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Le Navi 62 - Veritaserum

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ALEJANDRO JODOROWSKY<br />

chia tutta la scatola, storpiandone il nome e costringendo<br />

nostra madre a regalare una bambola<br />

anche a lei. Ancora peggio: l’anno dopo, per non rovinarmi<br />

la festa, le fanno un regalo per tenerla buona.<br />

E io inizio a capire la logica dell’ingiustizia.<br />

Adolescenza: quando arriva a casa con degli amici<br />

mi ordina di andare in camera mia. In un clima<br />

di soffocante competizione dove io mi sforzo,<br />

riuscendoci, di non vincere mai, lei arrivava a lamentarsi<br />

del fatto che io ho i capelli biondi, gli occhi<br />

azzurri e sono magra, mentre lei è bruna e massiccia<br />

(anche perché mangia in abbondanza).<br />

Momento di vero terrore: in piena adolescenza,<br />

quando controllo ogni minimo peletto o ghiandolina<br />

sperando che la natura mi dia una mano, lei mi<br />

guarda negli occhi e mi minaccia di non provare a<br />

farmi crescere le tette più grandi delle sue. E io, giuro,<br />

ubbidisco.<br />

Questi sono piccoli flash, ma quello che mi ha<br />

fatto sempre male è che per i miei genitori lei era la<br />

figlia giusta, mentre io ero il marziano.<br />

Per spiegarmi posso dire che lei andava molto<br />

bene a scuola, mentre io me la cavavo e basta e che<br />

lei ha fatto la professione di mio padre e si è sposata,<br />

mentre io ho scelto di sperimentare nuove strade<br />

e non so se mai mi sposerò. In realtà questo senso<br />

di estraneità percorre zone più profonde e condiziona<br />

tutta la mia vita tra la necessità di sentirmi<br />

libera e una costante nostalgia per il conformismo.<br />

Ma ecco il finale che vorrei cambiare: dopo la<br />

morte di nostro padre, essendo l’erede della sua<br />

professione e d’accordo con nostra madre, mia sorella<br />

riceve un’eredità che è il doppio della mia,<br />

8<br />

PSICOPOSTA<br />

concretizzando la mia paura atavica: lei merita più<br />

di me! Da allora si è seduta alla scrivania di nostro<br />

padre, ha stretto un rapporto ancora più forte con<br />

nostra madre, e nonostante il lavoro e il matrimonio<br />

vadano male, lei non sembra mettersi in discussione.<br />

Quello che mi fa rabbia è che è da sempre detentrice<br />

di un privilegio che io non posso giustificare.<br />

Io ho sempre fatto del mio meglio e vorrei che nostra<br />

madre ci trattasse con equità.<br />

Spesso mi sento insicura, arrabbiata e soprattutto<br />

ho dei momenti di grande confusione in cui faccio<br />

fatica a capire le cose. Sono ormai grande e<br />

questi pensieri sono quelli di una bambina. Voglio<br />

diventare grande!<br />

Cara Alice,<br />

***<br />

9<br />

Alice<br />

ti capisco: la tua irritazione è rivolta tutta verso<br />

tua sorella. Eppure, il vero colpevole di questa sgradevole<br />

situazione è tuo padre.<br />

Da quel che mi racconti, deduco che avrebbe desiderato<br />

un figlio maschio «nel quale continuarsi».<br />

Anzi, nel suo cuore c’era posto solo per un erede<br />

maschio. Tua madre si piegò alle sue aspirazioni<br />

diventando sua complice. A tua sorella toccò fare<br />

sforzi giganteschi per soddisfare tuo padre e per<br />

diventare la sua continuatrice, vale a dire, tuo pa

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