Marzabotto non dimentica Walter Reder PDF
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centomila a marzabotto<br />
un solo grido: «pace»<br />
di nazario sauro onofri<br />
Domenica mattina quando il ministro della Difesa Andreotti ha<br />
fatto il suo ingresso nella piazza di <strong>Marzabotto</strong>, dedicata ai martiri<br />
delle Fosse Ardeatine, dalle bocche delle centomila persone che si accalcavano<br />
ai suoi margini lungo la via Porrettana e sulle colline circostanti,<br />
si è levato un solo grido: «Disarmo, disarmo», seguito subito<br />
dopo da un altro altrettanto potente: «Pace, pace».<br />
A chiedere a gran voce la pace ed il disarmo erano i centomila<br />
giunti dalle città e dai borghi dell'Emilia che, sotto l'acqua e sotto il<br />
sole, avevano raggiunto a piedi, in grande pellegrinaggio di pace, la<br />
città martire di <strong>Marzabotto</strong>. La maggior parte di essi, erano giovani<br />
e ragazze, recavano centinaia di bandiere iridate e cartelli ineggianti<br />
alla pace, contro il riarmo della Germania e gli esperimenti nucleari.<br />
La presenza dei pellegrini della pace, dei rappresentanti delle città<br />
martiri d'Italia e d'Europa e delle città italiane decorate di medaglia<br />
al valor militare, ha fatto assumere alla celebrazione del 17° anniversario<br />
dell'eccidio di <strong>Marzabotto</strong> una netta intonazione pacifista. Non<br />
poteva essere diversamente. Da <strong>Marzabotto</strong>, dove tutto parla ancora<br />
del tragico eccidio, <strong>non</strong> poteva partire che una parola di pace e di<br />
fratellanza rivolta a tutti gli uomini della terra.<br />
Molto probabilmente il ministro Andreotti l'aveva immaginata diversa<br />
questa celebrazione, <strong>non</strong> supponendo neppure lontanamente l'aria<br />
che avrebbe respirato tra le colline bolognesi. Ne fa fede il suo discorso<br />
che, per molti ed importanti aspetti, è diverso dal riassunto<br />
che era stato distribuito ai rappresentanti della stampa prima dell'ini-<br />
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