n.s. 2-2010 - Societa italiana di storia militare
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Francesca Mattaliano, La parenesi bellica nella storiografia greca: prassi allocutiva e procedure compositive | 35<br />
senz’altro presente e fedele agli intenti programmatici <strong>di</strong> I 22; 92 in Erodoto, i logoi<br />
sembrano costruiti su una serie <strong>di</strong> notazioni schematiche reperibili dalle fonti; in<br />
Senofonte, generale e storico allo stesso tempo, appare costante il ricorso a<br />
in<strong>di</strong>cazioni sulle capacità oratorie <strong>di</strong> un comandante <strong>di</strong> eserciti. Le massime<br />
stilisticamente elevate contenute nei brani degli storici sono probabilmente <strong>di</strong>stanti<br />
dalla prassi allocutiva; tuttavia, per ritenere artificioso l’intero genere non si ritiene<br />
probante il tema dell’impossibilità dell’ascolto del messaggio parenetico.<br />
Senz’altro, <strong>di</strong>scorsi tanto elaborati si confacevano più ai fruitori delle opere<br />
storiche che alle schiere dei soldati, ma non appare un criterio metodologicamente<br />
corretto concludere che tutte le allocuzioni ampie e articolate non potessero avere<br />
luogo. 93 A questo proposito, 94 sembrano importanti alcune notazioni plutarchee.<br />
Il biografo <strong>di</strong> Cheronea, nel suo trattato Sull’arte <strong>di</strong> ascoltare, mette in guar<strong>di</strong>a<br />
proprio dalle trappole insite in una copiosa <strong>di</strong>ssertazione: «Come in guerra, così<br />
anche in un ascolto ci sono molti vani apparati: la canizie, l’intonazione suadente,<br />
lo sguardo accigliato e la tendenza all’autoelogio <strong>di</strong> chi parla, ma soprattutto le<br />
acclamazioni, gli applausi e i sobbalzi del pubblico sconcertano l’ascoltatore<br />
giovane e inesperto, che finisce per essere trascinato via dalla corrente». 95 E ancora<br />
più oltre: «la maggior parte dei sofisti, quando <strong>di</strong>sserta o declama, non si limita a<br />
utilizzare le parole per velare i pensieri, ma, addolcendo la voce con modulazioni,<br />
morbidezze e trilli, manda in delirio e in visibilio l’u<strong>di</strong>torio». 96 Le grida degli altri<br />
soldati, lo spirito <strong>di</strong> commilitanza, magari anche una nutrita claque coinvolgevano il<br />
singolo soldato in una sorta <strong>di</strong> ebbrezza da retorica bellica.<br />
92 Il noto capitolo metodologico è testimonianza imprescin<strong>di</strong>bile sulle procedure<br />
compositive dei <strong>di</strong>scorsi tuci<strong>di</strong>dei. Cfr. Thuk. I 22, 1: «E quanto ai <strong>di</strong>scorsi che ciascuno pronunciò<br />
o nella fase che imme<strong>di</strong>atamente precedette la guerra o durante il suo svolgimento, era <strong>di</strong>fficile<br />
ricordare puntualmente alla lettera le parole dette: sia per me, relativamente ai <strong>di</strong>scorsi che io stesso<br />
u<strong>di</strong>i, sia per coloro che me li riferivano attingendo alle varie fonti. I <strong>di</strong>scorsi perciò li ho scritti –<br />
attenendomi beninteso al senso generale <strong>di</strong> ciò che fu effettivamente detto – come a me pareva che<br />
ciascuno avrebbe appropriatamente parlato nelle varie circostanze» (trad. L. Canfora).<br />
93 È probabile che qualche deroga alla veri<strong>di</strong>cità storica a favore <strong>di</strong> una rappresentazione<br />
d’effetto sia stata compiuta in alcune circostanze, ma ciò non può e non deve essere ritenuta la<br />
norma. A questo proposito si vedano le conclusioni <strong>di</strong> Anson, The General’s, cit., 317: «While<br />
Hansen is certainly correct that those speeches supposedly given to large numbers of sol<strong>di</strong>ers<br />
spread across half a mile or more are fictional, a relatively small force could be and probably was<br />
addressed in toto».<br />
94 Cfr. K. Yellin, Battle Exhortation: the rhetoric of combat leadership, University of South Carolina<br />
2008. Lo stu<strong>di</strong>oso, comandante <strong>di</strong> marina e dottore <strong>di</strong> ricerca in scienze della comunicazione, che<br />
analizza i <strong>di</strong>versi livelli cronologici delle esortazioni da campo, partendo proprio dal mondo greco,<br />
sottolinea come anche il solo tono della voce possa avere un effetto rassicurante, come nel caso dei<br />
neonati e degli animali, e spesso anche la sola vista del comandante serva a infondere coraggio negli<br />
animi dei soldati. Probabilmente più i <strong>di</strong>scorsi erano lunghi più i soldati venivano confortati dal<br />
suono della voce della propria guida, che magari segnalava con il tono <strong>di</strong> voce concetti e parole<br />
chiave che potevano essere riba<strong>di</strong>ti più volte nel corso dell’esortazione con effetti sui soldati più<br />
rassicuranti certamente dei brevi incitamenti.<br />
95 Plut. mor. 41 b-c (trad. G. Pisani, come la successiva).<br />
96 Plut. mor. 41 c.<br />
ὅρμος - Ricerche <strong>di</strong> Storia Antica n.s. 2-<strong>2010</strong>, pp. 17-37