Marzabotto non dimentica Walter Reder PDF

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02.06.2013 Views

specie di dialogo con i centomila, ha accolto l'invito, anche se subito si è affrettato a dire che occorre operare nel solco della Resistenza e sulla base dei dettami della Costituzione per creare uno Stato veramente libero e democratico. Qualche disapprovazione ha sottolineato la fine del discorso del ministro della Difesa il quale, pur avendo pronunciato un discorso notevolmente diverso da quelli che è solito fare, e che certamente non si era proposto di fare, non aveva voluto entrare nel vivo dello spirito pacifista della manifestazione. Notevolmente diversa era stata, in precedenza, l'impostazione dei discorsi del sindaco di Marzabotto on. Bottonelli e del vice segretario della DC on. Salizzoni che ha parlato a nome della Resistenza emiliana. Bottonelli, dopo aver rievocato il sacrificio dei 1830 civili e le gloriose battaglie combattute nella zona dai partigiani, ha parlato della campagna di denigrazione che è stata condotta contro Marzabotto, riferendosi in modo particolare al libro uscito recentemente in Germania con il titolo: «La menzogna di Marzabotto». I cittadini tedeschi avranno comunque la possibilità di conoscere la verità, in quanto in questi giorni è stata stampata la traduzione tedesca del libro «Marzabotto parla» dello scrittore partigiano Renato Giorgi. È necessario, ha concluso Bottonelli, che gli insegnamenti della Resistenza diventino patrimonio comune di tutti gli italiani e che da Marzabotto si levi un monito rivolto a tutti gli uomini: «Giù le armi». Solo un disarmo generale e controllato potrà salvare la pace ed impedire che fatti tragici come quello di Marzabotto possano ripetersi. Per questo, ha concluso, l'augurio che si leva da questa manifestazione è di «pace per tutti i popoli del mondo». Dopo il saluto portato dal sindaco della città martire di Coventry, l'on. Salizzoni ha detto che i morti di Marzabotto ci impegnano a proseguire la lotta da essi intrapresa per la difesa della libertà e della pace. Da questa cripta ossario, ha concluso, «parta un monito che ci auguriamo sia ascoltato da tutti in Oriente ed in Occidente». I discorsi celebrativi erano stati preceduti dalla consacrazione della cripta ossario, fatta dall'ordinario militare. È seguita una visita allo stesso ossario da parte delle autorità italiane e straniere. Il ministro e 139

le delegazioni hanno visitato la mostra del «Premio Marzabotto della Resistenza» che raccoglie 120 quadri, ed infine hanno assistito alla proiezione del documentario «La menzogna di Marzabotto», di Carlo Di Carlo. Alla manifestazione erano presenti oltre un centinaio di gonfaloni di città italiane recati dagli amministratori, ed i delegati delle città martiri di Coventry ed Aoubue, tutti i parlamentari e gli amministratori dell'Emilia. Papà Cervi, che il ministro Andreotti ha invitato sul palco accanto a lui, rappresentava, assieme ai superstiti della strage di Marzabotto, la testimonianza vivente del sacrificio e del martirio del popolo italiano che ha combattuto ieri per la libertà e la pace e che oggi vuole continuare a vivere in fraterna amicizia con tutti i popoli del mondo. Questo è quanto i centomila di Marzabotto hanno detto al ministro Andreotti. (Da: Avanti!, 10 ottobre 1961). 140

le delegazioni hanno visitato la mostra del «Premio <strong>Marzabotto</strong> della<br />

Resistenza» che raccoglie 120 quadri, ed infine hanno assistito alla<br />

proiezione del documentario «La menzogna di <strong>Marzabotto</strong>», di Carlo<br />

Di Carlo.<br />

Alla manifestazione erano presenti oltre un centinaio di gonfaloni<br />

di città italiane recati dagli amministratori, ed i delegati delle città<br />

martiri di Coventry ed Aoubue, tutti i parlamentari e gli amministratori<br />

dell'Emilia. Papà Cervi, che il ministro Andreotti ha invitato sul<br />

palco accanto a lui, rappresentava, assieme ai superstiti della strage<br />

di <strong>Marzabotto</strong>, la testimonianza vivente del sacrificio e del martirio<br />

del popolo italiano che ha combattuto ieri per la libertà e la pace e<br />

che oggi vuole continuare a vivere in fraterna amicizia con tutti i popoli<br />

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detto al ministro Andreotti.<br />

(Da: Avanti!, 10 ottobre 1961).<br />

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