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Marzabotto non dimentica Walter Reder PDF

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ti occhi continuino a fissarlo.<br />

«Dio mio, — invoca tra sé — fammi neri i capelli!».<br />

Ma il miracolo <strong>non</strong> si compie e Werner Giordan che è sempre stato<br />

orgoglioso dei suoi capelli biondi, sottili e lucenti come fili di seta,<br />

resta biondo. Biondo come i nazi che uccisero i 1.830 di <strong>Marzabotto</strong>.<br />

Non fa fatica a comprenderlo: quelli vedono in lui un tedesco, eguale<br />

a quelli che avevano conosciuto dodici anni prima.<br />

Ordina un caffé. Attende qualche tempo, poi lo sollecita perché<br />

tarda. Nessuno però si decide a servirlo. Si avvicina al banco e ne<br />

ordina nuovamente una tazzina. Il barista fa finta di <strong>non</strong> capire. Si<br />

decide a servirlo solo dopo aver accontentato tutti gli altri clienti.<br />

Mentre sta per berlo, alle sue spalle una voce rompe il silenzio:<br />

«L'è un tougnéin!».<br />

Anche se il termine è dialettale Werner Giordan comprende egualmente.<br />

Quella è la prima parola che i suoi amici bolognesi gli hanno<br />

insegnato. Ormai <strong>non</strong> ha più dubbi e sa che sarà difficilissimo intendersi<br />

con quelli. Vorrebbe spiegare loro che è venuto a <strong>Marzabotto</strong><br />

appositamente per vedere con i propri occhi quello che hanno fatto i<br />

nazi e per riferire ai suoi compatrioti; ma <strong>non</strong> sa come cominciare.<br />

Trova coraggio nella tazza di caffé che <strong>non</strong> gli volevano dare, e si rivolge<br />

al più vicino. L'incantesimo è rotto: in un attimo tutti gli si<br />

fanno attorno. Ormai ha cominciato ed andrà sino in fondo. Spiega<br />

che è un tedesco della Germania est; che è dispiaciuto di quel crimine;<br />

che in Germania <strong>non</strong> sono tutti nazisti e che anzi molti odiano la<br />

guerra ed i nazisti quanto li odiano gli abitanti di <strong>Marzabotto</strong>. E aggiunge<br />

che quando tornerà a casa scriverà degli articoli perché i tedeschi<br />

sappiano tutte queste cose e <strong>non</strong> le dimentichino più.<br />

Werner Giordan parla con il cuore in mano, tenendo gli occhi fissi<br />

in quelli degli uomini che lo circondano. Sono sempre ostili e duri,<br />

anche se nessuno gli dice delle «cose cattive». Uno si fa avanti e gli<br />

punta l'indice sul petto: «Tu parli molto bene l'italiano. Hai fatto la<br />

guerra in Italia?».<br />

Werner Giordan dice di no. Gli spiega del suo viaggio in Italia fatto<br />

prima della guerra, ma quello insiste, sempre con l'indice puntato:<br />

«Tu parli molto bene l'italiano. Sei stato qui?».<br />

Werner Giordan beve altri due caffé e continua a parlare e spiega-<br />

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