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Marzabotto non dimentica Walter Reder PDF

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una «crociata santa in difesa della cultura occidentale e della religione».<br />

Sono parole che suonano come una volgare bestemmia.<br />

Eppure, anche allora, ci fu chi si fece portavoce dello straniero invasore,<br />

chi era pronto a giustificare, ad occhi chiusi, ogni suo gesto.<br />

<strong>Marzabotto</strong> è una menzogna! È stato detto dal «Resto del Carlino»<br />

in data 11 ottobre 1944, XXII dell'era fascista. Per smentire le voci<br />

sulla strage, il «Carlino» pubblicò in pagina di cronaca questo edificante<br />

corsivo: «Le solite voci incontrollate, prodotto tipico di galoppanti<br />

fantasie in tempo di guerra, assicuravano fino a ieri che nel<br />

corso di un'operazione di polizia contro una banda di fuorilegge ben<br />

150 fra donne, vecchi e bambini erano stati fucilati da truppe germaniche<br />

di rastrellamento nel comune di <strong>Marzabotto</strong>. Siamo in grado di<br />

smentire queste macabre voci e il fatto da esse propalate».<br />

«Alla smentita ufficiale si aggiunge la constatazione compiuta durante<br />

un apposito sopralluogo. È vero che nella zona di <strong>Marzabotto</strong><br />

è stata eseguita un'operazione di polizia contro un nucleo di ribelli il<br />

quale ha subito forti perdite anche nelle persone di pericolosi capi<br />

banda, ma fortunatamente <strong>non</strong> è affatto vero che il rastrellamento<br />

abbia prodotto la decimazione e il sacrificio nientemeno che di 150<br />

elementi civili».<br />

Siamo dunque di fronte ad una nuova manovra dei soliti incoscienti<br />

destinata a cadere nel ridicolo perché chiunque avesse voluto<br />

interpellare un qualsiasi onesto abitante di <strong>Marzabotto</strong>, o, quanto meno,<br />

qualche persona reduce da quei luoghi avrebbe appreso l'autentica<br />

versione dei fatti».<br />

Lothar Greil col suo Die Lùge von <strong>Marzabotto</strong> (La menzogna di<br />

<strong>Marzabotto</strong>) edito dalla Schild-Verlag di Monaco di Baviera è giunto,<br />

dunque, con 17 anni di ritardo. Lo spudorato libello di pretta marca<br />

neo nazista ha visto la luce nella Germania di Bonn perché li si medita<br />

la rivincita, si esalta la «gloria» militare del soldato tedesco. «È<br />

dimostrato a sufficienza — afferma il Greil — che nel corso dell'insieme<br />

dei combattimenti nella zona di <strong>Marzabotto</strong>, da parte degli uomini<br />

delle SS al comando del magg. <strong>Reder</strong> <strong>non</strong> fu compiuto neppure un<br />

unico atto di sopraffazione».<br />

La riabilitazione più completa dei criminali, col compiacente disinteresse<br />

del governo di Bonn. La Germania federale riarma, ricostrui-<br />

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