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Marzabotto non dimentica Walter Reder PDF

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walter reder,<br />

una vita per la morte<br />

di nazario sauro onofri<br />

1) <strong>Reder</strong> entra nelle SS a 17 anni<br />

Con il ritorno a casa dell'ex maggiore delle SS <strong>Walter</strong> <strong>Reder</strong> —<br />

che resterà pur sempre il «boia di <strong>Marzabotto</strong>» — si è chiuso il capitolo<br />

della guerra. L'ultimo soldato nemico ancora detenuto ha lasciato<br />

il nostro paese dopo avere scontato la giusta pena che gli era stata<br />

inflitta, per avere consumato il «più vile sterminio di popolo voluto<br />

dal nazismo», secondo la bellissima espressione di Salvatore Quasimodo.<br />

Pentito o no — ma ha poca importanza conoscere i risvolti del suo<br />

animo e i suoi sentimenti, una volta che ha pagato il conto con la<br />

giustizia italiana — <strong>Reder</strong> è tornato a casa per concludere una esperienza<br />

umana che nessuno gli invidia. È augurabile che si lasci <strong>dimentica</strong>re.<br />

Non credo che meriti la nostra compassione. Di comprensione <strong>non</strong><br />

è neppure il caso di parlare. Ha fatto quello che riteneva e che, forse,<br />

ritiene ancora giusto — secondo la folle ideologia nazista — e ha pagato<br />

il prezzo previsto dalle nostre leggi. Tra i tanti criminali nazisti<br />

che l'hanno fatta franca, almeno uno ha pagato.<br />

Il caso <strong>Reder</strong> — almeno io la penso cosi — è chiuso. Oltre <strong>non</strong> è<br />

possibile andare.<br />

Diverso è l'atteggiamento e la predisposizione d'animo degli abitanti<br />

di <strong>Marzabotto</strong>, come di quelli di Grizzana, Monzuno e di alcuni<br />

comuni della Versilia. Essi <strong>non</strong> possono, <strong>non</strong> debbono <strong>dimentica</strong>re il<br />

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