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Le Navi 62 - Veritaserum

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ALEJANDRO JODOROWSKY<br />

pirle come antitetiche e in conflitto. E l’eros scema<br />

pur rimanendo un amore, come non potessi scopare<br />

ciò che coccolo e viceversa. Questo mi ha anche<br />

portato a non volere assolutamente, io che adoro i<br />

neonati, avere figli: penso di amare troppo il mio<br />

bambino ipotetico per condannarlo a esistere, in<br />

un mondo in cui a volte troppo amore ti rovina.<br />

Questa mia dicotomia si vede anche nel mio stesso<br />

corpo: capelli tinti e frequentazione di tutte le mode<br />

più eccentriche (lustrini, trucco, cravatte assurde,<br />

paillettes, borchie e spille, ecc.) e al tempo stesso<br />

ventre arrotondato da un lungo libertinaggio enogastronomico,<br />

come un neonato dark, un uomo<br />

tenero e morbido. Da una parte il regista cinematografico<br />

che sto cercando di diventare, dall’altra il feto<br />

che io vorrei assolutamente ritornare a essere.<br />

Quello che sto cercando di dire è: VOGLIO VOLER tirare<br />

fuori le palle ed evolvermi appieno, senza rete.<br />

Credo che il paragone eternamente perdente con le<br />

mani forti, da manovale, di mio padre (tra l’altro<br />

uomo dolcissimo e giammai violento, eppure «stabile»<br />

e sicuro) sia un po’ facilino ma molto probabilmente<br />

vero.<br />

Voglio trovare una volta per tutte sexy le responsabilità<br />

(quelle vere), eccitante lo scontro sano, guidare<br />

la macchina senza più complessi, crisi di ansia<br />

e distorsioni affettive, per poi sublimare in «arte»<br />

questo mio percorso e poter finalmente guardare<br />

il cammino che ho davanti e sospirare un soddisfatto<br />

«andiamo, la vita reale ci attende!».<br />

Davide Skovatzo – Genova<br />

52<br />

Caro Davide,<br />

PSICOPOSTA<br />

***<br />

gli elementi chiave del tuo problema sono: credi<br />

di venire da una famiglia felice, perfetta, con genitori<br />

che non hanno mai litigato, che non si sono<br />

mai traditi, che non hanno mai urlato, ecc. Eppure,<br />

tuo padre è morto relativamente giovane, tu avevi<br />

diciassette anni.<br />

Non riesci a elaborare il lutto e sei rimasto senza<br />

evolverti, attaccato all’innocenza perduta. Risultato:<br />

non sei un uomo maturo, non vuoi avere figli.<br />

Temi un amore che ti distrugga.<br />

Se voglio farti fare un passo avanti verso la coscienza,<br />

per liberarti, allo stesso modo in cui un chirurgo<br />

taglia le parti incancrenite di una ferita, devo<br />

dirti cose che potrebbero farti soffrire.<br />

Ascolta bene. La tua famiglia assolutamente felice<br />

è un mito. I genitori non sono perfetti perché non<br />

litigano, o non si picchiano o non urlano.<br />

Secondo la psicomagia poi, gli incidenti e le morti<br />

non dovute alla vecchiaia devono essere considerati<br />

dei suicidi metaforici. Tu, protetto dai tuoi genitori,<br />

non lasci l’infanzia e vivi in un Eden limitato.<br />

Consideri la morte di tuo padre, senza che tu te<br />

ne sia reso conto, un abbandono.<br />

Dici a te stesso: «Se divento un padre perfetto come<br />

lo è stato il mio, avrò dei figli e poi morirò quando<br />

uno di loro avrà diciassette anni: non ne vale la<br />

pena! A cosa sono servite a mio padre le sue mani<br />

da manovale, tanto forti che potevano accarezzar-<br />

53

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