Marzabotto non dimentica Walter Reder PDF
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viglio sul fondo limaccioso della «botte». Il giorno dopo i carnefici alzeranno<br />
la griglia metallica della chiusa e i cadaveri, trascinati dalla<br />
corrente, scompariranno per sempre nel Reno.<br />
Altre volte sarà invece il fuoco degli incendi o delle «candele» al<br />
fosforo che farà sparire i cadaveri e nessuno potrà mai stabilire<br />
quanti furono i feriti, i paralitici, i malati gettati ancor vivi tra le<br />
fiamme. «Quando mia moglie cadde uccisa — raccontò Carlo Cardi,<br />
l'unico superstite della carneficina del portico di Creda — il più piccolo<br />
dei miei figli che essa portava in collo era certamente ancora vivo.<br />
Infatti io, rimasto incolume sotto i corpi di altri caduti, lo sentivo<br />
piangere tra le sue braccia e fui tentato di schiacciargli la testina per<br />
risparmiargli il supplizio. Però sino all'ultimo momento, sperai che<br />
quelle jene avessero pietà almeno del bimbo e rimasi al mio posto;<br />
ma, scaricate le mitragliatrici, le «SS» cominciarono a gettare spezzoni<br />
incendiari sul mucchio dei cadaveri e lasciarono che le fiamme divorassero<br />
insieme i vivi e i morti».<br />
Inutilmente, tuttavia, i massacratori cercarono di cancellare le tracce<br />
di tanti delitti e si adoprarono, i giorni successivi alla strage, a far<br />
seppellire i cadaveri straziati degli innocenti. La funesta notizia si<br />
sparse in tutto il Paese, attraversò il fronte, raggiunse i comandi Alleati<br />
e le loro emittenti radiofoniche diffusero in tutto il mondo l'annuncio<br />
del mostruoso massacro dei 1830 martiri che suscitò un moto<br />
di orrore e di sdegno in tutti gli uomini civili.<br />
Solo Il Resto del Carlino — coerente alla sua tradizione di servilismo<br />
verso i padroni fascisti — tentò con cinica spudoratezza di coprire<br />
la verità e di scagionare i responsabili. «Le solite voci incontrollate,<br />
prodotto di galoppanti fantasie in tempo di guerra — scrisse l'11<br />
ottobre il quotidiano degli agrari — assicuravano fino a ieri che nel<br />
corso di una operazione di polizia contro una banda di fuori legge,<br />
ben 150 fra donne vecchi e bambini, erano stati fucilati da truppe<br />
germaniche nel comune di <strong>Marzabotto</strong>. Siamo in grado di smentire<br />
queste macabre voci e il fatto da esse propalato. Alla smentita ufficiale<br />
si aggiunge la constatazione compiuta durante un apposito sopraluogo...<br />
Siamo dunque di fronte ad una nuova manovra dei soliti<br />
incoscienti destinata a cadere nel ridicolo...». Esattamente due giorni<br />
dopo un altro sacerdote — don Tommasini — cadeva nel cimitero di<br />
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