Relazione geologica - Valutazioneambientale.Regione.Basilicata…
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REGIONE BASILICATA<br />
COMUNE DI MATERA<br />
<strong>Relazione</strong> <strong>geologica</strong> relativa al progetto di ampliamento<br />
volumetrico finalizzato al ripristino ambientale di una cava di<br />
inerti calcarei sita in c.da Alvino – agro del Comune di Matera<br />
Committente:<br />
Il geologo<br />
Dr Michele Colasurdo
Il Geologo<br />
Dott. Geol. Michele Colasurdo<br />
Committente: SEDA S.r.l.<br />
Titolo:<br />
SOMMARIO<br />
1. PREMESSA ........................................................................................................... 3<br />
2. INQUADRAMENTO GEOLOGICO GENERALE ............................................................ 4<br />
2.1. LINEMENTI GEOLOGICO STRATIGRAFICI .......................................................... 4<br />
2.2. LINEAMENTI IDROGEOLOGICI E GEOMORFOLOGICI .......................................... 7<br />
2.3. PEDOLOGIA .................................................................................................. 10<br />
2.4. Indagine sismica passiva con metodologia Re.Mi. ............................................. 11<br />
3. VERIFICA DI STABILITA’ ..................................................................................... 14<br />
3.1. Premessa ...................................................................................................... 14<br />
3.1.1. Dati di input ........................................................................................... 16<br />
3.2. Risultati delle analisi di stabilita’ ...................................................................... 18<br />
3.2.1. Sezione 01 ............................................................................................. 18<br />
3.2.2. Sezione 02 ............................................................................................. 20<br />
3.2.3. Sezione 03 ............................................................................................. 22<br />
4. CONCLUSIONI.................................................................................................... 24<br />
Progetto di ampliamento volumetrico finalizzato al ripristino ambientale<br />
di una cava di inerti calcarei sita in c.da Alvino - Matera<br />
Data: giugno 2012 Pag. 2
Il Geologo<br />
1. PREMESSA<br />
Su incarico della ditta SEDA srl con sede in Gravina (BA) è stato eseguito uno studio<br />
geologico relativo al progetto di ampliamento volumetrico finalizzato al ripristino<br />
ambientale e sistemazione finale di una cava di inerti calcarei ubicata in c.da Alvino in<br />
agro di Matera<br />
In relazione all'incarico conferitomi lo scrivente ha eseguito indagini di natura <strong>geologica</strong>,<br />
morfologica ed idro<strong>geologica</strong> volte alla definizione delle caratteristiche litologiche dei litotipi<br />
affioranti . Scopo dello studio è quello di accertare la possibilità di sfruttamento di tali<br />
materiali in attività di estrazione in cava, finalizzata al loro impiego in variegate attività<br />
artigianali.<br />
Le indagini si sono articolate in un rilevamento litologico e geomorfologico dell'area<br />
considerata e dintorni, ed in correlazioni bibliografiche e cartografiche di studi inerenti l'area<br />
e l'oggetto in esame. E’ stata eseguita inoltre una indagine sismica di tipo Re.MI. per la<br />
caratterizzazione sismica del sito.<br />
Gli studi e le verifiche sono stati attuati in ottemperanza alle NTC 2008.<br />
Le risultanze del lavoro eseguito, sono di seguito riportate.<br />
Dott. Geol. Michele Colasurdo<br />
Committente: SEDA S.r.l.<br />
Titolo:<br />
Progetto di ampliamento volumetrico finalizzato al ripristino ambientale<br />
di una cava di inerti calcarei sita in c.da Alvino - Matera<br />
Data: giugno 2012 Pag. 3
Il Geologo<br />
2. INQUADRAMENTO GEOLOGICO GENERALE<br />
2.1. LINEMENTI GEOLOGICO STRATIGRAFICI<br />
Alla fine del Cretaceo e durante la prima parte del Terziario (cioè a partire da circa 65<br />
milioni di anni fa) i calcari della Piattaforma apula sono stati interessati da effetti tettonici<br />
che ne hanno determinato l'emersione e successivamente la suddivisione in blocchi (PIERI,<br />
1980). E' da Questo momento che si sono delineati i principali caratteri morfologici che<br />
contraddistinguono le Murge e l'area materana.<br />
I blocchi cretacei più sollevati costituiscono l'ossatura delle Murge, che rappresenta un<br />
altopiano poco elevato allungato in direzione WNW-ESE<br />
Uno dei blocchi cretacei più sollevati costituisce la Murgia di Matera – Laterza.<br />
I bordi dell'Horst sono raccordati tramite nette scarpate alle aree coperte dai terreni plio-<br />
pleistocenici, più teneri ed erodibili. Questi sono sedimenti che appartengono alla<br />
successione della Fossa bradanica. Sui margini murgiani la successione è rappresentata<br />
dal basso dai seguenti termini: Calcarenite di Gravina, Argille subappennine, Sabbie di<br />
Monte Marano e Conglomerato di Irsina; tali sedimenti si sono accumulati sui calcari<br />
cretacei a partire dal Pliocene, quando si é verificata la trasgressione regionale durante la<br />
quale il mare ha sommerso estese aree carbonatiche.<br />
Il primo deposito trasgressivo sui calcari che attualmente costituiscono il substrato profondo<br />
nell'area della Fossa bradanica, come detto é rappresentato dalla Calcarenite di Gravina<br />
costituita da depositi sabbiosi di mare poco profondo, caratteristici di ambiente litorale e di<br />
piattaforma. La Calcarenite di Gravina, che praticamente borda le Murge e ne seppellisce i<br />
margini, a livello regionale é caratterizzata in prevalenza da calcareniti bioclastiche, cioè<br />
sabbie calcaree più o meno cementate, costituite per la. maggior parte da frammenti di<br />
fossili. In prossimità del contatto con il substrato cretaceo si possono rinvenire anche livelli<br />
di conglomerati e microconglomerati calcarei. Nell'area studiata la Calcarenite di Gravina<br />
affiora estesamente sui bordi della Murgia materana, con spessori anche superiori a 50<br />
metri nei rioni "Sassi" di Matera.<br />
Il rilevamento di campagna è stato esteso ad un'area più ampia di quella di intervento per<br />
poter cogliere elementi significativi per una corretta definizione dei rapporti litostratigrafici<br />
dei terreni presenti.<br />
Dott. Geol. Michele Colasurdo<br />
Committente: SEDA S.r.l.<br />
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Il Geologo<br />
Sulla base delle informazioni ricavate dal rilievo geologico diretto di superficie e dalla analisi<br />
dei terreni estratti dalle perforazioni, è possibile individuare, in sovrapposizione, dal basso<br />
verso l'alto, le seguenti unità litologiche:<br />
- CALCARI DI ALTAMURA<br />
L'area di estrazione, ubicata in località Alvino nel territorio Comunale di Matera rientra nella<br />
zona di affioramento dei terreni ascrivibili alla formazione dei Calcari di Altamura.<br />
E' inoltre riscontrabile un diffuso sistema di faglie, che contribuisce a configurare l'aspetto<br />
dei luoghi e condiziona lo sviluppo della rete idrografica. Nelle depressioni, a copertura dei<br />
lembi calcarei giacciono i conglomerati fluviolacustri pleistocenici. Nella parte nord-<br />
occidentale dell’affioramento, tra cui anche l’area in esame, l’assetto monoclinalico degli<br />
strati è complicato da una struttura a piccole pieghe a largo raggio, allungate da NNO a<br />
SSE (Serrone di Alvino); nella parte sud-orientale del blocco calcareo, nei dintorni di<br />
Laterza, le ondulazioni sono dirette in direzione da ONO ad ESE. Entrambe le ondulazioni<br />
non mostrano una vergenza ben definita, probabilmente dovuta all’assetto suborizzontale<br />
degli strati, che raggiungono al massimo 20° di inclinazione.<br />
In particolare, i rilievi che saranno interessati dall'attività di coltivazione risultano costituiti da<br />
depositi calcareo-dolomitici di colore biancastro e grigiastro in strati . L’inclinazione media è<br />
pari a circa 10° con direzione sud ovest - nord est. Il calcare si presenta in strati compatti su<br />
tutta la superficie della cava eccetto una zona ristretta dove si rileva brecciato in blocchi<br />
eterometrici con matrice rossastra per alterazione. E’ l’unica area dove la coltivazione è<br />
terminata e le scarpate saranno solo risistemate.<br />
Tuttavia, da quanto osservato dallo scrivente non sono stati rilevati fenomeni atti a definire<br />
l'area in esame soggetta a fenomeni di instabilità. Pertanto, la coltivazione eseguita nel<br />
rispetto dei tagli in progetto e delle dimensioni dei fronti, non determineranno fenomeni di<br />
instabilità.<br />
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Il Geologo<br />
Area di cava con evidenti le stratificazione dei calcari<br />
Area di cava nord con indicazione dell’area con calcare brecciato<br />
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2.2. LINEAMENTI IDROGEOLOGICI E GEOMORFOLOGICI<br />
I caratteri geologici illustrati rappresentano una base conoscitiva necessaria per definire le<br />
principali tappe evolutive dell'area murgiana del Parco e per comprendere come tale<br />
evoluzione abbia portato all'attuale quadro morfologico.<br />
Lo stretto rapporto fra geologia, intesa come caratteri litologicí e strutturali, e paesaggio,<br />
appare evidente anche in questo caso dove la struttura ad Horst formatasi nei calcari<br />
cretacei ha infatti determinato il carattere di alto morfologico della Murgia di Matera -<br />
Laterza, che si erge aspra sul circostante paesaggio collinare modellato su terreni<br />
pliopleistocenici più facilmente erodibili.<br />
L'aspetto ancestrale più evidente, e determinante anche per l'evoluzione geomorfologica<br />
quaternaria,è il carattere di altopiano isolato che assume la Murgia di Matera – Laterza<br />
caratterizzato sulla sommità da estese aree subpianeggianti.<br />
Altri importanti elementi morfologici, in gran parte ereditati dalla storia terziaria dei calcari,<br />
sono rappresentati dalle nette scarpate che delimitano l'Horst verso la Fossa bradanica<br />
verso il Graben di Viglione.<br />
Elementi paleomorfologici minori, ma molto significativi, sono dati da. alcune incisioni. Si<br />
tratta. di lame, di modesto sviluppo, che interessano i ripiani. Alcune di queste, osservabili<br />
sul versante settentrionale dell'Horst ed in particolare sui fianchi del Serrone Trasanello e<br />
sul ripiano di Capitolo, sono colmate dai depositi marini pliopleistocenici (Calcarenite di<br />
Gravina). Ciò dimostra che sugli antichi ripiani calcarei si era sviluppato un reticolo<br />
idrografico forse in parte riesumato in tempi quaternari.<br />
Altre forme che possono aver avuto un intenso sviluppo durante la lunga fase di<br />
continentalità prepliocenica sono quelle legate al carsismo. Sulla Murgia di Matera - Laterza<br />
però, a differenza delle- vicine Murge, le forme carsiche sembrano poco rappresentate. Per<br />
le forme di superficie viene rilevata la presenza di alcune piccole doline del tipo a scodella e<br />
piccolissime aree caratterizzate da campi carreggiati .<br />
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Il reticolo oggi osservabile nelle aree calcaree è di tipo angolare, caratteristico di regioni in<br />
cui sono presenti rocce molto fratturate. Lunghi tratti della Gravina di Matera e degli altri<br />
solchi principali sono incisi secondo la direzione preferenziale NW-SE; tratti della Gravina a<br />
minore sviluppo e numerosi piccoli affluenti sono orientati grosso modo NE-SW, cioè a 90°.<br />
In particolare la Gravina di Matera. è un'incisione profondamente incassata in rocce<br />
calcaree con pareti ripide, variamente inclinate, che si elevano per diverse decine di metri<br />
dal fondovalle. La parte superiore delle pareti è subverticale mentre la parte bassa è meno<br />
inclinata ed è spesso coperta da brecce di versante più o meno cementate e/o da detrito di<br />
falda. Alla sommità la distanza fra le pareti è notevole e in molti casi supera il centinaio di<br />
metri. Si possono distinguere nella Gravina due tipi di tratti: quelli grosso modo rettilinei e<br />
quelli sinuosi con anse di meandro; i tratti rettilinei, lunghi generalmente alcune centinaia di<br />
metri, hanno versanti con profili simmetrici; le anse invece presentano versanti con profili<br />
asimmetrici.<br />
Sulla Gravina si affacciano numerose valli sospese . Fra queste anche i cosiddetti<br />
"graviglioni' le incisioni sui cui versanti si é sviluppato tutto il particolare tessuto urbano degli<br />
storici rioni "Sassi" di Matera e che sono proprio due valli sospese sul Torrente Gravina di<br />
Matera all'altezza del locale contatto fra il Calcare di Altamura e la Calcarenite di<br />
Gravina.La rete idrografica si è impostata preferenzialmente lungo linee di faglia.<br />
In riferimento alla permeabilità, sia quella primaria che quella secondaria (per<br />
fratturazione e dissoluzione) queste fanno sì che gli apporti meteorici abbiano un<br />
drenaggio essenzialmente ipogeo, raggiungendo il livello di falda per infiltrazione,<br />
dopo una temporanea permanenza nella rete superficiale. Un esame idrografico<br />
generale, mostra un reticolo superficiale piuttosto sviluppato, a testimonianza di una<br />
generale medio alta permeabilità per fessurazione.<br />
La mancanza di sorgenti e di corsi d’acqua a carattere perenne è evidentemente<br />
dovuta, oltre che a fattori climatici, ai caratteri geologico-litologici dell’area.<br />
I calcari che costituiscono gran parte delle Murge sono, a seconda dei luoghi, più o<br />
meno permeabili per fessurazione e carsismo (vedi Carta della Permeabilità), per<br />
cui l’infiltrazione e la circolazione delle acque in profondità può prodursi sia in<br />
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Committente: SEDA S.r.l.<br />
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maniera concentrata che diffusa, mentre solo dopo forti piogge le acque possono<br />
scorrere in superficie per brevi periodi, generalmente incanalate lungo le “lame”.<br />
All’interno della formazione dei Calcari di Altamura non si rinviene, almeno nella<br />
situazione locale, una falda superficiale, mentre è presente la falda profonda, il cui<br />
regime non è molto variabile in quanto non è legato direttamente alle precipitazioni<br />
meteoriche.<br />
La sua profondità è tale da poter ritenere che il suo regime e la sua alimentazione<br />
non possano subire alcuna interferenza dall’attività estrattiva che si andrà ad<br />
impiantare.<br />
Il livello di falda si rinviene a discreta profondità (circa - 250 mt) rispetto al piano<br />
campagna, per cui si ritiene che l'attività di coltivazione non possa pregiudicare la qualità e<br />
l'andamento della falda.<br />
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2.3. PEDOLOGIA<br />
Alla sommità di entrambi i rilievi e nelle aree prive di vegetazione, lo spessore di<br />
suolo è esiguo, compreso tra 5 e 10 cm. Mentre nelle aree di impluvio e, laddove è<br />
presente la copertura vegetale, tale spessore è maggiore. Locali ispessimenti di<br />
suolo sono da attribuirsi alla forte ossidazione del substrato che conferisce al<br />
terreno una colorazione bruno - rossastra.<br />
Si tratta di suoli a tessitura limoso- sabbiosa, scheletrici, moderatamente ben drenati e a<br />
bassa capacità idrica. Durante i periodi piovosi il suolo si satura completamente creando<br />
condizioni asfittiche per le colture, mentre nei periodi estivi il suolo soffre di aridità.<br />
Dott. Geol. Michele Colasurdo<br />
La zona presenta, nel suo assieme,scarsi spessori di terra rossa, che si concentra<br />
particolarmente su aree pianeggianti o leggermente in pendenza, costituendo aree che si<br />
prestano ad essere coltivate.<br />
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2.4. INDAGINE SISMICA PASSIVA CON METODOLOGIA RE.MI.<br />
Dott. Geol. Michele Colasurdo<br />
Di seguito sono esaminati i caratteri di sismicità della zona sulla base della<br />
normativa sismica che fa riferimento alla Ordinanza del Presidente del Consiglio dei<br />
Ministri n.3274 del 20.3.2003 pubblicata nel Supplemento Ordinario n. 72 alla Gazzetta<br />
Ufficiale n.105 del 8.5.2003 dal titolo “Primi elementi in materia di criteri generali per la<br />
classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in<br />
zona sismica” ed al T.U. Norme Tecniche per le Costruzioni del 14 settembre 2008.<br />
A tal proposito si è resa necessaria la caratterizzazione sismica della zona in esame, al<br />
fine di verificare le caratteristiche di tale area alla luce della normativa vigente.<br />
Si precisa che l’area in oggetto, ricade nel territorio del Comune di Matera classificato<br />
come zona 3.<br />
Per la definizione della categoria sismica dei terreni fondazionali è stata condotta<br />
un’indagine sismica passiva con metodologia Re.Mi (Refraction microtremor) col fine di<br />
determinare la Vs30 del sito e di classificare i terreni di fondazione.<br />
Va ricordato che per la caratterizzazione di un sito l’O.P.C.M 3274 richiede la<br />
determinazione della Vs30, dove per Vs30 s’intende la media pesata delle velocità delle<br />
onde S negli strati fino a 30 metri di profondità dal piano di posa della fondazione,<br />
calcolata secondo la seguente relazione:<br />
V<br />
s30<br />
=<br />
30<br />
h<br />
i<br />
∑<br />
i= 1,<br />
NVsi<br />
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Nel caso in esame, l’esecuzione dell’indagine sismica “passiva” con metodologia Re.Mi.<br />
(Refraction Microtremor) pur non consentendo di distinguere eventuali superfici di<br />
discontinuità e di verificare l’effettivo stato fisico-meccanico globale del sottosuolo lungo la<br />
direttrice investigata, consente di calcolare tale importante parametro (Vs30).<br />
L’indagine sismica “passiva” con metodologia Re.Mi. permette, infatti, di valutare la<br />
velocità media delle onde S relativamente al volume di suolo sotteso dallo stendimento<br />
realizzato.<br />
Questa metodologia d’indagine si fonda sull’analisi delle onde superficiali di Rayleigh che<br />
rappresentano un particolare tipo di onde che si trasmettono sulla superficie della crosta<br />
terrestre e sono il risultato dell’interferenza tra le onde di pressione (P) e le onde di taglio<br />
(S).<br />
L’analisi dei microtremori prodotti dal rumore ambientale permette di discriminare con<br />
buona approssimazione le Onde di Rayleigh da altri tipi di onde sismiche e quindi permette<br />
il riconoscimento delle velocità di fase libera rispetto a quelle apparenti.<br />
La registrazione dei microtremori è stata eseguita con un sismografo Mod. PASI 16SG24<br />
con risoluzione a 24 bit, come sensori di misura si è utilizzato un set di 24 geofoni da 4.5<br />
Hz, il tempo di acquisizione è stato di 32 secondi con intervallo di campionamento di 2<br />
millisecondi per un totale di 16000 campioni acquisiti.<br />
Per una più corretta analisi dei dati sono state effettuate 10 misurazioni distinte, lungo lo<br />
stesso allineamento, che sono state sommate tra loro in modo da migliorare il segnale<br />
risultante.<br />
La registrazione è stata effettuata con n.24 canali, i geofoni sono stati spaziati di 2.0 m<br />
l’uno dall’altro.<br />
Di seguito si riportano il grafico Lentezza-Frequenza con il relativo picking (Fig.5) e la<br />
rispettiva curva di dispersione Periodo-Velocità (Fig.6) ottenute dall’analisi dei dati<br />
registrati in campagna, eseguita con il software di inversione SeisOpt Re.Mi. della Optim.<br />
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Il Geologo<br />
Fig. 5 - Grafico lentezza-frequenza Re.Mi.<br />
Fig. 5 - Curva di dispersione Re.Mi.<br />
L’analisi dei dati ha consentito di stimare un valore di Vs30 pari a 1.241,0 m/s con scarto<br />
quadratico medio di circa 19,9 m/s lungo lo stendimento realizzato.<br />
Sulla base della definizione di tale parametro è possibile annoverare, il suolo indagato,<br />
nella categoria A.<br />
Dott. Geol. Michele Colasurdo<br />
Committente: SEDA S.r.l.<br />
Titolo:<br />
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3. VERIFICA DI STABILITA’<br />
3.1. PREMESSA<br />
Al fine di verificare la stabilità delle scarpate previste in progetto è stata condotta una<br />
verifica di stabilità lungo alcune sezioni longitudinali e trasversali nell’area di progetto.<br />
In totale sono state condotte le analisi su n.4 sezioni (Fig.XX pagina seguente).<br />
Tutte le analisi, sono state condotte seguendo il metodo di analisi di Janbu (1955).<br />
Per i versanti in roccia, diversamente da quelli in terra, il criterio di rottura di Mohr-Coulomb<br />
non può essere impiegato per definire la resistenza del materiale; tuttavia con questo<br />
metodo viene descritta una procedura che consente l’applicazione dei metodi classici<br />
dell’Equilibrio Limite anche nei versanti rocciosi. A tale scopo vengono definiti l’angolo di<br />
resistenza a taglio e la coesione che si mobilitano lungo la superficie di scorrimento<br />
secondo le seguenti espressioni:<br />
⎛ N ⎞<br />
tgϕ<br />
= AB⎜<br />
⎟<br />
⎜<br />
− T<br />
⎟<br />
⎝ σc<br />
⎠<br />
c = Aσ<br />
dove:<br />
Dott. Geol. Michele Colasurdo<br />
c<br />
⎛ N ⎞<br />
⎜ ⎟<br />
⎜<br />
− T<br />
⎟<br />
⎝ σc<br />
⎠<br />
B−1<br />
B<br />
Committente: SEDA S.r.l.<br />
Titolo:<br />
− Ntgϕ<br />
c è la resistenza a compressione monassiale della roccia; A, B, T costanti in funzione del<br />
litotipo e della qualità della roccia (riportati in tabella); N sforzo normale alla base del<br />
concio.<br />
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Data: giugno 2012 Pag. 14
Il Geologo<br />
Le costanti A, B e T vengono determinate in funzione della classificazione della roccia<br />
secondo Bieniawski (indice RMR) e secondo Barton (indice Q).<br />
Tra i due sistemi di classificazione, è stata trovata la seguente correlazione:<br />
RMR = 9 lnQ + 44<br />
Nel caso in oggetto, a seguito dei rilievi condotti all’interno dell’area di cava, i valori<br />
utilizzati possono essere così sintetizzati:<br />
RMR = 65<br />
Q = 10<br />
A = 0.369<br />
B = 0.669<br />
T = -0.006<br />
Di seguito si riportano le risultanze ottenute.<br />
Dott. Geol. Michele Colasurdo<br />
Committente: SEDA S.r.l.<br />
Titolo:<br />
Progetto di ampliamento volumetrico finalizzato al ripristino ambientale<br />
di una cava di inerti calcarei sita in c.da Alvino - Matera<br />
Data: giugno 2012 Pag. 15
Il Geologo<br />
3.1.1. DATI DI INPUT<br />
I dati di input inseriti per l’analisi possono essere così riepilogati:<br />
Dati generali<br />
Lat./Long. 40,66079/16,68939<br />
Normativa NTC 2008<br />
Numero di strati 1,0<br />
Numero dei conci 10,0<br />
Grado di sicurezza ritenuto accettabile 1,1<br />
Coefficiente parziale resistenza 1,1<br />
Superficie di forma circolare<br />
Coefficienti sismici [N.T.C.]<br />
Tipo opera: 1 - Opere provvisorie<br />
Classe d'uso: Classe I<br />
Vita nominale: 10,0 [anni]<br />
Vita di riferimento: 70,0 [anni]<br />
Categoria sottosuolo: A<br />
Categoria topografica: T3<br />
S.L.<br />
Stato limite<br />
Dott. Geol. Michele Colasurdo<br />
TR<br />
Tempo ritorno<br />
Committente: SEDA S.r.l.<br />
Titolo:<br />
[anni]<br />
ag<br />
[m/s²]<br />
Progetto di ampliamento volumetrico finalizzato al ripristino ambientale<br />
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Data: giugno 2012 Pag. 16<br />
F0<br />
[-]<br />
TC*<br />
[sec]<br />
S.L.O. 30,0 0,36 2,46 0,28<br />
S.L.D. 30,0 0,39 2,47 0,29<br />
S.L.V. 66,0 1,18 2,5 0,34<br />
S.L.C. 136,0 1,54 2,51 0,34<br />
S.L.<br />
amax<br />
beta<br />
kh<br />
kv<br />
Stato limite<br />
[m/s²]<br />
[-]<br />
[-]<br />
[sec]<br />
S.L.O. 0,432 0,2 0,0088 0,0044<br />
S.L.D. 0,468 0,2 0,0095 0,0048<br />
S.L.V. 1,416 0,27 0,039 0,0195<br />
S.L.C. 1,848 0,27 0,0509 0,0254
Il Geologo<br />
Parametri geotecnici<br />
Strato G<br />
(Kg/m³)<br />
A B C σ<br />
(Kg/m2)<br />
Litologia<br />
1 2400 0,369 0,669 -0,006 500 Calcari micritici<br />
G: Peso di volume; σ: Resistenza a compressione monassiale;<br />
Coefficienti parziali per i parametri geotecnici del terreno<br />
Tangente angolo di resistenza al taglio 1,25<br />
Coesione efficace 1,25<br />
Coesione non drenata 1,4<br />
Riduzione parametri geotecnici terreno Si<br />
Dott. Geol. Michele Colasurdo<br />
Committente: SEDA S.r.l.<br />
Titolo:<br />
Progetto di ampliamento volumetrico finalizzato al ripristino ambientale<br />
di una cava di inerti calcarei sita in c.da Alvino - Matera<br />
Data: giugno 2012 Pag. 17
Il Geologo<br />
3.2. RISULTATI DELLE ANALISI DI STABILITA’<br />
3.2.1. SEZIONE 01<br />
Maglia dei Centri<br />
Ascissa vertice sinistro inferiore xi 205,12 m<br />
Ordinata vertice sinistro inferiore yi 505,05 m<br />
Ascissa vertice destro superiore xs 343,04 m<br />
Ordinata vertice destro superiore ys 567,13 m<br />
Passo di ricerca 10,0<br />
Numero di celle lungo x 10,0<br />
Numero di celle lungo y 10,0<br />
Risultati analisi pendio [NTC 2008: [A2+M2+R2]]<br />
Fs minimo individuato 5,79<br />
Ascissa centro superficie 246,5 m<br />
Ordinata centro superficie 505,05 m<br />
Raggio superficie 104,54 m<br />
Dott. Geol. Michele Colasurdo<br />
Committente: SEDA S.r.l.<br />
Titolo:<br />
Progetto di ampliamento volumetrico finalizzato al ripristino ambientale<br />
di una cava di inerti calcarei sita in c.da Alvino - Matera<br />
Data: giugno 2012 Pag. 18
Il Geologo<br />
SEZIONE 01<br />
Dott. Geol. Michele Colasurdo<br />
Committente: SEDA S.r.l.<br />
Titolo:<br />
Progetto di ampliamento volumetrico finalizzato al ripristino ambientale<br />
di una cava di inerti calcarei sita in c.da Alvino - Matera<br />
Data: giugno 2012 Pag. 19
Il Geologo<br />
3.2.2. SEZIONE 02<br />
Maglia dei Centri<br />
Ascissa vertice sinistro inferiore xi 33,3 m<br />
Ordinata vertice sinistro inferiore yi 468,58 m<br />
Ascissa vertice destro superiore xs 150,67 m<br />
Ordinata vertice destro superiore ys 503,42 m<br />
Passo di ricerca 10,0<br />
Numero di celle lungo x 10,0<br />
Numero di celle lungo y 10,0<br />
Risultati analisi pendio [NTC 2008: [A2+M2+R2]]<br />
Fs minimo individuato 4,77<br />
Ascissa centro superficie 91,99 m<br />
Ordinata centro superficie 468,58 m<br />
Raggio superficie 71,72 m<br />
Dott. Geol. Michele Colasurdo<br />
Committente: SEDA S.r.l.<br />
Titolo:<br />
Progetto di ampliamento volumetrico finalizzato al ripristino ambientale<br />
di una cava di inerti calcarei sita in c.da Alvino - Matera<br />
Data: giugno 2012 Pag. 20
Il Geologo<br />
SEZIONE 02<br />
Dott. Geol. Michele Colasurdo<br />
Committente: SEDA S.r.l.<br />
Titolo:<br />
Progetto di ampliamento volumetrico finalizzato al ripristino ambientale<br />
di una cava di inerti calcarei sita in c.da Alvino - Matera<br />
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Il Geologo<br />
3.2.3. SEZIONE 03<br />
Maglia dei Centri<br />
Ascissa vertice sinistro inferiore xi 112,66 m<br />
Ordinata vertice sinistro inferiore yi 481,13 m<br />
Ascissa vertice destro superiore xs 237,65 m<br />
Ordinata vertice destro superiore ys 528,39 m<br />
Passo di ricerca 10,0<br />
Numero di celle lungo x 10,0<br />
Numero di celle lungo y 10,0<br />
Risultati analisi pendio [NTC 2008: [A2+M2+R2]]<br />
Fs minimo individuato 5,1<br />
Ascissa centro superficie 162,65 m<br />
Ordinata centro superficie 481,13 m<br />
Raggio superficie 78,33 m<br />
Dott. Geol. Michele Colasurdo<br />
Committente: SEDA S.r.l.<br />
Titolo:<br />
Progetto di ampliamento volumetrico finalizzato al ripristino ambientale<br />
di una cava di inerti calcarei sita in c.da Alvino - Matera<br />
Data: giugno 2012 Pag. 22
Il Geologo<br />
SEZIONE 03<br />
Dott. Geol. Michele Colasurdo<br />
Committente: SEDA S.r.l.<br />
Titolo:<br />
Progetto di ampliamento volumetrico finalizzato al ripristino ambientale<br />
di una cava di inerti calcarei sita in c.da Alvino - Matera<br />
Data: giugno 2012 Pag. 23
Il Geologo<br />
4. CONCLUSIONI<br />
Sulla scorta dei dati acquisiti e dall'analisi del progetto di coltivazione è possibile<br />
concludere quanto segue:<br />
L’attività estrattiva risulta compatibile con le caratteristiche litologiche, tecniche e strutturali<br />
dei terreni affioranti:<br />
Dott. Geol. Michele Colasurdo<br />
l'area interessata dall’ampliamento cava non influenzerà l’assetto idrogeologico<br />
della zona;<br />
le caratteristiche tecniche e l’assetto stratigrafico dei terreni interessati dall'attività<br />
estrattiva consentono di escludere problemi di instabilità;<br />
l’alta permeabilità dei terreni non consentirà variazioni nel reticolo idrografico nè si<br />
prevedano opere o elementi per il drenaggio superficiale.<br />
Pur in presenza di materiali di buone caratteristiche meccaniche,con il proseguo dei<br />
lavori di coltivazione è necessario rispettare le seguenti prescrizioni, necessarie a<br />
rendere più sicura l’area della cava stabilizzando i fronti di scavo e riporto.<br />
1. limitare le pendenze finali delle scarpate ad un’inclinazione pari od inferiore a<br />
60° sull’orizzontale;<br />
2. procedere, con gli sbancamenti, per fasce orizzontali a scendere dall’alto verso<br />
il basso, anche ai fini della sicurezza delle maestranze, per non dover operare<br />
sotto fronti di scavo di altezza e inclinazione troppo elevate;<br />
3. escludere, al piede del settore sud, caratterizzato attualmente da pendenze<br />
elevate, la presenza di personale in concomitanza di scrosci di pioggia, con<br />
successiva ripresa dell’attività solo dopo un’attenta ispezione visiva di controllo;<br />
4. accertare che i materiali da utilizzare per la formazione dei rilevati<br />
caratteristiche meccaniche tali da garantire un adeguato grado di resistenza al<br />
taglio.<br />
Committente: SEDA S.r.l.<br />
Titolo:<br />
IL GEOLOGO<br />
Matera giugno 2012 Dott. Geol. Michele Colasurdo<br />
Progetto di ampliamento volumetrico finalizzato al ripristino ambientale<br />
di una cava di inerti calcarei sita in c.da Alvino - Matera<br />
Data: giugno 2012 Pag. 24