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L'AFFIDABILITÀ IN PRATICA I MODELLI MARKOVIANI - prima pagina

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Ernani Carrada<br />

L’AFFIDABILITÀ <strong>IN</strong> <strong>PRATICA</strong><br />

I <strong>MODELLI</strong> <strong>MARKOVIANI</strong>


Copyright © 2003 Ernani Carrada, Via B. Bruni 64 – 00189 – Roma<br />

Prima edizione: settembre 2003<br />

Ernani Carrada si è laureato in fisica all’Università di Pisa nel 1953.<br />

Dopo un’esperienza nella progettazione di apparati elettronici per uso militare, ha iniziato<br />

nel 1961 a occuparsi di affidabilità e discipline correlate presso la Selenia SpA di<br />

Roma dove ha operato fino al 1979 toccando tutti gli aspetti di queste discipline.<br />

Fino alla metà degli anni ’90 ha svolto attività professionale, sempre nell’ambito indicato,<br />

in <strong>prima</strong>rie aziende nazionali operanti nell’ambito militare e della automazione<br />

industriale.<br />

Dalla metà degli anni novanta alla fine del 2002 ha collaborato con il Consorzio Saturno<br />

di Roma nominato per la realizzazione degli impianti elettroferroviari per l’alta velocità.<br />

È stato autore di numerosi scritti, organizzatore e docente in corsi di formazione<br />

specifici, attivo nelle associazioni professionali.


Indice<br />

Indice ................................................................................................................................ 3<br />

Prefazione ..................................................................................................................... 5<br />

1. Introduzione.................................................................................................................. 7<br />

1.1. L’affidabilità nell’ingegneria................................................................................. 7<br />

1.2. L’approccio binario e la predizione....................................................................... 8<br />

1.3. Diagrammi a blocchi di affidabilità (DBA)......................................................... 10<br />

2. I processi markoviani in affidabilità........................................................................... 15<br />

2.1. Generalità ............................................................................................................ 15<br />

2.2. L’equazione fondamentale .................................................................................. 17<br />

2.3. Caratteristiche di affidabilità in termini di probabilità ........................................ 20<br />

2.4. Caratteristiche di affidabilità in termini di tempi medi di permanenza............... 20<br />

2.4.1. Calcolo dei tempi medi di permanenza ........................................................ 21<br />

2.4.2. Tempo e frequenza di ciclo .......................................................................... 23<br />

2.5. Costruzione della matrice dei tassi di transizione ............................................... 26<br />

2.5.1. Generalità ..................................................................................................... 26<br />

2.5.2. Costruzione della matrice dei tassi di transizione ........................................ 28<br />

2.5.3. Matrice dei tassi di transizione per un sistema di 5 componenti.................. 30<br />

2.5.4. Regole empiriche per la costruzione della matrice dei tassi di transizione.. 34<br />

3. Modelli elementari...................................................................................................... 37<br />

3.1. Generalità ............................................................................................................ 37<br />

3.2. Singolo blocco ..................................................................................................... 39<br />

3.2.1. Impostazione................................................................................................. 39<br />

3.2.2. Come eseguire i calcoli con MAPLE ........................................................... 39<br />

3.3. Due blocchi.......................................................................................................... 44<br />

3.3.1. Due blocchi connessione in serie ................................................................. 44<br />

3.3.2. Due blocchi connessi in ridondanza sequenziale ......................................... 53<br />

3.3.3. Due blocchi identici in ridondanza sequenziale ........................................... 58<br />

3.3.4. Due blocchi in ridondanza sequenziale fredda............................................. 60<br />

3.3.5. Due blocchi identici in ridondanza sequenziale fredda................................ 66<br />

3.3.6. Manutenzione multipla................................................................................. 69<br />

3.3.7. Due blocchi connessi in ridondanza operativa ............................................. 74<br />

3.3.8. Due blocchi identici connessi in ridondanza operativa ................................ 78<br />

3.4. Tre blocchi........................................................................................................... 81<br />

3.4.1. Connessione in serie ..................................................................................... 81<br />

3.4.2. Connessi in ridondanza calda 1 su 3............................................................. 86<br />

3.4.3. Connessi in ridondanza calda 2 su 3............................................................. 88<br />

3.4.4. Tre blocchi identici in ridondanza sequenziale 1 su 3.................................. 91<br />

3.4.5. Tre blocchi identici connessi in ridondanza sequenziale 2 su 3................... 93<br />

3.4.6. Due blocchi in ridondanza con commutatore reale ...................................... 97<br />

3.4.7. Due blocchi identici in ridondanza con commutatore reale ....................... 105<br />

4. Modello generale ...................................................................................................... 113<br />

4.1. Introduzione....................................................................................................... 113<br />

4.2. Quattro blocchi .................................................................................................. 114<br />

4.2.1. Tabella degli stati e diagramma delle transizioni ....................................... 114<br />

4.2.2. Probabilità degli stati.................................................................................. 115<br />

4.2.3. Frequenze di ciclo degli stati...................................................................... 116


4.2.4. Esempio n. 1: 2 blocchi funzionanti su quattro .......................................... 118<br />

4.2.5. Esempio n. 2: Guasti concomitanti............................................................. 124<br />

4.2.6. I guasti concomitanti in generale................................................................ 127<br />

4.3. Cinque blocchi................................................................................................... 130<br />

4.3.1. Tabella degli stati e diagramma delle transizioni ....................................... 130<br />

4.3.2. Probabilità degli stati.................................................................................. 132<br />

4.3.3. Frequenza di ciclo degli stati...................................................................... 135<br />

4.3.4. Esempio: 4 blocchi funzionanti su 5 identici ............................................. 138<br />

4.4. Se i blocchi sono identici e raggruppabili ......................................................... 145<br />

Appendice 1: Glossario essenziale ............................................................................... 151<br />

Bibliografia................................................................................................................... 153


Prefazione<br />

Allo scoccare del mio settantacinquesimo anno ho definitivamente abbandonato<br />

l’attività professionale.<br />

Nella tranquillità della mia nuova condizione di vita ho deciso di dedicare un po’ del<br />

mio tempo a rendere disponibile per i miei colleghi più giovani qualche parte della mia<br />

lunga esperienza nell’ambito dell’affidabilità. Questo libro è il primo tentativo.<br />

Contiene nozioni pratiche utili a chi deve analizzare l’affidabilità di grossi sistemi riparabili.<br />

Nell’ambito di queste analisi è spesso necessario automatizzare i calcoli necessari<br />

alla determinazione di caratteristiche di affidabilità, sia per ragioni di tempo, sia (e forse<br />

di più) per minimizzare le occasioni di commettere errori.<br />

Penso che il contenuto dei capitoli che seguono sia di aiuto nell’impostazione di questo<br />

tipo di automazione.<br />

Ho ipotizzato che il lettore mio collega abbia una buona conoscenza dei concetti e dei<br />

metodi dell’affidabilità, assunzione certo contraddittoria con la redazione del capitolo 1.<br />

In esso cose ritenute note sono riportate talora in maniera troppo sintetica e tal altra con<br />

parecchi dettagli.<br />

Le prime servono a richiamare le coordinate fondamentali dell’ambiente in cui ci si accinge<br />

a operare, le seconde a tenere desta l’attenzione su definizioni e procedure a mio<br />

giudizio, certo opinabile, non sufficientemente considerate nella pratica corrente.<br />

Discorso analogo vale per il glossario essenziale in Appendice 1.<br />

Il capitolo 2 contiene stringate nozioni sull’uso dei processi di Markov in affidabilità;<br />

talvolta un argomento è appena accennato per venir poi ripreso e sviluppato nell’analisi<br />

di qualche caso significativo al capitolo seguente.<br />

Il capitolo 3 è il cuore del libro. In esso vengono sviluppati i modelli elementari relativi<br />

ai sistemi più semplici e frequenti nel processo di riduzione dei diagrammi a blocchi di<br />

affidabilità. I modelli elementari sono i costituenti fondamentali per l’automazione della<br />

predizione dell’affidabilità.<br />

Il capitolo 4 getta uno sguardo oltre la barriera della pratica difficoltà di gestione dei sistemi<br />

con molti stati.<br />

Poiché i lettori potenziali non sono molti, non è il caso di pensare a una distribuzione<br />

tradizionale.<br />

Potete scaricare gratuitamente questo libro in formato PDF dal mio sito. In cambio<br />

chiedo solo di inviarmi una e-mail. A interessarci di questi argomenti non siamo in<br />

molti …, mi fa quindi piacere conoscere i miei lettori.<br />

Il contenuto del libro può essere liberamente usato a condizione che ne venga citata la<br />

fonte in modo completo (titolo e autore).<br />

Sarò grato ai cortesi lettori che vorranno segnalarmi per e-mail errori, omissioni, possibilità<br />

di miglioramento. Valuterò tutte le segnalazioni e rimetterò i risultati a disposizione<br />

della comunità dei lettori.<br />

Ernani Carrada<br />

e.carrada@mclink.it<br />

www.ernanicarrada.net<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 5 di 153


1. Introduzione<br />

1. Introduzione<br />

1.1. L’affidabilità nell’ingegneria<br />

Nella realizzazione e nella gestione dei sistemi complessi indispensabili a sostenere le<br />

necessità della vita moderna l’approccio sistemistico [1] comincia, con molte difficoltà,<br />

a diffondersi anche nelle realtà industriali medio-piccole del nostro paese.<br />

L’approccio sistemistico schematizza la struttura del ciclo di vita del generico sistema<br />

come segue:<br />

• Periodo di pianificazione<br />

• Periodo di acquisizione<br />

Fase di progettazione<br />

Fase di produzione<br />

Fase di installazione<br />

• Periodo di esercizio.<br />

Considerando la sola fase cruciale di progettazione, è da ritenersi ormai prassi corrente<br />

in questo ambito il lavoro di squadra di più specialisti nelle discipline coinvolte che<br />

sotto la guida di un capo progetto cercano il miglior compromesso tra molti requisiti<br />

operativi spesso contrastanti e con stringenti vincoli di costo (soprattutto di esercizio).<br />

In questa squadra l’affidabilista segue lo sviluppo del progetto assicurando il supporto<br />

specialistico in materia di affidabilità e discipline correlate <strong>prima</strong> (studi preliminari, linee<br />

guida), durante (costante monitoraggio dell’impatto delle scelte progettuali sulle caratteristiche<br />

di affidabilità) e dopo (definizione di prove sperimentali e interpretazione<br />

dei risultati) la realizzazione delle singole attività dello sviluppo.<br />

La spina dorsale di questo supporto è costituita dalla analisi dell’affidabilità, che è il<br />

processo, pianificato e documentato, di studio dei fatti che determinano l’affidabilità<br />

intrinseca (vedi Appendice 1) del progetto.<br />

Questo processo procede per successive approssimazioni durante tutta la fase di progettazione<br />

cercando ottimizzazioni, generando prescrizioni qualitative e quantitative,<br />

valutando continuamente in che misura il progetto evolve verso il conseguimento dei<br />

requisiti specificati.<br />

Questo processo è efficace soltanto se è fortemente integrato nel processo generale di<br />

progettazione; analizzare un progetto già concluso serve unicamente a valutarne a posteriori<br />

l’affidabilità intrinseca che potrebbe non risultare idonea a soddisfare le specifiche.<br />

I tempi e i soldi per rimediare potrebbero essere proibitivi.<br />

Le metodologie specifiche usate durante l’analisi di affidabilità fanno largo uso di modelli<br />

di affidabilità.<br />

Nell’ambito scientifico e tecnico si da il nome di modello a “un sistema fisico o matematico<br />

che obbedisce a certe determinate condizioni il cui comportamento è usato per<br />

capire un sistema fisico, biologico o sociale con esso analogo in qualche modo” [2].<br />

Nell’ambito dell’affidabilità un modello di un sistema è una rappresentazione semplificata<br />

del suo comportamento idonea a rendere fattibili delle determinazioni quantitative<br />

della sua affidabilità.<br />

Questo modello è a sua volta basato su un modello funzionale e su un profilo di missione.<br />

Il profilo di missione è una descrizione cronologica dei modi operativi, degli eventi e<br />

delle condizioni ambientali in senso lato (termiche, meccaniche, meteorologiche, elet-<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 7 di 153


1. Introduzione<br />

tromagnetiche, di comportamenti umani, etc.) che un sistema incontra tra l’inizio e la<br />

fine di una data missione, contenente i criteri di valutazione del successo della missione<br />

e/o dei guasti critici.<br />

Il modello funzionale di un sistema consiste di una descrizione narrativa del suo funzionamento<br />

e di uno schema a blocchi.<br />

La descrizione narrativa deve includere l’identificazione delle funzioni interne al sistema<br />

e di quelle di interfaccia, le prestazioni attese fino a un sufficiente livello di disassiemamento<br />

e la definizione dei guasti.<br />

Questa descrizione deve essere approfondita quanto basta per consentire una sufficiente<br />

e autonoma intelligenza del modello di affidabilità.<br />

Lo schema a blocchi funzionale rappresenta il funzionamento e l’interconnessione delle<br />

entità funzionali del sistema descritte nella documentazione di progetto.<br />

Le funzioni e i modi operativi sono identificati partendo dal più alto livello di sistema e<br />

proseguendo quindi verso i livelli di scomposizione più bassi.<br />

Per evitare disordine e perdite di tempo, è indispensabile assicurare la coerenza del modello<br />

funzionale con la documentazione ufficiale del progetto sancita dal controllo della<br />

configurazione (Quadro 1.1. a <strong>pagina</strong> seguente).<br />

Anche nel modello dell’affidabilità compare uno schema a blocchi nel quale gli stessi<br />

blocchi dello schema funzionale non sono più collegati secondo una logica funzionale<br />

ma secondo la logica del successo. Questo discorso verrà ripreso più avanti.<br />

1.2. L’approccio binario e la predizione<br />

Dopo circa mezzo secolo di vita l’affidabilità è ancora coltivata fondamentalmente nel<br />

suo ambiente di origine: l’elettronica.<br />

Ambiente caratterizzato dal fatto che apparecchiature anche molto complesse sono realizzate<br />

interconnettendo un numero anche molto elevato di componenti, ma appartenenti<br />

a un numero relativamente piccolo di tipi la quasi totalità dei quali standardizzati. Cioè<br />

prodotti in quantità da più costruttori in modo da soddisfare, per quanto riguarda caratteristiche<br />

fisiche (dimensioni, peso, mezzi di interconnessione, marcatura, etc.) e prestazioni,<br />

delle specifiche praticamente identiche e suscettibili di uso in una varietà di apparecchiature<br />

e di situazioni operative.<br />

Di fatto il malfunzionamento di una apparecchiatura elettronica viene ricondotto al malfunzionamento<br />

di un componente sostituito il quale con un esemplare funzionante del<br />

medesimo tipo l’apparecchiatura riprende il suo normale funzionamento. La semplicità,<br />

economicità e rapidità di ripristino del servizio mediante sostituzione ha sospinto a lungo<br />

in secondo piano l’analisi del come e del perché del singolo guasto e consolidato<br />

molto rapidamente il cosiddetto approccio binario: dal punto di vista dell’affidabilità un<br />

oggetto ha due soli stati possibili, quello di funzionamento ( o di successo) nel quale si<br />

comporta come prescritto nelle specifiche pertinenti e quello alternativo di guasto nel<br />

quale una o più di tali prescrizioni non sono più soddisfatte.<br />

L’ulteriore ipotesi della costanza nel tempo dei tassi di guasto e di ripristino ha reso<br />

possibile lo sviluppo di modelli sufficientemente semplici per trattare quantitativamente<br />

i problemi della predizione dell’affidabilità (Appendice 1).<br />

Così l’affidabilità dei componenti elettronici propriamente detti (oggetti costituiti da due<br />

o più parti assiemate che non è normalmente possibile disassiemare senza distruggere la<br />

possibilità di corretto funzionamento del componente medesimo – ad esempio un trasformatore)<br />

è riconducibile al suo tasso di guasto rilevato dall’esercizio, o da prove di<br />

vita appositamente condotte, in una varietà di sollecitazioni circuitali e ambientali derivanti<br />

a loro volta da una varietà di situazioni operative.<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 8 di 153


Quadro 1.1. – Controllo della configurazione<br />

1. Introduzione<br />

Dalla norma internazionale ISO 10007 "Gestione della qualità - Linee guida per la gestione<br />

della configurazione" alcune definizioni fondamentali.<br />

Configurazione: insieme di caratteristiche fisiche e funzionali di un prodotto come<br />

identificate nella documentazione tecnica e realizzata nel prodotto.<br />

Oggetto di configurazione: aggregato di hardware, software, materiali lavorati, servizi,<br />

o ogni loro parte distinta designata per la gestione della configurazione e trattato come<br />

entità singola nel processo di gestione della configurazione.<br />

Identificazione della configurazione: attività che comprendono l'identificazione della<br />

struttura del prodotto, la selezione degli oggetti di configurazione e la documentazione<br />

delle loro caratteristiche fisiche e funzionali incluse le interfacce e le successive varianti,<br />

l'assegnazione di simboli di identificazione agli oggetti di configurazione e ai documenti<br />

a essi pertinenti.<br />

Queste attività includono le seguenti.<br />

Struttura del prodotto e selezione degli oggetti di configurazione.<br />

La struttura del prodotto descrive la posizione e le relazioni degli oggetti di configurazione<br />

nella scomposizione del prodotto.<br />

Gli oggetti di configurazione vengono scelti mediante un processo di decomposizione<br />

dall'alto verso il basso che divide la struttura globale del prodotto in aggregati di hardware,<br />

software, materiali lavorati, servizi, tra loro logicamente correlati e subordinati.<br />

Documentazione degli oggetti di configurazione.<br />

Tutte le necessarie caratteristiche fisiche e funzionali di un oggetto di configurazione<br />

incluse interfacce, modifiche, errori e deroghe debbono essere contenute in documenti<br />

chiaramente identificati normalmente chiamati "documenti di configurazione".<br />

Numerazione.<br />

Debbono essere istituite e applicate regole di numerazione per identificare gli oggetti di<br />

configurazione, loro parti e sottoassiemi, documenti, interfacce, modifiche, errori e deroghe.<br />

Le predizioni dell’affidabilità dei componenti, cioè le razionali congetture sulla loro affidabilità<br />

in un dato contesto circuitale e ambientale, sono quindi derivate direttamente<br />

dall’esperienza o determinate secondo regole derivate dall’elaborazione di dati sperimentali.<br />

La seconda modalità, fino a poco tempo fa dominante, è largamente basata sul notissimo<br />

manuale MIL-HDBK-217, oggi abbastanza sorpassato ed affiancato da altri manuali<br />

dedicati al calcolo del tasso di guasto di componenti elettronici in ambienti operativi<br />

specifici (vedi, ad esempio, [3], [4], [5]).<br />

Da quanto detto deriva l’uso di chiamare genericamente componenti degli oggetti, siano<br />

essi componenti propriamente detti o aggregati più complessi, le cui caratteristiche di<br />

affidabilità possono essere ottenute direttamente dai dati sperimentali<br />

I componenti vengono assiemati, cioè raggruppati e interconnessi, in modo da fornire<br />

funzioni sempre più complesse fino al livello massimo del sistema che fornisce una funzione<br />

operativa completa (una radio portatile, un radar aeroportuale, una rete di ponti<br />

radio).<br />

Della predizione dell’affidabilità dei componenti elettronici non si parlerà più nel seguito.<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 9 di 153


1. Introduzione<br />

Tra il livello di assiemamento minimo di componente e quello massimo di sistema viene<br />

definito un certo numero di livelli intermedi in dipendenza da necessità di costruzione<br />

e/o di gestione o altre contingenze.<br />

Le caratteristiche di affidabilità degli oggetti a livello di assiemamento superiore a<br />

quello di componente non sono, in generale, determinabili direttamente dai dati sperimentali;<br />

debbono essere quindi determinate per via analitica conoscendo le caratteristiche<br />

di affidabilità degli oggetti che li costituiscono e le loro interconnessioni secondo la<br />

logica del successo.<br />

Da ciò l’uso di chiamare genericamente sistemi gli aggregati di livello superiore al<br />

componente le cui caratteristiche non sono, in generale, direttamente ricavabili dai dati<br />

sperimentali.<br />

La ricerca delle relazioni che legano le caratteristiche di affidabilità del sistema (nel<br />

senso generico appena detto) all’affidabilità dei componenti (sempre nel senso generico<br />

detto) costituisce uno dei problemi fondamentali dell’affidabilità.<br />

1.3. Diagrammi a blocchi di affidabilità (DBA)<br />

Il DBA è l’elemento fondamentale del modello di affidabilità ed è un parente stretto del<br />

diagramma a blocchi funzionale al quale è perciò necessario tornare per qualche ulteriore<br />

considerazione.<br />

La struttura fisica di un sistema viene normalmente descritta appoggiandosi a un disassiemamento<br />

gerarchico per livelli coerente con i criteri di gestione della configurazione<br />

e contenente solo oggetti fisici di configurazione (Quadro 1.1.).<br />

Eventuali elementi immateriali (software) sono ritenuti parte del loro contenitore materiale<br />

e concorrono alla sua caratterizzazione (una ROM vergine è un oggetto differente<br />

dalla stessa ROM contenente un dato file).<br />

Esempio classico di disassiemamento gerarchico è la distinta base, con le sue metafore<br />

di padri e figli, da molto tempo largamente usata, almeno nell’ambito metalmeccanico,<br />

per le necessità organizzative dei processi produttivi.<br />

Gli oggetti che derivano dal processo di disassiemamento in discorso vengono rappresentati<br />

nella documentazione di progetto (schemi funzionali, di affidabilità, etc.) mediante<br />

simboli grafici convenzionali che nelle singole rappresentazioni sono accompagnati<br />

da una identificazione del simbolo e da una stringatissima descrizione che faccia<br />

capire di che cosa si tratta ovviando alla eventuale cripticità dei simbolo.<br />

La identificazione del simbolo nel linguaggio corrente viene chiamata impropriamente<br />

simbolo e tale imprecisione è così diffusa e radicata che viene accettata anche in questo<br />

libro.<br />

Il simbolo può individuare un oggetto fisico fin dai primi passi della progettazione,<br />

quando rappresenta appena una intenzione del progettista. Col progredire dello sviluppo<br />

del progetto il simbolo rappresenta sempre meglio la funzione (o l’insieme di funzioni)<br />

che l’oggetto è chiamato ad assolvere fino a rappresentare nella documentazione finale<br />

del sistema l’oggetto che effettivamente assolve una data funzione in un certo contesto<br />

circuitale (e quindi in una certa collocazione fisica).<br />

In questa accezione il simbolo viene spesso usato come identificatore univoco degli oggetti<br />

fisici di configurazione.<br />

Il simbolo usato come identificatore univoco deve essere unico nell'ambito dell'oggetto<br />

di configurazione cui appartiene (cioè tra i suoi metaforici fratelli) e identifica la collocazione<br />

fisica dell'oggetto nella struttura in esame. L'univocità globale ai livelli di disassiemamento<br />

più bassi (quindi ai livelli di assiemamento più alti), fino al livello di sistema,<br />

si ottiene associando al simbolo dei singoli oggetti il simbolo del proprio padre.<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 10 di 153


1. Introduzione<br />

In concreto la funzione che compete a un simbolo può essere realizzata da oggetti fisici<br />

differenti purché intercambiabili, cioè che realizzano le stesse funzioni operative nelle<br />

stesse condizioni fisiche (ingombri e fissaggi) e ambientali.<br />

Se questo accade, l'oggetto fisico che in concreto realizza quella funzione in quel contesto<br />

circuitale deve avere un identificatore di carattere più generale che, per ragioni storiche,<br />

viene spesso chiamato part number.<br />

Questo part number identifica un tipo di oggetto, cioè il generico individuo tratto da una<br />

popolazione (al limite di un solo individuo) omogenea perché costruita a fronte della<br />

stessa specifica, con lo stesso processo produttivo (prove e collaudi compresi).<br />

Quindi il part number può non essere unico; si pensi al caso banale di un certo tipo di<br />

resistore che può comparire in più posizioni circuitali in uno stesso oggetto di configurazione.<br />

Generalmente il part number individua più oggetti identici nell'ambito e per le necessità<br />

di tutte le attività aziendali (e talora di esercizio), mentre il simbolo identifica una posizione<br />

in un contesto funzionale di una certa apparecchiatura. Tale posizione può talvolta<br />

essere occupata da oggetti diversi, quindi con part number diverso, tra loro compatibili<br />

fisicamente e funzionalmente.<br />

È chiaro che in un buon progetto il diagramma a blocchi funzionale avrà forti somiglianze<br />

con la struttura fisica sopra descritta.<br />

Un DBA è una rappresentazione grafica dell’affidabilità di un sistema che usa gli stessi<br />

oggetti usati nel diagramma funzionale a blocchi..<br />

Un DBA mostra la connessione logica dei singoli oggetti (che nel seguito verranno genericamente<br />

chiamati “blocchi”) costituenti il sistema che nel loro stato di corretto funzionamento<br />

assicurano il successo del sistema. Di fatto si costruisce un “percorso di<br />

successo” tra un nodo di partenza e un nodo di arrivo opportunamente scelti.<br />

La realizzazione di un DBA richiede:<br />

• La buona conoscenza del funzionamento del sistema nei suoi possibili stati operativi<br />

quale risulta dalla documentazione di progetto.<br />

• La definizione chiara, completa e precisa delle condizioni che individuano il successo<br />

del sistema.<br />

• Le condizioni ambientali e di servizio (processi di avvio e di arresto, periodi e condizioni<br />

di inattività, etc.) .<br />

Il DBA è un elemento essenziale per costruire modelli di affidabilità poiché consente di<br />

vedere sinteticamente l’effetto sul sistema dell’inaffidabilità degli oggetti che lo costituiscono.<br />

Associando al DBA le equazioni che descrivono, per una o più caratteristiche di affidabilità,<br />

le relazioni che legano le caratteristiche dei singoli oggetti (figli) a quelle<br />

dell’oggetto di livello immediatamente superiore (padre) fino al livello di sistema si ottiene<br />

un modello di affidablità.<br />

Un DBA è esso stesso di fatto uno dei possibili modelli dell’affidabilità poiché consente<br />

direttamente il calcolo della probabilità di successo R(t) con semplici formule booleane<br />

(le principali sono per comodità riportate nel Quadro 1.2.) quando:<br />

• non si tiene conto della riparabilità<br />

• non è necessario tener conto dell’ordine in cui si verificano i guasti [6]<br />

• il sistema è relativamente semplice.<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 11 di 153


1. Introduzione<br />

Se sono previste azioni di riparazione e/o si deve tener conto dell’ordine in cui si verificano<br />

i guasti (di fatto nella maggior parte dei casi pratici) e/o il sistema è complesso sono<br />

più adatte le tecniche markoviane delle quali si parla più avanti.<br />

L’attento esame di DBA anche complessi consente di individuare blocchi o gruppi di<br />

blocchi il cui comportamento è statisticamente indipendente dal comportamento degli<br />

altri blocchi e per i quali quindi si possono calcolare delle caratteristiche di affidabilità e<br />

sostituire man mano ciascun gruppo di blocchi con un unico blocco cui si attribuiscono<br />

le caratteristiche di affidabilità per esso calcolate.<br />

Alla fine di questo processo di sintesi si giunge a una catena apicale di blocchi in serie<br />

la cui affidabilità si calcola in maniera abbastanza semplice.<br />

Poiché spesso i gruppi di blocchi si possono scegliere in modo che la loro struttura consenta<br />

di calcolarne le caratteristiche di affidabilità mediante un numero limitato di modelli<br />

relativamente semplici, un idoneo DBA è fondamentale per l’automatizzazione dei<br />

calcoli pertinenti.<br />

È infatti possibile descrivere un DBA in termini idonei a essere acquisiti da programmi<br />

di calcolo automatico anche usando l’esperienza ormai pluridecennale conseguita nella<br />

gestione delle già citate distinte base.<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 12 di 153


Quadro 1.2. - Regole per combinare le probabilità<br />

1. Introduzione<br />

Eventi condizionati<br />

La probabilità che si verifichi l’evento A condizionatamente al fatto che si è già verificato<br />

l’evento B<br />

P(<br />

A ∩ B)<br />

P(<br />

A | B)<br />

= (1)<br />

P(<br />

B)<br />

Eventi simultanei<br />

Gli eventi sono indipendenti<br />

P ( A ∩ B)<br />

= P(<br />

A)<br />

P(<br />

B)<br />

(2)<br />

Gli eventi non sono indipendenti<br />

P ( A ∩ B)<br />

= P(<br />

B | A)<br />

P(<br />

A)<br />

= P(<br />

A | B)<br />

P(<br />

B)<br />

(3)<br />

Almeno 1 di 2<br />

Gli eventi sono indipendenti ma non mutuamente escludentisi<br />

P( A ∪ B)<br />

= P(<br />

A)<br />

+ P(<br />

B)<br />

− P(<br />

A)<br />

P(<br />

B)<br />

(4)<br />

P(<br />

A ∪ B ∪ C)<br />

= P(<br />

A)<br />

+ P(<br />

B)<br />

+ P(<br />

C)<br />

− (( P(<br />

A)<br />

P(<br />

B)<br />

+ P(<br />

A)<br />

P(<br />

C)<br />

(5)<br />

+ P(<br />

B)<br />

P(<br />

C))<br />

+ P(<br />

A)<br />

P(<br />

B)<br />

P(<br />

C)<br />

Gli eventi sono indipendenti e mutuamente escludentisi<br />

P ( A ∪ B)<br />

= P(<br />

A)<br />

+ P(<br />

B)<br />

(6)<br />

Gli eventi non sono indipendenti<br />

P(<br />

A ∪ B)<br />

= P(<br />

A)<br />

+ P(<br />

B)<br />

− P(<br />

A ∩ B)<br />

= P(<br />

A)<br />

+ P(<br />

B)<br />

− P(<br />

B | A)<br />

P(<br />

A)<br />

= P(<br />

A)<br />

+ P(<br />

B)<br />

− P(<br />

A | B)<br />

P(<br />

B)<br />

Applicazione a eventi condizionati<br />

L’evento A è condizionato all’essersi già verificati uno o più eventi Bi.<br />

Applicando la[1]<br />

P ( A | B1)<br />

= P(<br />

A | B1)<br />

P(<br />

B1)<br />

…………………………….<br />

P ( A | Bn<br />

) = P(<br />

A | Bn<br />

) P(<br />

Bn<br />

)<br />

da cui<br />

n<br />

∑ P(<br />

A ∩ Bi<br />

) = ∑<br />

i=<br />

1 i=<br />

1<br />

ma evidentemente<br />

n<br />

∑ P(<br />

A ∩ B =<br />

i= i ) P(<br />

A<br />

1<br />

quindi<br />

n<br />

∑ P(<br />

A | B<br />

i= i ) P(<br />

B<br />

1<br />

n<br />

P(<br />

A | B ) P(<br />

B )<br />

)<br />

i<br />

i<br />

P(<br />

A)<br />

=<br />

1)<br />

(8)<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 13 di 153<br />

(7)


2. I processi markoviani in affidabilità<br />

2. I processi markoviani in affidabilità<br />

2.1. Generalità<br />

Un sistema costituito da un certo numero N di oggetti, ciascuno dei quali può trovarsi in<br />

uno di due possibili stati mutuamente escludentisi (corretto funzionamento – guasto),<br />

può assumere NS = 2 N configurazioni mutuamente escludentisi; a ciascuna di queste<br />

configurazioni si da il nome di stato del sistema.<br />

Lo stato del sistema può cambiare nel tempo a seguito del verificarsi di eventi, i cambiamenti<br />

di stato dei singoli oggetti, capaci ciascuno di far passare il sistema da un certo<br />

stato Si a un altro stato Sj.<br />

Questi cambiamenti di stato vengono chiamati transizioni e la loro successione cronologica<br />

descrive l’evoluzione temporale del sistema, nota come traiettoria.<br />

Se i cambiamenti di stato del sistema sono eventi aleatori, tale è anche l’evoluzione<br />

temporale del sistema individuata dalle successive transizioni, cioè dalla successione<br />

ordinata degli stati da esso occupati.<br />

Al tempo t il generico stato Si può essere in uno stato di corretto funzionamento, cui attribuiamo<br />

convenzionalmente il valore 0, oppure in uno stato di guasto cui attribuiamo<br />

convenzionalmente il valore 1.<br />

All’evento Si funzionante al tempo t compete una probabilità P{Si(t)}, quindi è possibile<br />

associare all’evento Si(0,t) la pertinente P{Si(0,t)}, cioè definire la variabile aleatoria<br />

Xi(0,t). La famiglia X(t) delle Xi(0,t) realizza un processo stocastico.<br />

Si considerino le seguenti ipotesi di Markov:<br />

1. La probabilità di transizione dallo stato Si allo stato Sj nell’intervallo di tempo ∆t<br />

condizionata al fatto di essere in Si all’istante t dipende solo dagli stati Si ed Sj e non<br />

dal come (traiettoria particolare) si è giunti nello stato di partenza (il processo non<br />

ha memoria).<br />

Cioè:<br />

P{<br />

Sj(<br />

t + ∆t)<br />

| Si<br />

( t),<br />

S k ( t −τ<br />

1),......<br />

} = P{<br />

S j ( t + ∆t)<br />

| Si<br />

( t)<br />

} =<br />

. (2.1)<br />

= pij<br />

( t + ∆t,<br />

t)<br />

La probabilità di transizione di uno stato verso se stesso, cioè la probabilità di per-<br />

manenza nello stato, è: pii<br />

= 1 −∑<br />

pij<br />

,<br />

= 1<br />

≠<br />

n<br />

j<br />

j<br />

i<br />

evidente conseguenza dell'uguaglianza a 1 della somma delle probabilità di tutti i<br />

possibili eventi.<br />

2. Il processo deve essere stazionario, cioè il suo comportamento deve essere lo stesso<br />

qualunque istante si consideri e quindi la probabilità di una transizione tra due dati<br />

stati deve essere identica durante il lasso di tempo considerato. Ciò implica che il<br />

tasso di transizione tra due dati stati deve essere costante durante il tempo di osservazione,<br />

quindi che la f.d.p. della grandezza associata sia esponenziale negativa.<br />

Un processo stocastico del tipo in discorso che soddisfa le ipotesi di Markov viene<br />

chiamato processo stocastico markviano stazionario a stati discreti e tempo continuo.<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 15 di 153


2. I processi markoviani in affidabilità<br />

Se la <strong>prima</strong> ipotesi di Markov esclude la dipendenza della probabilità di transizione dal<br />

come si è giunti allo stato di partenza, non esclude per la probabilità di transizione la dipendenza<br />

dal quando si è giunti allo stato di partenza; nella [2.1] infatti compare sia<br />

l’istante di partenza t che la durata dell’osservazione ∆t.<br />

Le probabilità di transizione pij possono essere raccolte in una matrice P con l’indice di<br />

riga i che rappresenta lo stato di partenza e l’indice di colonna j che rappresenta lo stato<br />

di arrivo.<br />

La somma degli elementi di ciascuna riga, che rappresentano le probabilità di permanere<br />

in un dato stato o di passare da esso a un qualunque altro stato, è uguale a 1 e la matrice<br />

viene definita matrice stocastica per righe.<br />

Un insieme di stati si dice costituire un insieme ergodico se essi comunicano tra di loro<br />

e se il sistema, una volta che una transizione l’abbia condotto in tale insieme, non è più<br />

in grado di uscirne.<br />

Stato assorbente è uno stato che una volta raggiunto dal sistema non può più essere abbandonato.<br />

Si tratta di un insieme ergodico costituito da un solo stato.<br />

Un insieme di stati si dice costituire un insieme transitorio se essi comunicano tra di loro<br />

e se il sistema, una volta che una transizione l’abbia condotto fuori da un tale insieme,<br />

non è più in grado di tornarvi.<br />

Degli stati di un sistema e delle transizioni tra essi può darsi una semplice ed efficace<br />

rappresentazione grafica che introduciamo con un esempio.<br />

Un sistema costituito da 3 componenti A, B e C ha 2 3 = 8 stati possibili individuati in<br />

Tab.2.1. nella quale:<br />

• N = identificazione dello stato del sistema;<br />

• A, B, C = stato del componente (0=successo, 1=guasto);<br />

• S1/3 = stato del sistema se basta il successo di un componente per il<br />

successo del sistema;<br />

• S2/3 = stato del sistema se è necessario il successo di 2 componenti per il successo<br />

del sistema.<br />

Tab. 2.1. – Possibili stati del sistema<br />

N A B C S1/3 S2/3<br />

1 0 0 0 0 0<br />

2 1 0 0 0 0<br />

3 0 1 0 0 0<br />

4 0 0 1 0 0<br />

5 1 1 0 0 1<br />

6 1 0 1 0 1<br />

7 0 1 1 0 1<br />

8 1 1 1 1 1<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 16 di 153


2. I processi markoviani in affidabilità<br />

Si costruisca un grafo i cui nodi sono gli 8 stati del sistema e i cui rami orientati sono le<br />

transizioni tra di essi come in Fig. 2.1.<br />

S1<br />

p21<br />

p31<br />

p12<br />

Fig. 2.1. - Diagramma degli stati e delle transizioni tra stati<br />

Per una maggior comodità di lettura si omette, e si ometterà sempre nel seguito, la<br />

rappresentazione delle permanenze negli stati cui competono le probabilità Pii che sarebbero<br />

rappresentate da una linea che esce e rientra sul medesimo stato.<br />

Si tratta per altro di una convenzione molto diffusa.<br />

2.2. L’equazione fondamentale<br />

Prendendo l’essenziale da [8,6.5.], sia i, j<br />

ρ il tasso di transizione dallo stato i allo stato<br />

j e quindi:<br />

ρi, j∆t<br />

= Pi<br />

, j = probabilità di transizione da S i a S j durante ∆ t .<br />

Se Pi () t = probabilità di osservare il sistema in S i al tempo t , la probabilità di osservare<br />

il sistema in S i al tempo ( t + ∆t)<br />

è data dalla somma della probabilità che compete<br />

ai due eventi mutuamente escludentisi:<br />

il sistema era nello stato Sj all’istante t ed è passato allo stato Si durante ∆t;<br />

il sistema era nello stato Si all’istante t e non è passato in alcun altro stato durante<br />

∆t.<br />

In formula [2, 6.5.] :<br />

p13<br />

p41<br />

p14<br />

p25<br />

S2<br />

p52<br />

p35<br />

S5<br />

p62<br />

p53<br />

S3<br />

p46<br />

S6<br />

p73<br />

p64<br />

p47<br />

S4 S7<br />

p74<br />

⎡<br />

⎤<br />

ρ ,<br />

⎢⎣<br />

⎥⎦<br />

n<br />

n<br />

P ⎢<br />

⎥<br />

i<br />

i<br />

⎢<br />

⎥<br />

j = 1<br />

j=<br />

1<br />

j ≠i<br />

j≠<br />

i<br />

( t + ∆t)<br />

= ∑ j,<br />

i ∆t<br />

Pj<br />

() t + 1− ∑ ρi,<br />

j ∆()<br />

t P () t<br />

sviluppando e dividendo per ∆ () t si ha:<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 17 di 153<br />

p26<br />

p37<br />

p85<br />

p87<br />

p86<br />

p68<br />

p78<br />

p58<br />

S8


P<br />

( t + ∆t)<br />

− Pi<br />

( t)<br />

∆()<br />

t<br />

i<br />

n<br />

= ∑<br />

j = 1<br />

j ≠i<br />

j,<br />

i Pj<br />

t<br />

da cui passando al limite per ∆() t →0<br />

si ha:<br />

'<br />

i<br />

n<br />

∑<br />

j=<br />

1<br />

j≠<br />

i<br />

2. I processi markoviani in affidabilità<br />

() t −[<br />

Pi<br />

() ]∑<br />

ρ ρ ,<br />

[ Pi<br />

() t ]∑<br />

P ( t)<br />

= ρ P ( t)<br />

− ρ .<br />

j,<br />

i<br />

j<br />

n<br />

j = 1<br />

j ≠i<br />

i,<br />

j<br />

Per i = 1,<br />

2,.....,<br />

n si ha un sistema di equazioni differenziali del primo ordine che può essere<br />

espressa in forma matriciale come<br />

ove:<br />

T =<br />

−<br />

n<br />

∑<br />

j=<br />

2<br />

ρ<br />

1,<br />

2<br />

....<br />

ρ<br />

ρ<br />

1,<br />

n<br />

1,<br />

j<br />

'<br />

P1<br />

( t)<br />

'<br />

P2<br />

( t)<br />

.....<br />

'<br />

P ( t)<br />

n<br />

−<br />

ρ<br />

n<br />

∑<br />

j=<br />

1<br />

j≠<br />

2<br />

2,<br />

1<br />

....<br />

ρ<br />

ρ<br />

2,<br />

n<br />

= T<br />

2,<br />

j<br />

P ( t)<br />

1<br />

P ( t)<br />

2<br />

.....<br />

P ( t)<br />

n<br />

....<br />

....<br />

....<br />

....<br />

−<br />

ρ<br />

ρ<br />

n−1<br />

∑<br />

j = 1<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 18 di 153<br />

n,<br />

1<br />

n,<br />

2<br />

....<br />

ρ<br />

n,<br />

j<br />

n<br />

j=<br />

1<br />

j≠<br />

i<br />

,<br />

i,<br />

j<br />

(2.2)<br />

è la matrice dei coefficienti del nostro sistema di equazioni che in questo libro verrà per<br />

semplicità indicata come “matrice dei tassi di transizione”; il suo generico elemento<br />

ρ è il tasso di transizione tra lo stato i S allo stato S j .<br />

i, j<br />

La (2.2) può anche essere scritta come:<br />

ove:<br />

'<br />

1<br />

'<br />

2<br />

P ( t)<br />

P ( t)<br />

.....<br />

'<br />

n<br />

P ( t)<br />

= T T n P t P t P ..... ), ( ), ( 1 2<br />

T T è la matrice trasposta della matrice T.<br />

(2.3)


2. I processi markoviani in affidabilità<br />

Risolvendo il sistema di equazioni differenziali lineari sopra descritto per date condizioni<br />

iniziali si ottengono le probabilità di essere nei singoli stati in un certo istante.<br />

Poiché gli stati sono mutuamente escludentisi, la probabilità di corretto funzionamento<br />

del sistema è data dalla somma delle probabilità degli stati etichettati come di successo.<br />

Qualunque sia la tecnica usata per la risoluzione del detto sistema di equazioni, le difficoltà<br />

e il tempo necessario aumentano esponenzialmente al crescere del numero degli<br />

stati.<br />

Per aggirare questa limitazione si cerca di descrivere il sistema in esame scomponendolo<br />

in sottosistemi più semplici e di introdurre per questi sottosistemi ipotesi atte a<br />

semplificarne, senza eccessivo sacrificio della precisione del risultato globale, la struttura<br />

in modo da minimizzare il numero di stati da considerare.<br />

Quando t→∞ le probabilità degli stati raggiungono i loro valori asintotici stazionari le<br />

cui derivate sono nulle e quindi la (2.2) diventa:<br />

0 P1<br />

0 P2<br />

= T . (2.4)<br />

..... .....<br />

Pn<br />

0<br />

Associando a qualsiasi gruppo di ( n −1)<br />

delle equazioni precedenti l’equazione<br />

n<br />

∑ Pi<br />

i=<br />

1<br />

= 1,<br />

si ottiene un sistema di equazioni algebriche che consente il calcolo delle probabilità<br />

asintotiche P i .<br />

Per il calcolo delle probabilità asintotiche si può anche essere usata la relazione [7, 9.5]:<br />

ove:<br />

P(∞) P = P(∞) , (2.5)<br />

P =<br />

1−<br />

P(∞) = 1(<br />

∞) 2 ( ∞)<br />

.... n ( ∞)<br />

P<br />

P P ,<br />

n<br />

∑<br />

j=<br />

2<br />

ρ<br />

2,<br />

1<br />

....<br />

ρ<br />

ρ<br />

n,<br />

1<br />

1,<br />

j<br />

1−<br />

ρ<br />

1,<br />

2<br />

n<br />

∑<br />

j = 1<br />

j ≠2<br />

....<br />

ρ<br />

ρ<br />

n,<br />

2<br />

2,<br />

j<br />

....<br />

....<br />

....<br />

....<br />

La matrice P è la “matrice delle probabilità di transizione” ottenuta dalla trasposizione<br />

della matrice T dei tassi di transizione e dalla sostituzione nella matrice trasposta degli<br />

elementi della diagonale principale, che rappresentano le probabilità di permanenza ne-<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 19 di 153<br />

1−<br />

ρ<br />

ρ<br />

1,<br />

n<br />

2,<br />

n<br />

....<br />

n−1<br />

∑<br />

j=<br />

1<br />

ρ<br />

n,<br />

j<br />

.


2. I processi markoviani in affidabilità<br />

gli stati, con la differenza tra 1 e la somma degli altri elementi dalla riga. Ne risulta una<br />

matrice stocastica per righe nella quale ciascuna riga contiene le probabilità che competono<br />

alle possibili vicende dello stato corrispondente e la cui somma è di conseguenza<br />

pari a 1.<br />

Se le transizioni sono statisticamente indipendenti, le probabilità asintotiche calcolate<br />

come sopra detto sono valide per tutte le distribuzioni (quindi anche quelle cui competono<br />

tassi non costanti nel tempo) poiché nel loro calcolo giocano soltanto i valori medi<br />

delle distribuzioni pertinenti.<br />

2.3. Caratteristiche di affidabilità in termini di probabilità<br />

Un generico sistema può essere usato nelle due situazioni tipiche seguenti.<br />

Missione specifica<br />

All’inizio della missione tutti i componenti del sistema sono funzionanti; il guasto del<br />

sistema interrompe il corretto svolgimento della missione che può riprendere solo dopo,<br />

quando è possibile, aver ripristinato lo stato iniziale (tutti i componenti funzionanti).<br />

Caratteristica di interesse in questo caso è:<br />

• l’affidabilità R(t), cioè la probabilità che la missione non si interrompa fino al tempo<br />

t.<br />

Oppure, la missione ha inizio in un istante imprecisato del futuro al quale il sistema deve<br />

essere correttamente funzionante indipendentemente da eventuali guasti precedenti<br />

purché già riparati.<br />

Caratteristica di interesse in questo caso è:<br />

• la disponibilità A(t), cioè la probabilità che il sistema sia funzionante all’istante in<br />

cui deve iniziare la missione (indipendentemente dall’esito di quest’ultima).<br />

Funzionamento continuo<br />

Il sistema è sempre in esercizio e questa missione permanente tollera i periodi di interruzione<br />

del servizio durante i quali si fanno le riparazioni necessarie a riportare il sistema<br />

in uno stato di funzionamento.<br />

Caratteristiche di interesse in questo caso sono:<br />

• la disponibilità A(t), cioè la probabilità che il sistema sia funzionante all’istante t<br />

indipendentemente dal fatto che si sia in precedenza guastato, anche più volte, e sia<br />

stato riparato;<br />

• la disponibilità asintotica Ass, cioè il limite cui tende A(t) per t → ∞, che è anche il<br />

rapporto tra il tempo totale di funzionamento e il tempo di calendario.<br />

2.4. Caratteristiche di affidabilità in termini di tempi<br />

medi di permanenza<br />

Tempo di permanenza in uno stato è il tempo trascorso in quello stato <strong>prima</strong> di passare<br />

in qualunque altro stato; è una variabile aleatoria continua cui compete un valor medio<br />

m(S).<br />

Tra i tempi di permanenza a livello di sistema hanno interesse i seguenti.<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 20 di 153


2. I processi markoviani in affidabilità<br />

MTTF (Mean Time To Failure), è il valor medio del tempo che intercorre tra l’inizio<br />

della missione e il guasto del sistema che determina l’insuccesso della missione.<br />

Il ripristino del servizio parte sempre dallo stesso “stato iniziale” (generalmente quello<br />

in cui tutti i blocchi sono correttamente funzionanti).<br />

MUT (Mean Up Time), è il valor medio del tempo che intercorre tra una generica rimessa<br />

in servizio e il successivo guasto del sistema.<br />

Il ripristino del servizio parte da un qualunque stato di funzionamento.<br />

MDT (Mean Down Time) o MTTR (Mean Time To Repair), è il valor medio del tempo<br />

che intercorre tra l’inizio di una riparazione conseguente a un guasto e il termine di<br />

qtale riparazione.<br />

Di norma questo tempo non incorpora i ritardi logistici e amministrativi; in caso contrario<br />

il fatto deve essere esplicitamente dichiarato.<br />

MTBF (Mean Time Between Failures), è il valor medio del tempo che intercorre tra<br />

due generici guasti successivi. È la somma di MTTF+MTTR, oppure di MUT+MDT.<br />

2.4.1. Calcolo dei tempi medi di permanenza<br />

Per il calcolo del MTTF si usa la relazione [7, 9.8.2}:<br />

M = [I - Q] -1<br />

ove:<br />

• I = matrice identità;<br />

• Q = matrice troncata ottenuta dalla matrice delle probabilità di transizione eliminando<br />

le righe e le colonne relative agli stati assorbenti del sistema;<br />

• M = matrice dei tempi medi di permanenza negli stati di funzionamento, in essa<br />

l’elemento m i,<br />

j è il tempo medio di permanenza nello stato j essendo lo stato i lo<br />

stato di partenza della traiettoria del processo che finirà in uno stato assorbente.<br />

Quindi: = ∑ m<br />

j<br />

MTTF 1 , j .<br />

Nel caso di (n - 1) stati di funzionamento e uno stato, l’n-mo, di guasto, procede come<br />

segue [7, 7.6.].<br />

L’equazione fondamentale per il comportamento asintotico, essendo l’n-mo lo stato assorbente,<br />

è:<br />

0<br />

0<br />

0<br />

0<br />

=<br />

−<br />

n<br />

∑<br />

j = 2<br />

ρ<br />

1,<br />

2<br />

....<br />

ρ<br />

ρ<br />

1,<br />

n<br />

1,<br />

j<br />

−<br />

ρ<br />

n<br />

∑<br />

2,<br />

1<br />

j = 1<br />

j ≠2<br />

....<br />

ρ<br />

ρ<br />

2,<br />

n<br />

2,<br />

i<br />

....<br />

....<br />

....<br />

....<br />

0<br />

0<br />

0<br />

0<br />

P ( t)<br />

P ( t)<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 21 di 153<br />

1<br />

P2<br />

( t)<br />

.<br />

....<br />

n


Tenendo conto delle condizioni iniziali<br />

() P () 0 + ...... + P = 1,<br />

P () 0 = 0<br />

1 0 + 2<br />

n−1<br />

n<br />

P ,<br />

si ha:<br />

0<br />

0<br />

....<br />

0<br />

=<br />

−<br />

n<br />

∑<br />

j=<br />

2<br />

ρ<br />

1,<br />

2<br />

....<br />

ρ<br />

.. 1..<br />

1,<br />

j<br />

−<br />

ρ<br />

n<br />

∑<br />

j=<br />

1<br />

j≠<br />

2<br />

2,<br />

1<br />

ρ<br />

....<br />

.. 1..<br />

j,<br />

2<br />

....<br />

....<br />

....<br />

....<br />

2. I processi markoviani in affidabilità<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 22 di 153<br />

P<br />

P<br />

1<br />

2<br />

( 0)<br />

( 0)<br />

....<br />

0<br />

P ( t)<br />

1<br />

P ( t)<br />

2<br />

....<br />

P ( t)<br />

Il valore atteso del tempo di funzionamento dipende dalle condizioni iniziali ed è dato<br />

da:<br />

ove:<br />

E[Tf] = DS/DA ,<br />

DS =<br />

DA =<br />

−<br />

−<br />

∑<br />

n<br />

j = 2<br />

ρ<br />

∑<br />

ρ<br />

1,<br />

2<br />

....<br />

1<br />

n<br />

j = 2<br />

ρ<br />

1,<br />

2<br />

....<br />

ρ<br />

1,<br />

n−1<br />

1,<br />

j<br />

ρ<br />

1,<br />

j<br />

−<br />

−<br />

∑<br />

∑<br />

ρ<br />

2,<br />

1<br />

n<br />

j= 1 ρ2,<br />

j<br />

j≠<br />

2<br />

....<br />

1<br />

2,<br />

1<br />

n<br />

j= 1 ρ2,<br />

j<br />

j≠<br />

2<br />

....<br />

....<br />

....<br />

....<br />

....<br />

....<br />

....<br />

....<br />

P<br />

P<br />

1<br />

2<br />

−<br />

....<br />

0<br />

n<br />

( 0)<br />

( 0)<br />

Se il sistema parte dallo stato 1 le condizioni iniziali sono:<br />

ρ<br />

....<br />

....<br />

∑<br />

,<br />

....<br />

....<br />

....<br />

.<br />

n<br />

j= 1 ρn<br />

−1,<br />

j<br />

j≠<br />

n−1<br />

P1(0) = 1, P2 (0) = .... = Pn(0) = 0;<br />

e il E[Tf] è in questo caso il MTTF.<br />

Se il sistema parte dai generici stati Pi o Pj le condizioni iniziali sono:<br />

Pi (0) + Pj (0) = 1, Pk (0) = 0 per k≠i e k≠j ;<br />

se il sistema parte da un qualunque stato non assorbente le condizioni iniziali sono:<br />

.


P1 (0) + P2 (0) +…….+ Pn-1(0) = 1,<br />

Pn (0) = 0 ;<br />

e il E[Tf] è in questo caso il MUT.<br />

2. I processi markoviani in affidabilità<br />

Il calcolo del MUT richiede la conoscenza delle probabilità Pi(0) che competono ai possibili<br />

stati iniziali.<br />

Per il calcolo del MDT si ricorre alla formula generale<br />

MUT<br />

Ass = ,<br />

MUT + MDT<br />

da cui:<br />

MUT(<br />

1−<br />

Ass)<br />

MDT = .<br />

Ass<br />

Per i sistemi costituiti da blocchi in serie il MDT coincide col MTTR che si calcola ricorrendo<br />

alla definizione:<br />

n li<br />

MTTR<br />

MTTR = ∑<br />

i=<br />

1<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 23 di 153<br />

i<br />

lS<br />

ove: MTTRi = MTTR del blocco i;<br />

li = tasso di guasto del blocco i;<br />

lS = totale dei tassi di guasto dei blocchi contenuti nel blocco i.<br />

2.4.2. Tempo e frequenza di ciclo<br />

Per i sistemi riparabili destinati al funzionamento continuo possono avere interesse,<br />

spesso rilevante, ulteriori caratteristiche relative alla frequenza di occorrenza di uno<br />

stato o di un gruppo di stati e/o i tempi medi di permanenza in essi. Si pensi a due sistemi<br />

che hanno rispettivamente tassi l, m e 2l, 2m; essi hanno identica disponibilità, ma<br />

il secondo si guasta 2 volte più spesso e viene riparato 2 volte più in fretta con evidente<br />

rilevanza sui costi di esercizio.<br />

I concetti fondamentali [7, 10] associati al loro calcolo nell’ambito dei modelli markoviani<br />

vengono affrontati con riferimento a un sistema molto semplice dopo aver posto le<br />

due definizioni che seguono.<br />

Tempo di ciclo di uno stato è la somma del tempo di permanenza nello stato e del tempo<br />

di assenza dallo stato; è una variabile aleatoria continua T(S) e il suo valor medio è<br />

uguale alla somma del valor medio del tempo di permanenza e del valor medio del tempo<br />

tra due permanenze.<br />

Frequenza di ciclo o frequenza di occorrenza (frequency of encountering) di uno stato<br />

è il reciproco del suo tempo di ciclo.<br />

Il semplice sistema costituito da un unico componente riparabile ha 2 possibili stati: 0 =<br />

funzionante correttamente, 1 = non funzionante correttamente. Ad essi corrispondono le<br />

probabilità asintotiche:


2. I processi markoviani in affidabilità<br />

m M<br />

Po = =<br />

l + m M + R<br />

l R<br />

P1<br />

= =<br />

l + m M + R<br />

ove:<br />

l = tasso di guasto del componente<br />

m = tasso di riparazione del componente<br />

M = tempo medio di corretto funzionamento del componente (Up time)<br />

R = tempo medio di riparazione del componente (Down time).<br />

Il tempo di ciclo T dello stato di funzionamento, in questo caso identico a quello dello<br />

stato di guasto, è:<br />

1 1 1<br />

T = M + R = + =<br />

l m f<br />

ove:<br />

f = frequenza di ciclo ( o frequenza di incontro) comune ai 2 stati.<br />

Per definizione la probabilità di risiedere in un qualunque stato del sistema è uguale al<br />

tempo medio di permanenza in quello stato diviso per il tempo medio di ciclo dello stato:<br />

m(<br />

S)<br />

P ( S)<br />

=<br />

T ( S)<br />

Nel nostro caso<br />

da cui<br />

P(<br />

S)<br />

m ( S)<br />

= .<br />

f ( S)<br />

M 1<br />

P 0 = = =<br />

T l T<br />

f<br />

l<br />

da cui f = P0<br />

l ,<br />

R 1 f<br />

P 1 = = =<br />

T mT<br />

m<br />

da cui f = P1<br />

m ,<br />

cioè la frequenza di ciclo di un determinato stato è data:<br />

• dalla probabilità di essere in quello stato per il tasso di uscita dallo stato (reciproco<br />

del tempo medio di permanenza nello stato)<br />

oppure<br />

• dalla probabilità di non essere in quello stato per il tasso di entrata nello stato (reciproco<br />

del tempo medio di non permanenza nello stato)<br />

ove<br />

__<br />

__<br />

f u<br />

e<br />

( S)<br />

= P(<br />

S)<br />

ρ ( S)<br />

= P(<br />

S)<br />

ρ ( S)<br />

P (S ) = probabilità di NON essere nello stato S.<br />

Con riferimento ai tassi di uscita<br />

P(<br />

S 0 ) P(<br />

S1<br />

) 1 1<br />

T = m(<br />

S 0 ) + m(<br />

S1<br />

) = + = +<br />

lP ( S ) mP ( S ) l m<br />

e con riferimento ai tassi in entrata<br />

P(<br />

S1)<br />

P(<br />

S0<br />

) 1 1<br />

T = m(<br />

S0<br />

) + m(<br />

S1)<br />

= + = + .<br />

mP(<br />

S ) lP(<br />

S ) m l<br />

0<br />

1<br />

__<br />

__<br />

1<br />

0<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 24 di 153<br />

,


2. I processi markoviani in affidabilità<br />

Queste definizioni si applicano anche a un gruppo di stati e consentono di determinare<br />

frequenze e tempi di permanenza in gruppi di stati di particolare interesse in sistemi destinati<br />

al funzionamento continuo.<br />

In particolare, la frequenze di ciclo di un gruppo di stati è data dalla somma delle frequenze<br />

di ciclo degli stati del gruppo diminuita delle frequenze di ciclo tra gli stati del<br />

gruppo; cioè la somma delle frequenze di ciclo degli stati di frontiera del gruppo.<br />

Le procedure di esecuzione dei relativi calcoli saranno esaurientemente esaminate in seguito<br />

sviluppando dei casi pratici.<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 25 di 153


2. I processi markoviani in affidabilità<br />

2.5. Costruzione della matrice dei tassi di transizione<br />

2.5.1. Generalità<br />

Sono note le regole per realizzare una rappresentazione della matrice di transizione in<br />

una forma canonica che ne mette in evidenza alcune proprietà strutturali [9].<br />

Nel loro rispetto viene qui esposto un processo di costruzione delle matrici di transizione<br />

idoneo a rendere meglio evidente il loro legame col significato fisico della realtà<br />

sottostante.<br />

Un sistema di N componenti capaci di assumere due soli stati mutuamente escludentisi<br />

può assumere NS = 2 N stati che possono rappresentarsi mediante una “Tabella degli stati”<br />

costituita da N+3 colonne delle quali la <strong>prima</strong> contiene un numero d’ordine identificatore<br />

dello stato, le N seguenti la rappresentazione dello stato effettivo (sotto forma di<br />

blank=funzionante, 1=guasto) del componente indicato in testa alla colonna con una<br />

lettera maiuscola, la penultima le lettere che individuano i componenti guasti nello stato<br />

e l’ultima l’individuazione del gruppo (che sarà definito tra poco).<br />

L’assunzione di blank al posto di 0 come indicatore del corretto funzionamento è stata<br />

fatta unicamente per evidenziare con più immediatezza gli stati di guasto.<br />

Costruiamo ordinatamente la tabella degli stati come detto qui di seguito per il caso di<br />

un sistema di 4 componenti indicati con A, B, C, D (vedi Tab. 2.2. a <strong>pagina</strong> seguente).<br />

La <strong>prima</strong> riga rappresenta lo stato, quasi universalmente assunto come iniziale, in cui<br />

nessun componente è guasto. Questa unica riga costituisce il gruppo G0.<br />

Le seguenti 4 righe rappresentano stati in cui c’è un solo componente guasto partendo<br />

dal primo. Esse costituiscono il secondo gruppo G1 delle 4 combinazioni degli stati presi<br />

uno ad uno.<br />

Le seguenti 6 righe rappresentano stati in cui ci sono 2 componenti guasti. Esse costituiscono<br />

il terzo gruppo G2 delle combinazioni degli stati presi ordinatamente due a due.<br />

⎛ N ⎞<br />

Sono infatti in numero pari al valore del coefficiente binomiale ⎜ ⎟ .<br />

⎝2<br />

⎠<br />

Analogamente per il gruppo successivo.<br />

L’ultimo gruppo rappresenta lo stato in cui tutti i componenti sono guasti.<br />

Come si vede, è possibile passare, sia per guasto che per riparazione, soltanto dagli stati<br />

di un gruppo a quelli del gruppo immediatamente adiacente.<br />

Da questa tabella può ricavarsi una rappresentazione grafica, cioè un grafo delle transizioni<br />

tra stati propriamente detto come in Fig. 2.2. a <strong>pagina</strong> seguente.<br />

Per comodità di gestione e rappresentazione di formule complesse i tassi di guasto e<br />

di riparazione vengono rappresentati in questo libro dalle lettere l ed m anzicché dalle<br />

tradizionali λ e µ.<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 26 di 153


Tab. 2.2.- Tabella degli stati per un sistema di 4 componenti<br />

N A B C D Guasti Gruppo<br />

1 G0 1<br />

2 1 A G1 1<br />

3 1 B 2<br />

4 1 C 3<br />

5 1 D 4<br />

6 1 1 AB G2 1<br />

7 1 1 AC 2<br />

8 1 1 AD 3<br />

9 1 1 BC 4<br />

10 1 1 BD 5<br />

11 1 1 CD 6<br />

12 1 1 1 ABC G3 1<br />

13 1 1 1 ABD 2<br />

14 1 1 1 ACD 3<br />

15 1 1 1 BCD 4<br />

16 1 1 1 1 ABCD G4 1<br />

Fig. 2.2. - Grafo delle transizioni tra stati<br />

2. I processi markoviani in affidabilità<br />

G0 G1 G2 G3 G4<br />

1<br />

D<br />

B<br />

C<br />

A<br />

2<br />

3<br />

4<br />

5<br />

A<br />

D<br />

C<br />

D<br />

A<br />

D<br />

B<br />

A<br />

B<br />

B<br />

C<br />

C<br />

6<br />

7<br />

8<br />

9<br />

10<br />

11<br />

I rami del grafo, che rappresentano le transizioni, recano, per semplicità di rappresentazione,<br />

solo l’identificazione del componente il cui cambiamento di stato determina la<br />

transizione anziché un ramo orientato per rappresentare la transizione determinata da un<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 27 di 153<br />

C<br />

D<br />

C<br />

A<br />

A<br />

C<br />

A<br />

D<br />

B<br />

D<br />

B<br />

B<br />

12<br />

13<br />

14<br />

15<br />

D<br />

C<br />

B<br />

A<br />

16


2. I processi markoviani in affidabilità<br />

guasto ed eventualmente un altro ramo orientato per rappresentare la transizione determinata<br />

da una riparazione.<br />

Le connessioni tra la tabella e il grafo sono evidenti e la loro costruzione contestuale<br />

consente di vedere con estrema chiarezza le proprietà comuni.<br />

2.5.2. Costruzione della matrice dei tassi di transizione<br />

La matrice dei tassi di transizione è di dimensione NSxNS e ciascuno dei suoi elementi<br />

ai,j è il tasso di transizione dallo stato i allo stato j.<br />

Nelle tabele seguenti sono stati adottati per individuare i tassi i caratteri maiuscoli L ed<br />

M unicamente per ragioni di evidenza grafica.<br />

Sia partendo dalla Tabella degli stati che dal Diagramma degli stati, la costruzione della<br />

matrice dei tassi è in questo caso immediata.<br />

(Nelle tabelle seguenti sono stati adottati per i tassi di guasto e riparazione i caratteri<br />

maiuscoli per mere ragioni di evidenza grafica).<br />

E’ da notare quanto segue.<br />

a) I gruppi sono in numero di N+1, numerati da 0 a N.<br />

⎛ N ⎞<br />

b) Il numero di stati del gruppo i è dato da NGi = ⎜ ⎟ .<br />

⎝ i ⎠<br />

c) Gli elementi non nulli presenti in ciascuna riga e in ciascuna colonna sono N+1 e<br />

rappresentano una transizione per ciascuno dei componenti e la somma delle transizioni<br />

della colonna (vedi capoverso seguente).<br />

Ne segue che il numero degli elementi non nulli nella nostra matrice è:<br />

NE = NS*(N+1).<br />

Nel caso di 4 elementi<br />

NE = 16*5 = 80.<br />

d) I tassi di guasto non nulli presenti in ciascuna riga di un gruppo sono in numero pari<br />

all'indice di gruppo.<br />

e) Gli elementi della diagonale principale rappresentano i tassi di transizione da ciascuno<br />

stato a se medesimo, cioè il tasso di permanenza in quello stato, e quindi sono<br />

uguali alla somma dei tassi degli altri elementi della colonna cambiata di segno:<br />

a<br />

ii<br />

= −<br />

NS<br />

∑<br />

j=<br />

1<br />

j≠i<br />

a<br />

ij<br />

. (2.6)<br />

f) La regione al di sotto della diagonale principale contiene come elementi non nulli le<br />

transizioni agli stati di guasto, mentre la regione al di sopra della diagonale principale<br />

contiene come elementi non nulli le transizioni agli stati di funzionamento in<br />

posizione simmetrica rispetto a essa diagonale (cioè con gli indici invertiti).<br />

La sparsità della matrice aumenta con N.<br />

Nel caso del sistema di 4 componenti fin qui usato come esempio, la matrice dei tassi di<br />

transizione, in una forma adatta alle nostre specifiche esigenze, è quella mostrata nella<br />

Tab. 2.3. ove Lx indica il tasso di guasto del componente x e Mx il suo tasso di riparazione.<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 28 di 153


2. I processi markoviani in affidabilità<br />

In essa sono evidenziate con bordi le zone contenenti gli elementi non nulli appartenenti<br />

a ciascun gruppo.<br />

La delimitazione dei gruppi è possibile anche a priori mediante le semplici regole empiriche<br />

che seguono.<br />

• Tracciare la diagonale principale.<br />

• Tracciare le linee orizzontali che delimitano i gruppi dal bordo sinistro della matrice<br />

fino alla diagonale principale.<br />

• Tracciare le linee verticali che delimitano i gruppi dalla diagonale principale alla linea<br />

orizzontale che delimita in basso il gruppo successivo.<br />

Nella Tab. 2.3. gli elementi della diagonale principale contengono le formule (2.6) non<br />

rappresentate per ragioni di spazio.<br />

Tab. 2.3. - Matrice dei tassi di transizione<br />

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16<br />

1 ### MA MB MC MD<br />

2 LA ### MB MC MD<br />

3 LB ### MA MC MD<br />

4 LC ### MA MB MD<br />

5 LD ### MA MB MC<br />

6 LB LA ### MC MD<br />

7 LC LA ### MB MD<br />

8 LD LA ### MB MC<br />

9 LC LB ### MA MD<br />

10 LD LB ### MA MC<br />

11 LD LC ### MA MB<br />

12 LC LB LA ### MD<br />

13 LD LB LA ### MC<br />

14 LD LC LA ### MB<br />

15 LD LC LB ### MA<br />

16 LD LC LB LA ###<br />

Le posizioni corrispondenti a elementi nulli sono state lasciate vuote per evidenziare<br />

meglio le posizioni degli elementi non nulli.<br />

Nel paragrafo seguente verrà costruita la matrici dei tassi di transizione per un sistema<br />

di 5 componenti.<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 29 di 153


2. I processi markoviani in affidabilità<br />

2.5.3. Matrice dei tassi di transizione per un sistema di 5 componenti<br />

Tab. 2.4. - Tabella degli stati<br />

N A B C D E Guasti Gruppi<br />

1 G0 1<br />

2 1 A G1 5<br />

3 1 B<br />

4 1 C<br />

5 1 D<br />

6 1E<br />

7 1 1 AB G2 10<br />

8 1 1 AC<br />

9 1 1 AD<br />

10 1 1 AE<br />

11 1 1 BC<br />

12 1 1 BD<br />

13 1 1 BE<br />

14 1 1 CD<br />

15 1 1 CE<br />

16 1 1 DE<br />

17 1 1 1 ABC G3 10<br />

18 1 1 1 ABD<br />

19 1 1 1 ABE<br />

20 1 1 1 ACD<br />

21 1 1 1ACE<br />

22 1 1 1 ADE<br />

23 1 1 1 BCD<br />

24 1 1 1 BCE<br />

25 1 1 1BDE<br />

26 1 1 1 CDE<br />

27 1 1 1 1 ABCD G4 5<br />

28 1 1 1 1 ABCE<br />

29 1 1 1 1 ABDE<br />

30 1 1 1 1 ACDE<br />

31 1 1 1 1BCDE<br />

32 1 1 1 1 1 ABCDE G5 1<br />

Numero degli elementi non nulli NE = 32*6 = 192.<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 30 di 153


2. I processi markoviani in affidabilità<br />

Tab. 2.5. - Elementi non nulli della matrice dei tassi di transizione<br />

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32<br />

1 ### MA MB MC MD ME<br />

2 LA ### MB MC MD ME<br />

3 LB ### MA MC MD ME<br />

4 LC ### MA MB MD ME<br />

5 LD ### MA MB MC ME<br />

6 LE ### MA MB MC MD<br />

7 LB LA ### MC MD ME<br />

8 LC LA ### MB MD ME<br />

9 LD LA ### MB MC ME<br />

10 LE LA ### MB MC MD<br />

11 LC LB ### MA MD ME<br />

12 LD LB ### MA MC ME<br />

13 LE LB ### MA MC MD<br />

14 LD LC ### MA MB ME<br />

15 LE LC ### MA MB MD<br />

16 LE LD ### MA MB MC<br />

17 LC LB LA ### MD ME<br />

18 LD LB LA ### MC ME<br />

19 LE LB LA ### MC MD<br />

20 LD LC LA ### MB ME<br />

21 LE LC LA ### MB MD<br />

22 LE LD LA ### MB MC<br />

23 LD LC LB ### MA ME<br />

24 LE LC LB ### MA MD<br />

25 LE LD LB ### MA MC<br />

26 LE LD LC ### MA MB<br />

27 LD LC LB LA ### ME<br />

28 LE LC LB LA ### MD<br />

29 LE LD LB LA ### MC<br />

30 LE LD LC LA ### MB<br />

31 LE LD LC LB ### MA<br />

32 LE LD LC LB LA ###<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 31 di 153


1<br />

A<br />

C<br />

B<br />

D<br />

E<br />

2<br />

3<br />

4<br />

5<br />

A<br />

6<br />

A<br />

E<br />

A<br />

C<br />

D<br />

B<br />

A<br />

B<br />

C<br />

E<br />

D<br />

D<br />

B<br />

C<br />

E<br />

C<br />

B<br />

D<br />

E<br />

7<br />

8<br />

9<br />

10<br />

16<br />

D<br />

C<br />

E<br />

B<br />

E<br />

B<br />

E<br />

B<br />

A<br />

11 D<br />

E<br />

A<br />

12 C<br />

E<br />

C<br />

A<br />

13<br />

C<br />

D<br />

A<br />

B<br />

14<br />

E<br />

A<br />

B<br />

15<br />

D<br />

A B<br />

C<br />

D<br />

C<br />

Fig. 2.3. – Diagramma delle transizioni tra stati per 5 componenti<br />

D<br />

17<br />

18<br />

19<br />

20<br />

E<br />

B<br />

21<br />

22<br />

A<br />

23<br />

E<br />

24<br />

25<br />

26<br />

A<br />

A<br />

E<br />

C<br />

D<br />

D<br />

B<br />

A<br />

D<br />

C<br />

E<br />

B<br />

C<br />

B<br />

D<br />

2. I processi markoviani in affidabilità<br />

C<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 33 di 153<br />

27<br />

28<br />

29<br />

30<br />

31<br />

C<br />

B<br />

D<br />

A<br />

E<br />

32


2. I processi markoviani in affidabilità<br />

2.5.4. Regole empiriche per la costruzione della matrice dei tassi<br />

di transizione<br />

La matrice dei tassi di transizione Tab. 2.5.della <strong>pagina</strong> precedente è stata costruita basandosi<br />

sul grafo relativo costruito contestualmente alla tabella degli stati.<br />

All'aumentare del numero dei componenti N la tabella degli stati si costruisce ancora<br />

agevolmente, ma la costruzione del grafo si fa praticamente più onerosa.<br />

Sarebbe quindi opportuno individuare delle regole empiriche che consentano di costruire<br />

la matrice dei tassi di transizione in maniera più agevole.<br />

Intanto si noti che per le proprietà della matrice dette in 2.5.2. si può procedere come<br />

segue:<br />

a) costruire la regione al di sotto della diagonale principale contenente le transizioni<br />

dagli stati di funzionamento agli stati di guasto con le regole che verranno sviluppate<br />

nei paragrafi seguenti;<br />

b) costruire simmetricamente la regione al di sopra della diagonale principale contenente<br />

le transizioni dagli stati di guasto agli stati di funzionamento semplicemente<br />

invertendo gli indici di riga e di colonna;<br />

c) costruire la diagonale principale mediante la formula (2.6).<br />

2.5.4.1. Costruzione della regione al di sotto della diagonale principale<br />

Vengono trattati separatamente i singoli gruppi delimitati come detto in 2.5.2.<br />

2.5.4.1.1. Gruppo 1<br />

Gli elementi non nulli sono i tassi di guasto di ciascuno degli N componenti riportati in<br />

colonna 1 a partire dalla riga 2.<br />

2.5.4.1.2. Gruppo 2<br />

⎛ N ⎞<br />

Gli elementi non nulli sono contenuti in una struttura di NG2 = ⎜ ⎟ righe a partire<br />

⎝2<br />

⎠<br />

dalla riga N+2 e N colonne a partire dalla colonna 2.<br />

a) A partire dalla <strong>prima</strong> riga si riportano nella <strong>prima</strong> colonna i tassi di guasto degli ultimi<br />

N-1 componenti. Queste righe, delimitate come detto, individuano il primo<br />

sottogruppo.<br />

b) A partire dalla riga e dalla colonna seguente, si riportano i tassi di guasto degli ultimi<br />

N-2 componenti. Queste righe individuano il secondo sottogruppo.<br />

c) Ripetere il passo precedente diminuendo di un componente fino a giungere a un<br />

sottogruppo formato dal solo ultimo componente.<br />

d) Si completa ciascun sottogruppo come segue.<br />

Si va nella colonna a destra di quella che contiene il primo tasso di guasto e vi si riporta<br />

il tasso di guasto del componente immediatamente precedente quello cui compete<br />

il primo tasso di guasto.<br />

Lo stesso tasso di guasto viene riportato nelle righe seguenti spostandosi contemporaneamente<br />

di una colonna verso destra fino al confine della struttura.<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 34 di 153


2. I processi markoviani in affidabilità<br />

Nel caso di un sistema con 5 componenti il gruppo 2 è così costituito.<br />

2 3 4 5 6<br />

7 LB LA<br />

8 LC LA<br />

9 LD LA<br />

10 LE LA<br />

11 LC LB<br />

12 LD LB<br />

13 LE LB<br />

14 LD LC<br />

15 LE LC<br />

16 LE LD<br />

2.5.4.1.3. Generico gruppo i seguente<br />

Gli elementi non nulli sono contenuti in una struttura di NGi righe e NG(i-1) colonne a<br />

partire dalla colonna seguente a quella terminale del gruppo precedente.<br />

a) A partire dalla <strong>prima</strong> riga si riportano i sottogruppi del gruppo precedente escluso il<br />

primo.<br />

b) A partire dalla riga e dalla colonna seguente, si riportano i sottogruppi del gruppo<br />

precedente escluso il primo.<br />

c) Si ripete il passo precedente diminuendo di un componente fino a giungere a un<br />

sottogruppo formato dal solo ultimo componente.<br />

d) Si completa ciascun sottogruppo come segue.<br />

Si va nella colonna a destra di quella che contiene il primo tasso di guasto e vi si riporta<br />

il tasso di guasto del componente immediatamente precedente quello cui compete<br />

il primo tasso di guasto.<br />

Il secondo tasso di guasto viene riportato nelle righe seguenti spostandosi contemporaneamente<br />

di una colonna verso destra fino al confine della struttura.<br />

Nel caso di un sistema con 5 componenti il gruppo 3 è così costituito.<br />

7 8 9 10 11 12 13 14 15 16<br />

17 LC LB LA<br />

18 LD LB LA<br />

19 LE LB LA<br />

20 LD LC LA<br />

21 LE LC LA<br />

22 LE LD LA<br />

23 LD LC LB<br />

24 LE LC LB<br />

25 LE LD LB<br />

26 LE LD LC<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 35 di 153


2. I processi markoviani in affidabilità<br />

Nel caso di un sistema con 5 componenti il gruppo 4 è così costituito.<br />

17 18 19 20 21 22 23 24 25 26<br />

27 LD LC LB LA<br />

28 LE LC LB LA<br />

29 LE LD LB LA<br />

30 LE LD LC LA<br />

31 LE LD LC LB<br />

Anche se non strettamente indispensabile, la tabella degli stati del sistema costruita come<br />

in 2.5.1. è di grandissimo aiuto nella costruzione della matrice dei tassi di transizione.<br />

2.5.4.2. Costruzione delle altre regioni<br />

La costruzione della regione al disopra della diagonale principale, contenente i tassi di<br />

riparazione, viene costruita per simmetria come detto in 2.5.2. f).<br />

La costruzione della diagonale principale segue vie differenti secondo l’uso cui la matrice<br />

è destinata.<br />

Se è destinata all’esecuzione di calcoli numerici conviene realizzare la matrice con<br />

Excel ove la somma degli elementi della colonna è un’operazione semplicissima e ben<br />

nota.<br />

Se è destinata all’esecuzione di calcoli simbolici conviene realizzare la matrice con<br />

Excel (o anche con Word) senza la diagonale principale, salvarla come file ASCII da<br />

usare come input a un piccolo programma di calcolo automatico realizzato ad hoc per il<br />

calcolo degli elementi della diagonale principale.<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 36 di 153


3. Modelli elementari<br />

3. Modelli elementari<br />

3.1. Generalità<br />

Sono modelli relativamente semplici che descrivono il comportamento affidabilistico di<br />

quei blocchi o gruppi di blocchi che si cerca di individuare nei DBA complessi sulla base<br />

dei loro comportamenti statisticamente indipendenti al fine di giungere per successive<br />

sostituzioni di gruppi di blocchi con singoli blocchi a una catena apicale di blocchi in<br />

serie.<br />

Semplicità di fatto vuol dire numero di componenti relativamente basso; infatti il numero<br />

degli stati aumenta esponenzialmente all’aumentare del numero dei componenti e le<br />

difficoltà di gestione dei modelli divengono rapidamente proibitive; almeno con i mezzi<br />

(HW e SW) normalmente disponibili.<br />

Qualunque sia la dimensione del DBA e la tecnica usata per la sua analisi, da quelle<br />

manuali a quelle automatiche, è necessario sviluppare un insieme coerente di relazioni<br />

simboliche per il calcolo di ciascuna delle caratteristiche di affidabilità di interesse.<br />

È pur vero che abbondano i manuali ricchi di formule; ma non sempre si trovano in un<br />

solo manuale (e quindi verosimilmente coerenti) tutte quelle di nostro interesse.<br />

Per i calcoli simbolici viene qui usato il Symbolic Computation System MAPLE (V. 8) e<br />

le uscite dei calcoli vengono spesso riportati nel formato standard di uscita di questo<br />

strumento.<br />

In esso i comandi, preceduti dal prompt > , sono in caratteri “Courier new bold”, le risposte<br />

ai comandi in caratteri proprietari italici e i commenti inseriti dall’operatore in<br />

caratteri “Times new roman”.<br />

I comandi di MAPLE, sono abbastanza autoesplicativi; per quelli meno immediati è riportata<br />

una stringata spiegazione qui di seguito.<br />

1. with(linalg)<br />

invoca una libreria (algebra lineare).<br />

2. alias(ID=&*())<br />

speciale notazione per definire ID come matrice identità.<br />

3. %, %%, …<br />

indica l'ultimo, il penultimo, … risultato di un calcolo.<br />

4. &*<br />

prodotto vettoriale.<br />

5. eval(e)<br />

esegue il calcolo completo dell'espressione e.<br />

6. evalm(e)<br />

esegue il calcolo completo dell'espressione e contenente matrici.<br />

7. dsolve({deq1, deq2,…, init}, {p1, p2, …});<br />

tenta di risolvere il sistema di equazioni differenziali {deq1,deq2,..} per le variabili {p1,<br />

p2, ..} con le condizioni iniziali init.<br />

8. solve({eq1, eq2, …}, {p1, p2, ..});<br />

tenta di risolvere il sistema di equazioni {eq1,eq2,..} per le variabili {p1, p2, ..}.<br />

9. simplify(e);<br />

applica all'espressione e delle regole semplificative.<br />

10. factor(e);<br />

raccoglie i fattori dell’espressione e nell’ambito dei numeri razionali.<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 37 di 153


3. Modelli elementari<br />

11. expand(e);<br />

sviluppa potenze e prodotti nell’espressione e in termini di somma.<br />

12. Digits;<br />

numero fisso di cifre con cui vengono eseguiti i calcoli in virgola mobile. Default = 10.<br />

13. unassign(‘n1, n2, …’);<br />

libera (restituendo il valore NULL) le variabili i cui nomi sono compresi tra le ‘ ‘.<br />

14. restart;<br />

equivale a unassign per tutti i nomi usati che riporta il motore di MAPLE allo stato iniziale<br />

senza chiudere il foglio di lavoro.<br />

15. se il comando non è terminato dal “;” canonico ma da “:” il risultato non viene<br />

presentato a video.<br />

L’adozione di questo strumento costringe all’assunzione del “.“ al posto della<br />

“,“come separatore dei decimali.<br />

Lo stesso strumento MAPLE viene usato anche per i calcoli numerici relativi agli esempi<br />

con la seguente ipotesi:<br />

i valori dei tassi di guasto e di ripristino hanno un numero di cifre significative pari al<br />

valore assunto per il parametro Digits.<br />

Questo non vuol dire che tutte queste cifre sono numericamente corrette; infatti MAPLE<br />

esegue i calcoli come la maggior parte degli strumenti di calcolo automatico. MAPLE<br />

ha però il vantaggio di poter eseguire i calcoli con un numero molto alto di cifre.<br />

Si ricordi che le predizioni di affidabilità sono molto più affidabili (absit iniuria) per<br />

confrontare soluzioni progettuali diverse atte a realizzare una data funzione che non per<br />

determinarne l’affidabilità intrinseca; l’ipotesi assunta, notoriamente lontana dalla realtà,<br />

ha il solo scopo di aumentare il potere risolutivo dei confronti.<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 38 di 153


3.2. Singolo blocco<br />

3. Modelli elementari<br />

3.2.1. Impostazione<br />

Al blocco competono un tasso di guasto l e un tasso di riparazione m costanti nel tempo.<br />

Questo sistema monoblocco può assumere due soli stati, uno di funzionamento e uno di<br />

guasto come mostrato in Tab. 3.1. ove:<br />

N = identificazione dello stato;<br />

B = stato del blocco (0 = funzionante, 1 = guasto);<br />

S = stato del sistema (0 = funzionante, 1 = guasto).<br />

Tab. - 3.1. - Possibili stati del sistema<br />

N B S<br />

1 0 0<br />

2 1 1<br />

Il diagramma delle transizioni tra gli stati è mostrato in Fig.3.1.; in esso l è il tasso di<br />

guasto del blocco e m il suo tasso di ripristino.<br />

1 2<br />

m<br />

Fig. 3.1. - Diagramma delle transizioni tra stati<br />

3.2.2. Come eseguire i calcoli con MAPLE<br />

Questo comando, che invoca la libreria pertinente i calcoli dell’algebra lineare, si assume<br />

sempre presente all’inizio di tutti i calcoli con MAPLE presentati nel seguito.<br />

> with(linalg);<br />

3.2.2.1. Calcolo dell’affidabilità e della disponibilità<br />

Si costruisce la matrice T dei tassi di transizione<br />

> T := matrix(2,2,[[-l,m],[l,-m]]);<br />

T :=<br />

⎡−l<br />

m ⎤<br />

⎣<br />

⎢ l −m⎦<br />

⎥<br />

e il vettore P delle probabilità degli stati<br />

> P := matrix(2,1,[P1(t),P2(t)]);<br />

P :=<br />

⎡P1(<br />

t ) ⎤<br />

⎣<br />

⎢P2(<br />

t ) ⎦<br />

⎥<br />

quindi (vedi formula 2.2) si fa il prodotto di T con P<br />

> K := evalm(T&*P);<br />

l<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 39 di 153


K :=<br />

⎡−<br />

l P1( t) + m P2( t ) ⎤<br />

⎣<br />

⎢ l P1( t) − m P2( t ) ⎦<br />

⎥<br />

e si costruiscono (tenere ancora d’occhio la 2.2) le equazioni<br />

> deq1 := diff(P1(t), t) = K[1,1];<br />

∂<br />

deq1 := P1( t ) = − l P1( t) + m P2( t )<br />

∂t<br />

> deq2 := diff(P2(t), t) = K[2,1];<br />

∂<br />

deq2 := P2( t ) = l P1( t) − m P2( t )<br />

∂t<br />

Alle stesse equazioni si perviene usando la (2.3):<br />

> H := evalm(transpose(P)&*transpose(T));<br />

H := [ − P1( t) l + P2( t) m P1( t) l − P2( t) m]<br />

essendo i due elementi del vettore H identici a quelli del vettore K.<br />

Questa è la condizione iniziale più comunemente usata<br />

> init := P1(0)=1, P2(0)=0;<br />

init := P1( 0) = 1 , P2( 0) = 0<br />

3. Modelli elementari<br />

Si cercano le soluzioni del nostro sistema di equazioni che sono le probabilità che competono<br />

agli stati del sistema al tempo t<br />

> S := dsolve({deq1,deq2,init}, {P1(t), P2(t)});<br />

⎧<br />

⎪ l e<br />

⎪<br />

S := ⎪<br />

⎨<br />

⎩<br />

⎪ P2( t ) = −<br />

( t ( − l− m)<br />

)<br />

l + m<br />

m<br />

m<br />

−<br />

lm<br />

− −<br />

l + m m l e<br />

, P1( t ) = +<br />

l + m l + m<br />

Si verifica che la probabilità totale sia = 1<br />

> simplify(sum('S[i]', 'i'=1..2));<br />

> A(t) := P1(t);<br />

Se il blocco non è riparabile<br />

> m := 0;<br />

> R(t) := eval(A(t));<br />

P2( t ) + P1( t ) = 1<br />

( t ( − l− m)<br />

)<br />

m l e<br />

A( t ) := +<br />

l + m l + m<br />

m := 0<br />

( t ( l m)<br />

)<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 40 di 153<br />

⎫<br />

⎪<br />

⎬<br />

⎭<br />


unassign('m,S, P1, P2');<br />

R( t ) := e<br />

3. Modelli elementari<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 41 di 153<br />

( −t l)<br />

3.2.2.2. Calcolo delle caratteristiche asintotiche<br />

> P := matrix(2,2,[[1-l,l],[m,1-m]]);<br />

P :=<br />

> V := matrix(1,2,[P1,P2]);<br />

> X := evalm(V&*P);<br />

> eq1 := X[1,1] = P1;<br />

> eq2 := X[1,2] = P2;<br />

> eq3 := P1 + P2 = 1;<br />

⎡<br />

⎣<br />

⎢<br />

1 − l l ⎤<br />

m 1 − m⎦<br />

⎥<br />

V := [ P1 P2]<br />

X := [ P1 ( 1 − l) + P2m P1 l + P2 ( 1 − m)<br />

]<br />

eq1 := P1 ( 1 − l) + P2m= P1<br />

eq2 := P1 l + P2 ( 1 − m) = P2<br />

eq3 := P1 + P2 = 1<br />

> S := solve({eq1,eq3}, {P1,P2});<br />

l m<br />

S := { P2 = , P1 = }<br />

l + m l + m<br />

> simplify(sum('S[i]', 'i'=1..2));<br />

P1 + P2 = 1<br />

Agli stessi risultati si giunge usando la (2.4):<br />

> eq1 := 0 = K[1,1];<br />

> eq2 := 0 = K[2,1];<br />

> eq3 := P1+P2 = 1;<br />

eq1 := 0 = − lP1+ mP2<br />

eq2 := 0 = lP1− mP2<br />

eq3 := P1 + P2 = 1<br />

> S := solve({eq1,eq3},{P1,P2});


P1 = m/(l+m);<br />

> P2 = l/(l+m);<br />

m l<br />

S := { P1 = , P2 = }<br />

l + m l + m<br />

P1 =<br />

P2 =<br />

m<br />

l + m<br />

l<br />

l + m<br />

3. Modelli elementari<br />

Si noti che ambedue le probabilità hanno lo stesso denominatore e che i loro numeratori<br />

sono i termini di<br />

> expand((m+l)^1);<br />

l + m<br />

Il sistema è disponibile quando il blocco è nello stato1, quindi<br />

> Ass := P1 = m/(l+m);<br />

Ass := P1 =<br />

m<br />

l+ m<br />

3.2.2.3. Calcolo del MUT e del MDT<br />

La frequenza di occorrenza è la stessa per i due stati<br />

> f := Ass*l;<br />

f := P1 l =<br />

> MUT := m/(l+m)/(m*l/(l+m));<br />

MUT :=<br />

> MDT := (l/(l+m))/(l*m/(l+m));<br />

Verifica<br />

> simplify(MUT/(MUT+MDT)):<br />

MDT :=<br />

m<br />

l + m<br />

lm<br />

l + m<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 42 di 153<br />

1<br />

l<br />

1<br />

m


3.2.2.4. Calcolo del MTTF<br />

> Q := matrix(1,1,[1-l]);<br />

> M := inverse(ID-evalm(Q));<br />

> MTTF := M[1,1];<br />

Q := [ 1 − l]<br />

M := ⎡<br />

⎢<br />

⎣<br />

3. Modelli elementari<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 43 di 153<br />

1<br />

l<br />

MTTF :=<br />

MUT ed MTTF hanno lo stesso valore poiché il ripristino del servizio non può riprendere<br />

che dallo stato iniziale.<br />

Al modello elementare singolo blocco competono le caratteristiche seguenti.<br />

( −t l)<br />

R( t ) := e<br />

( t ( − l− m)<br />

)<br />

m l e<br />

A( t ) := +<br />

l + m l + m<br />

m<br />

Ass :=<br />

l + m<br />

1<br />

MUT :=<br />

l<br />

1<br />

MDT :=<br />

m<br />

1<br />

MTTF :=<br />

l<br />

Questo procedimento verrà usato in tutti i calcolo che seguono.<br />

1<br />

l<br />

⎤<br />

⎥<br />


3.3. Due blocchi<br />

3. Modelli elementari<br />

3.3.1. Due blocchi connessione in serie<br />

Il sistema è costituito da un blocco A cui competono un tasso di guasto l1 e un tasso di<br />

riparazione m1 e da un blocco B cui competono un tasso di guasto l2 e un tasso di riparazione<br />

m2.<br />

Il sistema può assumere gli stati mostrati in Tab.3.2. ove:<br />

N = identificazione dello stato;<br />

A, B = stato del blocco (0 = funzionante, 1 = guasto);<br />

S = stato del sistema (0 = funzionante, 1 = guasto)<br />

Tab. 3.2. - Possibili stati del sistema<br />

N A B S<br />

1 0 0 0<br />

2 1 0 1<br />

3 0 1 1<br />

4 1 1 1<br />

Il diagramma delle transizioni tra questi stati è mostrato in Fig. 3.2.<br />

1<br />

m2<br />

m1<br />

l1<br />

l2<br />

Fig. 3.2. - Diagramma di transizione tra stati<br />

Un singolo manutentore è disponibile per il ripristino dei blocchi guastatisi; quindi se un<br />

blocco si guasta mentre è in corso il ripristino dell’altro, il suo ripristino inizierà dopo la<br />

conclusione del ripristino in corso.<br />

3.3.1.1. Dettagli dei calcoli<br />

2<br />

3<br />

m2<br />

m1<br />

Calcolo dell’affidabilità e della disponibilità<br />

> T := matrix(4,4,[[-(l1+l2),m1,m2,0],[l1,-<br />

(l2+m1),0,m2],[l2,0,-(l1+m2),m1],<br />

[0,l2,l1,-(m1+m2)]]);<br />

l1<br />

l2<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 44 di 153<br />

4


⎡−<br />

l1 − l2 m1 m2 0<br />

⎢<br />

⎤<br />

⎢<br />

⎥<br />

T := ⎢ l1 − l2 − m1 0 m2 ⎥<br />

⎢<br />

⎥<br />

⎢<br />

⎥<br />

⎢<br />

l2 0 − l1 − m2 m1 ⎥<br />

⎣<br />

⎢ 0 l2 l1 − m1 − m2⎦<br />

⎥<br />

> P := matrix(4,1,[P1(t),P2(t),P3(t),P4(t)]);<br />

> K := evalm(T&*P);<br />

⎡P1(<br />

t )<br />

⎢<br />

⎤<br />

⎢<br />

⎥<br />

P := ⎢P2(<br />

t ) ⎥<br />

⎢<br />

⎥<br />

⎢<br />

⎥<br />

⎢<br />

P3( t ) ⎥<br />

⎣<br />

⎢P4(<br />

t ) ⎦<br />

⎥<br />

⎡(<br />

− l1 − l2 ) P1( t) + m1 P2( t) + m2 P3( t )<br />

⎢<br />

⎤<br />

⎢<br />

⎥<br />

K := ⎢l1<br />

P1( t ) + ( − l2 − m1 ) P2( t) + m2 P4( t ) ⎥<br />

⎢<br />

⎥<br />

⎢<br />

⎥<br />

⎢<br />

l2 P1( t ) + ( − l1 − m2 ) P3( t) + m1 P4( t ) ⎥<br />

⎣<br />

⎢l2<br />

P2( t) + l1 P3( t ) + ( − m1 − m2 ) P4( t ) ⎦<br />

⎥<br />

> deq1 := diff(P1(t), t) = K[1,1];<br />

d<br />

deq1 := P1( t ) = ( − l1 − l2 ) P1( t) + m1 P2( t) + m2 P3( t )<br />

dt<br />

> deq2 := diff(P2(t), t) = K[2,1];<br />

d<br />

deq2 := P2( t ) = l1 P1( t ) + ( − l2 − m1 ) P2( t) + m2 P4( t )<br />

dt<br />

> deq3 := diff(P3(t), t) = K[3,1];<br />

d<br />

deq3 := P3( t ) = l2 P1( t ) + ( − l1 − m2 ) P3( t) + m1 P4( t )<br />

dt<br />

> deq4 := diff(P4(t), t) = K[4,1];<br />

d<br />

deq4 := P4( t ) = l2 P2( t) + l1 P3( t ) + ( − m1 − m2 ) P4( t )<br />

dt<br />

> init := P1(0)=1, P2(0)=0, P3(0)=0, P4(0)=0;<br />

init := P1( 0) = 1 , P2( 0) = 0 , P3( 0) = 0 , P4( 0) = 0<br />

> S := dsolve({deq1,deq2,deq3,deq4,init},<br />

{P1(t),P2(t),P3(t),P4(t)});<br />

( ( − l1 − m1 − m2 − l2 ) t)<br />

3. Modelli elementari<br />

( −( ) ) + l1 m1 t<br />

⎛ l1 l2 e m1 l1 m2 e m1<br />

S := { P2( t ) = − ⎜<br />

+<br />

⎝<br />

⎜ m1 l2 + l1 l2 + l1 m2 + m1 m2 m1 l2 + l1 l2 + l1 m2 + m1 m2<br />

( −( ) )<br />

l1 m1 l2 e + m2 l2 t<br />

l1 m1 m2 ⎞<br />

− − ⎟<br />

⎛<br />

m1<br />

m1 l2 + l1 l2 + l1 m2 + m1 m2 m1 l2 + l1 l2 + l1 m2 + m1 m2 ⎟ / ,<br />

P3( t ) = − ⎜<br />

⎠<br />

⎝<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 45 di 153


( ( − l1 − m1 − m2 − l2 ) t)<br />

( −( ) ) + m2 l2 t<br />

l1 l2 e m2 m1 l2 e m2<br />

+<br />

m1 l2 + l1 l2 + l1 m2 + m1 m2 m1 l2 + l1 l2 + l1 m2 + m1 m2<br />

( −( ) ) + l1 m1 t<br />

3. Modelli elementari<br />

l2 l1 m2 e m1 l2 m2 ⎞<br />

− − ⎟ m2<br />

m1 l2 + l1 l2 + l1 m2 + m1 m2 m1 l2 + l1 l2 + l1 m2 + m1 m2 ⎟ / P1( t ) =<br />

⎠<br />

,<br />

( −( ) )<br />

m1 m2<br />

m1 l2 e<br />

m1 l2 + l1 l2 + l1 m2 + m1 m2<br />

+ m2 l2 t<br />

+<br />

m1 l2 + l1 l2 + l1 m2 + m1 m2<br />

( −( ) ) + l1 m1 t<br />

( ( − l1 − m1 − m2 − l2 ) t)<br />

l1 m2 e l1 l2 e ⎛<br />

+ + , P4( t ) = ⎜<br />

m1 l2 + l1 l2 + l1 m2 + m1 m2 m1 l2 + l1 l2 + l1 m2 + m1 m2 ⎜<br />

⎝<br />

( ( − l1 − m1 − m2 − l2 ) t)<br />

( −( ) )<br />

l1 l2 e m1 m2 l2 l1 m2 e<br />

m1 l2 + l1 l2 + l1 m2 + m1 m2<br />

+ l1 m1 t<br />

m1<br />

−<br />

m1 l2 + l1 l2 + l1 m2 + m1 m2<br />

( −( ) ) + m2 l2 t<br />

l1 l2 m1 m2<br />

l1 m1 l2 e m2 ⎞<br />

+ − ⎟ m1 m2<br />

m1 l2 + l1 l2 + l1 m2 + m1 m2 m1 l2 + l1 l2 + l1 m2 + m1 m2 ⎟ /( )}<br />

⎠<br />

> simplify(sum('S[i]', 'i'=1..4));<br />

P2( t ) + P3( t ) + P1( t ) + P4( t ) = 1<br />

> P1(t) :=<br />

1/(m1*l2+l1*l2+l1*m2+m1*m2)*m1*m2+1/(m1*l2+l1*l2+l1*m2+m1*m<br />

2)*m1*l2*exp(-<br />

(m2+l2)*t)+l1*m2/(m1*l2+l1*l2+l1*m2+m1*m2)*exp(-<br />

(l1+m1)*t)+l1*l2/(m1*l2+l1*l2+l1*m2+m1*m2)*exp((-l1-m1-m2l2)*t);<br />

P1( t )<br />

:=<br />

m1 m2<br />

m1 l2 + l1 l2 + l1 m2 + m1 m2<br />

( −( ) ) + l1 m1 t<br />

( −( ) ) + m2 l2 t<br />

m1 l2 e<br />

+<br />

m1 l2 + l1 l2 + l1 m2 + m1 m2<br />

( ( − l1 − m1 − m2 − l2 ) t)<br />

l1 m2 e l1 l2 e<br />

+ +<br />

m1 l2 + l1 l2 + l1 m2 + m1 m2 m1 l2 + l1 l2 + l1 m2 + m1 m2<br />

> P2(t) := -(l1*l2/(m1*l2+l1*l2+l1*m2+m1*m2)*exp((-l1-m1m2-l2)*t)*m1+l1*m2/(m1*l2+l1*l2+l1*m2+m1*m2)*exp(-<br />

(l1+m1)*t)*m1-l1/(m1*l2+l1*l2+l1*m2+m1*m2)*m1*l2*exp(-<br />

(m2+l2)*t)-l1/(m1*l2+l1*l2+l1*m2+m1*m2)*m1*m2)/m1;<br />

( ( − l1 − m1 − m2 − l2 ) t)<br />

( −( ) ) + l1 m1 t<br />

⎛ l1 l2 e m1 l1 m2 e m1<br />

P2( t ) := − ⎜<br />

+<br />

⎝<br />

⎜ m1 l2 + l1 l2 + l1 m2 + m1 m2 m1 l2 + l1 l2 + l1 m2 + m1 m2<br />

( −( ) )<br />

l1 m1 l2 e + m2 l2 t<br />

l1 m1 m2 ⎞<br />

− − ⎟ m1<br />

m1 l2 + l1 l2 + l1 m2 + m1 m2 m1 l2 + l1 l2 + l1 m2 + m1 m2 ⎠<br />

⎟ /<br />

> P3(t) := -(l1*l2/(m1*l2+l1*l2+l1*m2+m1*m2)*exp((-l1-m1m2-l2)*t)*m2+1/(m1*l2+l1*l2+l1*m2+m1*m2)*m1*l2*exp(-<br />

(m2+l2)*t)*m2-l2*l1*m2/(m1*l2+l1*l2+l1*m2+m1*m2)*exp(-<br />

(l1+m1)*t)-1/(m1*l2+l1*l2+l1*m2+m1*m2)*m1*l2*m2)/m2;<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 46 di 153


( ( − l1 − m1 − m2 − l2 ) t)<br />

( −( ) ) + m2 l2 t<br />

3. Modelli elementari<br />

⎛ l1 l2 e m2 m1 l2 e m2<br />

P3( t ) := − ⎜<br />

+<br />

⎝<br />

⎜ m1 l2 + l1 l2 + l1 m2 + m1 m2 m1 l2 + l1 l2 + l1 m2 + m1 m2<br />

( −( ) )<br />

l2 l1 m2 e + l1 m1 t<br />

m1 l2 m2 ⎞<br />

− − ⎟ m2<br />

m1 l2 + l1 l2 + l1 m2 + m1 m2 m1 l2 + l1 l2 + l1 m2 + m1 m2 ⎟<br />

⎠<br />

/<br />

> P4(t) := (l1*l2/(m1*l2+l1*l2+l1*m2+m1*m2)*exp((-l1-m1-m2l2)*t)*m1*m2-l2*l1*m2/(m1*l2+l1*l2+l1*m2+m1*m2)*exp(-(l1+m1)*t)*m1+l1*l2/(m1*l2+l1*l2+l1*m2+m1*m2)*m1*m2l1/(m1*l2+l1*l2+l1*m2+m1*m2)*m1*l2*exp(-<br />

(m2+l2)*t)*m2)/m1/m2;<br />

( ( − l1 − m1 − m2 − l2 ) t)<br />

( −( ) ) + l1 m1 t<br />

⎛ l1 l2 e m1 m2 l2 l1 m2 e m1<br />

P4( t ) := ⎜<br />

−<br />

⎝<br />

⎜ m1 l2 + l1 l2 + l1 m2 + m1 m2 m1 l2 + l1 l2 + l1 m2 + m1 m2<br />

( −( ) )<br />

l1 l2 m1 m2<br />

l1 m1 l2 e<br />

m1 l2 + l1 l2 + l1 m2 + m1 m2<br />

+ m2 l2 t<br />

m2 ⎞<br />

+ − ⎟ m1 m2<br />

m1 l2 + l1 l2 + l1 m2 + m1 m2 ⎠<br />

⎟ /( )<br />

> A(t) := P1(t);<br />

A( t )<br />

:=<br />

m1 m2<br />

m1 l2 + l1 l2 + l1 m2 + m1 m2<br />

( −( ) ) + l1 m1 t<br />

( −( ) ) + m2 l2 t<br />

m1 l2 e<br />

+<br />

m1 l2 + l1 l2 + l1 m2 + m1 m2<br />

( ( − l1 − m1 − m2 − l2 ) t)<br />

l1 m2 e l1 l2 e<br />

+ +<br />

m1 l2 + l1 l2 + l1 m2 + m1 m2 m1 l2 + l1 l2 + l1 m2 + m1 m2<br />

> factor(%);<br />

( −( ) ) + m2 l2 t<br />

( −( ) ) + l1 m1 t<br />

m1 m2 + m1 l2 e + l1 m2 e<br />

( m2 + l2 ) ( l1 + m1)<br />

+ l1 l2 e<br />

> m1:=0; m2:=0;<br />

> R(t) := eval(P1(t));<br />

m1 := 0 m2 := 0<br />

R( t ) := e<br />

( ( − l1 − l2 ) t)<br />

( −( m2 + m1 + l1 + l2 ) t)<br />

Non ci occuperemo più nel seguito del calcolo dell’affidabilità e disponibilità in funzione<br />

del tempo. La stragrande maggioranza dei sistemi di interesse pratico sono infatti<br />

riparabili e raggiungono la condizione asintotica in tempi molto brevi.<br />

Ad esempio, poco meno di un paio d’ore per l = 0.001 e m = 2 ore.<br />

Da qui in avanti ci si limiterà all’analisi delle sole caratteristiche asintotiche.<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 47 di 153


Calcolo delle probabilità asintotiche degli stati<br />

3. Modelli elementari<br />

> P := matrix(4, 4, [[1-(l1+l2), l1, l2, 0],[m1, 1-(l2+m1),<br />

0, l2], [m2, 0, 1-(l1+m2), l1],[0, m2, m1, 1-(m1+m2)]]);<br />

⎡1<br />

− l1 − l2 l1 l2 0<br />

⎢<br />

⎤<br />

⎢<br />

⎥<br />

P := ⎢ m1 1 − l2 − m1 0 l2 ⎥<br />

⎢<br />

⎥<br />

⎢<br />

⎥<br />

⎢<br />

m2 0 1 − l1 − m2 l1 ⎥<br />

⎣<br />

⎢ 0 m2 m1 1 − m1 − m2⎦<br />

⎥<br />

> V := matrix(1,4,[P1,P2,P3,P4]);<br />

V := [ P1 P2 P3 P4]<br />

> X := evalm(V&*P);<br />

X :=<br />

[ P1 ( 1 − l1 − l2 ) + P2 m1 + P3 m2 , P1 l1 + P2 ( 1 − l2 − m1) + P4 m2 ,<br />

P1 l2 + P3 ( 1 − l1 − m2) + P4 m1 , P2 l2 + P3 l1 + P4 ( 1 − m1 − m2)<br />

]<br />

> eq1 := X[1,1] = P1;<br />

> eq2 := X[1,2] = P2;<br />

> eq3 := X[1,3] = P3;<br />

> eq4 := X[1,4] = P4;<br />

> eq5 := P1+P2+P3+P4=1;<br />

eq1 := P1 ( 1 − l1 − l2 ) + P2 m1 + P3 m2 = P1<br />

eq2 := P1 l1 + P2 ( 1 − l2 − m1) + P4 m2 = P2<br />

eq3 := P1 l2 + P3 ( 1 − l1 − m2) + P4 m1 = P3<br />

eq4 := P2 l2 + P3 l1 + P4 ( 1 − m1 − m2) = P4<br />

eq5 := P1 + P2 + P3 + P4 = 1<br />

> S := solve({eq1,eq2,eq3,eq5}, {P1,P2,P3,P4});<br />

m1 l2<br />

l2 l1<br />

S := { P3 =<br />

, P4 =<br />

,<br />

m1 m2 + m1 l2 + l2 l1 + l1 m2 m1 m2 + m1 l2 + l2 l1 + l1 m2<br />

m1 m2<br />

l1 m2<br />

P1 =<br />

, P2 =<br />

}<br />

m1 m2 + m1 l2 + l2 l1 + l1 m2 m1 m2 + m1 l2 + l2 l1 + l1 m2<br />

> simplify(sum('S[i]', 'i'=1..4));<br />

P1 + P2 + P3 + P4 = 1<br />

Agli stessi risultati si perviene usando la (2.4):<br />

> eq1 := 0 = K[1,1];<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 48 di 153


eq2 := 0 = K[2,1];<br />

> eq3 := 0 = K[3,1];<br />

> eq4 := 0 = K[4,1];<br />

> eq5 := P1+P2+P3+P4 = 1;<br />

eq1 := 0 = ( − l1 − l2 ) P1 + m1 P2 + m2 P3<br />

eq2 := 0 = l1 P1 + ( − l2 − m1) P2 + m2 P4<br />

eq3 := 0 = l2 P1 + ( − l1 − m2) P3 + m1 P4<br />

eq4 := 0 = l2 P2 + l1 P3 + ( − m1 − m2) P4<br />

eq5 := P1 + P2 + P3 + P4 = 1<br />

> S := solve({eq1,eq2,eq3,eq5}, {P1,P2,P3,P4});<br />

3. Modelli elementari<br />

m2 l1<br />

l1 l2<br />

S := { P2 =<br />

, P4 =<br />

,<br />

l2 m1 + m2 m1 + m2 l1 + l1 l2 l2 m1 + m2 m1 + m2 l1 + l1 l2<br />

l2 m1<br />

m2 m1<br />

P3 =<br />

, P1 =<br />

}<br />

l2 m1 + m2 m1 + m2 l1 + l1 l2 l2 m1 + m2 m1 + m2 l1 + l1 l2<br />

> P1 := m1*m2/(m1*m2+m1*l2+l2*l1+l1*m2);<br />

P1 :=<br />

m1 m2<br />

m1 m2 + m1 l2 + l2 l1 + l1 m2<br />

> P2 := l1*m2/(m1*m2+m1*l2+l2*l1+l1*m2);<br />

P2 :=<br />

l1 m2<br />

m1 m2 + m1 l2 + l2 l1 + l1 m2<br />

> P3 := m1*l2/(m1*m2+m1*l2+l2*l1+l1*m2);<br />

P3 :=<br />

m1 l2<br />

m1 m2 + m1 l2 + l2 l1 + l1 m2<br />

> P4 := l2*l1/(m1*m2+m1*l2+l2*l1+l1*m2);<br />

P4 :=<br />

l2 l1<br />

m1 m2 + m1 l2 + l2 l1 + l1 m2<br />

Si noti che le probabilità hanno lo stesso denominatore che è lo sviluppo in termini di<br />

somma del seguente prodotto di 2 binomi<br />

> expand((m2+l2)*(m1+l1));<br />

m2 m1 + m2 l1 + l2 m1 + l2 l1<br />

e che i loro numeratori sono i termini di questa somma ordinati in accordo alla tabella<br />

degli stati del sistema come mostrato qui di seguito.<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 49 di 153


Tab. 3.3. – Formazione dei numeratori<br />

N A B<br />

1 m1 m2<br />

2 l1 m2<br />

3 m1 l2<br />

4 l1 l2<br />

Calcolo della disponibilità asintotica<br />

> Ass := factor(P1);<br />

Calcolo del MUT e del MDT<br />

m1 m2<br />

Ass :=<br />

( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

3. Modelli elementari<br />

La frequenza di ciclo dello stato 1 = probabilità di essere nello stato 1 per il tasso totale<br />

di uscita da esso<br />

> f1 := P1*(l1+l2);<br />

m1 m2 ( l1 + l2 )<br />

f1 :=<br />

m1 m2 + m1 l2 + l2 l1 + l1 m2<br />

Analogamente:<br />

> f2 := P2*(m1+l2);<br />

> f3 := P3*(m2+l1);<br />

> f4 := P4*(m1+m2);<br />

> MUT := P1/f1;<br />

l1 m2 ( l2 + m1)<br />

f2 :=<br />

m1 m2 + m1 l2 + l2 l1 + l1 m2<br />

m1 l2 ( l1 + m2)<br />

f3 :=<br />

m1 m2 + m1 l2 + l2 l1 + l1 m2<br />

l2 l1 ( m1 + m2)<br />

f4 :=<br />

m1 m2 + m1 l2 + l2 l1 + l1 m2<br />

MUT :=<br />

1<br />

l1 + l2<br />

La frequenza di ciclo del gruppo di stati 2, 3, 4 = somma delle frequenze di ciclo degli<br />

stati di frontiera del gruppo :<br />

> f234 := simplify(f2+f3-(P2*l2+P3*l1));<br />

m1 m2 ( l1 + l2 )<br />

f234 :=<br />

m1 l2 + m1 m2 + l2 l1 + l1 m2<br />

coincidente, poichè i gruppi sono due, con la f1 calcolata più sopra.<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 50 di 153


MDT := simplify((P2+P3+P4)/f234);<br />

m1 l2 + l2 l1 + l1 m2<br />

MDT :=<br />

m1 m2 ( l1 + l2 )<br />

Verifica con la nota relazione Ass = MUT/(MUT+MDT)<br />

> As := simplify(MUT/(MUT+MDT));<br />

As :=<br />

Verifica con la disponibilità dei singoli blocchi<br />

m1 m2<br />

m1 m2 + m1 l2 + l2 l1 + l1 m2<br />

> A := (m1/(l1+m1))*(m2/(l2+m2));<br />

m1 m2<br />

A :=<br />

( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

3. Modelli elementari<br />

3.3.1.2. Verifica dell’equivalenza<br />

Il modello appena sviluppato ci consente di sostituire nel DBA 2 blocchi in serie con un<br />

solo blocco che ha le caratteristiche asintotiche seguenti:<br />

> Ass := (m1*m2)/((l1+m1)*(l2+m2));<br />

> MUT := 1/(l1+l2);<br />

m1 m2<br />

Ass :=<br />

( l1 + m1 ) ( l2 + m2)<br />

MUT :=<br />

1<br />

l1 + l2<br />

> MDT := (l1*m2+m1*l2+l1*l2)/(m1*m2*(l1+l2));<br />

l1 m2 + m1 l2 + l1 l2<br />

MDT :=<br />

m1 m2 ( l1 + l2 )<br />

Se<br />

> l1:=0.0001; m1:=0.5; l2:=0.0002; m2:=0.5;<br />

> Digits:=20;<br />

> Ass;<br />

l1 := 0.0001 m1 := 0.5<br />

l2 := 0.0002 m2 := 0.5<br />

Digits := 20<br />

0.99940027988004957985<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 51 di 153


MUT;<br />

> MDT;<br />

3333.3333333333333333<br />

2.0002666666666666667<br />

3. Modelli elementari<br />

Si consideri ora il comportamento dei 2 blocchi separatamente agli istanti seguenti:<br />

> t1:=10; t2:=1000; t3:=10000;<br />

t1 := 10 t2 := 1000 t3 := 10000<br />

La disponibilità a un dato istante è il prodotto delle disponibilità dei singoli blocchi<br />

> A(t1):= ((m1+l1*exp(-(l1+m1)*t1))/(l1+m1))*((m2+l2*exp(-<br />

(l2+m2)*t1))/(l2+m2));<br />

A( 10) := 0.99940431349948912947<br />

> A(t2):= ((m1+l1*exp(-(l1+m1)*t2))/(l1+m1))*((m2+l2*exp(-<br />

(l2+m2)*t2))/(l2+m2));<br />

A( 1000) := 0.99940027988004957985<br />

> A(t3):= ((m1+l1*exp(-(l1+m1)*t3))/(l1+m1))*((m2+l2*exp(-<br />

(l2+m2)*t3))/(l2+m2));<br />

A( 10000) := 0.99940027988004957985<br />

Consideriamo i due blocchi come un solo blocco cui compete il tasso di guasto<br />

> l3:=1/MUT;<br />

e il tasso di ripristino<br />

> m3:=1/MDT;<br />

l3 := 0.00030000000000000000000<br />

m3 := 0.49993334222103719503<br />

cui competono agli istanti considerati le disponibilità<br />

> A3(t1) := (m3+l3*exp(-(l3+m3)*t1);<br />

A3( 10) := 0.99940431134433985626<br />

> A3(t2) := (m3+l3*exp(-(l3+m3)*t2))/(l3+m3);<br />

A3( 1000) := 0.99940027988004957985<br />

> A3(t3) := (m3+l3*exp(-(l3+m3)*t3))/(l3+m3);<br />

A3( 10000) := 0.99940027988004957985<br />

A prescindere da un breve transitorio iniziale per raggiungere il valore asintotico, questo<br />

unico blocco fittizio si comporta come il sistema originario costituito da 2 blocchi in serie.<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 52 di 153


3. Modelli elementari<br />

3.3.2. Due blocchi connessi in ridondanza sequenziale<br />

La ridondanza sequenziale si ha quando di più blocchi predisposti per assolvere il medesimo<br />

compito uno solo serve il sistema mentre gli altri sono in riserva.<br />

Quando il blocco che serve il sistema si guasta, un organo di commutazione ideale (con<br />

tasso di guasto e tempo di intervento trascurabili) provvede a metterlo fuori servizio e a<br />

inserire a servizio del sistema uno dei blocchi di riserva.<br />

Se l’ipotesi dell’organo di commutazione con tasso di guasto e/o tempo di intervento<br />

trascurabile non è applicabile, si tiene conto dell’organo di commutazione reale con un<br />

ulteriore blocco in serie.<br />

I blocchi in riserva possono essere:<br />

• alimentati e funzionanti (riserva calda; condizione spesso non esplicitata perché<br />

considerata di default);<br />

• spenti (riserva fredda/stand-by; condizione sempre esplicitata).<br />

Per le riparazioni è disponibile un solo operatore (manutenzione singola). Si tornerà<br />

sull’argomento in 3.3.6..<br />

Il sistema di 2 blocchi ridondanti in riserva calda può assumere gli stati mostrati in<br />

Tab.3.4. ove:<br />

N = identificazione dello stato;<br />

A, B = stato del blocco (0 = funzionante, 1 = guasto);<br />

S = stato del sistema (0 = funzionante, 1 = guasto)<br />

Tab. 3.4. - Possibili stati del sistema<br />

N A B S<br />

1 0 0 0<br />

2 1 0 0<br />

3 0 1 0<br />

4 1 1 1<br />

3.3.2.1. Calcolo della disponibilità asintotica<br />

Le probabilità asintotiche dei 4 stati sono già state calcolate in 3.2.2.1.<br />

> Ass := factor(P1+P2+P3);<br />

m1 m2 + l1 m2 + m1 l2<br />

Ass :=<br />

( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

3.3.2.2. Calcolo del MUT e del MDT<br />

La frequenza di ciclo del gruppo di stati 2, 3, 4 = somma delle frequenze di ciclo degli<br />

stati di frontiera del gruppo:<br />

> f123 := simplify(f2+f3 - (P2*m1+P3*m2));<br />

l2 l1 ( m1 + m2)<br />

f123 :=<br />

m1 l2 + m1 m2 + l2 l1 + l1 m2<br />

> MUT := simplify((P1+P2+P3)/f123);<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 53 di 153


m1 m2 + l1 m2 + m1 l2<br />

MUT :=<br />

l2 l1 ( m1 + m2)<br />

3. Modelli elementari<br />

La frequenza di ciclo dello stato di guasto 4 = probabilità di essere nello stato 4 per il<br />

tasso totale di uscita da esso è identica alla f123 essendo 2 soli i blocchi di stati considerati<br />

> f4 := P4*(m1+m2);<br />

l2 l1 ( m1 + m2)<br />

f4 :=<br />

m1 m2 + m1 l2 + l2 l1 + l1 m2<br />

Si noti l'uguaglianza tra f4 ed f123a per le ragioni già dette.<br />

> MDT := P4/f4;<br />

simplify(MUT/(MUT+MDT));<br />

> simplify(Ass/(%));<br />

MDT :=<br />

1<br />

m1 + m2<br />

m1 m2 + l1 m2 + m1 l2<br />

A2 :=<br />

m1 m2 + m1 l2 + l2 l1 + l1 m2<br />

3.3.2.3. Calcolo del MTTF<br />

Se per ragioni operative il ripristino del servizio riprende dallo stato iniziale, occorre<br />

calcolare il MTTF.<br />

> Q := matrix(3, 3, [[1-(l1+l2), l1, l2],[m1, 1-(l2+m1),<br />

0], [m2, 0, 1-(l1+m2)]]);<br />

⎡1<br />

− l1 − l2 l1 l2<br />

⎢<br />

⎤<br />

Q := ⎢<br />

⎥<br />

⎢ m1 1 − l2 − m1 0 ⎥<br />

⎣<br />

⎢ m2 0 1 − l1 − m2⎦<br />

⎥<br />

> M := inverse(ID-evalm(Q));<br />

⎡ ( l2 + m1 ) ( l1 + m2)<br />

l1 + m2<br />

⎢<br />

l2 l1 ( l2 + m2 + l1 + m1)<br />

l2 ( l2 + m2 + l1 + m1)<br />

⎢ m1 ( l1 + m2)<br />

m2 + l2 + l1<br />

M := ⎢ l2 l1 ( l2 + m2 + l1 + m1)<br />

l2 ( l2 + m2 + l1 + m1)<br />

⎢<br />

( l2 + m1) m2<br />

m2<br />

⎢<br />

⎣ l2 l1 ( l2 + m2 + l1 + m1)<br />

l2 ( l2 + m2 + l1 + m1)<br />

> MTTF := simplify(M[1,1]+M[1,2]+M[1,3]);<br />

l2 l1 + l2 m2 + m1 l1 + m1 m2 + l1 + + +<br />

MTTF :=<br />

2<br />

l1 m2 l2 2 m1 l2<br />

l2 l1 ( l2 + m2 + l1 + m1)<br />

1<br />

l2 + m1 ⎤<br />

⎥<br />

l1 ( l2 + m2 + l1 + m1)<br />

⎥<br />

m1<br />

⎥<br />

l1 ( l2 + m2 + l1 + m1)<br />

⎥<br />

l1 + l2 + m1 ⎥<br />

l1 ( l2 + m2 + l1 + m1)<br />

⎥<br />

⎦<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 54 di 153


3. Modelli elementari<br />

3.3.2.4. Calcolo alternativo del MTTF e del MUT<br />

> T := matrix(4, 4, [[-(l1+l2), m1, m2, 0], [l1, -(l2+m1),<br />

0, m2], [l2, 0, -(l1+m2), m1], [0, l2, l1, (m1+m2)]]);<br />

⎡−<br />

l1 − l2 m1 m2 0<br />

⎢<br />

⎤<br />

⎢<br />

⎥<br />

T := ⎢ l1 − l2 − m1 0 m2<br />

⎢<br />

⎥<br />

⎢<br />

⎥<br />

⎢<br />

l2 0 − l1 − m2 m1 ⎥<br />

⎣<br />

⎢ 0 l2 l1 m1 + m2⎦<br />

⎥<br />

Partendo dallo stato 1<br />

> DS1 := matrix(4, 4, [[-(l1+l2), m1, m2, 1], [l1, -<br />

(l2+m1), 0, 0], [l2, 0, -(l1+m2),0], [1, 1, 1, 0]]);<br />

⎡−<br />

l1 − l2 m1 m2 1<br />

⎢<br />

⎤<br />

⎢<br />

⎥<br />

DS1 := ⎢ l1 − l2 − m1 0 0<br />

⎢<br />

⎥<br />

⎢<br />

⎥<br />

⎢<br />

l2 0 − l1 − m2 0 ⎥<br />

⎣<br />

⎢ 1 1 1 0⎦<br />

⎥<br />

> det(DS1);<br />

− l1 − − − − − − −<br />

2<br />

l1 m2 l2 2<br />

l2 m1 l2 l1 l2 m2 m1 l1 m1 m2<br />

> DA := matrix(3, 3, [[-(l1+l2), m1, m2], [l1, -(l2+m1),<br />

0], [l2, 0, -(l1+m2)]]);<br />

⎡−<br />

l1 − l2 m1 m2<br />

⎢<br />

⎤<br />

DA := ⎢<br />

⎥<br />

⎢ l1 − l2 − m1 0 ⎥<br />

⎣<br />

⎢ l2 0 − l1 − m2⎦<br />

⎥<br />

> det(DA);<br />

− l2 l1 − − −<br />

2<br />

l2 l1 m2 l2 2 l1 l2 m1 l1<br />

> MTTF := simplify(det(DS1)/det(DA));<br />

MTTF :=<br />

l1 2<br />

+ l1 m2 + l2 + + + + +<br />

2<br />

l2 m1 l2 l1 l2 m2 m1 l1 m1 m2<br />

l2 l1 ( l1 + m2 + l2 + m1)<br />

Partendo dallo stato 2 o dallo stato 3<br />

> DS2 := matrix(4, 4, [[-(l1+l2), m1, m2, 0], [l1, -<br />

(l2+m1), 0, m2/(m1+m2)], [l2, 0, -(l1+m2),m1/(m1+m2)], [1,<br />

1, 1, 0]]);<br />

⎡−<br />

l1 − l2 m1 m2 0<br />

⎢<br />

⎤<br />

⎢<br />

⎥<br />

⎢<br />

m2 ⎥<br />

⎢ l1 − l2 − m1 0<br />

⎥<br />

⎢<br />

m1 + m2<br />

DS2 := ⎢<br />

⎥<br />

⎢<br />

⎥<br />

⎢<br />

m1 ⎥<br />

⎢ l2 0 − l1 − m2<br />

⎢<br />

⎥<br />

⎢<br />

m1 + m2 ⎥<br />

⎣<br />

⎢ 1 1 1 0<br />

⎦<br />

⎥<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 55 di 153


det(DS2);<br />

3. Modelli elementari<br />

l2 m1 l1 l1 2 m2 l1 m2 2<br />

l2 2 m1 l2 m1 2<br />

− ( + + + + + l2 l1 m2 + 2 m1 l1 m2 + 2 l2 m1 m2<br />

m1 m2 2 m1 2 + + m2)/(<br />

m1 + m2)<br />

> MUT := simplify(det(DS2)/det(DA));<br />

l2 m1 + m1 m2 + l1 m2<br />

MUT :=<br />

l1 l2 ( m1 + m2)<br />

Se i due blocchi sono uguali:<br />

> l1:=l; l2:=l; m1:=m; m2:=m;<br />

> MTTFi := simplify(MTTF);<br />

> MUTi := simplify(MUT);<br />

l1 := l l2 := l<br />

m1 := m m2 := m<br />

MTTFi :=<br />

MUTi :=<br />

3 l + m<br />

2 l 2<br />

2 l + m<br />

2 l 2<br />

Esempio 1<br />

> l1:=0.0001; m1:=0.4; l2:=0.0002; m2:=0.6;<br />

> Digits := 20;<br />

l1 := 0.0001 m1 := 0.4<br />

l2 := 0.0002 m2 := 0.6<br />

Digits := 20<br />

Ripristinando il servizio dallo stato 1:<br />

> Ass := (m1*m2+l1*m2+m1*l2)/((m2+l2)*(m1+l1));<br />

> MDT := 1/(m1+m2);<br />

> MTTF;<br />

> simplify(MTTF/(MTTF+MDT));<br />

Ass := 0.99999991671525637418<br />

MDT := 1.0000000000000000000<br />

0.12011400079976007198 10 8<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 56 di 153


0.99999991674576568198<br />

Ripristinando il servizio da un qualunque stato di funzionamento:<br />

> MUT;<br />

> simplify(MUT/(MUT+MDT));<br />

0.12007000000000000000 10 8<br />

0.99999991671525637418<br />

3. Modelli elementari<br />

Si noti che usare il MUT al posto del MTTF quando si riparte dallo stato iniziale costituisce<br />

una ottima approssimazione.<br />

Se i due blocchi sono identici<br />

> l:=0.0001; m:=0.5;<br />

l := 0.0001 m := 0.5<br />

Ripristinando il servizio dallo stato 1:<br />

> Assi := (m*(2*l+m))/(l+m)^2;<br />

> MTTFi;<br />

> MDT := 1/(2*m);<br />

> simplify(MTTFi/(MTTFi+MDT));<br />

Assi := 0.99999996001599520128<br />

0.25015000000000000000 10 8<br />

MDT := 1.0000000000000000000<br />

0.99999996002398720672<br />

Ripristinando il servizio da un qualunque stato di funzionamento:<br />

> simplify(MUTi/(MUTi+MDT));<br />

0.99999996001599520128<br />

Al modello elementare costituito da 2 blocchi in ridondanza sequenziale calda competono<br />

le caratteristiche seguenti.<br />

m1 m2 + l1 m2 + m1 l2<br />

Ass :=<br />

( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

m1 m2 + l1 m2 + m1 l2<br />

MUT :=<br />

l2 l1 ( m1 + m2)<br />

1<br />

MDT :=<br />

m1 + m2<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 57 di 153


3. Modelli elementari<br />

3.3.3. Due blocchi identici in ridondanza sequenziale<br />

Nel caso particolare in cui i due blocchi sono identici gli stati 2 e 3 che hanno un solo<br />

componente guasto sono tra loro indistinguibili e possono quindi essere raggruppati<br />

come in Tab. 3.5..<br />

Tab. 3.5. - Possibili stati del sistema<br />

N A B S<br />

1 0 0 0<br />

2 (2, 3) 1 0 0<br />

0 1 0<br />

3 (4) 1 1 1<br />

Ne segue il diagramma delle transizioni seguente:<br />

1 2 3<br />

m<br />

2l<br />

Fig. 3.3. - Diagramma delle transizioni con stati raggruppati<br />

Si noti che lo stato 2 in Fig. 3.3. corrisponde agli stati 2 e 3 in Fig. 3.2. che stanno sulla<br />

stessa verticale.<br />

La transizione dallo stato 1 allo stato 2 è determinata dal verificarsi di uno solo dei due<br />

eventi indipendenti e in questo caso mutuamente escludentisi “guasto del blocco A” e<br />

“guasto del blocco B” e il suo tasso è quindi la somma dei tassi dei 2 blocchi.<br />

Analogo ragionamento vale per il tasso di transizione, per ripristino della funzionalità di<br />

un solo blocco, dallo stato 3 allo stato 2.<br />

3.3.3.1. Dettagli dei calcoli<br />

> P := matrix(3, 3, [[1-2*l, 2*l,0], [m, 1-(l+m), l], [0,<br />

2*m, 1-2*m]]);<br />

⎡1<br />

− 2 l 2 l 0<br />

⎢<br />

⎤<br />

P := ⎢<br />

⎥<br />

⎢ m 1 − l − m l ⎥<br />

⎣<br />

⎢ 0 2 m 1 − 2 m⎦<br />

⎥<br />

> V := matrix(1, 3, [P1, P2, P3]);<br />

> X := evalm(V &* P);<br />

V := [ P1 P2 P3]<br />

X := [ P1 ( 1− 2l) + P2m 2 P1 l + P2 ( 1 − l − m) + 2 P3 m P2 l + P3 ( 1− 2m)<br />

]<br />

> eq1 := X[1,1] = P1;<br />

> eq2 := X[1,2] = P2;<br />

2m<br />

eq1 := P1 ( 1− 2l) + P2m= P1<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 58 di 153<br />

l


eq3 := X[1,3] = P3;<br />

> eq4 := P1 + P2 + P3 = 1;<br />

eq2 := 2 P1 l + P2 ( 1 − l − m) + 2 P3 m = P2<br />

eq3 := P2 l + P3 ( 1− 2m) = P3<br />

eq4 := P1 + P2 + P3 = 1<br />

> S := solve({eq1,eq2,eq4}, {P1,P2,P3});<br />

S := { P1 =<br />

, ,<br />

}<br />

+ 2 ml+ m 2<br />

P3 =<br />

+ 2 ml+ m 2<br />

ml<br />

P2 = 2<br />

+ 2 ml+ m 2<br />

l 2<br />

m 2<br />

> simplify(sum('S[i]', 'i'=1..3));<br />

> P1 := m^2/(l^2+2*m*l+m^2);<br />

l 2<br />

l 2<br />

P1 + P2 + P3 = 1<br />

P1 :=<br />

> P2 := 2*m*l/(l^2+2*m*l+m^2);<br />

P2 := 2<br />

> P3 := l^2/(l^2+2*m*l+m^2);<br />

P3 :=<br />

> Ass := simplify(P1 + P2);<br />

> f1 := P1*2*l;<br />

> f2 := P2*(m+l);<br />

> f3 := P3*2*m;<br />

Ass :=<br />

f1 := 2<br />

f2 := 2<br />

l 2<br />

l 2<br />

l 2<br />

l 2<br />

l 2<br />

l 2<br />

3. Modelli elementari<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 59 di 153<br />

m 2<br />

+ 2 ml+ m 2<br />

ml<br />

+ 2 ml+ m 2<br />

l 2<br />

+ 2 ml+ m 2<br />

( 2 l + m) m<br />

+ 2 ml+ m 2<br />

m 2 l<br />

+ 2 ml+ m 2<br />

ml( ) + m l<br />

+ 2 ml+ m 2<br />

l 2


f3 := 2<br />

l 2<br />

l 2 m<br />

+ 2 ml+ m 2<br />

> MUT := simplify((P1+P2)/f3);<br />

1 2 l + m<br />

MUT :=<br />

2<br />

> MDT := P3/f3;<br />

3. Modelli elementari<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 60 di 153<br />

l 2<br />

1 1<br />

MDT :=<br />

2 m<br />

Queste formule sono identiche a quelle calcolate in 3.3.2. appositamente per poter fare<br />

questo confronto.<br />

Al modello elementare costituito da 2 blocchi identici in ridondanza sequenziale<br />

calda competono le caratteristiche seguenti.<br />

Ass :=<br />

l 2<br />

( 2 l + m) m<br />

+ 2 ml+ m 2<br />

1 2 l + m<br />

MUT :=<br />

2<br />

1 1<br />

MDT :=<br />

2 m<br />

l 2<br />

3.3.4. Due blocchi in ridondanza sequenziale fredda<br />

Il sistema è costituito da un blocco A cui competono un tasso di guasto l1 e un tasso di<br />

riparazione m1 normalmente a servizio del sistema e da un blocco B in riserva fredda cui<br />

compete un tasso di guasto l2 quando è funzionante al servizio del sistema, un tasso di<br />

guasto l3 quando è spento in riserva (dormant failure rate) e un tasso di riparazione m2.<br />

Una volta terminata la riparazione, B passa in riserva fredda e A passa a servizio del sistema.<br />

Il sistema può assumere gli stati mostrati in Tab.3.6. ove:<br />

N = identificazione dello stato;<br />

A, B = stato del blocco (0 = funzionante, R = funzionante in riserva, 1 = guasto);<br />

S = stato del sistema (0 = funzionante, 1= guasto).<br />

Tab. 3.6. - Possibili stati del sistema<br />

N A B S<br />

1 0 R 0<br />

2 1 0 0<br />

3 0 1 0<br />

4 1 1 1


Il diagramma delle transizioni tra questi stati è mostrato in Fig. 3.4.<br />

1<br />

m2<br />

m1<br />

l1<br />

Fig. 3.4. – Diagramma delle transizioni tra stati<br />

3.3.4.1. Dettagli dei calcoli<br />

> P := matrix(4, 4, [[1-(l1+l3), l1, l3, 0],<br />

[m1, 1-(l2+m1), 0, l2], [m2, 0, 1-(l1+m2), l1],<br />

[0, m2, m1, 1-(m1+m2)]]);<br />

⎡1<br />

− l1 − l3 l1 l3 0<br />

⎢<br />

⎤<br />

⎢<br />

⎥<br />

P := ⎢ m1 1 − l2 − m1 0 l2<br />

⎢<br />

⎥<br />

⎢<br />

⎥<br />

⎢<br />

m2 0 1 − l1 − m2 l1 ⎥<br />

⎣<br />

⎢ 0 m2 m1 1 − m1 − m2⎦<br />

⎥<br />

> V := matrix(1, 4, [P1, P2, P3, P4]);<br />

> X := evalm(V &* P);<br />

V := [ P1 P2 P3 P4]<br />

3. Modelli elementari<br />

X :=<br />

[ P1 ( 1 − l1 − l3 ) + P2 m1 + P3 m2 , P1 l1 + P2 ( 1 − l2 − m1) + P4 m2 ,<br />

P1 l3 + P3 ( 1 − l1 − m2) + P4 m1 , P2 l2 + P3 l1 + P4 ( 1 − m1 − m2)<br />

]<br />

> eq1 := X[1,1] = P1;<br />

> eq2 := X[1,2] = P2;<br />

> eq3 := X[1,3] = P3;<br />

> eq4 := X[1,4] = P4;<br />

eq1 := P1 ( 1 − l1 − l3 ) + P2 m1 + P3 m2 = P1<br />

eq2 := P1 l1 + P2 ( 1 − l2 − m1) + P4 m2 = P2<br />

eq3 := P1 l3 + P3 ( 1 − l1 − m2) + P4 m1 = P3<br />

eq4 := P2 l2 + P3 l1 + P4 ( 1 − m1 − m2) = P4<br />

> eq5 := P1 + P2 + P3 + P4 =1;<br />

l3<br />

2<br />

3<br />

m2<br />

m1<br />

l1<br />

l2<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 61 di 153<br />

4


eq5 := P1 + P2 + P3 + P4 = 1<br />

> S := solve({eq1,eq2,eq3,eq5}, {P1,P2,P3,P4});<br />

3. Modelli elementari<br />

S P2 m2l1 ( l1 + l3 + m2 + m1) l1 l3 m2 l1 2 l2 l1 2 := { =<br />

/( + + m2 + l1 l3 m1 + l1 m2 l2<br />

2 l1 m2 m1 l1 m1 l2 l1 l3 l2 l1 m2 2 m1 l3 m2 m1 m2 l2 m1 2 + + + + + + + l3<br />

m1 2 m2 m1 m2 2 + + + m1 l3 l2 ) , P4 = ( m2 l2 + l1 l2 + l3 l2 + l3 m1) l1/( l1 l3 m2<br />

l1 2 l2 l1 2 m2 l1 l3 m1 l1 m2 l2 2 l1 m2 m1 l1 m1 l2 l1 l3 l2 l1 m2 2<br />

+ + + + + + + +<br />

m1 l3 m2 m1 m2 l2 m1 2 l3 m1 2 m2 m1 m2 2 + + + + + + m1 l3 l2 ) , P3 = m1<br />

( l1 l2 + l3 m2 + l3 l2 + l3 m1) l1 l3 m2 l1 2 l2 l1 2 /( + + m2 + l1 l3 m1 + l1 m2 l2<br />

2 l1 m2 m1 l1 m1 l2 l1 l3 l2 l1 m2 2 m1 l3 m2 m1 m2 l2 m1 2 + + + + + + + l3<br />

m1 2 m2 m1 m2 2 + + + m1 l3 l2 ) P1 m2 m1 ( l1 + l2 + m1 + m2) l1 l3 m2 l1 2 , =<br />

/( + l2<br />

l1 2 m2 l1 l3 m1 l1 m2 l2 2 l1 m2 m1 l1 m1 l2 l1 l3 l2 l1 m2 2 + + + + + + + + m1 l3 m2<br />

m1 m2 l2 m1 2 l3 m1 2 m2 m1 m2 2 + + + + + m1 l3 l2 )}<br />

> simplify(sum('S[i]', 'i'=1..4));<br />

P1 + P2 + P3 + P4 = 1<br />

> P1<br />

:=m2*m1*(l2+l1+m1+m2)/(l1^2*m2+l1*l3*l2+l1^2*l2+l1*m2^2+l1*<br />

l3*m2+2*l1*m2*m1+l1*m1*l2+l1*l3*m1+l1*m2*l2+m1*l3*l2+m1*m2*<br />

l2+m1*m2^2+m1^2*m2+m1^2*l3+m1*l3*m2);<br />

P1 m2 m1 ( l1 + l2 + m1 + m2) l1 l3 m2 l1 2 l2 l1 2 :=<br />

/( + + m2 + l1 l3 m1 + l1 m2 l2<br />

2 l1 m2 m1 l1 m1 l2 l1 l3 l2 l1 m2 2 m1 l3 m2 m1 m2 l2 m1 2 + + + + + + + l3<br />

m1 2 m2 m1 m2 2 + + + m1 l3 l2 )<br />

> P2 :=<br />

m2*l1*(m2+l1+l3+m1)/(l1^2*m2+l1*l3*l2+l1^2*l2+l1*m2^2+l1*l3<br />

*m2+2*l1*m2*m1+l1*m1*l2+l1*l3*m1+l1*m2*l2+m1*l3*l2+m1*m2*l2<br />

+m1*m2^2+m1^2*m2+m1^2*l3+m1*l3*m2);<br />

P2 m2 l1 ( l1 + l3 + m2 + m1) l1 l3 m2 l1 2 l2 l1 2 :=<br />

/( + + m2 + l1 l3 m1 + l1 m2 l2<br />

2 l1 m2 m1 l1 m1 l2 l1 l3 l2 l1 m2 2 m1 l3 m2 m1 m2 l2 m1 2 + + + + + + + l3<br />

m1 2 m2 m1 m2 2 + + + m1 l3 l2 )<br />

> P3 :=<br />

m1*(l3*m2+l3*l2+l1*l2+l3*m1)/(l1^2*m2+l1*l3*l2+l1^2*l2+l1*m<br />

2^2+l1*l3*m2+2*l1*m2*m1+l1*m1*l2+l1*l3*m1+l1*m2*l2+m1*l3*l2<br />

+m1*m2*l2+m1*m2^2+m1^2*m2+m1^2*l3+m1*l3*m2);<br />

P3 m1 ( l1 l2 + l3 m2 + l3 l2 + l3 m1) l1 l3 m2 l1 2 l2 l1 2 :=<br />

/( + + m2 + l1 l3 m1 + l1 m2 l2<br />

2 l1 m2 m1 l1 m1 l2 l1 l3 l2 l1 m2 2 m1 l3 m2 m1 m2 l2 m1 2 + + + + + + + l3<br />

m1 2 m2 m1 m2 2 + + + m1 l3 l2 )<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 62 di 153


3. Modelli elementari<br />

> P4 :=<br />

(l3*l2+l3*m1+l1*l2+m2*l2)*l1/(l1^2*m2+l1*l3*l2+l1^2*l2+l1*m<br />

2^2+l1*l3*m2+2*l1*m2*m1+l1*m1*l2+l1*l3*m1+l1*m2*l2+m1*l3*l2<br />

+m1*m2*l2+m1*m2^2+m1^2*m2+m1^2*l3+m1*l3*m2);<br />

P4 ( m2 l2 + l1 l2 + l3 l2 + l3 m1) l1 l1 l3 m2 l1 2 l2 l1 2 :=<br />

/( + + m2 + l1 l3 m1 + l1 m2 l2<br />

2 l1 m2 m1 l1 m1 l2 l1 l3 l2 l1 m2 2 m1 l3 m2 m1 m2 l2 m1 2 + + + + + + + l3<br />

m1 2 m2 m1 m2 2 + + + m1 l3 l2 )<br />

> simplify(P1+P2+P3+P4);<br />

> Ass := factor(P1+P2+P3);<br />

Ass 2 l1 m2 m1 m1 m2 l2 m1 2 m2 m1 m2 2<br />

l1 2 m2 l1 l3 m2 l1 m2 2<br />

:= ( + + + + + +<br />

l1 m1 l2 m1 l3 m2 m1 l3 l2 m1 2 + + + + l3 ) ( ( l1 + m1)<br />

( l3 m1 + m2 m1 + m2 l1 + l1 l2 + l3 m2 + m2 l2 + m2 + )<br />

2<br />

l3 l2 )<br />

> f1 := simplify(P4*(m1+m2));<br />

1<br />

f1 ( m2 l2 + l1 l2 + l3 l2 + l3 m1) l1 ( m1 + m2) l1 l3 m2 l1 2 l2 l1 2 :=<br />

/( + + m2 + l1 l3 m1<br />

l1 m2 l2 2 l1 m2 m1 l1 m1 l2 l1 l3 l2 l1 m2 2 + + + + + + m1 l3 m2 + m1 m2 l2<br />

m1 2 l3 m1 2 m2 m1 m2 2 + + + + m1 l3 l2 )<br />

> MUT := simplify(Ass/f1);<br />

MUT 2 l1 m2 m1 m1 m2 l2 m1 2 m2 m1 m2 2<br />

l1 2 m2 l1 l3 m2 l1 m2 2<br />

:= ( + + + + + +<br />

l1 m1 l2 m1 l3 m2 m1 l3 l2 m1 2 + + + + l3 )/( ( m2 l2 + l1 l2 + l3 l2 + l3 m1) l1<br />

( m1 + m2 ) )<br />

Poiché il sistema riparte sempre dallo stato iniziale si calcola anche il MTTF<br />

> Q := matrix(3, 3, [[1-(l1+l3), l1, l3],<br />

[m1, 1-(l2+m1), 0], [m2, 0, 1-(l1+m2)]]);<br />

⎡1<br />

− l1 − l3 l1 l3<br />

⎢<br />

⎤<br />

Q := ⎢<br />

⎥<br />

⎢ m1 1 − l2 − m1 0 ⎥<br />

⎢<br />

⎥<br />

⎣ m2 0 1 − l1 − m2⎦<br />

> M := inverse(ID-evalm(Q));<br />

M :=<br />

⎡ ( l2 + m1 ) ( l1 + m2)<br />

l1 + m2<br />

⎣<br />

⎢ , ,<br />

( m2 l2 + l1 l2 + l3 l2 + l3 m1) l1 m2 l2 + l1 l2 + l3 l2 + l3 m1<br />

l3 ( l2 + m1)<br />

⎤<br />

( m2 l2 + l1 l2 + l3 l2 + l3 m1) l1 ⎥<br />

⎦<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 63 di 153


⎡ m1 ( l1 + m2)<br />

l1 + l3 + m2<br />

⎢ , ,<br />

⎣ ( m2 l2 + l1 l2 + l3 l2 + l3 m1) l1 m2 l2 + l1 l2 + l3 l2 + l3 m1<br />

l3 m1<br />

⎤<br />

( m2 l2 + l1 l2 + l3 l2 + l3 m1) l1 ⎥<br />

⎦<br />

⎡ ( l2 + m1) m2<br />

m2<br />

⎣<br />

⎢ , ,<br />

( m2 l2 + l1 l2 + l3 l2 + l3 m1) l1 m2 l2 + l1 l2 + l3 l2 + l3 m1<br />

l1 l2 + l3 l2 + l3 m1 ⎤<br />

( m2 l2 + l1 l2 + l3 l2 + l3 m1) l1 ⎥<br />

⎦<br />

> MTTF := simplify(M[1,1]+M[1,2]+M[1,3]);<br />

l1 l2 + m2 l2 + l1 m1 + m2 m1 + m2 l1 + l1 + +<br />

MTTF :=<br />

2<br />

l3 l2 l3 m1<br />

( m2 l2 + l1 l2 + l3 l2 + l3 m1) l1<br />

3. Modelli elementari<br />

Si vedrà nell’esempio seguente che questo valore differisce di molto poco dal valore<br />

del MUT.<br />

> MDT := simplify(P4/f1);<br />

> simplify(MUT/(MUT+MDT));<br />

MDT :=<br />

1<br />

m1 + m2<br />

m1 2 m2 m2 2 m1 l2 m1 m2 2 m2 m1 l1 l3 l1 m2 m2 2 l1 m2 l1 2<br />

l3 m1 2<br />

( + + + + + + +<br />

+ l3 m1 m2 + l3 l2 m1 + l2 m1 l1 l3 m1 m2 l3 m1 l1 l3 m1 2<br />

) ( + + + l3 l2 l1<br />

l3 l2 m1 l3 l1 m2 l2 m1 m2 l2 m1 l1 l2 l1 2 m2 2 m1 2 m2 m1 l1 m2 2 + + + + + + + + l1<br />

m2 l1 2<br />

l2 l1 m2 m1 2 + + + m2)<br />

> simplify(%/Ass);<br />

> simplify(MUT/(MUT+MDT));<br />

m1 m2 l2 2 l1 m2 m1 m1 2 m2 m1 m2 2<br />

l1 m2 2<br />

l1 2 ( + + + + + m2 + l1 l3 m2 + m1 l3 m2<br />

m1 l3 l2 l1 m1 l2 m1 2 + + + l3 l1 2 m2 l1 l3 l2 l1 2 l2 l1 m2 2<br />

) ( + + + + l1 l3 m2<br />

2 l1 m2 m1 l1 m1 l2 l1 l3 m1 l1 m2 l2 m1 l3 l2 m1 m2 l2 m1 m2 2<br />

+ + + + + + +<br />

m1 2 m2 m1 2 + + l3 + m1 l3 m2)<br />

> simplify(%/Ass);<br />

Esempio<br />

> l1:=0.0001; m1:=0.4; l2:= 0.0002; m2:=0.6; l3:=<br />

0.00004; m3:=0.6;<br />

1<br />

1<br />

l1 := 0.0001 m1 := 0.4<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 64 di 153


Digits := 30;<br />

> Ass;<br />

> MUT;<br />

> MTTF;<br />

> MDT;<br />

l2 := 0.0002 m2 := 0.6<br />

l3 := 0.00004 m3 := 0.6<br />

Digits := 30<br />

0.999999943356604596829159070243<br />

0.176543079071955773811274149440 10 8<br />

0.176607785161878436792425088952 10 8<br />

1.00000000000000000000000000000<br />

3. Modelli elementari<br />

Confrontando questi dati con gli analoghi calcolati per i 2 blocchi in ridondanza sequenziale<br />

calda (vedi 3.3.2.) si ha:<br />

Assc := 0.999999916715256374177032216453<br />

> Assf/Assc;<br />

> MUTf/MUTc;<br />

MUTc := 0.12007000000000000000000000000 10 8<br />

Assf := 0.99999999943356604596829159070243<br />

MUTf := 0.176543079071955773811274149440 10 8<br />

1.00000008271831656096504731389<br />

1.47033463039856561848316939652<br />

Le disponibilità sono praticamente identiche, mentre il MUT della ridondanza fredda ha<br />

un vantaggio di circa il 47%. Si ricordi la maggior rilevanza di questo parametro (vedi<br />

2.4.).<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 65 di 153


3. Modelli elementari<br />

Al modello elementare costituito da 2 blocchi in ridondanza sequenziale fredda<br />

competono le caratteristiche seguenti.<br />

Ass m1 m2 l2 2 l1 m2 m1 m1 2 m2 m1 m2 2<br />

l1 m2 2<br />

l1 2 := ( + + + + + m2 + l1 l3 m2<br />

m1 l3 m2 m1 l3 l2 l1 m1 l2 m1 2 + + + + l3 ) (<br />

( l1 + m1 ) ( l3 m1 + m2 m1 + m2 l1 + l1 l2 + l3 l2 + m2 l2 + m2 + )<br />

2<br />

l3 m2 )<br />

MUT m1 m2 l2 2 l1 m2 m1 m1 2 m2 m1 m2 2<br />

l1 m2 2<br />

l1 2 := ( + + + + + m2 + l1 l3 m2<br />

m1 l3 m2 m1 l3 l2 l1 m1 l2 m1 2 + + + + l3 )/(<br />

( l3 l2 + l3 m1 + l1 l2 + m2 l2 ) l1 ( m1 + m2 ) )<br />

MDT :=<br />

1<br />

m1 + m2<br />

3.3.5. Due blocchi identici in ridondanza sequenziale fredda<br />

I 2 blocchi A e B sono identici con tasso di guasto l quando sono al servizio del sistema<br />

ed l3 quando sono in riserva e tasso di riparazione m. Il sistema riparte non appena raggiunto<br />

un qualunque stato di funzionamento.<br />

La tabella degli stati è ancora quella di Tab. 3.6. mentre il diagramma delle transizioni<br />

tra stati è il seguente.<br />

1<br />

m<br />

m<br />

l l<br />

l3<br />

Fig. 3.5. – Diagramma delle transizioni tra stati<br />

3.3.5.1. Dettagli dei calcoli<br />

> P := matrix(4, 4, [[1-(l+l3), l, l3, 0],<br />

[m, 1-(l+m), 0, l], [m, 0, 1-(l+m), l],<br />

[0, m, m, 1-(m+m)]]);<br />

⎡1<br />

− l − l3 l l3 0<br />

⎢<br />

⎤<br />

⎢<br />

⎥<br />

P := ⎢ m 1 − l − m 0 l<br />

⎢<br />

⎥<br />

⎢<br />

⎥<br />

⎢<br />

m 0 1 − l − m l ⎥<br />

⎣<br />

⎢ 0 m m 1 − 2 m⎦<br />

⎥<br />

> V := matrix(1, 4, [P1, P2, P3, P4]);<br />

2<br />

3<br />

m<br />

m<br />

l<br />

l<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 66 di 153<br />

4


X := evalm(V &* P);<br />

V := [ P1 P2 P3 P4]<br />

X :=<br />

[ P1 ( 1 − l − l3 ) + P2 m + P3 m , P1 l + P2 ( 1 − l − m) + P4 m ,<br />

P1 l3 + P3 ( 1 − l − m) + P4 m , P2 l + P3 l + P4 ( 1 − 2 m)<br />

]<br />

> eq1 := X[1,1] = P1;<br />

> eq2 := X[1,2] = P2;<br />

> eq3 := X[1,3] = P3;<br />

> eq4 := X[1,4] = P4;<br />

> eq5 := P1 + P2 + P3 + P4 =1;<br />

eq1 := P1 ( 1 − l − l3 ) + P2 m + P3 m = P1<br />

eq2 := P1 l + P2 ( 1 − l − m) + P4 m = P2<br />

eq3 := P1 l3 + P3 ( 1 − l − m) + P4 m = P3<br />

eq4 := P2 l + P3 l + P4 ( 1− 2m) = P4<br />

eq5 := P1 + P2 + P3 + P4 = 1<br />

> S := solve({eq1,eq2,eq3,eq5}, {P1,P2,P3,P4});<br />

S P4 = { :=<br />

l 2<br />

l ( l + l3)<br />

+ 2 ml+ ll3+ 2 m +<br />

2<br />

2 l3 m ,<br />

( + ll3+ 2 l3 m) m<br />

P3 =<br />

( l + + + + )<br />

2<br />

2 ml ll3 2 m 2<br />

2 l3 m ( l + m )<br />

,<br />

ml( l + 2 m+ l3)<br />

P2 =<br />

l + + + + + +<br />

3<br />

l 2 l3 3 ll3m 3 l 2 m 4 lm 2<br />

2 l3 m 2<br />

2 m 3,<br />

P1 =<br />

l 2<br />

l 2<br />

2 m 2<br />

+ 2 ml+ ll3+ 2 m +<br />

2<br />

2 l3 m }<br />

> simplify(sum('S[i]', 'i'=1..4));<br />

P1 + P2 + P3 + P4 = 1<br />

> P1 := 2*m^2/(l^2+2*m*l+l*l3+2*m^2+2*l3*m);<br />

P1 :=<br />

l 2<br />

2 m 2<br />

+ 2 ml+ ll3+ 2 m +<br />

2<br />

2 l3 m<br />

3. Modelli elementari<br />

> P2 :=<br />

m*l*(l+2*m+l3)/(l^3+l^2*l3+3*l*l3*m+3*l^2*m+4*l*m^2+2*l3*m^<br />

2+2*m^3);<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 67 di 153


P2 :=<br />

l 3<br />

ml( l + 2 m+ l3)<br />

+ l + + + + +<br />

2 l3 3 ll3m 3 l 2 m 4 lm 2<br />

2 l3 m 2<br />

3. Modelli elementari<br />

2 m 3<br />

> P3 :=<br />

(l^2+l*l3+2*l3*m)*m/(l^2+2*m*l+l*l3+2*m^2+2*l3*m)/(l+m);<br />

( + ll3+ 2 l3 m) m<br />

P3 :=<br />

( + 2 ml+ ll3+ 2 m + )<br />

2<br />

2 l3 m ( l + m)<br />

l 2<br />

> P4 := l*(l+l3)/(l^2+2*m*l+l*l3+2*m^2+2*l3*m);<br />

P4 :=<br />

> simplify(P1+P2+P3+P4);<br />

> Ass := factor(P1+P2+P3);<br />

Ass :=<br />

> f1 := simplify(P4*(m+m));<br />

f1 :=<br />

> MUT := simplify(Ass/f1);<br />

> MDT := simplify(P4/f1);<br />

> simplify(MUT/(MUT+MDT));<br />

> simplify(%/Ass);<br />

l 2<br />

l 2<br />

l 2<br />

l 2<br />

l 2<br />

l ( l + l3)<br />

+ 2 ml+ ll3+ 2 m +<br />

2<br />

1<br />

2 m ( l3 + l + m)<br />

+ 2 ml+ ll3+ 2 m +<br />

2<br />

2 l ( l + l3) m<br />

+ 2 ml+ ll3+ 2 m +<br />

2<br />

l3 + l + m<br />

MUT :=<br />

l ( l + l3)<br />

MDT :=<br />

1<br />

2 m<br />

2 m ( l3 + l + m)<br />

+ 2 ml+ ll3+ 2 m +<br />

2<br />

2 l3 m<br />

2 l3 m<br />

2 l3 m<br />

2 l3 m<br />

Esempio<br />

> l:=0.0002; m:=0.5; l3:= 0.00004; m:=0.5;<br />

1<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 68 di 153


Digits:=20;<br />

> Ass;<br />

> MUT;<br />

> MDT;<br />

> MUT/(MUT+MDT);<br />

l := 0.0002 m := 0.5<br />

l3 := 0.00004 m := 0.5<br />

Digits := 20<br />

0.99999990404606709936<br />

0.10421666666666666667 10 8<br />

1.0000000000000000000<br />

0.99999990404606709937<br />

3. Modelli elementari<br />

Al modello elementare costituito da 2 blocchi identici in ridondanza sequenziale<br />

fredda competono le caratteristiche seguenti.<br />

Ass :=<br />

l 2<br />

2 m ( l3 + l + m)<br />

+ 2 ml+ ll3+ 2 m +<br />

2<br />

l3 + l + m<br />

MUT :=<br />

l ( l + l3)<br />

MDT :=<br />

1<br />

2 m<br />

2 l3 m<br />

3.3.6. Manutenzione multipla<br />

Per valutare quantitativamente la convenienza di predisporre più di un manutentore si<br />

riprenda il sistema di due blocchi in ridondanza sequenziale calda (3.3.2.).<br />

Siano 2 i riparatori disponibili.<br />

I tassi di riparazione dei 2 blocchi nella transizione dallo stato 4 agli stati 3 e 2 rispettivamente<br />

vanno raddoppiati e moltiplicati per la quota che il secondo manutentore dedica<br />

a ciascun blocco in ragione della sua frequenza relativa di guasto. Ne risultano per<br />

queste transizioni i tassi di riparazione:<br />

2λ1<br />

2λ2<br />

m 1 , m 2 .<br />

λ + λ λ + λ<br />

1<br />

2<br />

1<br />

2<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 69 di 153


3.3.6.1. Dettagli dei calcoli<br />

> P := matrix(4,4,[[1-(l1+l2),l1,l2,0],[m1,1-<br />

(l2+m1),0,l2],[m2,0,1-(l1+m2),<br />

l1],[0,2*l2*m2/(l1+l2),2*m1*l1/(l1+l2),1-<br />

(2*m1*l1/(l1+l2)+2*l2*m2/(l1+l2))]]);<br />

⎡1<br />

− l1 − l2 l1 l2 0<br />

⎢ m1 1 − l2 − m1 0 l2<br />

P :=<br />

⎢<br />

m2 0 1 − l1 − m2 l1<br />

⎢<br />

2 l2 m2 2 m1 l1 2 m1 l1<br />

⎢<br />

⎣<br />

⎢ 0<br />

1 − −<br />

l1 + l2 l1 + l2 l1 + l2<br />

> V := matrix(1,4,[P1, P2, P3,P4]);<br />

V := [ P1 P2 P3 P4]<br />

3. Modelli elementari<br />

⎤<br />

⎥<br />

2 l2 m2 ⎥<br />

l1 + l2 ⎦<br />

⎥<br />

> X := evalm(V&*P);<br />

X :=<br />

⎡<br />

2 P4 l2 m2<br />

P1 ( 1 − l1 − l2 ) + P2 m1 + P3 m2 P1 l1 + P2 ( 1 − l2 − m1)<br />

+<br />

⎣<br />

⎢ , ,<br />

l1 + l2<br />

2 P4 m1 l1<br />

P1 l2 + P3 ( 1 − l1 − m2)<br />

+<br />

P2 l2 + P3 l1 + P4<br />

l1 + l2<br />

⎛ 2 m1 l1 2 l2 m2<br />

,<br />

⎞<br />

⎝<br />

⎜ 1 − −<br />

⎤<br />

l1 + l2 l1 + l2 ⎠<br />

⎟<br />

⎦<br />

⎥<br />

> eq1 := X[1,1] = P1;<br />

> eq2 := X[1,2] = P2;<br />

> eq3 := X[1,3] = P3;<br />

> eq4 := X[1,4] = P4;<br />

eq1 := P1 ( 1 − l1 − l2 ) + P2 m1 + P3 m2 = P1<br />

2 P4 l2 m2<br />

eq2 := P1 l1 + P2 ( 1 − l2 − m1)<br />

+<br />

= P2<br />

l1 + l2<br />

2 P4 m1 l1<br />

eq3 := P1 l2 + P3 ( 1 − l1 − m2)<br />

+<br />

= P3<br />

l1 + l2<br />

eq4 := P2 l2 + P3 l1 + P4 =<br />

⎛ 2 m1 l1 2 l2 m2 ⎞<br />

⎜ 1 − − ⎟ P4<br />

⎝ l1 + l2 l1 + l2 ⎠<br />

> eq5 := P1+P2+P3+P4 = 1;<br />

eq5 := P1 + P2 + P3 + P4 = 1<br />

> S := solve({eq1,eq2,eq3,eq5}, {P1,P2,P3,P4});<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 70 di 153


3. Modelli elementari<br />

S P1 2 m2 m1 ( m1 l1 + m2 l2 + 2 l2 l1 ) l1 3 l2 3 l1 2 m2 l2 2 l1 2 := { =<br />

/( + + m2 m1<br />

3 l1 2 m1 l2 2 l1 2 l2 2<br />

2 l1 m2 m1 2<br />

4 l1 m2 l2 m1 3 l1 m2 l2 2<br />

l1 l2 3<br />

+ + + + + +<br />

2 l1 m1 2 l2 2 l1 m2 2 l2 3 l1 l2 2 m1 2 m2 2 l2 m1 2 m2 l2 2 + + + + + m1)<br />

, P3 = 2<br />

( l1 + + + )<br />

2<br />

l2 l1 m1 l1 m2 l2 m1 l2 l1 3 l2 3 l1 2 m2 l2 2 l1 2 m2 m1 3 l1 2 ( + + + m1 l2<br />

2 l1 2 l2 2<br />

2 l1 m2 m1 2<br />

4 l1 m2 l2 m1 3 l1 m2 l2 2<br />

l1 l2 3<br />

2 l1 m1 2 + + + + + + l2<br />

2 l1 m2 2 l2 3 l1 l2 2 m1 2 m2 2 l2 m1 2 m2 l2 2 + + + + m1)<br />

, P2 = 2<br />

( m1 l1 + l2 l1 + m2 l2 + l2 )<br />

2<br />

l1 m2 l1 3 l2 3 l1 2 m2 l2 2 l1 2 m2 m1 3 l1 2 ( + + + m1 l2<br />

2 l1 2 l2 2<br />

2 l1 m2 m1 2<br />

4 l1 m2 l2 m1 3 l1 m2 l2 2<br />

l1 l2 3<br />

2 l1 m1 2 + + + + + + l2<br />

2 l1 m2 2 l2 3 l1 l2 2 m1 2 m2 2 l2 m1 2 m2 l2 2 + + + + m1)<br />

, P4 =<br />

( l1 + + + + + + )<br />

2<br />

2 l2 l1 m2 l1 m1 l1 l2 2 m2 l2 m1 l2 l2 l1 l1 3 l2 3 l1 2 ( + m2 l2<br />

2 l1 2 m2 m1 3 l1 2 m1 l2 2 l1 2 l2 2<br />

2 l1 m2 m1 2<br />

4 l1 m2 l2 m1 3 l1 m2 l2 2<br />

+ + + + + +<br />

l1 l2 3<br />

2 l1 m1 2 l2 2 l1 m2 2 l2 3 l1 l2 2 m1 2 m2 2 l2 m1 2 m2 l2 2 + + + + + + m1)}<br />

> simplify(sum('S[i]','i'=1..4));<br />

P1 + P2 + P3 + P4 = 1<br />

> P1 :=<br />

2*m2*m1*(m1*l1+m2*l2+2*l2*l1)/(l1^3*l2+3*l1^2*m2*l2+2*l1^2*<br />

m2*m1+3*l1^2*m1*l2+2*l1^2*l2^2+2*l1*m2*m1^2+4*l1*m2*l2*m1+3<br />

*l1*m2*l2^2+l1*l2^3+2*l1*m1^2*l2+2*l1*m2^2*l2+3*l1*l2^2*m1+<br />

2*m2^2*l2*m1+2*m2*l2^2*m1);<br />

P1 2 m2 m1 ( m1 l1 + m2 l2 + 2 l2 l1 ) l1 3 l2 3 l1 2 m2 l2 2 l1 2 m2 m1 3 l1 2 :=<br />

/( + + + m1 l2<br />

2 l1 2 l2 2<br />

2 l1 m2 m1 2<br />

4 l1 m2 l2 m1 3 l1 m2 l2 2<br />

l1 l2 3<br />

2 l1 m1 2 + + + + + + l2<br />

2 l1 m2 2 l2 3 l1 l2 2 m1 2 m2 2 l2 m1 2 m2 l2 2 + + + + m1)<br />

> P2 :=<br />

2*(m1*l1+l2*l1+m2*l2+l2^2)*l1*m2/(l1^3*l2+3*l1^2*m2*l2+2*l1<br />

^2*m2*m1+3*l1^2*m1*l2+2*l1^2*l2^2+2*l1*m2*m1^2+4*l1*m2*l2*m<br />

1+3*l1*m2*l2^2+l1*l2^3+2*l1*m1^2*l2+2*l1*m2^2*l2+3*l1*l2^2*<br />

m1+2*m2^2*l2*m1+2*m2*l2^2*m1);<br />

P2 2( m1 l1 + l2 l1 + m2 l2 + l2 )<br />

2<br />

l1 m2 l1 3 l2 3 l1 2 m2 l2 2 l1 2 :=<br />

( + + m2 m1<br />

3 l1 2 m1 l2 2 l1 2 l2 2<br />

2 l1 m2 m1 2<br />

4 l1 m2 l2 m1 3 l1 m2 l2 2<br />

l1 l2 3<br />

+ + + + + +<br />

2 l1 m1 2 l2 2 l1 m2 2 l2 3 l1 l2 2 m1 2 m2 2 l2 m1 2 m2 l2 2 + + + + + m1)<br />

> P3 :=<br />

2*(l1^2+l2*l1+m1*l1+m2*l2)*m1*l2/(l1^3*l2+3*l1^2*m2*l2+2*l1<br />

^2*m2*m1+3*l1^2*m1*l2+2*l1^2*l2^2+2*l1*m2*m1^2+4*l1*m2*l2*m<br />

1+3*l1*m2*l2^2+l1*l2^3+2*l1*m1^2*l2+2*l1*m2^2*l2+3*l1*l2^2*<br />

m1+2*m2^2*l2*m1+2*m2*l2^2*m1);<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 71 di 153


3. Modelli elementari<br />

P3 2( + l2 l1 + m1 l1 + m2 l2 ) m1 l2 l1 3 l2 3 l1 2 m2 l2 2 l1 2 :=<br />

( + + m2 m1<br />

3 l1 2 m1 l2 2 l1 2 l2 2<br />

2 l1 m2 m1 2<br />

4 l1 m2 l2 m1 3 l1 m2 l2 2<br />

l1 l2 3<br />

+ + + + + +<br />

2 l1 m1 2 l2 2 l1 m2 2 l2 3 l1 l2 2 m1 2 m2 2 l2 m1 2 m2 l2 2 + + + + + m1)<br />

l1 2<br />

> P4 :=<br />

(l1^2+2*l2*l1+m2*l1+m1*l1+l2^2+m2*l2+m1*l2)*l2*l1/(l1^3*l2+<br />

3*l1^2*m2*l2+2*l1^2*m2*m1+3*l1^2*m1*l2+2*l1^2*l2^2+2*l1*m2*<br />

m1^2+4*l1*m2*l2*m1+3*l1*m2*l2^2+l1*l2^3+2*l1*m1^2*l2+2*l1*m<br />

2^2*l2+3*l1*l2^2*m1+2*m2^2*l2*m1+2*m2*l2^2*m1);<br />

P4 ( + 2 l2 l1 + m2 l1 + m1 l1 + l2 + + )<br />

2 m2 l2 m1 l2 l2 l1 l1 3 l2 3 l1 2 :=<br />

( + m2 l2<br />

2 l1 2 m2 m1 3 l1 2 m1 l2 2 l1 2 l2 2<br />

2 l1 m2 m1 2<br />

4 l1 m2 l2 m1 3 l1 m2 l2 2<br />

+ + + + + +<br />

l1 l2 3<br />

2 l1 m1 2 l2 2 l1 m2 2 l2 3 l1 l2 2 m1 2 m2 2 l2 m1 2 m2 l2 2 + + + + + + m1)<br />

l1 2<br />

> simplify(sum('S[i]','i'=1..4));<br />

> Ass := simplify(P1+P2+P3);<br />

1= 1<br />

Ass 2 l1 m2 m1 2 m2 2 l2 m1 2 l1 m2 l2 m1 l1 2 m1 l2 l1 l2 2 m1 l1 m1 2 := ( + + + + + l2<br />

m2 l2 2 m1 l1 2 m2 m1 l1 2 m2 l2 l1 m2 2 l2 l1 m2 l2 2<br />

+ + + + + ) l1 3 l2 3 l1 2 ( + m2 l2<br />

2 l1 2 m2 m1 3 l1 2 m1 l2 2 l1 2 l2 2<br />

2 l1 m2 m1 2<br />

4 l1 m2 l2 m1 3 l1 m2 l2 2<br />

+ + + + + +<br />

l1 l2 3<br />

2 l1 m1 2 l2 2 l1 m2 2 l2 3 l1 l2 2 m1 2 m2 2 l2 m1 2 m2 l2 2 + + + + + + m1)<br />

> f4 := simplify((1-<br />

Ass)*(2*m1*l1/(l1+l2)+2*l2*m2/(l1+l2)));<br />

f4 2( m1 l1 + m2 l2 ) l1 l2 ( l1 + l2 + m2 + m1) l1 3 l2 3 l1 2 m2 l2 2 l1 2 :=<br />

/( + + m2 m1<br />

3 l1 2 m1 l2 2 l1 2 l2 2<br />

2 l1 m2 m1 2<br />

4 l1 m2 l2 m1 3 l1 m2 l2 2<br />

l1 l2 3<br />

+ + + + + +<br />

2 l1 m1 2 l2 2 l1 m2 2 l2 3 l1 l2 2 m1 2 m2 2 l2 m1 2 m2 l2 2 + + + + + m1)<br />

> MUT := simplify(Ass/f4);<br />

MUT l1 m2 m1 2 m2 2 l2 m1 2 l1 m2 l2 m1 l1 2 m1 l2 l1 l2 2 m1 l1 m1 2 := ( + + + + + l2<br />

m2 l2 2 m1 l1 2 m2 m1 l1 2 m2 l2 l1 m2 2 l2 l1 m2 l2 2<br />

+ + + + + )/( ( m1 l1 + m2 l2 ) l1 l2<br />

( l1 + l2 + m2 + m1 ) )<br />

> MDT := simplify((1-Ass)/f4);<br />

l1 + l2<br />

MDT :=<br />

2( m1 l1 + m2 l2 )<br />

Se<br />

> l1:=0.0001; m1:=0.4; l2:=0.0002; m2:=0.6;<br />

l1 := 0.0001 m1 := 0.4<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 72 di 153


Digits:=30;<br />

> Ass;<br />

> MUT;<br />

> MDT;<br />

> MUT/(MUT+MDT)/Ass;<br />

l2 := 0.0002 m2 := 0.6<br />

Digits := 30<br />

0.999999921916650260731230958166<br />

0.120063999550134959512146356093 10 8<br />

0.937500000000000000000000000000<br />

1.00000000000000000000000000000<br />

Valori da confrontarsi con quelli ottenuti in 3.3.2.<br />

Ass1 := 0.999999916715256374177032216453<br />

MUT1 := 0.120070000000000000000000000000 10 8<br />

> (MUT1/(MUT1+MDT1))/Ass1;<br />

> Ass/Ass1;<br />

> MUT/MUT1;<br />

MDT1 := 1.000000000000000000000000000000<br />

1.00000000000000000000000000000<br />

1.00000000520139431975099115899<br />

0.999950025402972928392990389714<br />

3. Modelli elementari<br />

Le differenze, molto piccole, giustificano l'assunzione della manutenzione singola che<br />

verrà mantenuta nel resto del capitolo.<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 73 di 153


3. Modelli elementari<br />

3.3.7. Due blocchi connessi in ridondanza operativa<br />

Si ha quando più blocchi predisposti per assolvere il medesimo compito funzionano<br />

contemporaneamente al servizio del sistema fornendo ciascuno una parte di detto servizio.<br />

Quando un blocco si guasta, un organo di commutazione ideale (con tasso di guasto<br />

e tempo di intervento trascurabili) provvede a metterlo fuori servizio e i rimanenti forniscono<br />

il servizio al sistema. Ovviamente tali blocchi rimanenti sono più sollecitati e<br />

quindi compete loro un tasso di guasto adeguato.<br />

Se l’ipotesi dell’organo di commutazione con tasso di guasto trascurabile non è applicabile,<br />

si tiene conto dell’organo di commutazione reale con un ulteriore blocco in serie.<br />

Il diagramma delle transizioni tra gli stati del sistema è mostrato in Fig. .3.5. ove:<br />

l1 e m1 competono al blocco A in servizio assieme al blocco B;<br />

l2 e m1 competono al blocco A in servizio da solo;<br />

l3 e m2 competono al blocco B in servizio assieme al blocco A;<br />

l4 e m2 competono al blocco B in servizio da solo.<br />

1<br />

m2<br />

m1<br />

l1<br />

l3<br />

Fig. 3.6. - Diagramma delle transizioni tra stati<br />

La transizione dallo stato 2 allo stato 4 avviene con tasso l4 che effettivamente compete<br />

al blocco 2 essendo il blocco 1 già guasto; la transizione dallo stato 3 allo stato 4 avviene<br />

con tasso l2 che effettivamente compete al blocco 1 essendo il blocco 2 già guasto.<br />

Si pensi al caso di due alimentatori che erogano, ambedue funzionanti, ciascuno metà<br />

della potenza richiesta con tasso di guasto l; in caso di guasto ad uno di essi l’altro deve<br />

erogare l’intera potenza con tasso di guasto l’ certamente maggiore di l.<br />

3.3.7.1. Dettagli dei calcoli<br />

> P := matrix(4,4,[[1-(l1+l3),l1,l3,0],[m1,1-<br />

(l4+m1),0,l4],[m2,0,1-(l2+m2),l2],[0,m2,m1,1-(m1+m2)]]);<br />

⎡1<br />

− l1 − l3 l1 l3 0 ⎤<br />

⎢<br />

⎥<br />

⎢<br />

⎥<br />

P := ⎢ m1 1 − l4 − m1 0 l4 ⎥<br />

⎢<br />

⎥<br />

⎢<br />

⎥<br />

⎢<br />

m2 0 1 − l2 − m2 l2<br />

⎥<br />

⎢<br />

⎥<br />

⎣ 0 m2 m1 1 − m1 − m2⎦<br />

> V := matrix(1,4,[P1,P2,P3,P4]);<br />

2<br />

3<br />

m2<br />

m1<br />

l2<br />

l4<br />

V := [ P1 P2 P3 P4]<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 74 di 153<br />

4


X := evalm(V&*P);<br />

3. Modelli elementari<br />

X :=<br />

[ P1 ( 1 − l1 − l3 ) + P2 m1 + P3 m2 , P1 l1 + P2 ( 1 − l4 − m1) + P4 m2 ,<br />

P1 l3 + P3 ( 1 − l2 − m2) + P4 m1 , P2 l4 + P3 l2 + P4 ( 1 − m1 − m2)<br />

]<br />

> eq1 := X[1,1] = P1;<br />

> eq2 := X[1,2] = P2;<br />

> eq3 := X[1,3] = P3;<br />

> eq4 := X[1,4] = P4;<br />

> eq5 := P1+P2+P3+P4 = 1;<br />

eq1 := P1 ( 1 − l1 − l3 ) + P2 m1 + P3 m2 = P1<br />

eq2 := P1 l1 + P2 ( 1 − l4 − m1) + P4 m2 = P2<br />

eq3 := P1 l3 + P3 ( 1 − l2 − m2) + P4 m1 = P3<br />

eq4 := P2 l4 + P3 l2 + P4 ( 1 − m1 − m2) = P4<br />

eq5 := P1 + P2 + P3 + P4 = 1<br />

> S := solve({eq1,eq2,eq3,eq5}, {P1,P2,P3,P4});<br />

S P3 m1( l3 m2 + m1 l3 + l4 l3 + l1 l4 ) l3 m1 2<br />

:= { =<br />

/( + l3 m1 m2 + l3 m1 l2 + l3 l4 m1<br />

l3 l4 l2 m1 l1 m2 l4 l1 m2 m2 l1 l2 m2 m1 l2 m1 2 m2 m2 2 + + + + + + + l1 + l4 l1 l2<br />

l4 m1 m2 l4 l1 m1 l3 m2 l2 m2 2 + + + + m1)<br />

, P2 = m2 ( l3 l2 + l1 m2 + l1 l2 + l1 m1 ) /<br />

l3 m1 2<br />

( + l3 m1 m2 + l3 m1 l2 + l3 l4 m1 + l3 l4 l2 + m1 l1 m2 + l4 l1 m2 + m2 l1 l2<br />

m2 m1 l2 m1 2 m2 m2 2 l1 l4 l1 l2 l4 m1 m2 l4 l1 m1 l3 m2 l2 m2 2 + + + + + + + + m1),<br />

P4 l3 m1 l2 + l4 l1 l2 + l3 l4 l2 + l4 l1 m2 l3 m1 2<br />

= ( )/( + l3 m1 m2 + l3 m1 l2<br />

l3 l4 m1 l3 l4 l2 m1 l1 m2 l4 l1 m2 m2 l1 l2 m2 m1 l2 m1 2 m2 m2 2 + + + + + + + + l1<br />

l4 l1 l2 l4 m1 m2 l4 l1 m1 l3 m2 l2 m2 2 + + + + + m1)<br />

, P1 =<br />

m1 m2 ( l2 + m1 + l4 + m2) l3 m1 2<br />

/( + l3 m1 m2 + l3 m1 l2 + l3 l4 m1 + l3 l4 l2<br />

m1 l1 m2 l4 l1 m2 m2 l1 l2 m2 m1 l2 m1 2 m2 m2 2 + + + + + + l1 + l4 l1 l2 + l4 m1 m2<br />

l4 l1 m1 l3 m2 l2 m2 2 + + + m1)}<br />

> simplify(sum('S[i]', 'i' = 1..4));<br />

P1 + P2 + P3 + P4 = 1<br />

> P1 :=<br />

m1*m2*(l4+m2+m1+l2)/(l3*m1*l2+l3*m1*m2+l3*l4*l2+l3*l4*m1+l3<br />

*m2*l2+l4*l1*m1+l4*l1*m2+l3*m1^2+l4*m1*m2+m2*l1*l2+m2^2*l1+<br />

m1*l1*m2+m2^2*m1+m1^2*m2+l4*l1*l2+m2*m1*l2);<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 75 di 153


3. Modelli elementari<br />

P1 m1 m2 ( l2 + m1 + l4 + m2) l3 m1 2<br />

:=<br />

/( + l3 m1 m2 + l3 m1 l2 + l3 l4 m1 + l3 l4 l2<br />

m1 l1 m2 l4 l1 m2 m2 l1 l2 m2 m1 l2 m1 2 m2 m2 2 + + + + + + l1 + l4 l1 l2 + l4 m1 m2<br />

l4 l1 m1 l3 m2 l2 m2 2 + + + m1)<br />

> P2 :=<br />

m2*(l1*m1+l1*l2+l1*m2+l3*l2)/(l3*m1*l2+l3*m1*m2+l3*l4*l2+l3<br />

*l4*m1+l3*m2*l2+l4*l1*m1+l4*l1*m2+l3*m1^2+l4*m1*m2+m2*l1*l2<br />

+m2^2*l1+m1*l1*m2+m2^2*m1+m1^2*m2+l4*l1*l2+m2*m1*l2);<br />

P2 m2 ( l3 l2 + l1 m2 + l1 l2 + l1 m1) l3 m1 2<br />

:=<br />

/( + l3 m1 m2 + l3 m1 l2 + l3 l4 m1<br />

l3 l4 l2 m1 l1 m2 l4 l1 m2 m2 l1 l2 m2 m1 l2 m1 2 m2 m2 2 + + + + + + + l1 + l4 l1 l2<br />

l4 m1 m2 l4 l1 m1 l3 m2 l2 m2 2 + + + + m1)<br />

> P3 :=<br />

m1*(l4*l3+l3*m2+m1*l3+l4*l1)/(l3*m1*l2+l3*m1*m2+l3*l4*l2+l3<br />

*l4*m1+l3*m2*l2+l4*l1*m1+l4*l1*m2+l3*m1^2+l4*m1*m2+m2*l1*l2<br />

+m2^2*l1+m1*l1*m2+m2^2*m1+m1^2*m2+l4*l1*l2+m2*m1*l2);<br />

P3 m1 ( l3 m2 + m1 l3 + l4 l3 + l1 l4 ) l3 m1 2<br />

:=<br />

/( + l3 m1 m2 + l3 m1 l2 + l3 l4 m1<br />

l3 l4 l2 m1 l1 m2 l4 l1 m2 m2 l1 l2 m2 m1 l2 m1 2 m2 m2 2 + + + + + + + l1 + l4 l1 l2<br />

l4 m1 m2 l4 l1 m1 l3 m2 l2 m2 2 + + + + m1)<br />

> P4 :=<br />

(l4*l1*m2+l4*l1*l2+l3*l4*l2+l3*m1*l2)/(l3*m1*l2+l3*m1*m2+l3<br />

*l4*l2+l3*l4*m1+l3*m2*l2+l4*l1*m1+l4*l1*m2+l3*m1^2+l4*m1*m2<br />

+m2*l1*l2+m2^2*l1+m1*l1*m2+m2^2*m1+m1^2*m2+l4*l1*l2+m2*m1*l<br />

2);<br />

P4 l3 m1 l2 + l4 l1 l2 + l3 l4 l2 + l4 l1 m2 l3 m1 2<br />

:= ( )/( + l3 m1 m2 + l3 m1 l2 + l3 l4 m1<br />

l3 l4 l2 m1 l1 m2 l4 l1 m2 m2 l1 l2 m2 m1 l2 m1 2 m2 m2 2 + + + + + + + l1 + l4 l1 l2<br />

l4 m1 m2 l4 l1 m1 l3 m2 l2 m2 2 + + + + m1)<br />

> Ass := simplify(P1+P2+P3);<br />

Ass m2 m1 l2 m1 2 m2 l4 m1 m2 m2 2 m1 l3 m2 l2 m2 2 := ( + + + + + l1 + m2 l1 l2<br />

m1 l1 m2 l3 m1 m2 l3 m1 2<br />

+ + + + l3 l4 m1 + l4 l1 m1 l3 m1 2<br />

) ( + l3 m1 m2<br />

+ l3 m1 l2 + l3 l4 m1 + l3 l4 l2 + m1 l1 m2 + l4 l1 m2 + m2 l1 l2 + m2 m1 l2<br />

m1 2 m2 m2 2 l1 l4 l1 l2 l4 m1 m2 l4 l1 m1 l3 m2 l2 m2 2 + + + + + + + m1)<br />

Essendoci 2 soli gruppi di stati, la frequenza di ciclo dello stato di guasto è identica a<br />

quella del gruppo di stati di successo, Quindi se:<br />

> f4 := P4*(m1+m2);<br />

f4 ( l3 m1 l2 + l4 l1 l2 + l3 l4 l2 + l4 l1 m2 ) ( m1 + m2) l3 m1 2<br />

:= ( )/( + l3 m1 m2<br />

+ l3 m1 l2 + l3 l4 m1 + l3 l4 l2 + m1 l1 m2 + l4 l1 m2 + m2 l1 l2 + m2 m1 l2<br />

m1 2 m2 m2 2 l1 l4 l1 l2 l4 m1 m2 l4 l1 m1 l3 m2 l2 m2 2 + + + + + + + m1)<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 76 di 153


allora<br />

> MUT := simplify(Ass/f4);<br />

3. Modelli elementari<br />

MUT l2 m2 m1 m1 2 m2 m1 m2 l4 m2 2 := ( + + + m1 + l1 m2 m1 + l2 l3 m2 + l1 l2 m2<br />

l1 m2 2 m1 2 + + l3 + l1 m1 l4 + m2 l3 m1 + m1 l3 l4 )/(<br />

( l2 l3 m1 + l2 l3 l4 + l1 m2 l4 + l1 l2 l4 ) ( m1 + m2 ) )<br />

e<br />

> MDT := simplify((1-Ass)/f4);<br />

> simplify(MUT/(MUT+MDT));<br />

MDT :=<br />

1<br />

m1 + m2<br />

m2 m1 l2 m1 2 m2 l4 m1 m2 m2 2 m1 l3 m2 l2 m2 2 ( + + + + + l1 + m2 l1 l2 + m1 l1 m2<br />

l3 m1 m2 l3 m1 2<br />

+ + + l3 l4 m1 + l4 l1 m1 l3 m1 2<br />

) ( + l3 m1 m2 + l3 m1 l2<br />

l3 l4 m1 l3 l4 l2 m1 l1 m2 l4 l1 m2 m2 l1 l2 m2 m1 l2 m1 2 m2 m2 2 + + + + + + + + l1<br />

l4 l1 l2 l4 m1 m2 l4 l1 m1 l3 m2 l2 m2 2 + + + + + m1)<br />

> %/Ass;<br />

Se i due blocchi sono identici<br />

> l3:=l1; l4:=l2; m1:=m; m2:=m; m3:=m; m4:=m;<br />

> Ass := simplify(Ass);<br />

1<br />

l3 := l1 l4 := l2<br />

m1 := m m2 := m<br />

m3 := m m4 := m<br />

Ass :=<br />

m ( 2 l1 + m)<br />

2 l1 m + m +<br />

2<br />

l2 l1<br />

> MUT := simplify(MUT);<br />

1 2 l1 + m<br />

MUT :=<br />

2 l2 l1<br />

> MDT := simplify(MDT);<br />

1 1<br />

MDT :=<br />

2 m<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 77 di 153


3. Modelli elementari<br />

Al modello elementare costituito da 2 blocchi in ridondanza operativa competono le<br />

caratteristiche seguenti.<br />

Ass m2 m1 l2 m1 2 m2 l4 m1 m2 m2 2 m1 l3 m2 l2 m2 2 := ( + + + + + l1 + m2 l1 l2<br />

m1 l1 m2 l3 m1 m2 l3 m1 2<br />

+ + + + l3 l4 m1 + l4 l1 m1 l3 m1 2<br />

) ( + l3 m1 m2<br />

+ l3 m1 l2 + l3 l4 m1 + l3 l4 l2 + m1 l1 m2 + l4 l1 m2 + m2 l1 l2 + m2 m1 l2<br />

m1 2 m2 m2 2 l1 l4 l1 l2 l4 m1 m2 l4 l1 m1 l3 m2 l2 m2 2 + + + + + + + m1)<br />

MUT l2 m2 m1 m1 2 m2 m1 m2 l4 m2 2 := ( + + + m1 + l1 m2 m1 + l2 l3 m2 + l1 l2 m2<br />

l1 m2 2 m1 2 + + l3 + l1 m1 l4 + m2 l3 m1 + m1 l3 l4 )/(<br />

( l2 l3 m1 + l2 l3 l4 + l1 m2 l4 + l1 l2 l4 ) ( m1 + m2 ) )<br />

1<br />

MDT :=<br />

m1 + m2<br />

3.3.8. Due blocchi identici connessi in ridondanza operativa<br />

In questo caso gli stati 2 e 3 sono tra loro indistinguibili e possono essere raggruppati<br />

ottenendo il diagramma delle transizioni seguente (vedi anche 3.3.3.):<br />

1 2 3<br />

m<br />

2l1<br />

Fig. 3.7. – Diagramma delle transizioni con stati raggruppati<br />

3.3.8.1. Dettagli dei calcoli<br />

> P := matrix(3,3,[[1-2*l1,2*l1,0],[m,1-(l2+m),l2],[0,2*m,-<br />

2*m]]);<br />

⎡1<br />

− 2 l1 2 l1 0<br />

⎢<br />

⎤<br />

P := ⎢<br />

⎥<br />

⎢ m 1 − l2 − m l2 ⎥<br />

⎢<br />

⎥<br />

⎣ 0 2m−2m⎦ > V := matrix(1,3,[P1,P2,P3]);<br />

> X := evalm(V&*P);<br />

V := [ P1 P2 P3]<br />

X := [ P1 ( 1− 2l1 ) + P2 m 2 P1 l1 + P2 ( 1 − l2 − m) + 2 P3 m P2 l2 − 2 P3 m]<br />

> eq1 := X[1,1] = P1;<br />

> eq2 := X[1,2] = P2;<br />

2m<br />

eq1 := P1 ( 1− 2l1 ) + P2 m = P1<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 78 di 153<br />

l2


eq3 := X[1,3] = P3;<br />

> eq4 := P1+P2+P3 = 1;<br />

eq2 := 2 P1 l1 + P2 ( 1 − l2 − m) + 2 P3 m = P2<br />

eq3 := P2 l2 − 2 P3 m = P3<br />

eq4 := P1 + P2 + P3 = 1<br />

> S := solve({eq1,eq2,eq4}, {P1,P2,P3});<br />

3. Modelli elementari<br />

S := { P1 =<br />

, ,<br />

}<br />

l1 l2 + 2 ml1+ m 2<br />

l1 l2<br />

P3 =<br />

l1 l2 + 2 ml1+ m 2<br />

ml1<br />

P2 = 2<br />

l1 l2 + 2 ml1+ m 2<br />

m 2<br />

> simplify(sum('S[i]', 'i'=1..3));<br />

P1 + P2 + P3 = 1<br />

> P1 := m^2/(l1*l2+2*m*l1+m^2);<br />

P1 :=<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 79 di 153<br />

m 2<br />

l1 l2 + 2 ml1+ m 2<br />

> P2 := 2*m*l1/(l1*l2+2*m*l1+m^2);<br />

P2 := 2<br />

ml1<br />

l1 l2 + 2 ml1+ m 2<br />

> P3 := l1*l2/(l1*l2+2*m*l1+m^2);<br />

> Ass := simplify(P1+P2);<br />

> f3 := P3*2*m;<br />

l1 l2<br />

P3 :=<br />

l1 l2 + 2 ml1+ m 2<br />

Ass :=<br />

f3 := 2<br />

( 2 l1 + m) m<br />

l1 l2 + 2 ml1+ m 2<br />

l1 l2 m<br />

l1 l2 + 2 ml1+ m 2<br />

> MUT := simplify(Ass/f3);<br />

1 2 l1 + m<br />

MUT :=<br />

2 l1 l2<br />

> MDT := simplify(P3/f3);<br />

1 1<br />

MDT :=<br />

2 m


simplify(MUT/(MUT+MDT));<br />

> Ass/(%);<br />

( 2 l1 + m) m<br />

l1 l2 + 2 ml1+ m 2<br />

1<br />

3. Modelli elementari<br />

Al modello elementare costituito da 2 blocchi identici in ridondanza operativa competono<br />

le caratteristiche seguenti.<br />

Ass :=<br />

( 2 l1 + m) m<br />

l1 l2 + 2 ml1+ m 2<br />

1 2 l1 + m<br />

MUT :=<br />

2 l1 l2<br />

1 1<br />

MDT :=<br />

2 m<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 80 di 153


3.4. Tre blocchi<br />

3 Modelli elementari<br />

3.4.1. Connessione in serie<br />

Il sistema costituito da tre blocchi A, B e C può assumere gli stati mostrati in Tab. 3.7.<br />

ove:<br />

N = identificazione dello stato;<br />

A, B, C = stato del blocco (0 = funzionante, 1 = guasto);<br />

S = stato del sistema (0 = funzionante, 1 = guasto);<br />

Tab. 3.7. - Possibili stati del sistema<br />

N A B C S<br />

1 0 0 0 0<br />

2 1 0 0 1<br />

3 0 1 0 1<br />

4 0 0 1 1<br />

5 1 1 0 1<br />

6 1 0 1 1<br />

7 0 1 1 1<br />

8 1 1 1 1<br />

1<br />

m1<br />

m2<br />

m3<br />

l1<br />

l2<br />

l3<br />

Fig. 3.8. – Diagramma delle transizioni tra stati<br />

3.4.1.1. Dettagli dei calcoli<br />

2 5<br />

m3<br />

m2<br />

m1<br />

l2<br />

l1<br />

3 6<br />

m3<br />

m1<br />

m2<br />

4 7<br />

3.4.3.1.1. Calcolo delle probabilità asintotiche degli stati<br />

> P := matrix(8,8,[<br />

[1-l3-l2-l1, l1, l2, l3, 0, 0, 0, 0],<br />

[m1, 1-l3-l2-m1, 0, 0, l2, l3, 0, 0],<br />

[m2, 0, 1-l3-l1-m2, 0, l1, 0, l3, 0],<br />

[m3, 0, 0, 1-l2-l1-m3, 0, l1, l2, 0],<br />

[0, m2, m1, 0, 1-l3-m1-m2, 0, 0, l3],<br />

[0, m3, 0, m1, 0, 1-l2-m1-m3, 0, l2],<br />

[0, 0, m3, m2, 0, 0, 1-l1-m2-m3, l1],<br />

l2<br />

l1<br />

l3<br />

l3<br />

m3<br />

l3<br />

l2<br />

m2 l1<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 81 di 153<br />

m1<br />

8


[0, 0, 0, 0, m3, m2, m1, 1-m1-m2-m3]]);<br />

⎡1<br />

− l3 − l2 − l1 , l1 , l2 , l3 , 0 , 0, 0 , 0<br />

⎢<br />

⎤<br />

⎢<br />

⎥<br />

⎢m1<br />

, 1 − l3 − l2 − m1 , 0 , 0, l2 , l3 , 0 , 0⎥<br />

⎢<br />

⎥<br />

⎢<br />

m2 , 0 , 1 − l3 − l1 − m2 , 0 , l1 , 0 , l3 , 0⎥<br />

⎢<br />

⎥<br />

⎢m3<br />

, 0 , 0 , 1 − l2 − l1 − m3 , 0 , l1 , l2 , 0 ⎥<br />

P := ⎢<br />

⎥<br />

⎢0<br />

, m2 , m1 , 0 , 1 − l3 − m1 − m2 , 0 , 0 , l3⎥<br />

⎢<br />

⎥<br />

⎢<br />

⎢0<br />

, m3 , 0 , m1 , 0 , 1 − l2 − m1 − m3 , 0 , l2⎥<br />

⎢<br />

⎥<br />

⎢<br />

⎥<br />

⎢<br />

0 , 0 , m3 , m2 , 0 , 0 , 1 − l1 − m2 − m3 , l1 ⎥<br />

⎣<br />

⎢0<br />

, 0 , 0 , 0 , m3 , m2 , m1 , 1 − m1 − m2 − m3⎦<br />

⎥<br />

> V := matrix(1,8,[P1,P2,P3,P4,P5,P6,P7,P8]);<br />

> X := evalm(V&*P);<br />

V := [ P1 P2 P3 P4 P5 P6 P7 P8]<br />

X :=<br />

[ P1 ( 1 − l3 − l2 − l1 ) + P2 m1 + P3 m2 + P4 m3 ,<br />

P1 l1 + P2 ( 1 − l3 − l2 − m1) + P5 m2 + P6 m3 ,<br />

P1 l2 + P3 ( 1 − l3 − l1 − m2) + P5 m1 + P7 m3 ,<br />

P1 l3 + P4 ( 1 − l2 − l1 − m3) + P6 m1 + P7 m2 ,<br />

P2 l2 + P3 l1 + P5 ( 1 − l3 − m1 − m2) + P8 m3 ,<br />

P2 l3 + P4 l1 + P6 ( 1 − l2 − m1 − m3) + P8 m2 ,<br />

P3 l3 + P4 l2 + P7 ( 1 − l1 − m2 − m3) + P8 m1 ,<br />

P5 l3 + P6 l2 + P7 l1 + P8 ( 1 − m1 − m2 − m3 ) ]<br />

> eq1 := X[1,1] = P1;<br />

eq1 := P1 ( 1 − l3 − l2 − l1 ) + P2 m1 + P3 m2 + P4 m3 = P1<br />

> eq2 := X[1,2] = P2;<br />

eq2 := P1 l1 + P2 ( 1 − l3 − l2 − m1) + P5 m2 + P6 m3 = P2<br />

> eq3 := X[1,3] = P3;<br />

eq3 := P1 l2 + P3 ( 1 − l3 − l1 − m2) + P5 m1 + P7 m3 = P3<br />

> eq4 := X[1,4] = P4;<br />

eq4 := P1 l3 + P4 ( 1 − l2 − l1 − m3) + P6 m1 + P7 m2 = P4<br />

> eq5 := X[1,5] = P5;<br />

eq5 := P2 l2 + P3 l1 + P5 ( 1 − l3 − m1 − m2) + P8 m3 = P5<br />

> eq6 := X[1,6] = P6;<br />

eq6 := P2 l3 + P4 l1 + P6 ( 1 − l2 − m1 − m3) + P8 m2 = P6<br />

3 Modelli elementari<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 82 di 153


eq7 := X[1,7] = P7;<br />

eq7 := P3 l3 + P4 l2 + P7 ( 1 − l1 − m2 − m3) + P8 m1 = P7<br />

> eq8 := X[1,8] = P8;<br />

eq8 := P5 l3 + P6 l2 + P7 l1 + P8 ( 1 − m1 − m2 − m3) = P8<br />

> eq9 := P1+P2+P3+P4+P5+P6+P7+P8 = 1;<br />

eq9 := P1 + P2 + P3 + P4 + P5 + P6 + P7 + P8 = 1<br />

3 Modelli elementari<br />

> S := solve({eq1,eq2,eq3,eq4,eq5,eq6,eq7,eq9},<br />

{P1,P2,P3,P4,P5,P6,P7,P8});<br />

m1 l3 m2<br />

S := { P4 =<br />

m1 m3 m2 + m1 l3 m2 + m1 m3 l2 + l3 m1 l2 + m3 l1 m2 + l3 l1 m2 + m3 l1 l2 + l3 l<br />

m1 l3 l2<br />

, P7 =<br />

m1 m3 m2 + m1 l3 m2 + m1 m3 l2 + l3 m1 l2 + m3 l1 m2 + l3 l1 m2 + m3 l1 l2 + l3 l2<br />

l3 l1 l2<br />

, P8 =<br />

m1 m3 m2 + m1 l3 m2 + m1 m3 l2 + l3 m1 l2 + m3 l1 m2 + l3 l1 m2 + m3 l1 l2 + l3 l2<br />

l2 m1 m3<br />

, P3 =<br />

m1 m3 m2 + m1 l3 m2 + m1 m3 l2 + l3 m1 l2 + m3 l1 m2 + l3 l1 m2 + m3 l1 l2 + l3 l2<br />

l1 l2 m3<br />

, P5 =<br />

m1 m3 m2 + m1 l3 m2 + m1 m3 l2 + l3 m1 l2 + m3 l1 m2 + l3 l1 m2 + m3 l1 l2 + l3 l2<br />

m1 m2 m3<br />

, P1 =<br />

m1 m3 m2 + m1 l3 m2 + m1 m3 l2 + l3 m1 l2 + m3 l1 m2 + l3 l1 m2 + m3 l1 l2 + l3 l2<br />

m2 m3 l1<br />

, P2 =<br />

m1 m3 m2 + m1 l3 m2 + m1 m3 l2 + l3 m1 l2 + m3 l1 m2 + l3 l1 m2 + m3 l1 l2 + l3 l2<br />

l3 l1 m2<br />

, P6 =<br />

m1 m3 m2 + m1 l3 m2 + m1 m3 l2 + l3 m1 l2 + m3 l1 m2 + l3 l1 m2 + m3 l1 l2 + l3 l2<br />

}<br />

> simplify(sum('S[i]', 'i'=1..8));<br />

P1 + P2 + P3 + P4 + P5 + P6 + P7 + P8 = 1<br />

> P1 := factor(m1*m3*m2/(m1*l3*l2+l1*l3*l2+m2*l3*m1+m2*l1*l3+m3*m1*l2+<br />

m3*l1*l2+m3*m2*m1+m2*m3*l1));<br />

m3 m2 m1<br />

P1 :=<br />

( l2 + m2 ) ( l3 + m3 ) ( m1 + l1 )<br />

> P2 := factor(m2*m3*l1/(m1*l3*l2+l1*l3*l2+m2*l3*m1+m2*l1*l3+m3*m1*l2+<br />

m3*l1*l2+m3*m2*m1+m2*m3*l1));<br />

m2 m3 l1<br />

P2 :=<br />

( l2 + m2 ) ( l3 + m3 ) ( m1 + l1<br />

)<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 83 di 153


3 Modelli elementari<br />

> P3 := factor(l2*m1*m3/(m1*l3*l2+l3*l1*l2+m1*m2*l3+l3*l1*m2+m1*m2*m3+<br />

m1*m3*l2+m2*m3*l1+m3*l1*l2));<br />

m3 m1 l2<br />

P3 :=<br />

( l2 + m2 ) ( l3 + m3 ) ( m1 + l1 )<br />

> P4 := factor(m1*m2*l3/(m1*l3*l2+l3*l1*l2+m1*m2*l3+l3*l1*m2+m1*m2*m3+<br />

m1*m3*l2+m2*m3*l1+m3*l1*l2));<br />

m2 l3 m1<br />

P4 :=<br />

( l2 + m2 ) ( l3 + m3 ) ( m1 + l1 )<br />

> P5 := factor(m3*l1*l2/(m1*l3*l2+l1*l3*l2+m2*l3*m1+m2*l1*l3+m3*m1*l2+<br />

m3*l1*l2+m3*m2*m1+m2*m3*l1));<br />

m3 l1 l2<br />

P5 :=<br />

( l2 + m2 ) ( l3 + m3 ) ( m1 + l1 )<br />

> P6 := factor(m2*l1*l3/(m1*l3*l2+l1*l3*l2+m2*l3*m1+m2*l1*l3+m3*m1*l2+<br />

m3*l1*l2+m3*m2*m1+m2*m3*l1));<br />

m2 l1 l3<br />

P6 :=<br />

( l2 + m2 ) ( l3 + m3 ) ( m1 + l1 )<br />

> P7 := factor(m1*l3*l2/(m1*l3*l2+l1*l3*l2+m2*l3*m1+m2*l1*l3+m3*m1*l2+<br />

m3*l1*l2+m3*m2*m1+m2*m3*l1));<br />

m1 l3 l2<br />

P7 :=<br />

( l2 + m2 ) ( l3 + m3 ) ( m1 + l1 )<br />

> P8 := factor(l3*l1*l2/(m1*l3*l2+l1*l3*l2+m2*l3*m1+m2*l1*l3+m3*m1*l2+<br />

m3*l1*l2+m3*m2*m1+m2*m3*l1));<br />

l1 l3 l2<br />

P8 :=<br />

( l2 + m2 ) ( l3 + m3 ) ( m1 + l1 )<br />

Si noti che le probabilità hanno lo stesso denominatore che è lo sviluppo in termini di<br />

somma del seguente prodotto di 3 binomi<br />

> expand((m3+l3)*(m2+l2)*(m1+l1));<br />

m1 m3 m2 + m1 l3 m2 + m1 m3 l2 + l3 m1 l2 + m3 l1 m2 + l3 l1 m2 + m3 l1 l2 + l3 l2 l1<br />

e che i loro numeratori sono i termini di questa somma ordinati in accordo alla tabella<br />

degli stati del sistema come mostrato nella tabella seguente.<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 84 di 153


Tab. 3.8. – Formazione dei numeratori<br />

N A B C<br />

1 m1 m2 m3<br />

2 l1 m2 m3<br />

3 m1 l2 m3<br />

4 m1 m2 l3<br />

5 l1 l2 m3<br />

6 l1 m2 l3<br />

7 m1 l2 l3<br />

8 l1 l2 l3<br />

3 Modelli elementari<br />

Questo fatto, già constatato nel caso di 1 e 2 blocchi, induce ad affermare che tale proprietà<br />

vale per qualunque sistema a patto che i tassi di transizione di un dato componente<br />

non cambino durante tutto il periodo di osservazione qualunque sia lo stato occupato<br />

dal detto componente.<br />

Ancor più importante è notare che questa proprietà consente di calcolare le probabilità<br />

asintotiche degli stati senza ricorrere alla matrice dei tassi di transizione.<br />

3.4.3.1.2. Calcolo della disponibilità asintotica<br />

> Ass := factor(P1);<br />

3.4.3.1.3.Calcolo del MUT e del MDT<br />

> f1 := P1*(l1+l2+l3);<br />

m1 m3 m2<br />

Ass :=<br />

( m3 + l3 ) ( l2 + m2 ) ( m1 + l1 )<br />

m1 m2 m3 ( l1 + l2 + l3 )<br />

f1 :=<br />

m1 m3 m2 + m1 l3 m2 + m1 m3 l2 + l3 m1 l2 + m3 l1 m2 + l3 l1 m2 + m3 l1 l2 + l3 l2<br />

La frequenza di incontro del gruppo degli stati 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, di guasto è identica a f1<br />

poiché si hanno 2 soli gruppi.<br />

> MUT := P1/f1;<br />

MUT :=<br />

> MDT := simplify((1-P1)/f1);<br />

1<br />

l1 + l2 + l3<br />

m1 l3 m2 + m1 m3 l2 + l3 m1 l2 + m3 l1 m2 + l3 l1 m2 + m3 l1 l2 + l3 l2 l1<br />

MDT :=<br />

( l1 + l2 + l3 ) m1 m3 m2<br />

Verifica<br />

> factor(MUT/(MUT+MDT));<br />

m1 m3 m2<br />

( m3 + l3 ) ( l2 + m2 ) ( m1 + l1<br />

)<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 85 di 153


Se i blocchi sono identici<br />

> l1:=l; m1:=m; l2:=l; m2:=m; l3:=l; m3:=m;<br />

> Ass;<br />

> MUT;<br />

> simplify(MDT);<br />

> factor(MUT/(MUT+MDT));<br />

l1 := l m1 := m<br />

l2 := l m2 := m<br />

l3 := l m3 := m<br />

1<br />

3<br />

m 3<br />

( m+ l) 3<br />

1 1<br />

3 l<br />

3 m + +<br />

2<br />

3 lm l 2<br />

m 3<br />

m 3<br />

( m+ l) 3<br />

3.4.2. Connessi in ridondanza calda 1 su 3<br />

3.4.2.1. Calcolo della disponibilità asintotica<br />

> Ass := factor(P1+P2+P3+P4+P5+P6+P7);<br />

3 Modelli elementari<br />

m1 m3 m2 + m3 l1 m2 + m1 m3 l2 + m1 l3 m2 + m3 l1 l2 + l3 l1 m2 + l3 m1 l2<br />

Ass :=<br />

( m3 + l3 ) ( l2 + m2 ) ( m1 + l1 )<br />

3.4.2.2. Calcolo del MUT e del MDT<br />

La frequenza di incontro del gruppo degli stati 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7 di successo è identica a<br />

f8 poiché si hanno 2 soli gruppi.<br />

> f8 := factor(P8*(m1+m2+m3));<br />

l3 l1 l2 ( m1 + m2 + m3)<br />

f8 :=<br />

( m3 + l3 ) ( l2 + m2 ) ( m1 + l1<br />

)<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 86 di 153


MUT := factor(Ass/f8);<br />

3 Modelli elementari<br />

m1 m3 m2 + m3 l1 m2 + m1 m3 l2 + m1 l3 m2 + m3 l1 l2 + l3 l1 m2 + l3 m1 l2<br />

MUT :=<br />

l3 l1 l2 ( m1 + m2 + m3)<br />

> MDT := simplify((1-Ass)/f8);<br />

> factor(MUT/(MUT+MDT));<br />

MDT :=<br />

1<br />

m1 + m2 + m3<br />

m1 m3 m2 + m3 l1 m2 + m1 m3 l2 + m1 l3 m2 + m3 l1 l2 + l3 l1 m2 + l3 m1 l2<br />

( m3 + l3 ) ( l2 + m2 ) ( m1 + l1 )<br />

> Ass/(%);<br />

Se i blocchi sono identici<br />

> l1:=l; m1:=m; l2:=l; m2:=m; l3:=l; m3:=m;<br />

> Ass := simplify(Ass);<br />

> MUT := simplify(MUT);<br />

> simplify(MDT);<br />

> factor(MUT/(MUT+MDT));<br />

1<br />

l1 := l m1 := m<br />

l2 := l m2 := m<br />

l3 := l m3 := m<br />

m ( m + + )<br />

Ass :=<br />

2<br />

3 lm 3 l 2<br />

( m+ l) 3<br />

1<br />

MUT :=<br />

3<br />

m 2<br />

1<br />

3<br />

+ 3 lm+ 3 l 2<br />

1<br />

m<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 87 di 153<br />

l 3<br />

m ( m + + )<br />

2<br />

3 lm 3 l 2<br />

( m+ l) 3


3 Modelli elementari<br />

Al modello elementare costituito da 3 blocchi in ridondanza sequenziale 1 su 3<br />

competono le caratteristiche seguenti.<br />

m1 m3 m2 + m3 l1 m2 + m1 m3 l2 + m1 l3 m2 + m3 l1 l2 + l3 l1 m2 + l3 m1 l2<br />

Ass :=<br />

( m3 + l3 ) ( l2 + m2 ) ( m1 + l1 )<br />

m1 m3 m2 + m3 l1 m2 + m1 m3 l2 + m1 l3 m2 + m3 l1 l2 + l3 l1 m2 + l3 m1 l2<br />

MUT :=<br />

l3 l1 l2 ( m1 + m2 + m3)<br />

1<br />

MDT :=<br />

m1 + m2 + m3<br />

3.4.3. Connessi in ridondanza calda 2 su 3<br />

3.4.3.1. Calcolo della disponibilità asintotica<br />

> Ass := factor(P1+P2+P3+P4);<br />

m1 m3 m2 + m3 l1 m2 + m1 m3 l2 + m1 l3 m2<br />

Ass :=<br />

( m3 + l3 ) ( l2 + m2 ) ( m1 + l1 )<br />

3.4.3.2. Calcolo del MUT e del MDT<br />

> f1 := factor(P1*(l1+l2+l3));<br />

( l1 + l2 + l3 ) m1 m3 m2<br />

f1 :=<br />

( m3 + l3 ) ( l2 + m2 ) ( m1 + l1 )<br />

> f2 := factor(P2*(m1+l2+l3));<br />

m2 m3 l1 ( m1 + l2 + l3 )<br />

f2 :=<br />

( m3 + l3 ) ( l2 + m2 ) ( m1 + l1 )<br />

> f3 := factor(P3*(m2+l1+l3));<br />

l2 m1 m3 ( m2 + l1 + l3 )<br />

f3 :=<br />

( m3 + l3 ) ( l2 + m2 ) ( m1 + l1 )<br />

> f4 := factor(P4*(m3+l1+l2));<br />

m1 l3 m2 ( m3 + l1 + l2 )<br />

f4 :=<br />

( m3 + l3 ) ( l2 + m2 ) ( m1 + l1 )<br />

> f1234 := factor(f2+f3+f4-(P2*m1+P3*m2+P4*m3));<br />

f1234 :=<br />

l2 m3 l1 m2 + l3 m3 l1 m2 + l2 m3 l3 m1 + l2 m3 l1 m1 + l3 l1 m2 m1 + l2 m2 m1 l3<br />

( l2 + m2 ) ( l1 + m1 ) ( l3 + m3)<br />

> MUT := simplify(Ass/f1234);<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 88 di 153


3 Modelli elementari<br />

MUT :=<br />

m1 m3 m2 + m3 l1 m2 + m1 m3 l2 + m1 l3 m2<br />

m1 l3 m2 l2 + m1 l3 m2 l1 + m1 m3 l2 l3 + m1 m3 l2 l1 + m3 l1 m2 l3 + m3 l1 m2 l2<br />

> MDT := simplify((1-Ass)/f1234);<br />

MDT :=<br />

l3 m1 l2 + l3 l1 m2 + m3 l1 l2 + l3 l2 l1<br />

m1 l3 m2 l2 + m1 l3 m2 l1 + m1 m3 l2 l3 + m1 m3 l2 l1 + m3 l1 m2 l3 + m3 l1 m2 l2<br />

Verifica<br />

> simplify(MUT/(MUT+MDT));<br />

m1 m3 m2 + m3 l1 m2 + m1 m3 l2 + m1 l3 m2<br />

m1 m3 m2 + m1 l3 m2 + m1 m3 l2 + l3 m1 l2 + m3 l1 m2 + l3 l1 m2 + m3 l1 l2 + l3 l2 l1<br />

> simplify(Ass/(%));<br />

Se i blocchi sono identici<br />

> l1:=l; m1:=m; l2:=l; m2:=m; l3:=l; m3:=m;<br />

> Ass := simplify(Ass);<br />

> MUT := simplify(MUT);<br />

> MDT := simplify(MDT);<br />

1<br />

l1 := l m1 := m<br />

l2 := l m2 := m<br />

l3 := l m3 := m<br />

Ass :=<br />

> simplify(MUT/(MUT+MDT));<br />

> simplify(Ass/(%));<br />

m 3<br />

m 2 ( m + 3 l )<br />

( m+ l) 3<br />

1 m + 3 l<br />

MUT :=<br />

6<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 89 di 153<br />

l 2<br />

1 3 m+ l<br />

MDT :=<br />

6<br />

m 2<br />

( m + 3 l) m 2<br />

+ 3 m + +<br />

2 l 3 l 2 m l 3


1<br />

3 Modelli elementari<br />

Al modello elementare costituito da 3 blocchi in ridondanza sequenziale 2 su 3<br />

competono le caratteristiche seguenti.<br />

m1 m3 m2 + m3 l1 m2 + m1 m3 l2 + m1 l3 m2<br />

Ass :=<br />

( m3 + l3 ) ( l2 + m2 ) ( m1 + l1 )<br />

MUT :=<br />

m1 m3 m2 + m3 l1 m2 + m1 m3 l2 + m1 l3 m2<br />

m1 l3 m2 l2 + m1 l3 m2 l1 + m1 m3 l2 l3 + m1 m3 l2 l1 + m3 l1 m2 l3 + m3 l1 m2 l2<br />

MDT :=<br />

l3 m1 l2 + l3 l1 m2 + m3 l1 l2 + l3 l2 l1<br />

m1 l3 m2 l2 + m1 l3 m2 l1 + m1 m3 l2 l3 + m1 m3 l2 l1 + m3 l1 m2 l3 + m3 l1 m2 l2<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 90 di 153


3 Modelli elementari<br />

3.4.4. Tre blocchi identici in ridondanza sequenziale 1 su 3<br />

Nel caso in cui i 3 blocchi sono identici gli stati 2, 3, 4 e 5,6,7 che hanno un solo componente<br />

guasto sono tra loro indistinguibili e possono essere raggruppati come mostrato<br />

in Tab. 3.9. ove:<br />

S1/3 = stato del sistema (0=funzionante, 1= guasto).<br />

Tab. - 3.9. - Possibili stati del sistema<br />

N A B C S1/3<br />

1 0 0 0 0<br />

2 (2,3,4) 1 0 0 0<br />

0 1 0 0<br />

0 0 1 0<br />

3 (5,6,7) 1 1 0 0<br />

1 0 1 0<br />

0 1 1 0<br />

4 (8) 1 1 1 1<br />

Il diagramma delle transizioni tra questi 4 stati è mostrato in Fig. 3.8.<br />

1 2 3 4<br />

m<br />

3l<br />

Fig. 3.9. – Diagramma delle transizioni tra stati raggruppati<br />

3.4.4.1. Dettagli dei calcoli<br />

3.4.4.1.1. Calcolo delle probabilità asintotiche degli stati<br />

> P := matrix(4,4,[[1-3*l,3*l,0,0],[m,1-(2*l+m),2*l,0],<br />

[0,2*m,1-(l+2*m),l],[0,0,3*m,1-3*m]]);<br />

⎡1<br />

− 3 l 3 l 0 0<br />

⎢<br />

⎤<br />

⎢<br />

⎥<br />

P := ⎢ m 1 − 2 l − m 2 l 0<br />

⎢<br />

⎥<br />

⎢<br />

⎥<br />

⎢<br />

0 2m 1 − l − 2 m l ⎥<br />

⎣<br />

⎢ 0 0 3m 1 − 3 m⎦<br />

⎥<br />

> V := matrix(1,4,[P1,P2,P3,P4]);<br />

> X := evalm(V&*P);<br />

V := [ P1 P2 P3 P4]<br />

X :=<br />

[ P1 ( 1 − 3 l) + P2m , 3 P1 l + P2 ( 1 − 2 l − m) + 2 P3 m ,<br />

2 P2 l + P3 ( 1 − l − 2 m) + 3 P4 m , P3 l + P4 ( 1 − 3 m)<br />

]<br />

> eq1 := X[1,1] = P1;<br />

2m<br />

2l<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 91 di 153<br />

3m<br />

l


eq2 := X[1,2] = P2;<br />

> eq3 := X[1,3] = P3;<br />

> eq4 := X[1,4] = P4;<br />

> eq5 := P1+P2+P3+P4 = 1;<br />

eq1 := P1 ( 1− 3l) + P2m= P1<br />

eq2 := 3 P1 l + P2 ( 1− 2l − m) + 2 P3 m = P2<br />

eq3 := 2 P2 l + P3 ( 1 − l − 2 m) + 3 P4 m = P3<br />

eq4 := P3 l + P4 ( 1− 3m) = P4<br />

eq5 := P1 + P2 + P3 + P4 = 1<br />

> S := solve({eq1,eq2,eq3,eq5}, {P1,P2,P3,P4});<br />

S := { P4 =<br />

P1 =<br />

l 3<br />

l 3<br />

l 3<br />

+ 3 l + +<br />

2 m 3 m 2 l m 3<br />

P2 = 3<br />

l + + +<br />

3<br />

3 l 2 m 3 m 2 l m 3<br />

, ,<br />

m 3<br />

3 Modelli elementari<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 92 di 153<br />

lm 2<br />

+ 3 l + +<br />

2 m 3 m 2 l m 3<br />

l<br />

P3 = 3<br />

2 m<br />

+ 3 l + +<br />

2 m 3 m 2 l m 3<br />

, }<br />

> simplify(sum('S[i]', 'i'=1..4));<br />

l 3<br />

P1 + P2 + P3 + P4 = 1<br />

> P1 := m^3/(l^3+3*l^2*m+3*m^2*l+m^3);<br />

P1 :=<br />

l 3<br />

m 3<br />

+ 3 l + +<br />

2 m 3 m 2 l m 3<br />

> P2 := 3*l*m^2/(l^3+3*l^2*m+3*m^2*l+m^3);<br />

P2 := 3<br />

l 3<br />

lm 2<br />

+ 3 l + +<br />

2 m 3 m 2 l m 3<br />

> P3 := 3*l^2*m/(l^3+3*l^2*m+3*m^2*l+m^3);<br />

P3 := 3<br />

l 3<br />

l 2 m<br />

+ 3 l + +<br />

2 m 3 m 2 l m 3<br />

> P4 := l^3/(l^3+3*l^2*m+3*m^2*l+m^3);<br />

P4 :=<br />

l 3<br />

l 3<br />

+ 3 l + +<br />

2 m 3 m 2 l m 3<br />

3.4.4.1.2. Calcolo della disponibilità asintotiche nel caso di 1 su 3<br />

> Ass := factor(P1+P2+P3);


m ( m + + )<br />

Ass :=<br />

2<br />

3 lm 3 l 2<br />

( l + m) 3<br />

3.4.4.1.3. Calcolo del MUT e del MDT nel caso di 1 su 3<br />

> f4 := P4*3*m;<br />

f4 := 3<br />

> MUT := simplify(Ass1/f4);<br />

l 3<br />

1<br />

MUT :=<br />

3<br />

l 3 m<br />

+ 3 l + +<br />

2 m 3 m 2 l m 3<br />

m 2<br />

+ 3 lm+ 3 l 2<br />

> MDT := simplify((1-Ass1)/f4);<br />

1 1<br />

MDT :=<br />

3 m<br />

> simplify(MUT/(MUT+MDT));<br />

> simplify(Ass/(%));<br />

l 3<br />

3 Modelli elementari<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 93 di 153<br />

l 3<br />

m ( m + + )<br />

2<br />

3 lm 3 l 2<br />

+ 3 l + +<br />

2 m 3 m 2 l m 3<br />

Tre blocchi identici in ridondanza sequenziale 1 su 3<br />

Al modello elementare costituito da 3 blocchi identici in ridondanza sequenziale 1<br />

su 3 competono le caratteristiche seguenti.<br />

m ( m + + )<br />

Ass :=<br />

2<br />

3 lm 3 l 2<br />

( l + m) 3<br />

1 m + +<br />

MUT :=<br />

3<br />

2<br />

3 lm 3 l 2<br />

l 3<br />

1 1<br />

MDT :=<br />

3 m<br />

1<br />

3.4.5. Tre blocchi identici connessi in ridondanza sequenziale 2<br />

su 3<br />

Sempre nel caso in cui i 3 blocchi sono identici gli stati 2, 3, 4 e 5,6,7 che hanno un solo<br />

componente guasto sono tra loro indistinguibili e possono essere raggruppati come mostrato<br />

in Tab. 3.10. ove:<br />

S2/3 = stato del sistema (0=funzionante, 1= guasto).


Tab. - 3.10. - Possibili stati del sistema<br />

N A B C S2/3<br />

1 0 0 0 0<br />

2 (2,3,4) 1 0 0 0<br />

0 1 0 0<br />

0 0 1 0<br />

3 (5,6,7,8) 1 1 0 1<br />

Il diagramma delle transizioni è il seguente.<br />

1 2 3<br />

m<br />

Fig. 3.10. – Diagramma delle transizioni tra stati raggruppati<br />

3.4.5.1. Dettagli dei calcoli<br />

Le probabilità degli stati sono identiche al caso precedente.<br />

3.4.5.1.1. Calcolo della disponibilità asintotica<br />

> Ass := factor(P1+P2);<br />

Ass :=<br />

m 2 ( 3 l + m)<br />

( l + m) 3<br />

3.4.5.1.2. Calcolo del MUT e del MDT nel caso di 2 su 3<br />

> f3 := P3*2*m;<br />

3l<br />

f3 := 6<br />

l 3<br />

l 2 m 2<br />

+ 3 l + +<br />

2 m 3 m 2 l m 3<br />

> MUT :=simplify(Ass/f3);<br />

1 3 l + m<br />

MUT :=<br />

6<br />

> MDT := simplify((1-Ass)/f3);<br />

1 l + 3 m<br />

MDT :=<br />

6<br />

> simplify(MUT/(MUT+MDT));<br />

l 3<br />

3m<br />

3 Modelli elementari<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 94 di 153<br />

2l<br />

l 2<br />

m 2<br />

m 2 ( 3 l + m)<br />

+ 3 l + +<br />

2 m 3 m 2 l m 3


simplify(Ass/(%));<br />

1<br />

3 Modelli elementari<br />

Tre blocchi identici in ridondanza sequenziale 2 su 3<br />

Al modello elementare costituito da 3 blocchi identici in ridondanza sequenziale 2<br />

su 3 competono le caratteristiche seguenti.<br />

Ass :=<br />

1<br />

MUT :=<br />

6<br />

1<br />

MDT :=<br />

6<br />

m 2 ( 3 l + m)<br />

( l + m) 3<br />

3 l + m<br />

l 2<br />

l + 3 m<br />

m 2<br />

Si noti che non è esatto considerare i soli primi 3 stati come segue<br />

> P := matrix(3,3,[[1-3*l,3*l,0],[m,1-(2*l+m),<br />

2*l],[0,2*m,-2*m]]);<br />

⎡1<br />

− 3 l 3 l 0<br />

⎢<br />

⎤<br />

P := ⎢<br />

⎥<br />

⎢ m 1 − 2 l − m 2 l ⎥<br />

⎣<br />

⎢ 0 2 m −2 m⎦<br />

⎥<br />

> V := matrix(1,3,[P1,P2,P3]);<br />

> X := evalm(V&*P);<br />

V := [ P1 P2 P3]<br />

X := [ P1 ( 1− 3l) + P2m 3 P1 l + P2 ( 1− 2l − m) + 2 P3 m 2 P2 l − 2 P3 m]<br />

> eq1 := X[1,1] = P1;<br />

> eq2 := X[1,2] = P2;<br />

> eq3 := X[1,3] = P3;<br />

> eq4 := P1+P2+P3 =1;<br />

eq1 := P1 ( 1− 3l) + P2m= P1<br />

eq2 := 3 P1 l + P2 ( 1− 2l − m) + 2 P3 m = P2<br />

eq3 := 2 P2 l − 2 P3 m = P3<br />

eq4 := P1 + P2 + P3 = 1<br />

> S := solve({eq1,eq2,eq4}, {P1,P2,P3});<br />

ml<br />

S := { P2 = 3<br />

, ,<br />

}<br />

3 l + +<br />

2<br />

3 ml m 2<br />

P1 =<br />

3 l + +<br />

2<br />

3 ml m 2<br />

P3 = 3<br />

3 l + +<br />

2<br />

3 ml m 2<br />

m 2<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 95 di 153<br />

l 2


simplify(sum('S[i]', 'i' = 1..3));<br />

> P1 := m^2/(3*l^2+3*m*l+m^2);<br />

P1 + P2 + P3 = 1<br />

3 Modelli elementari<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 96 di 153<br />

m 2<br />

P1 :=<br />

3 l + +<br />

2<br />

3 ml m 2<br />

> P2 := 3*m*l/(3*l^2+3*m*l+m^2);<br />

P2 := 3<br />

> P3 := 3*l^2/(3*l^2+3*m*l+m^2);<br />

> Ass := factor(P1+P2);<br />

> f3 := P3*2*m;<br />

> MUT := Ass/f3;<br />

P3 := 3<br />

Ass :=<br />

f3 := 6<br />

ml<br />

3 l + +<br />

2<br />

3 ml m 2<br />

l 2<br />

3 l + +<br />

2<br />

3 ml m 2<br />

( 3 l + m) m<br />

3 l + +<br />

2<br />

3 ml m 2<br />

l 2 m<br />

3 l + +<br />

2<br />

3 ml m 2<br />

1 3 l + m<br />

MUT :=<br />

6<br />

> MDT := simplify(1-Ass)/f3;<br />

1 1<br />

MDT :=<br />

2 m<br />

> MUT/(MUT+MDT):<br />

> simplify(Ass/(%));<br />

> l:=0.0002; m:=0.5;<br />

> Digits := 20;<br />

> Ass;<br />

1<br />

l 2<br />

l := .0002 m := .5<br />

Digits := 20


MUT;<br />

> MDT;<br />

.99999952057553947637<br />

.20858333333333333333 10 7<br />

1.0000000000000000000<br />

3 Modelli elementari<br />

Non esattamente identici a quelli più sopra calcolati, ma costituenti una ottima approssimazione<br />

per gli usi pratici.<br />

3.4.6. Due blocchi in ridondanza con commutatore reale<br />

Il sistema è costituito da un blocco A cui competono un tasso di guasto l1 e un tasso di<br />

riparazione m1, da un blocco B cui competono un tasso di guasto l2 e un tasso di riparazione<br />

m2 e da un blocco S che rappresenta il commutatore con tasso di guasto l3 e un<br />

tasso di riparazione m3.<br />

Il sistema può assumere gli stati mostrati in Tab.3.11. ove:<br />

N = identificazione dello stato;<br />

A, B, S = stato del blocco (0 = funzionante, 1 = guasto);<br />

Sis = stato del sistema (0 = funzionante, 1= guasto).<br />

Tab. 3.11. - Possibili stati del sistema<br />

N A B S Sis<br />

1 0 0 0 0<br />

2 1 0 0 0<br />

3 0 1 0 0<br />

4 0 0 1 1<br />

5 1 1 0 1<br />

6 1 0 1 1<br />

7 0 1 1 1<br />

8 1 1 1 1<br />

Il diagramma delle transizioni tra questi stati è mostrato in Fig. 3.11.<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 97 di 153


1<br />

m1<br />

m2<br />

m3<br />

l1<br />

l2<br />

l3<br />

Fig. 3.11. - Diagramma delle transizioni tra stati<br />

3 Modelli elementari<br />

Se l’unico modo di guasto del commutatore è l’incapacità di commutare (mantiene cioè<br />

la connessione esistente), il sistema è guasto se:<br />

1. sono contemporaneamente guasti i blocchi A e B:<br />

2. A (o B) si guasta quando S è già guasto;<br />

e i possibili stati del sistema mostrati in Tab.3.12.<br />

Il comportamento di questo sistema verrà esaminato in 3.4.7..<br />

Tab. - 12. - Possibili stati del sistema<br />

N A B S Sis<br />

1 0 0 0 0<br />

2 1 0 0 0<br />

3 0 1 0 0<br />

4 0 0 1 0<br />

5 1 1 0 1<br />

6 1 0 1 1<br />

7 0 1 1 1<br />

8 1 1 1 1<br />

3.4.6.1. Dettagli dei calcoli<br />

2 5<br />

m3<br />

3 6<br />

m3<br />

4 7<br />

3.4.6.1.1. Calcolo delle probabilità asintotiche degli stati<br />

m2<br />

m1<br />

m1<br />

m2<br />

l2<br />

l1<br />

l2<br />

l1<br />

> P1 := factor(m2*m3*m1/(m1*l3*m2+m1*l3*l2+l3*l2*l1+m2*l3*l1+m3*m1*m2+<br />

m1*m3*l2+m3*m2*l1+m3*l2*l1));<br />

m3 m1 m2<br />

P1 :=<br />

( m1 + l1 ) ( l3 + m3 ) ( m2 + l2 )<br />

> P2 := factor(m2*l1*m3/(m1*l3*m2+m1*l3*l2+l3*l2*l1+m2*l3*l1+m3*m1*m2+<br />

m1*m3*l2+m3*m2*l1+m3*l2*l1));<br />

l3<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 98 di 153<br />

l3<br />

m3<br />

l3<br />

l2<br />

m2 l1<br />

m1<br />

8


m3 m2 l1<br />

P2 :=<br />

( m1 + l1 ) ( l3 + m3 ) ( m2 + l2 )<br />

3 Modelli elementari<br />

> P3 := factor(m1*m3*l2/(m1*l3*m2+m1*l3*l2+l3*l2*l1+m2*l3*l1+m3*m1*m2+<br />

m1*m3*l2+m3*m2*l1+m3*l2*l1));<br />

m1 m3 l2<br />

P3 :=<br />

( m1 + l1 ) ( l3 + m3 ) ( m2 + l2 )<br />

> P4 := factor(m1*m2*l3/(m1*l3*m2+m1*l3*l2+l3*l2*l1+m2*l3*l1+m3*m1*m2+<br />

m1*m3*l2+m3*m2*l1+m3*l2*l1));<br />

m1 l3 m2<br />

P4 :=<br />

( m1 + l1 ) ( l3 + m3 ) ( m2 + l2 )<br />

> P5 := factor(l2*l1*m3/(m1*l3*m2+m1*l3*l2+l3*l2*l1+m2*l3*l1+m3*m1*m2+<br />

m1*m3*l2+m3*m2*l1+m3*l2*l1));<br />

m3 l2 l1<br />

P5 :=<br />

( m1 + l1 ) ( l3 + m3 ) ( m2 + l2 )<br />

> P6 := factor(m2*l3*l1/(m1*l3*m2+m1*l3*l2+l3*l2*l1+m2*l3*l1+m3*m1*m2+<br />

m1*m3*l2+m3*m2*l1+m3*l2*l1));<br />

m2 l3 l1<br />

P6 :=<br />

( m1 + l1 ) ( l3 + m3 ) ( m2 + l2 )<br />

> P7 := factor(m1*l2*l3/(m1*l3*m2+m1*l3*l2+l3*l2*l1+m2*l3*l1+m3*m1*m2+<br />

m1*m3*l2+m3*m2*l1+m3*l2*l1));<br />

m1 l3 l2<br />

P7 :=<br />

( m1 + l1 ) ( l3 + m3 ) ( m2 + l2 )<br />

> P8 := factor(l2*l1*l3/(m1*l3*m2+m1*l3*l2+l3*l2*l1+m2*l3*l1+m3*m1*m2+<br />

m1*m3*l2+m3*m2*l1+m3*l2*l1));<br />

> Digits:=20;<br />

l3 l2 l1<br />

P8 :=<br />

( m1 + l1 ) ( l3 + m3 ) ( m2 + l2 )<br />

Digits := 20<br />

> simplify(P1+P2+P3+P4+P5+P6+P7+P8);<br />

1<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 99 di 153


3 Modelli elementari<br />

3.4.6.1.2. Calcolo delle caratteristiche per guasto totale del commutatore<br />

> Ass := factor(P1+P2+P3);<br />

> f1 := P1*(l1+l2+l3);<br />

> f2 := P2*(l2+l3+m1);<br />

> f3 := P3*(l1+l3+m2);<br />

m3 ( m1 m2 + m2 l1 + m1 l2 )<br />

Ass :=<br />

( m1 + l1 ) ( l3 + m3 ) ( m2 + l2 )<br />

m3 m1 m2 ( l1 + l2 + l3 )<br />

f1 :=<br />

( m1 + l1 ) ( l3 + m3 ) ( m2 + l2 )<br />

m3 m2 l1 ( l2 + l3 + m1)<br />

f2 :=<br />

( m1 + l1 ) ( l3 + m3 ) ( m2 + l2 )<br />

m1 m3 l2 ( l1 + l3 + m2)<br />

f3 :=<br />

( m1 + l1 ) ( l3 + m3 ) ( m2 + l2 )<br />

> f123 := simplify(f1+f2+f3-(P1*(l1+l2)+P2*m1+P3*m2));<br />

m3 ( m1 l3 m2 + m2 l1 l2 + m2 l3 l1 + m1 l2 l1 + m1 l3 l2 )<br />

f123 :=<br />

( m1 + l1 ) ( l3 + m3 ) ( m2 + l2 )<br />

> MUT := simplify(Ass/f123);<br />

m1 m2 + m2 l1 + m1 l2<br />

MUT :=<br />

m1 l3 m2 + m2 l1 l2 + m2 l3 l1 + m1 l2 l1 + m1 l3 l2<br />

> MDT := simplify((1-Ass)/f123);<br />

m1 l3 m2 + m1 l3 l2 + l3 l2 l1 + m2 l3 l1 + m3 l2 l1<br />

MDT :=<br />

m3 ( m1 l3 m2 + m2 l1 l2 + m2 l3 l1 + m1 l2 l1 + m1 l3 l2 )<br />

> factor(MUT/(MUT+MDT));<br />

> factor(Ass/(%));<br />

m3 ( m1 m2 + m2 l1 + m1 l2 )<br />

( m1 + l1 ) ( l3 + m3 ) ( m2 + l2 )<br />

Esempio<br />

> l1:= 0.0002; m1:=0.4; l2:= 0.0002; m2:=0.5; l3:=<br />

0.0001; m3:=0.6;<br />

l1 := .0002 m1 := .4<br />

1<br />

l2 := .0002 m2 := .5<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 100 di 153


Ass;<br />

> MUT;<br />

> MDT;<br />

l3 := .0001 m3 := .6<br />

.99983316131965813075<br />

9982.0484691333399820<br />

1.6656696918320534557<br />

Se il commutatore ha tasso di guasto nullo<br />

> l3:=0;<br />

l3 := 0<br />

3 Modelli elementari<br />

> Ass := m3*(m1*m2+m2*l1+m1*l2)/(m1+l1)/(l3+m3)/(m2+l2);<br />

m1 m2 + m2 l1 + m1 l2<br />

Ass :=<br />

( m1 + l1 ) ( m2 + l2 )<br />

> MUT :=<br />

(m1*m2+m2*l1+m1*l2)/(m1*l3*m2+m2*l1*l2+m2*l3*l1+m1*l2*l1+m1<br />

*l3*l2);<br />

come già visto in 3.3.2..<br />

m1 m2 + m2 l1 + m1 l2<br />

MUT :=<br />

m2 l1 l2 + m1 l2 l1<br />

3.4.6.1.3. Sul comportamento di questo modello elementare<br />

Considerando separatamente i due blocchi<br />

> Ass2 := factor((m1*l2+m1*m2+l1*m2)/(l1*m2+l1*l2+m1*l2+m1*m2));<br />

m1 m2 + m2 l1 + m1 l2<br />

Ass2 :=<br />

( m1 + l1 ) ( m2 + l2 )<br />

> MUT2 := (m1*l2+m1*m2+l1*m2)/(l1*l2*(m1+m2));<br />

> MDT2 := 1/(m1+m2);<br />

e il commutatore<br />

> Ass1 := m3/(l3+m3);<br />

m1 m2 + m2 l1 + m1 l2<br />

MUT2 :=<br />

l1 l2 ( m1 + m2)<br />

MDT2 :=<br />

1<br />

m1 + m2<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 101 di 153


MUT1 := 1/l3;<br />

> MDT1 := 1/m3;<br />

quindi l’insieme dei tre blocchi<br />

> Asst := Ass1*Ass2;<br />

Ass1 :=<br />

MUT1 :=<br />

MDT1 :=<br />

m3<br />

l3 + m3<br />

3 Modelli elementari<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 102 di 153<br />

1<br />

l3<br />

1<br />

m3<br />

m3 ( m1 m2 + m2 l1 + m1 l2 )<br />

Asst :=<br />

( m1 + l1 ) ( l3 + m3 ) ( m2 + l2 )<br />

> MUTt := simplify(1/(1/MUT1+1/MUT2));<br />

> la1 := 1/MUT1;<br />

> la2 := 1/MUT2;<br />

> mu1 := 1/MDT1;<br />

> mu2 := 1/MDT2;<br />

m1 m2 + m2 l1 + m1 l2<br />

MUTt :=<br />

m1 l3 m2 + m2 l1 l2 + m2 l3 l1 + m1 l2 l1 + m1 l3 l2<br />

la1 := l3<br />

l1 l2 ( m1 + m2)<br />

la2 :=<br />

m1 m2 + m2 l1 + m1 l2<br />

µ1 := m3<br />

µ2 := m1 + m2<br />

> MDTt := simplify((la1*mu2+la2*mu1+la1*la2)/(mu1*mu2*(la1+la2)));<br />

m1 l3 m2 + m1 l3 l2 + l3 l2 l1 + m2 l3 l1 + m3 l2 l1<br />

MDTt :=<br />

m3 ( m1 l3 m2 + m2 l1 l2 + m2 l3 l1 + m1 l2 l1 + m1 l3 l2 )<br />

> simplify(MUTt/(MUTt+MDTt));<br />

m3 ( m1 m2 + m2 l1 + m1 l2 )<br />

m1 l3 m2 + m1 l3 l2 + l3 l2 l1 + m2 l3 l1 + m3 m1 m2 + m1 m3 l2 + m3 m2 l1 + m3 l2 l1<br />

> simplify(Asst/(%));


1<br />

3 Modelli elementari<br />

Esempio<br />

> l1:= 0.0002; m1:=0.4; l2:= 0.0002; m2:=0.5; l3:=<br />

0.0001; m3:=0.6;<br />

l1 := .0002 m1 := .4<br />

> Asst;<br />

> MUTt;<br />

> MDTt;<br />

> MUTt/(MUTt+MDTt);<br />

l2 := .0002 m2 := .5<br />

l3 := .0001 m3 := .6<br />

.99983316131965813075<br />

9982.0484691333399820<br />

1.6656696918320534557<br />

.99983316131965813073<br />

praticamente identici a quelli ottenuti nel paragrafo precedente.<br />

3.4.6.1.4. Calcolo per sola mancata commutazione<br />

> Ass := simplify(P1+P2+P3+P4);<br />

> f1 := P1*(l1+l2+l3);<br />

> f2 := P2*(l2+l3+m1);<br />

> f3 := P3*(l1+l3+m2);<br />

> f4 := P4*(l1+l2+m3);<br />

m3 m1 m2 + m3 m2 l1 + m1 m3 l2 + m1 l3 m2<br />

Ass :=<br />

( m1 + l1 ) ( l3 + m3 ) ( m2 + l2 )<br />

m3 m1 m2 ( l1 + l2 + l3 )<br />

f1 :=<br />

( m1 + l1 ) ( l3 + m3 ) ( m2 + l2 )<br />

m3 m2 l1 ( l2 + l3 + m1)<br />

f2 :=<br />

( m1 + l1 ) ( l3 + m3 ) ( m2 + l2 )<br />

m1 m3 l2 ( l1 + l3 + m2)<br />

f3 :=<br />

( m1 + l1 ) ( l3 + m3 ) ( m2 + l2 )<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 103 di 153


m1 l3 m2 ( l1 + l2 + m3)<br />

f4 :=<br />

( m1 + l1 ) ( l3 + m3 ) ( m2 + l2 )<br />

3 Modelli elementari<br />

> f1234 := simplify(f1+f2+f3+f4-(f1+P2*m1+P3*m2+P4*m3));<br />

f1234 :=<br />

m3 m2 l1 l2 + m3 m2 l1 l3 + m1 m3 l2 l1 + m1 m3 l2 l3 + m1 l3 m2 l1 + m1 l3 m2 l2<br />

( m1 + l1 ) ( l3 + m3 ) ( m2 + l2 )<br />

> MUT := simplify((Ass)/f1234);<br />

MUT :=<br />

m3 m1 m2 + m3 m2 l1 + m1 m3 l2 + m1 l3 m2<br />

m3 m2 l1 l2 + m3 m2 l1 l3 + m1 m3 l2 l1 + m1 m3 l2 l3 + m1 l3 m2 l1 + m1 l3 m2 l2<br />

> MDT := simplify((1-Ass)/f1234);<br />

MDT :=<br />

m1 l3 l2 + l3 l2 l1 + m2 l3 l1 + m3 l2 l1<br />

m3 m2 l1 l2 + m3 m2 l1 l3 + m1 m3 l2 l1 + m1 m3 l2 l3 + m1 l3 m2 l1 + m1 l3 m2 l2<br />

> simplify(MUT/(MUT+MDT));<br />

m3 m1 m2 + m3 m2 l1 + m1 m3 l2 + m1 l3 m2<br />

m1 l3 m2 + m1 l3 l2 + l3 l2 l1 + m2 l3 l1 + m3 m1 m2 + m1 m3 l2 + m3 m2 l1 + m3 l2 l1<br />

> simplify(Ass/(%));<br />

Se<br />

> l1:= 0.0002; m1:=0.4; l2:= 0.0002; m2:=0.5; l3:=<br />

0.0001; m3:=0.6;<br />

l1 := .0002 m1 := .4<br />

> Ass;<br />

> MUT;<br />

> MDT;<br />

1<br />

l2 := .0002 m2 := .5<br />

l3 := .0001 m3 := .6<br />

.99999965033975998209<br />

.29734653465346534653 10 7<br />

1.0397029702970297030<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 104 di 153


MUT/(MUT+MDT);<br />

.99999965033975998210<br />

3 Modelli elementari<br />

Al modello elementare costituito da 2 blocchi in ridondanza sequenziale con commutatore<br />

reale competono le caratteristiche seguenti.<br />

m3 ( m1 m2 + m2 l1 + m1 l2 )<br />

Ass :=<br />

( m1 + l1 ) ( l3 + m3 ) ( m2 + l2 )<br />

m1 m2 + m2 l1 + m1 l2<br />

MUT :=<br />

m1 l3 m2 + m2 l1 l2 + m2 l3 l1 + m1 l2 l1 + m1 l3 l2<br />

m1 l3 m2 + m1 l3 l2 + l3 l2 l1 + m2 l3 l1 + m3 l2 l1<br />

MDT :=<br />

m3 ( m1 l3 m2 + m2 l1 l2 + m2 l3 l1 + m1 l2 l1 + m1 l3 l2 )<br />

Al modello elementare costituito da 2 blocchi identici in ridondanza sequenziale<br />

con commutatore reale il cui solo guasto è possibile la mancata commutazione<br />

su richiesta competono le caratteristiche seguenti.<br />

m3 m1 m2 + m3 m2 l1 + m1 m3 l2 + m1 l3 m2<br />

Ass :=<br />

( m1 + l1 ) ( l3 + m3 ) ( m2 + l2 )<br />

MUT :=<br />

m3 m1 m2 + m3 m2 l1 + m1 m3 l2 + m1 l3 m2<br />

m3 m2 l1 l2 + m3 m2 l1 l3 + m1 m3 l2 l1 + m1 m3 l2 l3 + m1 l3 m2 l1 + m1 l3 m2 l2<br />

MDT :=<br />

m1 l3 l2 + l3 l2 l1 + m2 l3 l1 + m3 l2 l1<br />

m3 m2 l1 l2 + m3 m2 l1 l3 + m1 m3 l2 l1 + m1 m3 l2 l3 + m1 l3 m2 l1 + m1 l3 m2 l2<br />

3.4.7. Due blocchi identici in ridondanza con commutatore reale<br />

Gli stati del sistema sono quelli di Tab. 3.11., e il diagramma delle transizioni è ancora<br />

quello di Fig. 3.10..<br />

Vale anche quanto detto in 3.4.6. sulla considerazione della sola incapacità di commutazione.<br />

3.4.7.1. Dettagli dei calcoli<br />

Partendo dalle formule generali di cui in 3.4.6.1.1.<br />

> P1 := factor(m2*m3*m1/(m1*l3*m2+m1*l3*l2+l3*l2*l1+m2*l3*l1+m3*m1*m2+<br />

m1*m3*l2+m3*m2*l1+m3*l2*l1));<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 105 di 153


m3 m1 m2<br />

P1 :=<br />

( l3 + m3 ) ( m1 + l1 ) ( l2 + m2)<br />

3 Modelli elementari<br />

> P2 := factor(m2*l1*m3/(m1*l3*m2+m1*l3*l2+l3*l2*l1+m2*l3*l1+m3*m1*m2+<br />

m1*m3*l2+m3*m2*l1+m3*l2*l1));<br />

m3 m2 l1<br />

P2 :=<br />

( l3 + m3 ) ( m1 + l1 ) ( l2 + m2)<br />

> P3 := factor(m1*m3*l2/(m1*l3*m2+m1*l3*l2+l3*l2*l1+m2*l3*l1+m3*m1*m2+<br />

m1*m3*l2+m3*m2*l1+m3*l2*l1));<br />

m3 m1 l2<br />

P3 :=<br />

( l3 + m3 ) ( m1 + l1 ) ( l2 + m2)<br />

> P4 := factor(m1*m2*l3/(m1*l3*m2+m1*l3*l2+l3*l2*l1+m2*l3*l1+m3*m1*m2+<br />

m1*m3*l2+m3*m2*l1+m3*l2*l1));<br />

l3 m1 m2<br />

P4 :=<br />

( l3 + m3 ) ( m1 + l1 ) ( l2 + m2)<br />

> P5 := factor(l2*l1*m3/(m1*l3*m2+m1*l3*l2+l3*l2*l1+m2*l3*l1+m3*m1*m2+<br />

m1*m3*l2+m3*m2*l1+m3*l2*l1));<br />

l1 l2 m3<br />

P5 :=<br />

( l3 + m3 ) ( m1 + l1 ) ( l2 + m2)<br />

> P6 := factor(m2*l3*l1/(m1*l3*m2+m1*l3*l2+l3*l2*l1+m2*l3*l1+m3*m1*m2+<br />

m1*m3*l2+m3*m2*l1+m3*l2*l1));<br />

l3 m2 l1<br />

P6 :=<br />

( l3 + m3 ) ( m1 + l1 ) ( l2 + m2)<br />

> P7 := factor(m1*l2*l3/(m1*l3*m2+m1*l3*l2+l3*l2*l1+m2*l3*l1+m3*m1*m2+<br />

m1*m3*l2+m3*m2*l1+m3*l2*l1));<br />

l3 m1 l2<br />

P7 :=<br />

( l3 + m3 ) ( m1 + l1 ) ( l2 + m2)<br />

> P8 := factor(l2*l1*l3/(m1*l3*m2+m1*l3*l2+l3*l2*l1+m2*l3*l1+m3*m1*m2+<br />

m1*m3*l2+m3*m2*l1+m3*l2*l1));<br />

l3 l1 l2<br />

P8 :=<br />

( l3 + m3 ) ( m1 + l1 ) ( l2 + m2)<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 106 di 153


simplify(P1+P2+P3+P4+P5+P6+P7+P8);<br />

sostituendo nelle formule precedenti<br />

> l2:=l1; m2:=m1;<br />

> P1;<br />

> P2;<br />

> P3;<br />

> P4;<br />

> P5;<br />

> P6;<br />

> P7;<br />

> P8;<br />

1<br />

l2 := l1<br />

m2 := m1<br />

m3 m1 2<br />

( m1 + l1 )<br />

2 ( l3 + m3)<br />

m3 m1 l1<br />

( m1 + l1 )<br />

2 ( l3 + m3)<br />

m3 m1 l1<br />

( m1 + l1 )<br />

2 ( l3 + m3)<br />

m1 2 l3<br />

( m1 + l1 )<br />

2 ( l3 + m3)<br />

m3 l1 2<br />

( m1 + l1 )<br />

2 ( l3 + m3)<br />

m1 l3 l1<br />

( m1 + l1 )<br />

2 ( l3 + m3)<br />

m1 l3 l1<br />

( m1 + l1 )<br />

2 ( l3 + m3)<br />

l3 l1 2<br />

( m1 + l1 )<br />

2 ( l3 + m3)<br />

3 Modelli elementari<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 107 di 153


estart;<br />

e sostituendo ancora<br />

> l3:=l2; m3:=m2;<br />

l3 := l2<br />

m3 := m2<br />

si hanno le probabilità degli stati<br />

> P1 := m3*m1^2/((m1+l1)^2*(l3+m3));<br />

P1 :=<br />

m2 m1 2<br />

( m1 + l1 )<br />

2 ( l2 + m2)<br />

> P2 := m3*m1*l1/((m1+l1)^2*(l3+m3));<br />

m2 m1 l1<br />

P2 :=<br />

( m1 + l1 )<br />

2 ( l2 + m2)<br />

> P3 := m3*m1*l1/((m1+l1)^2*(l3+m3));<br />

m2 m1 l1<br />

P3 :=<br />

( m1 + l1 )<br />

2 ( l2 + m2)<br />

> P4 := m1^2*l3/((m1+l1)^2*(l3+m3));<br />

m1<br />

P4 :=<br />

2 l2<br />

( m1 + l1 )<br />

2 ( l2 + m2)<br />

> P5 := m3*l1^2/((m1+l1)^2*(l3+m3));<br />

P5 :=<br />

m2 l1 2<br />

( m1 + l1 )<br />

2 ( l2 + m2)<br />

> P6 := m1*l3*l1/((m1+l1)^2*(l3+m3));<br />

m1 l2 l1<br />

P6 :=<br />

( m1 + l1 )<br />

2 ( l2 + m2)<br />

> P7 := m1*l3*l1/((m1+l1)^2*(l3+m3));<br />

m1 l2 l1<br />

P7 :=<br />

( m1 + l1 )<br />

2 ( l2 + m2)<br />

> P8 := l3*l1^2/((m1+l1)^2*(l3+m3));<br />

P8 :=<br />

l2 l1 2<br />

( m1 + l1 )<br />

2 ( l2 + m2)<br />

3 Modelli elementari<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 108 di 153


simplify(P1+P2+P3+P4+P5+P6+P7+P8);<br />

1<br />

3 Modelli elementari<br />

3.4.7.1.1. Calcolo delle caratteristiche per guasto totale del commutatore<br />

> Ass := factor(P1+P2+P3);<br />

> f1 := P1*(l1+l1+l2);<br />

> f2 := P2*(l1+l2+m1);<br />

Ass :=<br />

f1 :=<br />

f2 :=<br />

> f3 := P3*(l1+l2+m1);<br />

f3 :=<br />

m1 m2 ( m1 + 2 l1 )<br />

( m1 + l1 )<br />

2 ( l2 + m2)<br />

m2 m1 2 ( 2 l1 + l2 )<br />

( m1 + l1 )<br />

2 ( l2 + m2)<br />

m2 m1 l1 ( l1 + l2 + m1)<br />

( m1 + l1 )<br />

2 ( l2 + m2)<br />

m2 m1 l1 ( l1 + l2 + m1)<br />

( m1 + l1 )<br />

2 ( l2 + m2)<br />

> f123 := simplify(f1+f2+f3-(P1*(l1+l1)+P2*m1+P3*m1));<br />

> MUT := simplify(Ass/f123);<br />

m1 m2 ( m1 l2 + 2 l1 + )<br />

f123 :=<br />

2<br />

2 l2 l1<br />

( m1 + l1 )<br />

2 ( l2 + m2)<br />

MUT :=<br />

> MDT := simplify((1-Ass)/f123);<br />

MDT :=<br />

> factor(MUT/(MUT+MDT));<br />

> factor(Ass/(%));<br />

m1 + 2 l1<br />

m1 l2 + 2 l1 +<br />

2<br />

2 l2 l1<br />

m1 + + +<br />

2 l2 m2 l1 2<br />

2 m1 l2 l1 l2 l1 2<br />

m1 m2 ( m1 l2 + 2 l1 + )<br />

2<br />

2 l2 l1<br />

m1 m2 ( m1 + 2 l1 )<br />

( m1 + l1 )<br />

2 ( l2 + m2)<br />

> unassign('Ass,MUT,MDT,l1,l2,l3,m1,m2,m3');<br />

1<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 109 di 153


Se il commutatore ha tasso di guasto nullo<br />

> l2:=0;<br />

l2 := 0<br />

> Ass := m1*m2*(m1+2*l1)/(m1+l1)^2/(l2+m2);<br />

Ass :=<br />

m1 ( m1 + 2 l1 )<br />

( m1 + l1 )<br />

2<br />

> MUT := (m1+2*l1)/(m1*l2+2*l1^2+2*l2*l1);<br />

come già visto in 3.3.3..<br />

MUT :=<br />

m1 + 2 l1<br />

2 l1 2<br />

Esempio con commutatore reale<br />

> l1:= 0.0002; m1:=0.5; l2:= 0.0001; m2:=0.5;<br />

> Digits:=20;<br />

> Ass;<br />

> MUT;<br />

> MDT;<br />

l1 := 0.0002 m1 := 0.5<br />

l2 := 0.0001 m2 := 0.5<br />

Digits := 20<br />

0.99979988015189286237<br />

9984.0383080606544294<br />

1.9984041500399042298<br />

3.4.7.1.2. Calcolo delle caratteristiche per sola mancata commutazione<br />

> Ass := simplify(P1+P2+P3+P4);<br />

Ass :=<br />

> f4 := P4*(l1+l1+m3);<br />

m1 ( m1 m2 + 2 m2 l1 + m1 l2 )<br />

( m1 + l1 )<br />

2 ( l2 + m2)<br />

f4 :=<br />

m1 2 l2 ( 2 l1 + m2)<br />

( m1 + l1 )<br />

2 ( l2 + m2)<br />

> f1234 := simplify(f2+f3+f4-(P2*m1+P3*m2+P4*m3));<br />

3 Modelli elementari<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 110 di 153


f1234 :=<br />

> MUT := simplify((Ass)/f1234);<br />

MUT :=<br />

m1 l1 ( 2 m2 l1 + 2 m2 l2 + m1 m2 + 2 m1 l2 − m2 )<br />

2<br />

( m1 + l1 )<br />

2 ( l2 + m2)<br />

m1 m2 + 2 m2 l1 + m1 l2<br />

l1 ( 2 m2 l1 + 2 m2 l2 + m1 m2 + 2 m1 l2 − m2 )<br />

2<br />

> MDT := simplify((1-Ass)/f1234);<br />

MDT :=<br />

> simplify(MUT/(MUT+MDT));<br />

m2 m1 2<br />

m2 l1 + 2 m1 l2 + l2 l1<br />

m1 ( 2 m2 l1 + 2 m2 l2 + m1 m2 + 2 m1 l2 − m2 )<br />

2<br />

m1 ( m1 m2 + 2 m2 l1 + m1 l2 )<br />

+ 2 m2 m1 l1 + m1 + + +<br />

2 l2 m2 l1 2<br />

2 m1 l2 l1 l2 l1 2<br />

> simplify(Ass/(%));<br />

> l1:= 0.0002; m1:=0.5; l2:= 0.0001; m2:=0.5;<br />

> Digits:=20;<br />

> Ass;<br />

> MUT;<br />

> MDT;<br />

> MUT/(MUT+MDT);<br />

1<br />

l1 := .0002 m1 := .5<br />

l2 := .0001 m2 := .5<br />

Digits := 20<br />

.99999968028781450362<br />

.31281250000000000000 10 7<br />

1.0001000000000000000<br />

.99999968028781450363<br />

3 Modelli elementari<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 111 di 153


3 Modelli elementari<br />

Al modello elementare costituito da 2 blocchi identici in ridondanza sequenziale<br />

con commutatore reale competono le caratteristiche seguenti.<br />

Ass :=<br />

MUT :=<br />

MDT :=<br />

m1 m2 ( m1 + 2 l1 )<br />

( m1 + l1 )<br />

2 ( l2 + m2)<br />

m1 + 2 l1<br />

m1 l2 + 2 l1 +<br />

2<br />

2 l2 l1<br />

m1 + + +<br />

2 l2 m2 l1 2<br />

2 m1 l2 l1 l2 l1 2<br />

m1 m2 ( m1 l2 + 2 l1 + )<br />

2<br />

2 l2 l1<br />

Al modello elementare costituito da 2 blocchi identici in ridondanza sequenziale<br />

con commutatore reale il cui solo guasto è possibile la mancata commutazione<br />

su richiesta competono le caratteristiche seguenti.<br />

Ass :=<br />

MUT :=<br />

MDT :=<br />

m1 ( m1 m2 + 2 m2 l1 + m1 l2 )<br />

( m1 + l1 )<br />

2 ( l2 + m2)<br />

m1 m2 + 2 m2 l1 + m1 l2<br />

l1 ( 2 m2 l1 + 2 m2 l2 + m1 m2 + 2 m1 l2 − m2 )<br />

2<br />

m2 l1 + 2 m1 l2 + l2 l1<br />

m1 ( 2 m2 l1 + 2 m2 l2 + m1 m2 + 2 m1 l2 − m2 )<br />

2<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 112 di 153


4. Modello generale<br />

4.1. Introduzione<br />

4. Modello generale<br />

I calcoli simbolici e numerici necessari alla risoluzione dei sistemi markoviani con i<br />

mezzi di calcolo fin qui adoperati (PC o piccole Workstation) diventano in vario modo<br />

onerosi fino all’impraticabilità al crescere dei sistemi oltre i 3 blocchi.<br />

Per i sistemi markoviani più complessi i calcoli possono spesso essere affrontati caso<br />

per caso sfruttando alcune proprietà già note e usando al meglio l’impostazione fin qui<br />

seguita nella organizzazione dei dati di input: tabella degli stati e diagramma delle transizioni<br />

tra stati.<br />

A condizione che i tassi di transizione di ciascun blocco non cambino durante tutto il<br />

periodo di osservazione qualunque sia lo stato occupato dal blocco, le probabilità asintotiche<br />

dei singoli stati possono calcolarsi usando la proprietà già evidenziata nel caso di<br />

due e tre blocchi (3.3.1.1. e 3.4.3.1.1.), cioè ogni singola probabilità è data da una frazione<br />

in cui:<br />

• il denominatore Dn è lo sviluppo in termini di somma del prodotto<br />

n<br />

∏ ( l + )<br />

i=<br />

1 i mi<br />

ove n è il numero dei blocchi costituenti il sistema;<br />

• il numeratore è ottenuto dalla tabella degli stati sostituendo gli 0 con mk e gli 1 con<br />

lk , ove k è l’indice della colonna degli stati dei blocchi (k = 1 per la colonna A, k =<br />

2 per la colonna B, ….,etc.).<br />

La somma dei numeratori è pari al denominatore essendo tutti gli stati la totalità del<br />

campione.<br />

In pratica dalla condizione precedente sono esclusi i casi di riserve fredde e ridondanze<br />

operative.<br />

Per il calcolo delle frequenze di ciclo dei singoli stati si usano le formule sviluppate in<br />

2.4.1. e l’avere sottomano la tabella degli stati e il diagramma delle transizioni è certo di<br />

grande aiuto.<br />

In questo capitolo ci si limita a considerare i casi di 4 e 5 blocchi per chiarire le procedure<br />

adottate e dare un’idea delle difficoltà da affrontare, e delle possibili vie di uscita,<br />

procedendo oltre nella complessità.<br />

Le difficoltà derivano fondamentalmente dalla gestione manuale di un gran numero di<br />

calcoli dispendiosa in termini di tempo e con notevole probabilità di errori nella introduzione<br />

dei dati.<br />

È pur vero che è sempre possibile automatizzare questo processo, se il gioco vale la<br />

candela.<br />

Noi, per il momento, ci fermiamo qui.<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 113 di 153


4.2. Quattro blocchi<br />

4.2.1. Tabella degli stati e diagramma delle transizioni<br />

Le figure che seguono, già presenti nel testo, si riportano per comodità.<br />

Tab. 4.1.- Stati del sistema<br />

N A B C D Guasti Gruppo<br />

1 G0 1<br />

2 1 A G1 1<br />

3 1 B 2<br />

4 1 C 3<br />

5 1 D 4<br />

6 1 1 AB G2 1<br />

7 1 1 AC 2<br />

8 1 1 AD 3<br />

9 1 1 BC 4<br />

10 1 1 BD 5<br />

11 1 1 CD 6<br />

12 1 1 1 ABC G3 1<br />

13 1 1 1 ABD 2<br />

14 1 1 1 ACD 3<br />

15 1 1 1 BCD 4<br />

16 1 1 1 1 ABCD G4 1<br />

1<br />

2<br />

3<br />

4<br />

5<br />

Fig. 4.1. – Transizioni tra stati<br />

6<br />

7<br />

8<br />

9<br />

10<br />

11<br />

4 Modello generale<br />

G0 G1 G2 G3 G4<br />

D<br />

B<br />

C<br />

A<br />

A<br />

D<br />

C<br />

D<br />

A<br />

D<br />

B<br />

A<br />

B<br />

B<br />

C<br />

C<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 114 di 153<br />

C<br />

D<br />

C<br />

A<br />

A<br />

C<br />

A<br />

D<br />

B<br />

D<br />

B<br />

B<br />

12<br />

13<br />

14<br />

15<br />

D<br />

C<br />

B<br />

A<br />

16


4.2.2. Probabilità degli stati<br />

> Dn := (m4+l4)*(m3+l3)*(m2+l2)*(m1+l1);<br />

> P1 := m1*m2*m3*m4/Dn;<br />

> P2 := l1*m2*m3*m4/Dn;<br />

> P3 := m1*l2*m3*m4/Dn;<br />

> P4 := m1*m2*l3*m4/Dn;<br />

> P5 := m1*m2*m3*l4/Dn;<br />

> P6 := l1*l2*m3*m4/Dn;<br />

> P7 := l1*m2*l3*m4/Dn;<br />

> P8 := l1*m2*m3*l4/Dn;<br />

> P9 := m1*l2*l3*m4/Dn;<br />

> P10 := m1*l2*m3*l4/Dn;<br />

Dn := ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

m1 m2 m3 m4<br />

P1 :=<br />

( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

l1 m2 m3 m4<br />

P2 :=<br />

( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

m1 l2 m3 m4<br />

P3 :=<br />

( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

m1 m2 l3 m4<br />

P4 :=<br />

( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

m1 m2 m3 l4<br />

P5 :=<br />

( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

l1 l2 m3 m4<br />

P6 :=<br />

( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

l1 m2 l3 m4<br />

P7 :=<br />

( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

l1 m2 m3 l4<br />

P8 :=<br />

( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

m1 l2 l3 m4<br />

P9 :=<br />

( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

m1 l2 m3 l4<br />

P10 :=<br />

( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1<br />

)<br />

4 Modello generale<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 115 di 153


P11 := m1*m2*l3*l4/Dn;<br />

> P12 := l1*l2*l3*m4/Dn;<br />

> P13 := l1*l2*m3*l4/Dn;<br />

> P14 := l1*m2*l3*l4/Dn;<br />

> P15 := m1*l2*l3*l4/Dn;<br />

> P16 := l1*l2*l3*l4/Dn;<br />

m1 m2 l3 l4<br />

P11 :=<br />

( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

l1 l2 l3 m4<br />

P12 :=<br />

( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

l1 l2 m3 l4<br />

P13 :=<br />

( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

l1 m2 l3 l4<br />

P14 :=<br />

( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

m1 l2 l3 l4<br />

P15 :=<br />

( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

l1 l2 l3 l4<br />

P16 :=<br />

( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

4 Modello generale<br />

> simplify(P1+P2+P3+P4+P5+P6+P7+P8+P9+P10+P11+P12+P13+P14+P15+P16);<br />

1<br />

4.2.3. Frequenze di ciclo degli stati<br />

> f1 := simplify(P1*(l1+l2+l3+l4));<br />

m1 m2 m3 m4 ( l1 + l2 + l3 + l4 )<br />

f1 :=<br />

( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> f2 := simplify(P2*(m1+l2+l3+l4));<br />

l1 m2 m3 m4 ( m1 + l2 + l3 + l4 )<br />

f2 :=<br />

( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> f3 := simplify(P3*(l1+m2+l3+l4));<br />

m1 l2 m3 m4 ( l1 + m2 + l3 + l4 )<br />

f3 :=<br />

( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> f4 := simplify(P4*(l1+l2+m3+l4));<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 116 di 153


m1 m2 l3 m4 ( l1 + l2 + m3 + l4 )<br />

f4 :=<br />

( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> f5 := simplify(P5*(l1+l2+l3+m4));<br />

m1 m2 m3 l4 ( l1 + l2 + l3 + m4)<br />

f5 :=<br />

( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> f6 := simplify(P6*(m1+m2+l3+l4));<br />

l1 l2 m3 m4 ( m1 + m2 + l3 + l4 )<br />

f6 :=<br />

( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> f7 := simplify(P7*(m1+l2+m3+l4));<br />

l1 m2 l3 m4 ( m1 + l2 + m3 + l4 )<br />

f7 :=<br />

( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> f8 := simplify(P8*(m1+l2+l3+m4));<br />

l1 m2 m3 l4 ( m1 + l2 + l3 + m4)<br />

f8 :=<br />

( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> f9 := simplify(P9*(l1+m2+m3+l4));<br />

m1 l2 l3 m4 ( l1 + m2 + m3 + l4 )<br />

f9 :=<br />

( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> f10 := simplify(P10*(l1+m2+l3+m4));<br />

m1 l2 m3 l4 ( l1 + m2 + l3 + m4)<br />

f10 :=<br />

( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> f11 := simplify(P11*(l1+l2+m3+m4));<br />

m1 m2 l3 l4 ( l1 + l2 + m3 + m4)<br />

f11 :=<br />

( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> f12 := simplify(P12*(m1+m2+m3+l4));<br />

l1 l2 l3 m4 ( m1 + m2 + m3 + l4 )<br />

f12 :=<br />

( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> f13 := simplify(P13*(m1+m2+l3+m4));<br />

l1 l2 m3 l4 ( m1 + m2 + l3 + m4)<br />

f13 :=<br />

( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> f14 := simplify(P14*(m1+l2+m3+m4));<br />

l1 m2 l3 l4 ( m1 + l2 + m3 + m4)<br />

f14 :=<br />

( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1<br />

)<br />

4 Modello generale<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 117 di 153


f15 := simplify(P15*(l1+m2+m3+m4));<br />

m1 l2 l3 l4 ( l1 + m2 + m3 + m4)<br />

f15 :=<br />

( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> f16 := simplify(P16*(m1+m2+m3+m4));<br />

l1 l2 l3 l4 ( m1 + m2 + m3 + m4)<br />

f16 :=<br />

( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

4.2.4. Esempio n. 1: 2 blocchi funzionanti su quattro<br />

4 Modello generale<br />

Se il successo del sistema è assicurato dal corretto funzionamento di 2 dei 4 blocchi, la<br />

tabella degli stati diventa:<br />

Tab. 4.2. – Stati del sistema<br />

N A B C D S<br />

1 0<br />

2 1 0<br />

3 1 0<br />

4 1 0<br />

5 1 0<br />

6 1 1 0<br />

7 1 1 0<br />

8 1 1 0<br />

9 1 1 0<br />

10 1 1 0<br />

11 1 1 0<br />

12 1 1 1 1<br />

13 1 1 1 1<br />

14 1 1 1 1<br />

15 1 1 1 1<br />

16 1 1 1 1 1<br />

Gli stati 12, 13, 14, 15 e 16 costituiscono il gruppo degli stati di guasto. Ad essi competono<br />

le seguenti probabilità asintotiche:<br />

> Dn := (m4+l4)*(m3+l3)*(m2+l2)*(m1+l1);<br />

> P12 := l1*l2*l3*m4/Dn;<br />

> P13 := l1*l2*m3*l4/Dn;<br />

Dn := ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

l1 l2 l3 m4<br />

P12 :=<br />

( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 118 di 153


P14 := l1*m2*l3*l4/Dn;<br />

> P15 := m1*l2*l3*l4/Dn;<br />

> P16 := l1*l2*l3*l4/Dn;<br />

e le frequenze di ciclo seguenti:<br />

l1 l2 m3 l4<br />

P13 :=<br />

( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

l1 m2 l3 l4<br />

P14 :=<br />

( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

m1 l2 l3 l4<br />

P15 :=<br />

( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

l1 l2 l3 l4<br />

P16 :=<br />

( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> f12 := simplify(P12*(m1+m2+m3+l4));<br />

l1 l2 l3 m4 ( m1 + m2 + m3 + l4 )<br />

f12 :=<br />

( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> f13 := simplify(P13*(m1+m2+l3+m4));<br />

l1 l2 m3 l4 ( m1 + m2 + l3 + m4)<br />

f13 :=<br />

( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> f14 := simplify(P14*(m1+l2+m3+m4));<br />

l1 m2 l3 l4 ( m1 + l2 + m3 + m4)<br />

f14 :=<br />

( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> f15 := simplify(P15*(l1+m2+m3+m4));<br />

m1 l2 l3 l4 ( l1 + m2 + m3 + m4)<br />

f15 :=<br />

( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> f16 := simplify(P16*(m1+m2+m3+m4));<br />

l1 l2 l3 l4 ( m1 + m2 + m3 + m4)<br />

f16 :=<br />

( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

Al gruppo degli stati di guasto compete la probabilità asintotica<br />

> Pg := simplify(P12+P13+P14+P15+P16);<br />

m4 l3 l2 l1 + l4 m3 l2 l1 + l4 l3 m2 l1 + l4 l3 l2 m1 + l4 l3 l2 l1<br />

Pg :=<br />

( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

Quindi la disponibilità asintotica è:<br />

4 Modello generale<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 119 di 153


Ass := simplify(1-Pg);<br />

4 Modello generale<br />

Ass := ( m4 m3 m2 m1 + m4 m3 m2 l1 + m4 m3 l2 m1 + m4 m3 l2 l1 + m4 l3 m2 m1<br />

+ m4 l3 m2 l1 + m4 l3 l2 m1 + l4 m3 m2 m1 + l4 m3 m2 l1 + l4 m3 l2 m1<br />

+ l4 l3 m2 m1)/(<br />

( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 ) )<br />

La frequenza di ciclo, identica per i due gruppi di stati, è pari alla somma delle frequenze<br />

di ciclo degli stati di frontiera:<br />

> f := simplify(P12*(m1+m2+m3)+P13*(m1+m2+m4)+P14*(m1+m3+m4)+P15*(m2+m3+<br />

m4));<br />

f:= ( m4l3l2l1m1+ m4l3l2l1m2+ m4l3l2l1m3+ l4m3l2l1m1+ l4m3l2l1m2<br />

+ l4 m3 l2 l1 m4 + l4 l3 m2 l1 m1 + l4 l3 m2 l1 m3 + l4 l3 m2 l1 m4 + l4 l3 l2 m1 m2<br />

+ l4 l3 l2 m1 m3 + l4 l3 l2 m1 m4)/(<br />

( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 ) )<br />

> MUT := simplify(Ass/f);<br />

MUT := ( m4 m3 m2 m1 + m4 m3 m2 l1 + m4 m3 l2 m1 + m4 m3 l2 l1 + m4 l3 m2 m1<br />

+ m4 l3 m2 l1 + m4 l3 l2 m1 + l4 m3 m2 m1 + l4 m3 m2 l1 + l4 m3 l2 m1<br />

+ l4 l3 m2 m1)/(<br />

m4 l3 l2 l1 m1 + m4 l3 l2 l1 m2 + m4 l3 l2 l1 m3 + l4 m3 l2 l1 m1<br />

+ l4 m3 l2 l1 m2 + l4 m3 l2 l1 m4 + l4 l3 m2 l1 m1 + l4 l3 m2 l1 m3 + l4 l3 m2 l1 m4<br />

+ l4 l3 l2 m1 m2 + l4 l3 l2 m1 m3 + l4 l3 l2 m1 m4)<br />

> MDT := simplify(Pg/f);<br />

MDT := ( m4 l3 l2 l1 + l4 m3 l2 l1 + l4 l3 m2 l1 + l4 l3 l2 m1 + l4 l3 l2 l1 )/( m4 l3 l2 l1 m1<br />

+ m4 l3 l2 l1 m2 + m4 l3 l2 l1 m3 + l4 m3 l2 l1 m1 + l4 m3 l2 l1 m2 + l4 m3 l2 l1 m4<br />

+ l4 l3 m2 l1 m1 + l4 l3 m2 l1 m3 + l4 l3 m2 l1 m4 + l4 l3 l2 m1 m2 + l4 l3 l2 m1 m3<br />

+ l4 l3 l2 m1 m4)<br />

> simplify((MUT/(MUT+MDT)/Ass));<br />

Se i blocchi sono identici:<br />

> l1:=l; l2:=l; l3:=l; l4:=l; m1:=m; m2:=m; m3:=m; m4:=m;<br />

> Ass;<br />

> MUT := simplify(MUT);<br />

1<br />

l1 := l l2 := l l3 := l l4 := l<br />

m1 := m m2 := m m3 := m m4 := m<br />

m 4<br />

+ 4 m +<br />

3 l 6 m 2 l 2<br />

( m+ l) 4<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 120 di 153


MDT := simplify(MDT);<br />

MUT :=<br />

m 2<br />

MDT :=<br />

> simplify((MUT/(MUT+MDT))/Ass);<br />

1<br />

+ 4 ml+ 6 l 2<br />

12 l 3<br />

4 m+ l<br />

12 m 2<br />

4 Modello generale<br />

Possiamo verificare queste formule nel caso in cui i 4 blocchi sono identici usando<br />

un modello con gli stati indistinguibili raggruppati cui corrisponde il diagramma<br />

delle transizioni seguente.<br />

1 2 3 4 5<br />

m<br />

4l<br />

Fig. 4.2. – Diagramma delle transizioni tra stati<br />

> P := matrix([[1-4*l, 4*l, 0, 0, 0], [m, 1-3*l-m, 3*l, 0,<br />

0], [0, 2*m, 1-2*l-2*m, 2*l, 0], [0, 0, 3*m, 1-l-3*m, l],<br />

[0, 0, 0, 4*m, 1-4*m]])<br />

⎡1<br />

− 4 l 4 l 0 0 0<br />

⎢<br />

⎤<br />

⎢<br />

⎥<br />

⎢ m 1 − 3l − m 3 l 0 0 ⎥<br />

⎢<br />

P := ⎢<br />

⎥<br />

⎢<br />

0 2 m 1 − 2 l − 2 m 2 l 0 ⎥<br />

⎢<br />

⎥<br />

⎢ 0 0 3 m 1 − l − 3 m l ⎥<br />

⎢<br />

⎥<br />

⎣<br />

⎢ 0 0 0 4 m 1 − 4 m⎦<br />

⎥<br />

> V := matrix(1,5,[P1,P2,P3,P4,P5]);<br />

> X := evalm(V&*P);<br />

2m<br />

V := [ P1 P2 P3 P4 P5]<br />

X :=<br />

[ P1 ( 1 − 4 l) + P2m , 4 P1 l + P2 ( 1 − 3 l − m) + 2 P3 m ,<br />

3 P2 l + P3 ( 1 − 2 l − 2 m) + 3 P4 m , 2 P3 l + P4 ( 1 − l − 3 m) + 4 P5 m ,<br />

P4 l + P5 ( 1 − 4m ) ]<br />

> eq1 := X[1,1] = P1;<br />

> eq2 := X[1,2] = P2;<br />

3l<br />

eq1 := P1 ( 1− 4l) + P2m= P1<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 121 di 153<br />

3m<br />

2l<br />

4m<br />

l


eq3 := X[1,3] = P3;<br />

> eq4 := X[1,4] = P4;<br />

> eq5 := X[1,5] = P5;<br />

> eq6 := P1+P2+P3+P4+P5=1;<br />

eq2 := 4 P1 l + P2 ( 1− 3l − m) + 2 P3 m = P2<br />

eq3 := 3 P2 l + P3 ( 1 − 2l− 2 m) + 3 P4 m = P3<br />

eq4 := 2 P3 l + P4 ( 1 − l − 3 m) + 4 P5 m = P4<br />

eq5 := P4 l + P5 ( 1− 4m) = P5<br />

eq6 := P1 + P2 + P3 + P4 + P5 = 1<br />

4 Modello generale<br />

> S := solve({eq1,eq2,eq3,eq4,eq6}, {P1,P2,P3,P4,P5});<br />

S := { P1 =<br />

P4 =<br />

P2 =<br />

m 4<br />

m 4<br />

m 4<br />

m 4<br />

+ 4 m + + +<br />

3 l 6 m 2 l 2<br />

4 ml 3<br />

4 ml 3<br />

+ 4 m + + +<br />

3 l 6 m 2 l 2<br />

4 ml 3<br />

4 m 3 l<br />

+ 4 m + + +<br />

3 l 6 m 2 l 2<br />

4 ml 3<br />

l 4<br />

l 4<br />

P5 =<br />

+ 4 m + + +<br />

3 l 6 m 2 l 2<br />

4 ml 3<br />

, ,<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 122 di 153<br />

m 4<br />

6 m<br />

P3 =<br />

2 l 2<br />

+ 4 m + + +<br />

3 l 6 m 2 l 2<br />

4 ml 3<br />

, ,<br />

}<br />

4<br />

l<br />

> simplify(sum('S[i]', 'i'=1..5));<br />

m 4<br />

P1 + P2 + P3 + P4 + P5 = 1<br />

> P1 := 1/(m^4+4*m^3*l+6*m^2*l^2+4*m*l^3+l^4)*m^4;<br />

P1 :=<br />

m 4<br />

m 4<br />

+ 4 m + + +<br />

3 l 6 m 2 l 2<br />

4 ml 3<br />

> P2 := 4*m^3/(m^4+4*m^3*l+6*m^2*l^2+4*m*l^3+l^4)*l;<br />

P2 :=<br />

m 4<br />

4 m 3 l<br />

+ 4 m + + +<br />

3 l 6 m 2 l 2<br />

4 ml 3<br />

> P3 := 6*m^2/(m^4+4*m^3*l+6*m^2*l^2+4*m*l^3+l^4)*l^2;<br />

P3 :=<br />

m 4<br />

6 m 2 l 2<br />

+ 4 m + + +<br />

3 l 6 m 2 l 2<br />

4 ml 3<br />

> P4 := 4*m/(m^4+4*m^3*l+6*m^2*l^2+4*m*l^3+l^4)*l^3;<br />

P4 :=<br />

m 4<br />

4 ml 3<br />

+ 4 m + + +<br />

3 l 6 m 2 l 2<br />

4 ml 3<br />

l 4<br />

l 4<br />

l 4<br />

l 4<br />

l 4<br />

l 4<br />

l 4


P5 := 1/(m^4+4*m^3*l+6*m^2*l^2+4*m*l^3+l^4)*l^4;<br />

P5 :=<br />

m 4<br />

4 Modello generale<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 123 di 153<br />

l 4<br />

+ 4 m + + +<br />

3 l 6 m 2 l 2<br />

4 ml 3<br />

Gli stati 1, 2 e 3 costituiscono il gruppo degli stati di successo cui competono:<br />

> Ass := factor(P1+P2+P3);<br />

> f1 := factor(P1*4*l);<br />

> f2 := factor(P2*(3*l+m));<br />

m<br />

Ass :=<br />

2 ( m + + )<br />

2<br />

4 ml 6 l 2<br />

( l + m) 4<br />

f2 :=<br />

> f3 := factor(P3*(2*l+2*m));<br />

4 m<br />

f1 :=<br />

4 l<br />

( l + m) 4<br />

4 m 3 l ( 3 l + m)<br />

( l + m) 4<br />

12 m<br />

f3 :=<br />

2 l 2<br />

( l + m) 3<br />

> f123 := factor(f1+f2+f3-(P1*4*l+P2*(3*l+m)+P3*2*m));<br />

> MUT := simplify(Ass/f123);<br />

12 m<br />

f123 :=<br />

2 l 3<br />

( l + m) 4<br />

MUT :=<br />

m 2<br />

> MDT := simplify((1-Ass)/f123);<br />

MDT :=<br />

> simplify((MUT/(MUT+MDT))/Ass);<br />

+ 4 ml+ 6 l 2<br />

1<br />

12 l 3<br />

4 m+ l<br />

12 m 2<br />

l 4


4.2.5. Esempio n. 2: Guasti concomitanti<br />

Si consideri il sistema di Fig. 4.3.<br />

A B<br />

C D<br />

Fig. 4.3.<br />

4 Modello generale<br />

In esso il guasto del solo blocco A o del solo blocco B non causano l’insuccesso del sistema,<br />

mentre tale insuccesso viene causato dal concomitante guasto di A e di B.<br />

Esso può assumere gli stati di Tab. 4.3. in cui:<br />

N = identificazione dello stato;<br />

A, B, C, D = stato del blocco (0 = funzionante, 1 = guasto);<br />

S = stato del sistema (0 = funzionante, 1 = guasto)<br />

Tab. 4.3.- Stati del sistema<br />

N A B C D S<br />

1 0<br />

2 1 0<br />

3 1 0<br />

4 1 0<br />

5 1 0<br />

6 1 1 1<br />

7 1 1 1<br />

8 1 1 0<br />

9 1 1 0<br />

10 1 1 1<br />

11 1 1 0<br />

12 1 1 1 1<br />

13 1 1 1 1<br />

14 1 1 1 1<br />

15 1 1 1 1<br />

16 1 1 1 1 1<br />

Lo stato 6 è uno stato di guasto appunto per il guasto concomitante di A e di B.<br />

Agli stati di successo 1, 2, 3, 4, 5, 8, 9, 11 corrispondono le probabilità:<br />

> P1 := m1*m2*m3*m4/((m4+l4)*(m3+l3)*(m2+l2)*(m1+l1));<br />

m1 m2 m3 m4<br />

P1 :=<br />

( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 124 di 153


4 Modello generale<br />

> P2 := l1*m2*m3*m4/((m4+l4)*(m3+l3)*(m2+l2)*(m1+l1));<br />

l1 m2 m3 m4<br />

P2 :=<br />

( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> P3 := m1*l2*m3*m4/((m4+l4)*(m3+l3)*(m2+l2)*(m1+l1));<br />

m1 l2 m3 m4<br />

P3 :=<br />

( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> P4 := m1*m2*l3*m4/((m4+l4)*(m3+l3)*(m2+l2)*(m1+l1));<br />

m1 m2 l3 m4<br />

P4 :=<br />

( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> P5 := m1*m2*m3*l4/((m4+l4)*(m3+l3)*(m2+l2)*(m1+l1));<br />

m1 m2 m3 l4<br />

P5 :=<br />

( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> P8 := l1*m2*m3*l4/((m4+l4)*(m3+l3)*(m2+l2)*(m1+l1));<br />

l1 m2 m3 l4<br />

P8 :=<br />

( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> P9 := m1*l2*l3*m4/((m4+l4)*(m3+l3)*(m2+l2)*(m1+l1));<br />

m1 l2 l3 m4<br />

P9 :=<br />

( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> P11 := m1*m2*l3*l4/((m4+l4)*(m3+l3)*(m2+l2)*(m1+l1));<br />

m1 m2 l3 l4<br />

P11 :=<br />

( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> Ass := factor(P1+P2+P3+P4+P5+P8+P9+P11);<br />

Ass := ( m1 m2 m3 m4 + l1 m2 m3 m4 + m1 l2 m3 m4 + m1 m2 l3 m4 + m1 m2 m3 l4<br />

+ l1 m2 m3 l4 + m1 l2 l3 m4 + m1 m2 l3 l4 )/(<br />

( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 ) )<br />

> fs := simplify(P2*(l2+l3)+P3*(l1+l4)+P4*l1+P5*l2+P8*(l2+l3)<br />

+P9*(l1+l4)+P11*(l1+l2));<br />

fs := ( l1 m2 m3 m4 l2 + l1 m2 m3 m4 l3 + m1 l2 m3 m4 l1 + m1 l2 m3 m4 l4<br />

+ m1 m2 l3 m4 l1 + m1 m2 m3 l4 l2 + l1 m2 m3 l4 l2 + l1 m2 m3 l4 l3<br />

+ m1 l2 l3 m4 l1 + m1 l2 l3 m4 l4 + m1 m2 l3 l4 l1 + m1 m2 l3 l4 l2 )/( ( m4 + l4 )<br />

( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 ) )<br />

> MUT := simplify(Ass/fs);<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 125 di 153


4 Modello generale<br />

MUT := ( m1 m2 m3 m4 + l1 m2 m3 m4 + m1 l2 m3 m4 + m1 m2 l3 m4 + m1 m2 m3 l4<br />

+ l1 m2 m3 l4 + m1 l2 l3 m4 + m1 m2 l3 l4 )/( l1 m2 m3 m4 l2 + l1 m2 m3 m4 l3<br />

+ m1 l2 m3 m4 l1 + m1 l2 m3 m4 l4 + m1 m2 l3 m4 l1 + m1 m2 m3 l4 l2<br />

+ l1 m2 m3 l4 l2 + l1 m2 m3 l4 l3 + m1 l2 l3 m4 l1 + m1 l2 l3 m4 l4 + m1 m2 l3 l4 l1<br />

+ m1 m2 l3 l4 l2 )<br />

> MDT := simplify((1-Ass)/fs);<br />

MDT := ( l2 l1 m3 m4 + l3 l1 m2 m4 + l1 l2 l3 m4 + l4 m1 l2 m3 + l2 l1 m3 l4<br />

+ l3 l1 m2 l4 + l4 m1 l2 l3 + l3 l4 l2 l1 )/( l1 m2 m3 m4 l2 + l1 m2 m3 m4 l3<br />

+ m1 l2 m3 m4 l1 + m1 l2 m3 m4 l4 + m1 m2 l3 m4 l1 + m1 m2 m3 l4 l2<br />

+ l1 m2 m3 l4 l2 + l1 m2 m3 l4 l3 + m1 l2 l3 m4 l1 + m1 l2 l3 m4 l4 + m1 m2 l3 l4 l1<br />

+ m1 m2 l3 l4 l2 )<br />

> simplify(Ass/(MUT/(MUT+MDT)));<br />

> l1:=0.00001; m1:=0.5; l2:=0.00002; m2:=0.5;<br />

l3:=0.00001; m3:=0.5; l4:=0.00002; m4:=0.5;<br />

l1 := .00001 m1 := .5<br />

> Digits := 20;<br />

> Ass;<br />

> MUT;<br />

> MDT;<br />

1<br />

l2 := .00002 m2 := .5<br />

l3 := .00001 m3 := .5<br />

l4 := .00002 m4 := .5<br />

Digits := 20<br />

0.99999999720023998512<br />

0.35717653060349876717 10 9<br />

1.0000085714367344840<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 126 di 153


4.2.6. I guasti concomitanti in generale<br />

Usando il modello di cui in 4.2.5. si proceda al calcolo seguente.<br />

4 Modello generale<br />

Si identifichino con l’indice 1 le caratteristiche del blocco costituito dal parallelo dei<br />

blocchi A e C.<br />

> Ass1 := ((2*l1+m1)*m1)/(l1+m1)^2;<br />

Ass1 :=<br />

( 2 l1 + m1) m1<br />

( l1 + m1) 2<br />

> MUT1 := (2*l1+m1)/(2*l1^2);<br />

1 2 l1 + m1<br />

MUT1 :=<br />

2<br />

> MDT1 := 1/(2*m1);<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 127 di 153<br />

l1 2<br />

1 1<br />

MDT1 :=<br />

2 m1<br />

Si identifichino con l’indice 2 le caratteristiche del blocco costituito dal parallelo dei<br />

blocchi B e D.<br />

> Ass2 := ((2*l2+m2)*m2)/(l2+m2)^2;<br />

Ass2 :=<br />

( 2 l2 + m2) m2<br />

( l2 + m2) 2<br />

> MUT2 := (2*l2+m2)/(2*l2^2);<br />

1 2 l2 + m2<br />

MUT2 :=<br />

2<br />

> MDT2 := 1/(2*m2);<br />

l2 2<br />

1 1<br />

MDT2 :=<br />

2 m2<br />

Si identifichino con l’indice 3 le caratteristiche della serie dei 2 blocchi precedenti.<br />

> Ass3 := simplify(Ass1*Ass2);<br />

Ass3 :=<br />

( 2 l1 + m1) m1 ( 2 l2 + m2) m2<br />

( l1 + m1) 2 ( l2 + m2) 2<br />

> MUT3 := simplify(1/(1/MUT1+1/MUT2));<br />

1 ( 2 l1 + m1 ) ( 2 l2 + m2)<br />

MUT3 :=<br />

2 2 l1 + + +<br />

2 l2 l1 2 m2 2 l2 2 l1 l2 2 m1<br />

Assegnando ai tassi di transizione gli stessi valori del paragrafo precedente


l1:=0.00001; m1:=0.5; l2:=0.00002; m2:=0.5;<br />

> Digits := 20;<br />

> Ass3;<br />

> MUT3;<br />

l1 := .00001 m1 := .5<br />

l2 := .00002 m2 := .5<br />

Digits := 20<br />

.99999999800014399248<br />

.50003599987200614370 10 9<br />

> MDT3 := solve(Ass3=MUT3/(MUT3+x), x);<br />

> MUT3/(MUT3+MDT3);<br />

MDT3 := 1.0000000003201574457<br />

.99999999800014399248<br />

4 Modello generale<br />

Poiché i blocchi A e B hanno comportamenti statisticamente indipendenti, possiamo tener<br />

conto delle conseguenze dei loro guasti concomitanti col seguente DBA<br />

*AC* *BD*<br />

Fig. 4.4.<br />

Si identifichino con l’indice 4 le caratteristiche del parallelo dei blocchi A e B.<br />

> Ass4 := (m1*m2+l1*m2+l2*m1)/((l2+m2)*(l1+m1));<br />

m1 m2 + l1 m2 + l2 m1<br />

Ass4 :=<br />

( l2 + m2 ) ( l1 + m1)<br />

> MUT4 := (m1*m2+l1*m2+l2*m1)/(l1*l2*(m1+m2));<br />

A<br />

B<br />

m1 m2 + l1 m2 + l2 m1<br />

MUT4 :=<br />

l1 l2 ( m1 + m2)<br />

> l1:=0.00001; m1:=0.5; l2:=0.00002; m2:=0.5;<br />

l1 := .00001 m1 := .5<br />

l2 := .00002 m2 := .5<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 128 di 153


Ass4;<br />

> MUT4;<br />

.99999999920004799776<br />

.12500750000000000000 10 10<br />

e con l’indice 5 le caratteristiche dell’intero sistema rappresentato in Fig. 4.4.<br />

> Ass5 := Ass3*Ass4;<br />

> MUT5 := 1/(1/MUT3+1/MUT4);<br />

Ass5 := .99999999720019199184<br />

MUT5 := .35716734686297800890 10 9<br />

4 Modello generale<br />

Confrontando questi valori con i corrispondenti calcolati secondo Markov nel paragrafo<br />

precedente<br />

:=<br />

MUT .35717653060349876717 10 9<br />

si constata la pratica coincidenza dei risultati essendo il valore approssimato del MUT<br />

di circa il 2,5 per 1000 minore del valore esatto calcolato più sopra.<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 129 di 153


4.3. Cinque blocchi<br />

4.3.1. Tabella degli stati e diagramma delle transizioni<br />

Tab. 4.4. – Stati del sistema<br />

N A B C D E Guasti Gruppi<br />

1 G0 1<br />

2 1 A G1 5<br />

3 1 B<br />

4 1 C<br />

5 1 D<br />

6 1E<br />

7 1 1 AB G2 10<br />

8 1 1 AC<br />

9 1 1 AD<br />

10 1 1 AE<br />

11 1 1 BC<br />

12 1 1 BD<br />

13 1 1 BE<br />

14 1 1 CD<br />

15 1 1 CE<br />

16 1 1 DE<br />

17 1 1 1 ABC G3 10<br />

18 1 1 1 ABD<br />

19 1 1 1 ABE<br />

20 1 1 1 ACD<br />

21 1 1 1ACE<br />

22 1 1 1 ADE<br />

23 1 1 1 BCD<br />

24 1 1 1 BCE<br />

25 1 1 1BDE<br />

26 1 1 1 CDE<br />

27 1 1 1 1 ABCD G4 5<br />

28 1 1 1 1 ABCE<br />

29 1 1 1 1 ABDE<br />

30 1 1 1 1 ACDE<br />

31 1 1 1 1BCDE<br />

32 1 1 1 1 1 ABCDE G5 1<br />

4. Modello generale<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 130 di 153


1<br />

A<br />

C<br />

B<br />

D<br />

E<br />

2<br />

3<br />

4<br />

5<br />

A<br />

6<br />

A<br />

E<br />

A<br />

C<br />

D<br />

B<br />

A<br />

B<br />

C<br />

E<br />

D<br />

D<br />

B<br />

C<br />

E<br />

C<br />

B<br />

D<br />

E<br />

7<br />

8<br />

9<br />

10<br />

16<br />

D<br />

C<br />

E<br />

B<br />

E<br />

B<br />

E<br />

B<br />

A<br />

11 D<br />

E<br />

A<br />

12 C<br />

E<br />

C<br />

A<br />

13<br />

C<br />

D<br />

A<br />

B<br />

14<br />

E<br />

A<br />

B<br />

15<br />

D<br />

A B<br />

C<br />

D<br />

C<br />

Fig. 4.5. – Diagramma delle transizioni tra stati per 5 componenti<br />

D<br />

17<br />

18<br />

19<br />

20<br />

E<br />

B<br />

21<br />

22<br />

A<br />

23<br />

E<br />

24<br />

25<br />

26<br />

A<br />

A<br />

E<br />

C<br />

D<br />

D<br />

B<br />

A<br />

D<br />

C<br />

E<br />

B<br />

C<br />

B<br />

D<br />

C<br />

4. Modello generale<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 131 di 153<br />

27<br />

28<br />

29<br />

30<br />

31<br />

C<br />

B<br />

D<br />

A<br />

E<br />

32


4.3.2. Probabilità degli stati<br />

> Dn := (m5+l5)*(m4+l4)*(m3+l3)*(m2+l2)*(m1+l1);<br />

Dn := ( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> P1 := m1*m2*m3*m4*m5/Dn;<br />

m1 m2 m3 m4 m5<br />

P1 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> P2 := l1*m2*m3*m4*m5/Dn;<br />

l1 m2 m3 m4 m5<br />

P2 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> P3 := m1*l2*m3*m4*m5/Dn;<br />

m1 l2 m3 m4 m5<br />

P3 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> P4 := m1*m2*l3*m4*m5/Dn;<br />

m1 m2 l3 m4 m5<br />

P4 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> P5 := m1*m2*m3*l4*m5/Dn;<br />

m1 m2 m3 l4 m5<br />

P5 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> P6 := m1*m2*m3*m4*l5/Dn;<br />

m1 m2 m3 m4 l5<br />

P6 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> P7 := l1*l2*m3*m4*m5/Dn;<br />

l1 l2 m3 m4 m5<br />

P7 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> P8 := l1*m2*l3*m4*m5/Dn;<br />

l1 m2 l3 m4 m5<br />

P8 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> P9 := l1*m2*m3*l4*m5/Dn;<br />

l1 m2 m3 l4 m5<br />

P9 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> P10 := l1*m2*m3*m4*l5/Dn;<br />

4. Modello generale<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 132 di 153


l1 m2 m3 m4 l5<br />

P10 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> P11 := m1*l2*l3*m4*m5/Dn;<br />

m1 l2 l3 m4 m5<br />

P11 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> P12 := m1*l2*m3*l4*m5/Dn;<br />

m1 l2 m3 l4 m5<br />

P12 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> P13 := m1*l2*m3*m4*l5/Dn;<br />

m1 l2 m3 m4 l5<br />

P13 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> P14 := m1*m2*l3*l4*m5/Dn;<br />

m1 m2 l3 l4 m5<br />

P14 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> P15 := m1*m2*l3*m4*l5/Dn;<br />

m1 m2 l3 m4 l5<br />

P15 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> P16 := m1*m2*m3*l4*l5/Dn;<br />

m1 m2 m3 l4 l5<br />

P16 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> P17 := l1*l2*l3*m4*m5/Dn;<br />

l1 l2 l3 m4 m5<br />

P17 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> P18 := l1*l2*m3*l4*m5/Dn;<br />

l1 l2 m3 l4 m5<br />

P18 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> P19 := l1*l2*m3*m4*l5/Dn;<br />

l1 l2 m3 m4 l5<br />

P19 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> P20 := l1*m2*l3*l4*m5/Dn;<br />

l1 m2 l3 l4 m5<br />

P20 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1<br />

)<br />

4 Modello generale<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 133 di 153


P21 := l1*m2*l3*m4*l5/Dn;<br />

l1 m2 l3 m4 l5<br />

P21 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> P22 := l1*m2*m3*l4*l5/Dn;<br />

l1 m2 m3 l4 l5<br />

P22 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> P23 := m1*l2*l3*l4*m5/Dn;<br />

m1 l2 l3 l4 m5<br />

P23 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> P24 := m1*l2*l3*m4*l5/Dn;<br />

m1 l2 l3 m4 l5<br />

P24 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> P25 := m1*l2*m3*l4*l5/Dn;<br />

m1 l2 m3 l4 l5<br />

P25 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> P26 := m1*m2*l3*l4*l5/Dn;<br />

m1 m2 l3 l4 l5<br />

P26 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> P27 := l1*l2*l3*l4*m5/Dn;<br />

l1 l2 l3 l4 m5<br />

P27 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> P28 := l1*l2*l3*m4*l5/Dn;<br />

l1 l2 l3 m4 l5<br />

P28 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> P29 := l1*l2*m3*l4*l5/Dn;<br />

l1 l2 m3 l4 l5<br />

P29 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> P30 := l1*m2*l3*l4*l5/Dn;<br />

l1 m2 l3 l4 l5<br />

P30 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> P31 := m1*l2*l3*l4*l5/Dn;<br />

m1 l2 l3 l4 l5<br />

P31 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1<br />

)<br />

4 Modello generale<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 134 di 153


P32 := l1*l2*l3*l4*l5/Dn;<br />

l1 l2 l3 l4 l5<br />

P32 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

4 Modello generale<br />

> simplify(P1+P2+P3+P4+P5+P6+P7+P8+P9+P10+P11+P12+P13+P14+P15+P16+P<br />

17+P18+P19+P20+P21+P22+P23+P24+P25+P26+P27+P28+P29+P30+P31+<br />

P32);<br />

1<br />

4.3.3. Frequenza di ciclo degli stati<br />

> f1 := simplify(P1*(l1+l2+l3+l4+l5));<br />

m1 m2 m3 m4 m5 ( l1 + l2 + l3 + l4 + l5 )<br />

f1 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> f2 := simplify(P2*(m1+l2+l3+l4+l5));<br />

l1 m2 m3 m4 m5 ( m1 + l2 + l3 + l4 + l5 )<br />

f2 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> f3 := simplify(P3*(l1+m2+l3+l4+l5));<br />

m1 l2 m3 m4 m5 ( l1 + m2 + l3 + l4 + l5 )<br />

f3 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> f4 := simplify(P4*(l1+l2+m3+l4+l5));<br />

m1 m2 l3 m4 m5 ( l1 + l2 + m3 + l4 + l5 )<br />

f4 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> f5 := simplify(P5*(l1+l2+l3+m4+l5));<br />

m1 m2 m3 l4 m5 ( l1 + l2 + l3 + m4 + l5 )<br />

f5 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> f6 := simplify(P6*(l1+l2+l3+l4+m5));<br />

m1 m2 m3 m4 l5 ( l1 + l2 + l3 + l4 + m5)<br />

f6 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> f7 := simplify(P7*(m1+m2+l3+l4+l5));<br />

l1 l2 m3 m4 m5 ( m1 + m2 + l3 + l4 + l5 )<br />

f7 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> f8 := simplify(P8*(m1+l2+m3+l4+l5));<br />

l1 m2 l3 m4 m5 ( m1 + l2 + m3 + l4 + l5 )<br />

f8 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1<br />

)<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 135 di 153


f9 := simplify(P9*(m1+l2+l3+m4+l5));<br />

l1 m2 m3 l4 m5 ( m1 + l2 + l3 + m4 + l5 )<br />

f9 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> f10 := simplify(P10*(m1+l2+l3+l4+m5));<br />

l1 m2 m3 m4 l5 ( m1 + l2 + l3 + l4 + m5)<br />

f10 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> f11 := simplify(P11*(l1+m2+m3+l4+l5));<br />

m1 l2 l3 m4 m5 ( l1 + m2 + m3 + l4 + l5 )<br />

f11 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> f12 := simplify(P12*(l1+m2+l3+m4+l5));<br />

m1 l2 m3 l4 m5 ( l1 + m2 + l3 + m4 + l5 )<br />

f12 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> f13 := simplify(P13*(l1+m2+l3+l4+m5));<br />

m1 l2 m3 m4 l5 ( l1 + m2 + l3 + l4 + m5)<br />

f13 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> f14 := simplify(P14*(l1+l2+m3+m4+l5));<br />

m1 m2 l3 l4 m5 ( l1 + l2 + m3 + m4 + l5 )<br />

f14 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> f15 := simplify(P15*(l1+l2+m3+l4+m5));<br />

m1 m2 l3 m4 l5 ( l1 + l2 + m3 + l4 + m5)<br />

f15 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> f16 := simplify(P16*(l1+l2+l3+m4+m5));<br />

m1 m2 m3 l4 l5 ( l1 + l2 + l3 + m4 + m5)<br />

f16 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> f17 := simplify(P17*(m1+m2+m3+l4+l5));<br />

l1 l2 l3 m4 m5 ( m1 + m2 + m3 + l4 + l5 )<br />

f17 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> f18 := simplify(P18*(m1+m2+l3+m4+l5));<br />

l1 l2 m3 l4 m5 ( m1 + m2 + l3 + m4 + l5 )<br />

f18 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> f19 := simplify(P19*(m1+m2+l3+l4+m5));<br />

l1 l2 m3 m4 l5 ( m1 + m2 + l3 + l4 + m5)<br />

f19 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1<br />

)<br />

4 Modello generale<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 136 di 153


f20 := simplify(P20*(m1+l2+m3+m4+l5));<br />

l1 m2 l3 l4 m5 ( m1 + l2 + m3 + m4 + l5 )<br />

f20 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> f21 := simplify(P21*(m1+l2+m3+l4+m5));<br />

l1 m2 l3 m4 l5 ( m1 + l2 + m3 + l4 + m5)<br />

f21 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> f22 := simplify(P22*(m1+l2+l3+m+m5));<br />

l1 m2 m3 l4 l5 ( m1 + l2 + l3 + m + m5)<br />

f22 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> f23 := simplify(P23*(l1+m+m3+m+l5));<br />

m1 l2 l3 l4 m5 ( l1 + 2 m+ m3+ l5)<br />

f23 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> f24 := simplify(P24*(l1+m2+m3+l4+m5));<br />

m1 l2 l3 m4 l5 ( l1 + m2 + m3 + l4 + m5)<br />

f24 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> f25 := simplify(P25*(l1+m2+l3+m4+m5));<br />

m1 l2 m3 l4 l5 ( l1 + m2 + l3 + m4 + m5)<br />

f25 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> f26 := simplify(P26*(l1+l2+m3+m4+m5));<br />

m1 m2 l3 l4 l5 ( l1 + l2 + m3 + m4 + m5)<br />

f26 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> f27 := simplify(P27*(m1+m2+m3+m4+l5));<br />

l1 l2 l3 l4 m5 ( m1 + m2 + m3 + m4 + l5 )<br />

f27 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> f28 := simplify(P28*(m1+m2+m3+l4+m5));<br />

l1 l2 l3 m4 l5 ( m1 + m2 + m3 + l4 + m5)<br />

f28 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> f29 := simplify(P29*(m1+m2+l3+m4+m5));<br />

l1 l2 m3 l4 l5 ( m1 + m2 + l3 + m4 + m5)<br />

f29 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> f30 := simplify(P30*(m1+l2+m3+m4+m5));<br />

l1 m2 l3 l4 l5 ( m1 + l2 + m3 + m4 + m5)<br />

f30 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1<br />

)<br />

4 Modello generale<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 137 di 153


f31 := simplify(P31*(l1+m2+m3+m4+m5));<br />

m1 l2 l3 l4 l5 ( l1 + m2 + m3 + m4 + m5)<br />

f31 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> f32 := simplify(P32*(m1+m2+m3+m4+m5));<br />

l1 l2 l3 l4 l5 ( m1 + m2 + m3 + m4 + m5)<br />

f32 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

4.3.4. Esempio: 4 blocchi funzionanti su 5 identici<br />

4 Modello generale<br />

Se il successo del sistema è assicurato dal corretto funzionamento di 4 dei 5 blocchi, il<br />

gruppo degli stati di successo è costituito dagli stati 1, 2, 3, 4, 5, e 6 cui competono le<br />

probabilità asintotiche:<br />

> Dn := (m5+l5)*(m4+l4)*(m3+l3)*(m2+l2)*(m1+l1);<br />

Dn := ( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> P1 := m1*m2*m3*m4*m5/Dn;<br />

m1 m2 m3 m4 m5<br />

P1 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> P2 := l1*m2*m3*m4*m5/Dn;<br />

l1 m2 m3 m4 m5<br />

P2 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> P3 := m1*l2*m3*m4*m5/Dn;<br />

m1 l2 m3 m4 m5<br />

P3 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> P4 := m1*m2*l3*m4*m5/Dn;<br />

m1 m2 l3 m4 m5<br />

P4 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> P5 := m1*m2*m3*l4*m5/Dn;<br />

m1 m2 m3 l4 m5<br />

P5 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> P6 := m1*m2*m3*m4*l5/Dn;<br />

m1 m2 m3 m4 l5<br />

P6 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

e le frequenze di ciclo seguenti:<br />

> f1 := simplify(P1*(l1+l2+l3+l4+l5));<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 138 di 153


m1 m2 m3 m4 m5 ( l1 + l2 + l3 + l4 + l5 )<br />

f1 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> f2 := simplify(P2*(m1+l2+l3+l4+l5));<br />

l1 m2 m3 m4 m5 ( m1 + l2 + l3 + l4 + l5 )<br />

f2 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> f3 := simplify(P3*(l1+m2+l3+l4+l5));<br />

m1 l2 m3 m4 m5 ( l1 + m2 + l3 + l4 + l5 )<br />

f3 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> f4 := simplify(P4*(l1+l2+m3+l4+l5));<br />

m1 m2 l3 m4 m5 ( l1 + l2 + m3 + l4 + l5 )<br />

f4 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> f5 := simplify(P5*(l1+l2+l3+m4+l5));<br />

m1 m2 m3 l4 m5 ( l1 + l2 + l3 + m4 + l5 )<br />

f5 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

> f6 := simplify(P6*(l1+l2+l3+l4+m5));<br />

m1 m2 m3 m4 l5 ( l1 + l2 + l3 + l4 + m5)<br />

f6 :=<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 )<br />

La disponibilità asintotica è:<br />

> Ass := simplify(P1+P2+P3+P4+P5+P6);<br />

4 Modello generale<br />

Ass := ( m5 m4 m3 m2 m1 + m5 m4 m3 m2 l1 + m5 m4 m3 l2 m1 + m5 m4 l3 m2 m1<br />

+ m5 l4 m3 m2 m1 + l5 m4 m3 m2 m1)/(<br />

( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 )<br />

( m1 + l1 ) )<br />

La frequenza di ciclo, identica per i 2 gruppi di stati, è:<br />

> f := simplify(f2+f3+f4+f5+f6-<br />

(P2*m1+P3*m2+P4*m3+P5*m4+P6*m5));<br />

f:= ( m5m4m3m2l1l2+ m5m4m3m2l1l3+ m5m4m3m2l1l4+ m5m4m3m2l1l5<br />

+ m5 m4 m3 l2 m1 l1 + m5 m4 m3 l2 m1 l3 + m5 m4 m3 l2 m1 l4<br />

+ m5 m4 m3 l2 m1 l5 + m5 m4 l3 m2 m1 l1 + m5 m4 l3 m2 m1 l2<br />

+ m5 m4 l3 m2 m1 l4 + m5 m4 l3 m2 m1 l5 + m5 l4 m3 m2 m1 l1<br />

+ m5 l4 m3 m2 m1 l2 + m5 l4 m3 m2 m1 l3 + m5 l4 m3 m2 m1 l5<br />

+ l5 m4 m3 m2 m1 l1 + l5 m4 m3 m2 m1 l2 + l5 m4 m3 m2 m1 l3<br />

+ l5 m4 m3 m2 m1 l4 )/( ( m5 + l5 ) ( m4 + l4 ) ( m3 + l3 ) ( m2 + l2 ) ( m1 + l1 ) )<br />

> MUT := simplify(Ass/f);<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 139 di 153


4 Modello generale<br />

MUT := ( m5 m4 m3 m2 m1 + m5 m4 m3 m2 l1 + m5 m4 m3 l2 m1 + m5 m4 l3 m2 m1<br />

+ m5 l4 m3 m2 m1 + l5 m4 m3 m2 m1)/(<br />

m5 m4 m3 m2 l1 l2 + m5 m4 m3 m2 l1 l3<br />

+ m5 m4 m3 m2 l1 l4 + m5 m4 m3 m2 l1 l5 + m5 m4 m3 l2 m1 l1<br />

+ m5 m4 m3 l2 m1 l3 + m5 m4 m3 l2 m1 l4 + m5 m4 m3 l2 m1 l5<br />

+ m5 m4 l3 m2 m1 l1 + m5 m4 l3 m2 m1 l2 + m5 m4 l3 m2 m1 l4<br />

+ m5 m4 l3 m2 m1 l5 + m5 l4 m3 m2 m1 l1 + m5 l4 m3 m2 m1 l2<br />

+ m5 l4 m3 m2 m1 l3 + m5 l4 m3 m2 m1 l5 + l5 m4 m3 m2 m1 l1<br />

+ l5 m4 m3 m2 m1 l2 + l5 m4 m3 m2 m1 l3 + l5 m4 m3 m2 m1 l4 )<br />

> MDT := simplify((1-Ass)/f);<br />

MDT := ( m4 m3 m2 l1 l5 + m4 m3 l2 m1 l5 + l4 m3 m2 m1 l5 + m4 l3 m2 m1 l5<br />

+ m5 m3 m2 l1 l4 + m5 m3 l2 m1 l4 + m5 l3 m2 m1 l4 + m5 m4 m2 l1 l3<br />

+ m5 m4 l2 m1 l3 + m5 m4 m3 l1 l2 + m5 m4 l3 l2 l1 + m5 l4 m3 l2 l1<br />

+ m5 l4 l3 m2 l1 + m5 l4 l3 l2 m1 + m5 l4 l3 l2 l1 + l5 m4 m3 l2 l1 + l5 m4 l3 m2 l1<br />

+ l5 m4 l3 l2 m1 + l5 m4 l3 l2 l1 + l5 l4 m3 m2 l1 + l5 l4 m3 l2 m1 + l5 l4 m3 l2 l1<br />

+ l5 l4 l3 m2 m1 + l5 l4 l3 m2 l1 + l5 l4 l3 l2 m1 + l5 l4 l3 l2 l1 )/( m5 m4 m3 m2 l1 l2<br />

+ m5 m4 m3 m2 l1 l3 + m5 m4 m3 m2 l1 l4 + m5 m4 m3 m2 l1 l5<br />

+ m5 m4 m3 l2 m1 l1 + m5 m4 m3 l2 m1 l3 + m5 m4 m3 l2 m1 l4<br />

+ m5 m4 m3 l2 m1 l5 + m5 m4 l3 m2 m1 l1 + m5 m4 l3 m2 m1 l2<br />

+ m5 m4 l3 m2 m1 l4 + m5 m4 l3 m2 m1 l5 + m5 l4 m3 m2 m1 l1<br />

+ m5 l4 m3 m2 m1 l2 + m5 l4 m3 m2 m1 l3 + m5 l4 m3 m2 m1 l5<br />

+ l5 m4 m3 m2 m1 l1 + l5 m4 m3 m2 m1 l2 + l5 m4 m3 m2 m1 l3<br />

+ l5 m4 m3 m2 m1 l4 )<br />

> simplify((MUT/(MUT+MDT))/Ass);<br />

Se i blocchi sono identici:<br />

> l1:=l; m1:=m; l2:=l; m2:=m; l3:=l; m3:=m; l4:=l;<br />

m4:=m; l5:=l; m5:=m;<br />

l1 := l m1 := m<br />

> Ass;<br />

1<br />

l2 := l m2 := m<br />

l3 := l m3 := m<br />

l4 := l m4 := m<br />

l5 := l m5 := m<br />

m 5<br />

+ 5 m 4 l<br />

( m+ l) 5<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 140 di 153


MUT := simplify(MUT);<br />

> MDT := simplify(MDT);<br />

MUT :=<br />

m + 5 l<br />

20 l 2<br />

10 m + + +<br />

MDT :=<br />

3<br />

10 m 2 l 5 ml 2<br />

20 m 4<br />

> simplify((MUT/(MUT+MDT))/Ass);<br />

1<br />

4 Modello generale<br />

Raggruppando gli stati indistinguibili si ottiene il diagramma delle transizioni seguente.<br />

5l<br />

1 2 3 4 5 6<br />

5m<br />

m<br />

Fig. 4.6.<br />

> P := matrix(6,6,[[1-5*l,5*l,0,0,0,0],[m,1-4*lm,4*l,0,0,0],[0,2*m,1-3*l-2*m,3*l,0,0],[0,0,3*m,1-2*l-<br />

3*m,2*l,0],[0,0,0,4*m,1-4*m-l,l],[0,0,0,0,5*m,1-5*m]]);<br />

⎡1<br />

− 5 l 5 l 0 0 0 0<br />

⎢<br />

⎤<br />

⎢<br />

⎥<br />

⎢ m 1 − 4 l − m 4 l 0 0 0 ⎥<br />

⎢<br />

⎥<br />

⎢<br />

P := ⎢<br />

0 2 m 1 − 3l− 2 m 3 l 0 0 ⎥<br />

⎢<br />

⎥<br />

⎢ 0 0 3 m 1 − 2 l − 3 m 2 l 0 ⎥<br />

⎢<br />

⎥<br />

⎢ 0 0 0 4 m 1 − 4 m− l l ⎥<br />

⎢<br />

⎥<br />

⎣<br />

⎢<br />

⎥<br />

0 0 0 0 5 m 1 − 5 m⎦<br />

⎥<br />

> V := matrix(1,6,[P1,P2,P3,P4,P5,P6]);<br />

> X := evalm(V&*P);<br />

2m<br />

V := [ P1 P2 P3 P4 P5 P6]<br />

X :=<br />

[ P1 ( 1 − 5 l) + P2m , 5 P1 l + P2 ( 1 − 4 l − m) + 2 P3 m ,<br />

4 P2 l + P3 ( 1 − 3 l − 2 m) + 3 P4 m , 3 P3 l + P4 ( 1 − 2 l − 3 m) + 4 P5 m ,<br />

2 P4 l + P5 ( 1 − 4 m− l) + 5 P6 m , P5 l + P6 ( 1 − 5 m)<br />

]<br />

> eq1 := X[1,1] = P1;<br />

4l<br />

eq1 := P1 ( 1− 5l) + P2m= P1<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 141 di 153<br />

3m<br />

3l<br />

l 3<br />

4m<br />

2l<br />

l


eq2 := X[1,2] = P2;<br />

> eq3 := X[1,3] = P3;<br />

> eq4 := X[1,4] = P4;<br />

> eq5 := X[1,5] = P5;<br />

> eq6 := X[1,6] = P6;<br />

eq2 := 5 P1 l + P2 ( 1− 4l − m) + 2 P3 m = P2<br />

eq3 := 4 P2 l + P3 ( 1 − 3l− 2 m) + 3 P4 m = P3<br />

eq4 := 3 P3 l + P4 ( 1 − 2l− 3 m) + 4 P5 m = P4<br />

eq5 := 2 P4 l + P5 ( 1− 4m− l) + 5 P6 m = P5<br />

eq6 := P5 l + P6 ( 1− 5m) = P6<br />

> eq7 := P1+P2+P3+P4+P5+P6 = 1;<br />

eq7 := P1 + P2 + P3 + P4 + P5 + P6 = 1<br />

> S := solve({eq1,eq2,eq3,eq4,eq5,eq7},<br />

{P1,P2,P3,P4,P5,P6});<br />

S P1 = { :=<br />

P6 =<br />

P5 =<br />

P4 =<br />

P3 =<br />

P2 =<br />

m 5<br />

m 5<br />

m 5<br />

m 5<br />

m 5<br />

m 5<br />

m 5<br />

+ 5 m + + + +<br />

4 l 10 m 3 l 2<br />

10 m 2 l 3<br />

5 ml 4<br />

l 5,<br />

l 5<br />

+ 5 m + + + +<br />

4 l 10 m 3 l 2<br />

10 m 2 l 3<br />

5 ml 4<br />

l 5,<br />

5 ml 4<br />

+ 5 m + + + +<br />

4 l 10 m 3 l 2<br />

10 m 2 l 3<br />

5 ml 4<br />

l 5,<br />

10 m 2 l 3<br />

+ 5 m + + + +<br />

4 l 10 m 3 l 2<br />

10 m 2 l 3<br />

5 ml 4<br />

l 5,<br />

10 m 3 l 2<br />

+ 5 m + + + +<br />

4 l 10 m 3 l 2<br />

10 m 2 l 3<br />

5 ml 4<br />

l 5,<br />

5 m 4 l<br />

+ 5 m + + + +<br />

4 l 10 m 3 l 2<br />

10 m 2 l 3<br />

5 ml 4<br />

> simplify(sum('S[i]', 'i'=1..6));<br />

4 Modello generale<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 142 di 153<br />

}<br />

5<br />

l<br />

P1 + P2 + P3 + P4 + P5 + P6 = 1<br />

> P1 :=<br />

1/(m^5+5*m^4*l+10*m^3*l^2+10*m^2*l^3+5*m*l^4+l^5)*m^5;<br />

P1 :=<br />

m 5<br />

m 5<br />

+ 5 m + + + +<br />

4 l 10 m 3 l 2<br />

10 m 2 l 3<br />

5 ml 4<br />

l 5


4 Modello generale<br />

> P2 :=<br />

5*m^4/(m^5+5*m^4*l+10*m^3*l^2+10*m^2*l^3+5*m*l^4+l^5)*l;<br />

P2 :=<br />

m 5<br />

5 m 4 l<br />

+ 5 m + + + +<br />

4 l 10 m 3 l 2<br />

10 m 2 l 3<br />

5 ml 4<br />

> P3 :=<br />

10*m^3/(m^5+5*m^4*l+10*m^3*l^2+10*m^2*l^3+5*m*l^4+l^5)*l^2;<br />

P3 :=<br />

m 5<br />

10 m 3 l 2<br />

+ 5 m + + + +<br />

4 l 10 m 3 l 2<br />

10 m 2 l 3<br />

5 ml 4<br />

> P4 :=<br />

10*m^2*l^3/(m^5+5*m^4*l+10*m^3*l^2+10*m^2*l^3+5*m*l^4+l^5);<br />

P4 :=<br />

m 5<br />

10 m 2 l 3<br />

+ 5 m + + + +<br />

4 l 10 m 3 l 2<br />

10 m 2 l 3<br />

5 ml 4<br />

> P5 :=<br />

5*m*l^4/(m^5+5*m^4*l+10*m^3*l^2+10*m^2*l^3+5*m*l^4+l^5);<br />

P5 :=<br />

m 5<br />

5 ml 4<br />

+ 5 m + + + +<br />

4 l 10 m 3 l 2<br />

10 m 2 l 3<br />

5 ml 4<br />

> P6 :=<br />

l^5/(m^5+5*m^4*l+10*m^3*l^2+10*m^2*l^3+5*m*l^4+l^5);<br />

P6 :=<br />

m 5<br />

> Ass := factor(P1+P2);<br />

> f1 := factor(P1*5*l);<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 143 di 153<br />

l 5<br />

+ 5 m + + + +<br />

4 l 10 m 3 l 2<br />

10 m 2 l 3<br />

5 ml 4<br />

Ass :=<br />

> f2 := factor(P2*(4*l+m));<br />

f2 :=<br />

> f12 := factor(f2-P2*m);<br />

m 4 ( m + 5 l )<br />

( l + m) 5<br />

5 m<br />

f1 :=<br />

5 l<br />

( l + m) 5<br />

5 m 4 l ( 4 l + m)<br />

( l + m) 5<br />

20 m<br />

f12 :=<br />

4 l 2<br />

( l + m) 5<br />

l 5<br />

l 5<br />

l 5<br />

l 5<br />

l 5


MUT := factor(Ass/f12);<br />

MUT :=<br />

> MDT := simplify((1-Ass)/f12);<br />

m + 5 l<br />

20 l 2<br />

10 m + + +<br />

MDT :=<br />

3<br />

10 lm 2<br />

5 ml 2<br />

20 m 4<br />

> simplify(Ass/(MUT/(MUT+MDT)));<br />

1<br />

4 Modello generale<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 144 di 153<br />

l 3


4 Modello generale<br />

4.4. Se i blocchi sono identici e raggruppabili<br />

Il modello generale dei sistemi costituiti da blocchi identici con degli stati che si possono<br />

raggruppare perché indisinguibili è rappresentato dal diagramma delle transizioni seguente.<br />

L'indice h = 0, 1, 2, .... n individua lo stato ( e il numero di blocchi guasti in esso).<br />

0 1 2 i n<br />

m<br />

Fig. 4.7. - Diagramma delle transizioni<br />

Se il successo del sistema è assicurato dal funzionamento di k blocchi su n il gruppo degli<br />

stati di successo è chiaramente costituito dai primi n-k+1 stati .<br />

Ogni singola probabilità è data da una frazione con denominatore<br />

e numeratore<br />

n l<br />

2 m<br />

(n-1) l<br />

( ) n<br />

l m<br />

D n = +<br />

(4.1)<br />

N<br />

⎛n<br />

⎞<br />

⎜ ⎟ m<br />

⎝h<br />

⎠<br />

( n−h<br />

) h<br />

h = (4.2)<br />

Si consideri, ad esempio, un sistema il cui successo é assicurato dal funzionamento di<br />

almeno k = 2 blocchi su n = 4 .<br />

Il gruppo degli stati di successo è chiaramente costituito dai primi n-k+1 = 3 stati .<br />

> P0 := simplify(binomial(4,0)*m^(4-0)*l^0)/(l+m)^4;<br />

P0 :=<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 145 di 153<br />

m 4<br />

( l + m) 4<br />

> P1 := simplify(binomial(4,1)*m^(4-1)*l^1)/(l+m)^4;<br />

4 m<br />

P1 :=<br />

3 l<br />

( l + m) 4<br />

> P2 := simplify(binomial(4,2)*m^(4-2)*l^2)/(l+m)^4;<br />

P2 :=<br />

> Ass := simplify(P0+P1+P2);<br />

3 m<br />

(n-h-1) l<br />

6 m 2 l 2<br />

( l + m) 4<br />

m<br />

Ass :=<br />

2 ( m + + )<br />

2<br />

4 ml 6 l 2<br />

( l + m) 4<br />

l<br />

h<br />

l


f2 := simplify(P2*2*l);<br />

> MUT := simplify(Ass/f2);<br />

MUT :=<br />

12 m<br />

f2 :=<br />

2 l 3<br />

( l + m) 4<br />

m 2<br />

> MDT := simplify((1-Ass)/f2);<br />

MDT :=<br />

> simplify(Ass/(MUT/(MUT+MDT)));<br />

+ 4 ml+ 6 l 2<br />

1<br />

12 l 3<br />

l + 4 m<br />

12 m 2<br />

Come verifica si affronti ora lo stesso calcolo nel modo tradizionale.<br />

4 Modello generale<br />

> P := matrix(5,5,[[1-4*l, 4*l, 0, 0, 0], [m, 1-3*l-m, 3*l,<br />

0, 0], [0, 2*m, 1-2*l-2*m, 2*l, 0], [0, 0, 3*m, 1-l-3*m,<br />

l], [0, 0, 0, 4*m, 1-4*m]]);<br />

⎡1<br />

− 4 l 4 l 0 0 0<br />

⎢<br />

⎤<br />

⎥<br />

⎢ m 1 − 3l − m 3 l 0 0 ⎥<br />

⎢<br />

⎥<br />

P := ⎢<br />

⎥<br />

⎢<br />

0 2 m 1 − 2 l − 2 m 2 l 0<br />

⎢<br />

⎥<br />

⎢ 0 0 3 m 1 − l − 3 m l ⎥<br />

⎢<br />

⎥<br />

⎣<br />

⎢ 0 0 0 4 m 1 − 4 m⎦<br />

⎥<br />

> V := matrix(1,5,[P1,P2,P3,P4,P5]);<br />

> X := evalm(V&*P);<br />

V := [ P1 P2 P3 P4 P5]<br />

X :=<br />

[ P1 ( 1 − 4 l) + P2m , 4 P1 l + P2 ( 1 − 3 l − m) + 2 P3 m ,<br />

3 P2 l + P3 ( 1 − 2 l − 2 m) + 3 P4 m , 2 P3 l + P4 ( 1 − l − 3 m) + 4 P5 m ,<br />

P4 l + P5 ( 1 − 4m ) ]<br />

> eq1 := X[1,1] = P1;<br />

> eq2 := X[1,2] = P2;<br />

> eq3 := X[1,3] = P3;<br />

eq1 := P1 ( 1− 4l) + P2m= P1<br />

eq2 := 4 P1 l + P2 ( 1− 3l − m) + 2 P3 m = P2<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 146 di 153


eq4 := X[1,4] = P4;<br />

> eq5 := X[1,5] = P5;<br />

> eq6 := P1+P2+P3+P4+P5=1;<br />

eq3 := 3 P2 l + P3 ( 1 − 2l− 2 m) + 3 P4 m = P3<br />

eq4 := 2 P3 l + P4 ( 1 − l − 3 m) + 4 P5 m = P4<br />

eq5 := P4 l + P5 ( 1− 4m) = P5<br />

eq6 := P1 + P2 + P3 + P4 + P5 = 1<br />

4 Modello generale<br />

> S := solve({eq1,eq2,eq3,eq4,eq6}, {P1,P2,P3,P4,P5});<br />

S := { P1 =<br />

P4 =<br />

P2 =<br />

m 4<br />

m 4<br />

m 4<br />

m 4<br />

+ 4 m + + +<br />

3 l 6 m 2 l 2<br />

4 ml 3<br />

4 ml 3<br />

+ 4 m + + +<br />

3 l 6 m 2 l 2<br />

4 ml 3<br />

4 m 3 l<br />

+ 4 m + + +<br />

3 l 6 m 2 l 2<br />

4 ml 3<br />

l 4<br />

l 4<br />

P5 =<br />

+ 4 m + + +<br />

3 l 6 m 2 l 2<br />

4 ml 3<br />

, ,<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 147 di 153<br />

m 4<br />

6 m<br />

P3 =<br />

2 l 2<br />

+ 4 m + + +<br />

3 l 6 m 2 l 2<br />

4 ml 3<br />

, ,<br />

}<br />

4<br />

l<br />

> P1 := factor(1/(m^4+4*m^3*l+6*m^2*l^2+4*m*l^3+l^4)*m^4);<br />

P1 :=<br />

m 4<br />

( l + m) 4<br />

> P2 := factor(4*m^3/(m^4+4*m^3*l+6*m^2*l^2+4*m*l^3+l^4)*l);<br />

m 4<br />

4 m<br />

P2 :=<br />

3 l<br />

( l + m) 4<br />

> P3 := factor(6*m^2/(m^4+4*m^3*l+6*m^2*l^2+4*m*l^3+l^4)*l^2);<br />

P3 :=<br />

> Ass := simplify(P1+P2+P3);<br />

La verifica del resto è immediata.<br />

6 m 2 l 2<br />

( l + m) 4<br />

m<br />

Ass :=<br />

2 ( m + + )<br />

2<br />

4 ml 6 l 2<br />

( l + m) 4<br />

l 4<br />

l 4<br />

l 4


Si consideri ora il caso generale.<br />

Applicando la (4.1) e la (4.2) si hanno le formule generali:<br />

⎛n<br />

⎞ n−h<br />

h<br />

⎜ ⎟ m l<br />

h<br />

Ph<br />

=<br />

⎝ ⎠<br />

n<br />

( l + m)<br />

Ass =<br />

k<br />

∑<br />

h=<br />

f h Ph<br />

=<br />

MUT =<br />

Ph<br />

0<br />

hl<br />

MDT = 1<br />

Ass<br />

f h<br />

− Ass<br />

f h<br />

Riprendiamo il sistema costituito da 4 blocchi.<br />

> n:=4;<br />

n := 4<br />

Il successo del sistema richiede 3 blocchi funzionanti.<br />

> k:=n-3;<br />

k := 1<br />

4 Modello generale<br />

Il gruppo degli stati di successo è costituito dagli stati 0 e 1.<br />

> P0 := simplify((binomial(n,0)*m^(n-0)*l^0)/(l+m)^n);<br />

P0 :=<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 148 di 153<br />

m 4<br />

( l + m) 4<br />

> P1 := simplify((binomial(n,1)*m^(n-1)*l^1)/(l+m)^n);<br />

> Ass3 := simplify(P0+P1);<br />

> f1 := P1*3*l;<br />

4 m<br />

P1 :=<br />

3 l<br />

( l + m) 4<br />

Ass3 :=<br />

> MUT3 := simplify(Ass3/f1);<br />

m 3 ( m + 4 l )<br />

( l + m) 4<br />

12 m<br />

f1 :=<br />

3 l 2<br />

( l + m) 4


MUT3 :=<br />

> MDT3 := simplify((1-Ass3)/f1);<br />

MDT3 :=<br />

l 2<br />

m + 4 l<br />

12 l 2<br />

+ 4 lm+ 6 m 2<br />

12 m 3<br />

> simplify(Ass3/(MUT3/(MUT3+MDT3)));<br />

1<br />

4 Modello generale<br />

Il successo del sistema richiede 2 blocchi funzionanti (il caso è stato già esaminato più<br />

sopra).<br />

> k:=n-2;<br />

k := 2<br />

Il gruppo degli stati di successo è costituito dagli stati 0, 1 e 2.<br />

> P2 := simplify((binomial(n,2)*m^(n-2)*l^2)/(l+m)^n);<br />

P2 :=<br />

> Ass2 := simplify(P0+P1+P2);<br />

> f2 := P2*2*l;<br />

> MUT2 := simplify(Ass2/f2);<br />

6 m 2 l 2<br />

( l + m) 4<br />

m<br />

Ass2 :=<br />

2 ( m + + )<br />

2<br />

4 lm 6 l 2<br />

( l + m) 4<br />

MUT2 :=<br />

12 m<br />

f2 :=<br />

2 l 3<br />

( l + m) 4<br />

m 2<br />

> MDT2 := simplify((1-Ass2)/f2);<br />

MDT2 :=<br />

+ 4 lm+ 6 l 2<br />

12 l 3<br />

l + 4 m<br />

12 m 2<br />

> simplify(Ass2/(MUT2/(MUT2+MDT2)));<br />

1<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 149 di 153


Appendice 1: Glossario essenziale<br />

Le definizioni che seguono sono quelle più correntemente usate e sono basate su un approccio<br />

tecnico-concettuale. La parola concetto viene qui usata nella sua accezione anglo-sassone<br />

di idea base capace di guidare il corso delle azioni pertinenti.<br />

Le definizioni sono congruenti con quelle riportate nelle Norme:<br />

• “MIL-STD 721 “Definition of terms for reliability and maintainability”<br />

• CEI 5650 “Terminologia sulla fidatezza e sulla qualità del servizio”<br />

che costituiscono il riferimento più immediato oltre questo Glossario.<br />

Di seguito a ciascuna voce è riportata tra parentesi la corrispondente dizione inglese<br />

corrente.<br />

Affidabilità (Reliability)<br />

Come concetto: Attitudine di un oggetto ad adempiere alla funzione richiesta, nelle<br />

condizioni specificate, ciascuna volta e per la durata che gli si richiede.<br />

Come caratteristica: Probabilità che un oggetto adempia alla propria specifica funzione<br />

per un tempo determinato e sotto determinate condizioni.<br />

Nota<br />

Caratteristica è qualsiasi proprietà o attributo di un oggetto, di un processo o di un servizio<br />

che sia distinguibile, descrivibile, misurabile.<br />

Le caratteristiche di affidabilità sono le grandezze usate per esprimere il concetto di affidabilità<br />

in termini numerici correlabili con l’esperienza,<br />

Affidabilità di previsione (Predicted reliability)<br />

Affidabilità attesa in un tempo futuro per date condizioni di utilizzazione sulla base di<br />

analisi del progetto, dell’esperienza operativa passata e dei risultati di laboratorio.<br />

Affidabilità intrinseca<br />

Caratteristica potenziale di un progetto suscettibile di estrinsecarsi completamente come<br />

affidabilità osservata se la costruzione, l’installazione e l’uso dell’oggetto pertinente avvengono<br />

secondo le relative prescrizioni di progetto.<br />

Affidabilità osservata<br />

Quella effettivamente sperimentata durante la vita operativa di un oggetto.<br />

Ambiente (Environment)<br />

Insieme di tutte le condizioni interne ed esterne (come temperatura, umidità, radiazioni,<br />

campi elettrici e magnetici, urti, vibrazioni) sia naturali che di origine umana o autoindotti<br />

che influenzano l’aspetto, le prestazioni, l’affidabilità o la sopravvivenza di un oggetto.<br />

Concetto<br />

Nella lingua italiana (e in genere nei paesi latini):<br />

- ciò che la mente intende e comprende e conclude per mezzo della osservazione, riflessione<br />

e induzione;<br />

- pensiero, idea, nozione, opinione, giudizio.<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 151 di 153


Nel mondo anglo-sassone: idea base capace di guidare il corso delle azioni pertinenti.<br />

Difetto (Fault)<br />

La causa prossima del guasto (sregolazioni, disallineamenti, perdita di funzionalità,<br />

etc.).<br />

Guasto (Failure)<br />

Evento che determina il passaggio di un oggetto da uno stato di corretto funzionamento<br />

secondo le specifiche pertinenti (stato di successo) allo stato alternativo (stato di guasto).<br />

Ridondanza (Redundancy)<br />

Predisposizione di più mezzi, non necessariamente identici, per assolvere un dato compito.<br />

Ridondanza operativa (attiva/calda) (Active redundancy): quando tutti gli oggetti ridondanti<br />

funzionano contemporaneamente.<br />

Ridondanza sequenziale (fredda) (Stand-by redundancy): quando i mezzi alternativi<br />

non sono operanti finché non sono attivati dopo il guasto del mezzo <strong>prima</strong>rio che assicurava<br />

il servizio.<br />

Tasso di guasto (Failure rate)<br />

Indice della generica propensione al guasto di un oggetto. Viene misurato dal numero<br />

totale dei guasti in una popolazione di tali oggetti durante un dato intervallo di tempo e<br />

in date condizioni diviso per il totale dei tempi di vita dei singoli oggetti della popolazione.<br />

Sistema (System)<br />

Nel lessico tradizionale dell’approccio sistemistico: Aggregato di risorse finalizzato al<br />

conseguimento di un dato scopo operativo.<br />

Nella descrizione degli apparati elettrici ed elettronici: insieme di hardware, software,<br />

servizi, informazioni e professionalità capace di eseguire e/o supportare un ruolo operativo<br />

nella misura necessaria a considerarlo autosufficiente nell’ambiente operativo previsto.<br />

Sottosistema (Subsystem)<br />

Nel lessico tradizionale dell’approccio sistemistico: elemento di una ripartizione di<br />

primo livello del sistema fatta nel rispetto della sua logica operativa.<br />

Nella descrizione degli apparati elettrici ed elettronici: insieme di gruppi, equipaggiamenti,<br />

etc. che realizzano una funzione operativa e che è al primo livello di disassiemamento<br />

del sistema.<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 152 di 153


Bibliografia<br />

Nella citazione l’indice bibliografico è talvolta seguito, all’interno delle parentesi quadre,<br />

dalla identificazione del paragrafo.<br />

[1] M. B. Kline, M. W. Lifson “System engineering and its application to the design of<br />

an engineering curriculum”, in System engineering, Vol. 2, N. 1, pagg. 3 - 22<br />

[2] McGraw-Ill, Zanichelli “Dizionario scientifico e tecnico small size” 1998<br />

[3] CNET RDF93 “Handbook of reliability data for electronic components”, 1993<br />

[4] TELECORDIA/BELCORE TR332 “Reliability prediction for electronic equipment”<br />

by AT & T Bell Labs, issue 6<br />

[5] ITALTEL IRPH93 “Italtel reliability prediction handbook”, 1993<br />

[6] CEI EN 61078 “Tecniche di analisi relative alla fidatezza. Metodo dei diagrammi a<br />

blocchi di affidabilità”, 1997-06<br />

[7] R. Billinton, R. N. Allan “Reliability evaluation of engineering systems”, Plenum<br />

Press, 1992<br />

[8] R. Ramakumar “Engineering reliability. Fundamentals and application”, Prentice<br />

Hall, 1993<br />

[9] V. Amoia, E. Carrada, R. Somma “I processi markovoani in affidabilità” in Rivista<br />

tecnica Selenia, numero speciale sull’affidabilità dei sistemi, Vol. 4, N. 3, 1977<br />

L’affidabilità in pratica: I modelli marcoviani - © E. Carrada 2003 Pag. 153 di 153

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