Marzabotto non dimentica Walter Reder PDF
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anni della guerra.<br />
«Io foglio sapere tutto! — dice con il tipico accento dei tedeschi. —<br />
Io foglio conoscere tutto, perché quando tornerò a casa foglio raccontare<br />
tutto ai miei compatrioti».<br />
Gli amici bolognesi <strong>non</strong> si fanno pregare. Senza astio, ma con assoluta<br />
onestà, gli dicono delle fosse Ardeatine, delle stragi della Versilia,<br />
di Bassano del Grappa e del Piemonte. Non si <strong>dimentica</strong>no, naturalmente,<br />
di <strong>Marzabotto</strong>. Tutti quei nomi, per Werner Giordan, sono<br />
nuovi e quei fatti <strong>non</strong> sono mai esistiti.<br />
Quando gli dicono che <strong>Marzabotto</strong> è a soli 24 chilometri da Bologna,<br />
prende una decisione improvvisa: cancella un nome dal ruolino<br />
del suo vagabondaggio turistico e vi segna quello della piccola cittadina<br />
emiliana. E dice di volerci andare da solo. Quello che si accinge<br />
a compiere <strong>non</strong> è il solito viaggio di piacere, alla ricerca di un rudere<br />
o di un palazzotto antico che conserva il colore ed il disegno del<br />
tempo. Per W e r n e r , tedesco della Germania est, è un mesto<br />
e pietoso pellegrinaggio nel paese che, più duramente degli altri, ha<br />
subito la violenza nazista. Ecco perché, tutto solo, la mattina del 31<br />
agosto prende il treno che porta a <strong>Marzabotto</strong>. Non sa, né i suoi<br />
amici lo hanno avvertito — confesseranno che si è trattato di una <strong>dimentica</strong>nza<br />
— che la strage dei 1.830 cittadini inermi è stata compiuta<br />
esattamente 12 anni prima: il 31 settembre 1944.<br />
Quando scende alla stazione di <strong>Marzabotto</strong> avverte immediatamente<br />
una singolare sensazione. Non riesce a spiegarsi cosa sia. Pensa<br />
che possa essere il luogo stesso a conferirgli quel senso di colpa,<br />
che gli pare di avvertire. Ma <strong>non</strong> è solo in lui che si muove qualcosa.<br />
È nell'aria che c'è qualcosa di nuovo. Lo avverte sempre più chiaramente<br />
a mano a mano che si inoltra nelle strade della cittadina. La<br />
prima scoperta che fa è quella degli occhi della gente di <strong>Marzabotto</strong>.<br />
Lo fissano da lontano e lo seguono silenziosamente sino a quando<br />
<strong>non</strong> è passato. E quando è passato se li sente puntati nella schiena.<br />
Werner Giordan entra in un caffé e si siede ad un tavolo. Vuole<br />
parlare con qualcuno. Sente il bisogno di comunicare con quegli uomini<br />
che lo guardano muti ed ostili, ma <strong>non</strong> sa come cominciare il<br />
discorso. Anche nel locale si è fatto silenzio. Si sente completamente<br />
solo e isolato. È la prima volta che si sente così solo, <strong>non</strong>ostante tan-<br />
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