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Marzabotto non dimentica Walter Reder PDF

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della polizia austriaca tra quelli di altri giovinastri sospettati di aver<br />

partecipato all'assassinio di Dolfuss. Nel 1934, a diciannove anni, entrava<br />

a Berlino nell'accademia delle «SS» in cui Hitler addestrava i<br />

giovani destinati ad accedere agli alti gradi della sua milizia. Li terminò<br />

gli studi e conseguì il grado di sottotenente. Allo scoppio della<br />

guerra l'ex studente scapestrato, l'attentatore dilettante era già un<br />

professionista qualificatissimo di quelle famigerate «SS» che seminarono<br />

il terrore in tutta l'Europa, e fu immediatamente inviato in zona<br />

d'operazione. In un'azione perdette la mano sinistra e mezzo avambraccio<br />

ma <strong>non</strong> volle rinunciare al servizio e alla carriera. Appena<br />

uscito dall'ospedale tornò in linea. La guerra lo affascinava, lo inebriava.<br />

Quando il vino gli accendeva per un istante quel suo gelido sangue,<br />

<strong>non</strong> indugiava negli approcci, <strong>non</strong> si perdeva in corteggiamenti:<br />

le donne le comprava oppure se le procacciava, come il cibo, come<br />

l'alcool, come l'alloggio, come ogni altra cosa che servisse alla sua<br />

vita di barbaro, con la pistola alla mano, secondo la tradizione delle<br />

«SS». Egli è, insomma, un esemplare di quella sottospecie di uomini<br />

prodotti in serie dal fascismo hitleriano per le guerre di conquista e<br />

di rapina: freddo, insensibile, fanatico, pieno di retorica militarista e<br />

di ottusa alterigia, educato alla crudeltà e all'odio di razza, capace di<br />

predisporre l'incendio di un paese o di organizzare una fucilazione in<br />

massa di ostaggi con la stessa calma, con la stessa scrupolosa meticolosità<br />

che un ragioniere impiega nella cura della partita doppia.<br />

La sera dell'11 agosto del 1944, dunque, il maggiore <strong>Reder</strong> si trovava<br />

a Pietrasanta, tra i colli e la marina della Versilia, alorché il comando<br />

della 16 a<br />

divisione corazzata gli trasmise l'ordine di aprire le<br />

ostilità contro i «banditi». Nella bella villa Barsanti ove aveva sede il<br />

comando del battaglione, il maggiore — «il monco», come lo chiamavano<br />

qui — aveva trascorso con il tenente Kremer, con il tenente<br />

Wagner e gli altri suoi subalterni, piacevoli mesi di riposo tra un corteggio<br />

di collaborazionisti, di sgualdrinelle, di spie che partecipavano<br />

assiduamente ai suoi balli e ai suoi banchetti. Quell'ordine mise fine<br />

alla parentesi di ozio e restituì l'ufficiale alla sua vocazione di carnefice.<br />

Dal giardino della serena villa versiliese ha inizio così la tragica<br />

marcia di quell'orda di assassini il cui itinerario sarà segnato, metro<br />

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