Marzabotto non dimentica Walter Reder PDF
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«<strong>Reder</strong> — disse l'ufficiale accusatore italiano — è anche un traditore<br />
avendo abbandonato l'Austria per mettersi al servizio di Hitler prima<br />
ancora che la Germania annettesse la sua patria; è uno stupratore,<br />
per aver violentato a Cerpiano delle donne, tra cui una religiosa;<br />
è un grassatore per avere saccheggiato l'osteria di San Terenzio; è un<br />
bugiardo, per aver mentito spudoratamente al Tribunale; infine è un<br />
SS e <strong>non</strong> un soldato. <strong>Reder</strong>, prima ancora di offendere il nostro Paese<br />
con i suoi crimini, ha offeso e infangato il suo Paese.<br />
«Non si pensi che noi oggi chiediamo la condanna del <strong>Reder</strong> solo<br />
perché il suo Paese ha perduto la guerra. Noi lo giudichiamo perché<br />
l'ha condotta in un certo qual modo. Il fatto che il nazismo abbia<br />
perduto la guerra è semplicemente l'occasione che ci permette di giudicare<br />
<strong>Reder</strong> e che ci si offre per punirlo. E sarà condannato <strong>non</strong><br />
perché è un vinto, ma perché è un delinquente, perché egli ha condotto<br />
la guerra con metodi e con spirito da delinquente, con la certezza<br />
di <strong>non</strong> dover mai rendere conto a nessuno delle sue colpe».<br />
Sono passati dieci anni dalla giusta condanna; diciassette anni dall'eccidio.<br />
Lidia Pirini, una giovanetta scampata alla strage nel cimitero<br />
di Casaglia, ha trentadue anni. Elena Ruggeri, sfuggita al massacro,<br />
ne ha trentacinque. Hanno avuto le famiglie sterminate. Sono<br />
due donne di quel pugno di superstiti dell'orrenda carneficina. La loro<br />
testimonianza ha permesso agli uomini di sapere, di giudicare e di<br />
condannare i criminali e il sistema che li ha prodotti. Lidia Pirini ed<br />
Elena Ruggeri si sono create una nuova famiglia. La vogliono difendere,<br />
preservare da una nuova catastrofe. Con loro sono milioni di<br />
uomini in tutto il mondo, con loro saranno domenica, e sempre, decine<br />
di migliaia bolognesi e di italiani.<br />
(Da: l'Unità, 30 settembre 1961).<br />
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