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Le Navi 62 - Veritaserum

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minacce aumentano ogni volta e io sono spaventato<br />

e soprattutto non so come fare per uscire da questa<br />

situazione. Non me la sento di parlarne coi professori<br />

e tantomeno raccontarlo a casa, ai miei genitori,<br />

per questo le scrivo.<br />

Grazie per i consigli.<br />

Mio caro Stefano,<br />

ALEJANDRO JODOROWSKY<br />

***<br />

Stefano<br />

quando mio figlio Cristóbal aveva l’età che tu hai<br />

ora, ebbe lo stesso problema che tu mi descrivi. Lo<br />

raccontai in El maestro y las magas (‘Il maestro e le<br />

maghe’). Ti riferisco qui quello che feci allora, perché<br />

forse vi troverai la soluzione.<br />

Quando mio figlio Cristóbal, che aveva appena<br />

compiuto dodici anni, mi disse che non voleva più<br />

tornare nella scuola di Saint Mandé, io gli chiesi: «Ti<br />

annoia studiare? Non ti piacciono i professori?».<br />

«No, non è questo. Mi hanno umiliato».<br />

Tra i singhiozzi mi raccontò quello che era successo.<br />

Lo studente più grande della scuola, un tale<br />

Albert, geloso perché una ragazza che gli piaceva aveva<br />

preferito essere amica di mio figlio, aveva<br />

riempito i muri del cortile e i corridoi della scuola<br />

con fotocopie di un cartello dove c’era un ritratto di<br />

Cristóbal con scritto sopra «nano, ebreo, stupratore».<br />

Tutti gli studenti si beffavano di mio figlio.<br />

96<br />

PSICOPOSTA<br />

Io gli dissi: «È un koan (nella filosofia buddista<br />

un esempio, un espediente che può aiutarci a trovare<br />

l’illuminazione, ndr). Non fuggire la situazione,<br />

affrontala. Devi punire il tuo nemico e recuperare la<br />

tua dignità di fronte a tutti gli studenti della scuola».<br />

«Ma cosa posso fare? È molto più forte di me. Se<br />

faccio a botte con lui, mi spacca il muso. In fondo è<br />

quello che vuole».<br />

«Cristóbal, non tutte le battaglie si combattono<br />

in situazioni di parità. Esiste la strategia. Devi affrontarlo<br />

nel momento e nel posto in cui non possa<br />

difendersi».<br />

Poi elaborammo il nostro piano.<br />

Il giorno dopo Cristóbal rientrò a scuola. Aspettò<br />

che Albert, che frequentava una classe superiore,<br />

entrasse in aula con gli altri studenti. Quando ebbe<br />

calcolato che tutti erano seduti, senza chiedere permesso,<br />

aprì di scatto la porta, andò verso il bullo seduto<br />

interrompendo il professore e, davanti a tutti,<br />

cominciò a urlare, minacciando di prenderlo a pugni<br />

e a schiaffi. La sorpresa aveva paralizzato Albert.<br />

Quando tentò di reagire, lo scandalo era scoppiato.<br />

Sia lui che Cristóbal furono bloccati dagli altri<br />

studenti e dal professore il quale, curioso oltre<br />

che arrabbiato, li trascinò tutti e due nell’ufficio del<br />

preside.<br />

Cristóbal mostrò al preside uno dei cartelli e si<br />

lamentò di essere stato umiliato pubblicamente.<br />

Dichiarò di aver attaccato Albert per recuperare la<br />

sua autostima.<br />

Il preside convocò i genitori del ragazzo minacciando<br />

di espellerlo dalla scuola. Cristóbal, secon-<br />

97

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