogli di italiani, di partigiani, di popolazione<br />
innocente. C'è un problema <strong>non</strong> risolto in questi gesti, nell'esibizione<br />
di quelle foto, in quegli addolcimenti finali, in quel ritorno<br />
ad essere uomini per cercare un linguaggio comune con gli uomini.<br />
Sento la tragedia di quegli attimi, capisco le contraddizioni dei sentimenti,<br />
ma continuo a sentire disgusto per quelle scene. 3) Ma ora<br />
viene il problema più delicato, più sottile, più penetrante per uomini<br />
di coscienza quali noi siamo. Il problema del perdono. Disposto ad<br />
accettare la qualifica di criminale di guerra (gli altri sono fuori, ci dice)<br />
chiede il perdono a <strong>Marzabotto</strong> al fine di ottenere la grazia. Qui<br />
vi sono due equivoci (certo intenzionali e ben suggeriti dal suo Avvocato).<br />
Primo equivoco: <strong>Reder</strong> <strong>non</strong> è solo un criminale di guerra (e cercherò<br />
di dimostrarvelo). Secondo equivoco: un perdono chiesto come<br />
fine pratico <strong>non</strong> è prova di ripensamento. Per un cattolico (io <strong>non</strong><br />
sono tale) ritengo che un perdono chiesto come atto strumentale sia<br />
un fatto ben più disgustoso di quanto possa apparire a chi parla. Devo<br />
dimostrare che <strong>Reder</strong> <strong>non</strong> è solo un criminale di guerra e che la<br />
sua richiesta riferita a precedenti criminali di guerra già in libertà <strong>non</strong><br />
ha rilievo giuridico. Dai comandi della XIV Armata e della V Armata<br />
l'ordine fu diramato, oltre alla Sedicesima Divisione anche al Battaglione<br />
di cui <strong>Reder</strong> era comandante, alla 278" Divisione sul fronte<br />
di Imola, alla 94 a<br />
Divisione sul fronte di Pavullo e anche alla 334 a<br />
Divisione e 114 a<br />
Divisione delle parti Ovest della «Gotica». L'ordine<br />
diede luogo ad estese operazioni di rastrellamento e a combattimenti<br />
contro le Formazioni Partigiane in tutto l'arco della «Gotica». Non<br />
mancarono ovunque, atti di ferocia, distruzioni inutili, massacri. Ma<br />
si combatté. La Divisione Partigiana «Modena» vinse importanti<br />
scontri, fu sfortunata a Monte Benedello dove tuttavia riportò una<br />
fulgida vittoria, perdette altrove, si congiunse con gli Alleati a Lizza-<br />
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