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Marzabotto non dimentica Walter Reder PDF

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contriamo? A <strong>Marzabotto</strong>. Qui 17 anni fa, la 16 a<br />

Panzergranadierdivision<br />

Reichsfùrer della 16 a<br />

SS «Adolph Hitler», vinta e umiliata dai<br />

partigiani della «Stella Rossa», comandati dal «Lupo» (Mario Musolesi,<br />

caduto nel combattimento, medaglia d'oro alla memoria) si scatenò<br />

contro la popolazione inerme.<br />

Un pugno di contadini e di operai, senza divisa, aspettò a pie fermo<br />

sulle pendici di Monte Sole, di Monte Venere, di Monte Abelle e<br />

tra i boschi di Caprara e di Salvaro l'esercito invasore e lo sconfisse<br />

in campo aperto. Gli uomini del «Lupo» fermarono le potenti divisioni<br />

del terzo Reich, dotate delle armi più moderne, istruite ed equipaggiate<br />

alla guerra. Sparavano con le mitragliette dei lanci alleati ed anche<br />

coi vecchi fucili «modello 91», ma avevano inteso le parole del<br />

Comandante. «Ricordatevi — aveva detto loro Mario Musolesi — che<br />

la terra, questa terra è nostra. Nostra. Ricordatelo, quando lancerete<br />

le vostre bombe, quando sparerete a raffica con le vostre mitragliatrici;<br />

è terra nostra». Le SS superbe e tracotanti nelle divise mimetizzate<br />

— inutile trovata tattica — si riversarono a valle e contro vecchi,<br />

donne e bambini, rimasti soli nei casolari, «vinsero» la loro battaglia.<br />

Fu una sanguinosa offensiva punitiva; una orrenda rappresaglia.<br />

Una casa, un borgo dopo l'altro, per tre giorni consecutivi. Pioppe,<br />

Creda, Roncadelli, Castellino, Cerpiano, Caprara, San Martino, Cadotto,<br />

Colulla, Abelle, Sperticano, Ca' Beguzzi, Steccola, Tagliadazza,<br />

San Giovanni, Prunaro. Milleottocentotrenta morti: la popolazione<br />

di un intero comune sterminata. Famiglie cancellate a raffiche di<br />

machine-pistole; case, chiese e cimiteri sconvolti dalle bombe, incendiati;<br />

cinque preti freddati, uno dei quali, don Marchioni, sull'altare<br />

maggiore mentre recitava il rosario; donne violentate; una paralitica<br />

bruciata viva; ventri squarciati; bambini infilzati o gettati in aria per<br />

un macabro allucinante tiro al piccione.<br />

Questa, la furia degli Unni in pieno XX secolo. Eseguivano degli<br />

ordini? Certo! Ma di chi? In nome di quale legge? Gli ordini del feldmaresciallo<br />

Kesserling, un «esemplare» soldato del Reich al servizio<br />

del capo del nazismo. Una sua ordinanza del settembre 1944 invita a<br />

reprimere i tentativi dei «banditi» che «annientano ogni valore culturale<br />

dell'Occidente, della religione e conseguentemente del patrimonio<br />

spirituale di ogni persona retta». Fu, dunque, la strage di <strong>Marzabotto</strong><br />

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