02.06.2013 Views

Le Navi 62 - Veritaserum

Le Navi 62 - Veritaserum

Le Navi 62 - Veritaserum

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

<strong>Le</strong> <strong>Navi</strong> <strong>62</strong>


Titolo originale: Psicoposta<br />

© Alejandro Jodorowsky, 2006<br />

I edizione: ottobre 2007<br />

© Alberto Castelvecchi Editore srl<br />

Via Isonzo, 25<br />

00198 Roma<br />

Tel. 06.8412007 - fax 06.85865742<br />

www.castelvecchieditore.com<br />

info@castelvecchieditore.com<br />

Art Direction: Elisa Passacantilli<br />

Per la traduzione dallo spagnolo si ringraziano<br />

la Redazione di «la Repubblica XL» e Marina Guiomar Parada<br />

Editing e impaginazione: Irene Cevoli<br />

Last minute: Simone Rossi, Francesca Caputo<br />

I testi contenuti in questo libro sono comparsi nella rubrica<br />

pubblicata mensilmente dalla rivista «la Repubblica XL»<br />

Cover: Tso<br />

In copertina: © ??????????<br />

ISBN: 978-88-7615-179-8<br />

Importante: i dattiloscritti inviati all’attenzione<br />

della casa editrice non verranno restituiti<br />

Alejandro Jodorowsky<br />

Psicoposta<br />

Consigli psicomagici<br />

per la cura dell’anima


I<br />

Uova e marzapane,<br />

la ricetta psicomagica<br />

per ritrovare se stessi<br />

Una figlia trentenne schiacciata tra il complesso<br />

di inferiorità della madre, la misoginia e il narcisismo<br />

del padre e una dispotica sorella maggiore.<br />

I suggerimenti? Molto poco ortodossi. Ma<br />

attenzione: spesso sono metafore. E un atto può<br />

sostituirne un altro (così, al posto di un’operazione,<br />

può bastare un reggiseno imbottito).


Caro Alejandro,<br />

ti racconto la mia storia. Dall’esterno può sembrare<br />

banalissima, eppure ancora oggi che ho trentatré<br />

anni certi ricordi producono un fumo di rabbia<br />

che mi annebbia la mente e mi fa sentire lo stomaco<br />

come un formaggio coi buchi.<br />

Tutto inizia con un’immagine di cui conservo una<br />

fotografia: io che ho appena poche ore e dormo<br />

nel lettino d’ospedale e mia sorella, di tre anni, seduta<br />

sul letto di mia mamma, che mi guarda dall’alto<br />

con la faccia contorta dal disgusto. Passano<br />

un po’ di anni di cui non ricordo praticamente nulla<br />

e poi compare un’altra immagine, questa volta<br />

in movimento, che mi vede, in un filmino girato da<br />

mio padre, camminare a quattro zampe sulla spiaggia.<br />

Ho una corda legata al collo e mia sorella mi<br />

tiene al guinzaglio sorridendo. Avrei fatto qualsiasi<br />

cosa per farle piacere. Che stupida.<br />

Altri ricordi: il giorno di un mio compleanno ricevo<br />

un meraviglioso bambolotto con un nome fantastico.<br />

<strong>Le</strong>i, presa da conati di invidia mi scaraboc-<br />

7


ALEJANDRO JODOROWSKY<br />

chia tutta la scatola, storpiandone il nome e costringendo<br />

nostra madre a regalare una bambola<br />

anche a lei. Ancora peggio: l’anno dopo, per non rovinarmi<br />

la festa, le fanno un regalo per tenerla buona.<br />

E io inizio a capire la logica dell’ingiustizia.<br />

Adolescenza: quando arriva a casa con degli amici<br />

mi ordina di andare in camera mia. In un clima<br />

di soffocante competizione dove io mi sforzo,<br />

riuscendoci, di non vincere mai, lei arrivava a lamentarsi<br />

del fatto che io ho i capelli biondi, gli occhi<br />

azzurri e sono magra, mentre lei è bruna e massiccia<br />

(anche perché mangia in abbondanza).<br />

Momento di vero terrore: in piena adolescenza,<br />

quando controllo ogni minimo peletto o ghiandolina<br />

sperando che la natura mi dia una mano, lei mi<br />

guarda negli occhi e mi minaccia di non provare a<br />

farmi crescere le tette più grandi delle sue. E io, giuro,<br />

ubbidisco.<br />

Questi sono piccoli flash, ma quello che mi ha<br />

fatto sempre male è che per i miei genitori lei era la<br />

figlia giusta, mentre io ero il marziano.<br />

Per spiegarmi posso dire che lei andava molto<br />

bene a scuola, mentre io me la cavavo e basta e che<br />

lei ha fatto la professione di mio padre e si è sposata,<br />

mentre io ho scelto di sperimentare nuove strade<br />

e non so se mai mi sposerò. In realtà questo senso<br />

di estraneità percorre zone più profonde e condiziona<br />

tutta la mia vita tra la necessità di sentirmi<br />

libera e una costante nostalgia per il conformismo.<br />

Ma ecco il finale che vorrei cambiare: dopo la<br />

morte di nostro padre, essendo l’erede della sua<br />

professione e d’accordo con nostra madre, mia sorella<br />

riceve un’eredità che è il doppio della mia,<br />

8<br />

PSICOPOSTA<br />

concretizzando la mia paura atavica: lei merita più<br />

di me! Da allora si è seduta alla scrivania di nostro<br />

padre, ha stretto un rapporto ancora più forte con<br />

nostra madre, e nonostante il lavoro e il matrimonio<br />

vadano male, lei non sembra mettersi in discussione.<br />

Quello che mi fa rabbia è che è da sempre detentrice<br />

di un privilegio che io non posso giustificare.<br />

Io ho sempre fatto del mio meglio e vorrei che nostra<br />

madre ci trattasse con equità.<br />

Spesso mi sento insicura, arrabbiata e soprattutto<br />

ho dei momenti di grande confusione in cui faccio<br />

fatica a capire le cose. Sono ormai grande e<br />

questi pensieri sono quelli di una bambina. Voglio<br />

diventare grande!<br />

Cara Alice,<br />

***<br />

9<br />

Alice<br />

ti capisco: la tua irritazione è rivolta tutta verso<br />

tua sorella. Eppure, il vero colpevole di questa sgradevole<br />

situazione è tuo padre.<br />

Da quel che mi racconti, deduco che avrebbe desiderato<br />

un figlio maschio «nel quale continuarsi».<br />

Anzi, nel suo cuore c’era posto solo per un erede<br />

maschio. Tua madre si piegò alle sue aspirazioni<br />

diventando sua complice. A tua sorella toccò fare<br />

sforzi giganteschi per soddisfare tuo padre e per<br />

diventare la sua continuatrice, vale a dire, tuo pa


ALEJANDRO JODOROWSKY<br />

dre stesso. La prova è che oggi occupa il suo posto<br />

alla scrivania. Tre anni dopo nascesti tu, una femmina,<br />

e proprio per questo più disprezzabile ai suoi<br />

occhi.<br />

Tua madre deve essere considerata l’altra colpevole,<br />

per aver mancato di assistere una persona in<br />

pericolo. Quanto a tua sorella, che ti vede nascere<br />

quando ha già tre anni, ti ritiene una sua concorrente<br />

perché in quella famiglia c’è posto soltanto<br />

per il figlio unico. Quel posto, ora che sei arrivata<br />

tu, «da invasore», deve essere condiviso tra voi due.<br />

E così crescete, non permettendovi vicendevolmente<br />

di fare quello che fa l’altra. Se una si sposa e ha figli,<br />

l’altra deve fallire…<br />

E, siccome è tua sorella colei che si dà l’obiettivo<br />

di tuo padre – la continuazione degli affari – tu non<br />

hai diritto a esistere. Tua sorella sì. Qualunque cosa<br />

tu faccia, ti sarà criticata e sarà considerata un<br />

difetto, perché l’ideale della perfezione per i tuoi<br />

genitori è l’altra. Che, in ogni caso, avendo più anni<br />

di te, è stata durante l’infanzia la più forte, quella<br />

che sembrava essere più intelligente. Hai vissuto<br />

oppressa dai seguenti complessi:<br />

• Il complesso di inferiorità di tua madre, votata<br />

alla visione del mondo del marito machista.<br />

• Il complesso narcisista e misogino di tuo padre,<br />

che ha voluto creare una discendente a sua somiglianza.<br />

• Il complesso di un solo posto da dividere in due,<br />

di cui soffre tua sorella.<br />

10<br />

PSICOPOSTA<br />

La tua nevrosi da fallimento è a causa di tutto<br />

questo. Non ti sentire in colpa se non provi affetto<br />

per tua madre e tua sorella. Hanno creato lo squilibrio<br />

familiare di cui sei vittima. E tuttavia, nel profondo<br />

di te stessa, continui a tentare di farti amare.<br />

Il tuo intelletto è quello di un adulto, ma il tuo cuore<br />

rimane infantile.<br />

Questa richiesta non sarà mai soddisfatta a meno<br />

che tu e loro non vi sottoponiate a un trattamento<br />

psicoanalitico. Cosa che nessuna delle due ti<br />

concederà. Loro due vivono ancora in coppia: tua<br />

madre, come d’abitudine sottomessa alla figliamarito,<br />

tua sorella nel ruolo di figlia prediletta-padre<br />

dominante.<br />

Per migliorare la tua vita, dì addio alla speranza<br />

di essere amata come una bambina. Quel che non<br />

ti hanno dato nell’infanzia, non te lo daranno mai.<br />

Questo è un dato acquisito.<br />

Tu ora, adulta, devi trovare il tuo posto e riprendere<br />

la parte che ti hanno tolto. Il tuo problema,<br />

che è di tutta una vita, richiede alcuni atti di psicomagia,<br />

qualcuno facile, qualche altro molto difficile.<br />

Innanzitutto, compra cento grammi di pasta di<br />

mandorle (di quella che usano i pasticcieri per fare<br />

la frutta di marzapane). A mezzanotte, sdraiata sul<br />

letto nuda, colloca la palla di questa pasta sul petto,<br />

sopra il cuore. Resta immobile per un’ora. Se ti<br />

addormenti, fai quello che ti dirò ora appena ti risvegli:<br />

modella la pasta fino a ottenere una bambolina<br />

che rappresenti te da bambina. Dipingila con<br />

11


ALEJANDRO JODOROWSKY<br />

colori vegetali (di quelli commestibili). Poi vestiti<br />

con un vestito che assomigli a quelli che indossa<br />

tua sorella. Sotto quel vestito mettine uno che usi tu<br />

solitamente. Indossa una parrucca del colore dei<br />

suoi capelli.<br />

Poi vai a trovare tua madre. Dille, senza innervosirti:<br />

«Non mi hai mai permesso di occupare il<br />

posto che mi spettava. C’era spazio soltanto per<br />

mia sorella. Mi vesto come lei perché è solo lei che<br />

tu vedi. Questo mi ha rovinato la vita. Voglio che<br />

tu ora mi accetti così come sono. Per questo ti chiedo<br />

di prendere il tè con me e di mangiare questa<br />

bambolina di pasta di mandorle che ho preparato<br />

per te. Me lo devi, per tutto quel che mi hai fatto<br />

soffrire».<br />

Devi convincerla a farlo. Quando l’avrà mangiata,<br />

le dirai: «Ora mi hai preso in te. Ora mi potrai<br />

vedere finalmente come sono veramente». A questo<br />

punto, togli il vestito e la parrucca che ti fanno<br />

assomigliare a tua sorella. Così, come tu sei, prendi<br />

tua madre tra le braccia e dille: «Sei mia madre.<br />

Io sono tua figlia. Questo è il mio vero affetto». Se<br />

lei respinge l’abbraccio, non cercarla mai più. Se<br />

lei si abbandona al tuo abbraccio, avrà inizio una<br />

nuova e bella relazione.<br />

Quanto a tua sorella, ed ecco qui la parte difficile,<br />

dovrai sottoporti a un intervento di chirurgia<br />

plastica per avere seni più grandi. Dopo vai da tua<br />

sorella vestita il più sexy possibile. Devi sentirti<br />

bella. Arriva fino alla scrivania dove lavora. Apriti<br />

la camicia e falle vedere, senza pronunciare parola,<br />

i tuoi nuovi seni. Poi prendi da un pacchettino<br />

12<br />

PSICOPOSTA<br />

una corda (simile a quella con la quale lei ti aveva<br />

legato nel filmino) e posala sulla scrivania davanti<br />

a lei dicendo: «Ti rendo questa corda che mi hai legato<br />

al collo quando ero bambina. Non sono più il<br />

tuo cagnolino». Prendi allora dallo stesso pacchettino<br />

sei uova fresche e spiaccicale sulla scrivania.<br />

Poi allontanati ridendo a crepapelle.<br />

Vedrai che per la prima volta nella tua vita ti sentirai<br />

felice.<br />

13


II<br />

Liberarsi di papà<br />

e mamma<br />

e del potere macho:<br />

una salsiccia può servire<br />

Un trentenne che ama le donne ma non si vuole<br />

impegnare, una studentessa modello bloccata<br />

davanti al professore maschio. <strong>Le</strong> soluzioni<br />

di Jodorowsky sono folli? Certo. Ma ne va capita<br />

la valenza simbolica e anche il lato divertente.<br />

E ricordate che comunque uno shock può<br />

dare la forza di sbloccare situazioni difficili.


1<br />

Caro Alejandro,<br />

sono un ragazzo di trentun’anni, mi sento normale<br />

e pieno di voglia di vivere: sto bene, ho un<br />

buon lavoro, abito in una città bellissima, ho amici<br />

veri intorno. Qual è il problema? Come spesso, le<br />

donne. Nel senso che a me piacciono (non solo per<br />

il sesso) però non sento nessuna voglia di costruire<br />

una famiglia.<br />

Adoro vivere delle storie piene di passione, ma<br />

non sento il bisogno di altro. Vorrei incontrare delle<br />

donne che la pensano come me, invece finisco<br />

sempre nei guai, accusato di essere immaturo e<br />

malvagio.<br />

Io davvero non capisco perché dovrei sentirmi in<br />

colpa e perché dovrei rinunciare alle emozioni fantastiche<br />

che mi dà questa vita per entrare in un ruolo<br />

che non sento mio. Sbaglio?<br />

17<br />

Casanova 3000


Signor Casanova,<br />

ALEJANDRO JODOROWSKY<br />

***<br />

lei vuole che io le dia ragione e che le dica che non<br />

sbaglia. Questo significa che ha dei dubbi. Quando<br />

si ha la certezza, si agisce senza consultarsi con<br />

alcuno. Io do consigli per risolvere problemi, ma<br />

non sono un mago che può trasformare in realtà i<br />

desideri di chi mi consulta. Non posso inviarle per<br />

posta una donna che voglia vivere con lei una storia<br />

di passione fantastica senza aspettarsi altro.<br />

Non si può chiedere qualcosa che va contro natura:<br />

una donna che ama un uomo, prima o poi sentirà<br />

il desiderio di creare con lui una famiglia, vale<br />

a dire, ubbidirà all’istinto che la porta a desiderare<br />

di essere madre.<br />

<strong>Le</strong>i accetta i rapporti sessuali, la tenerezza, l’amore<br />

romantico, ma quello che non accetta in alcun<br />

modo è di diventare padre. Nel suo subconscio,<br />

diventare padre è per lei diventare SUO padre.<br />

Quando un uomo, per il fatto di non avere ricevuto<br />

nell’infanzia l’affetto necessario, odia suo padre,<br />

per eliminarlo o adotta uno pseudonimo, per togliere<br />

di mezzo il cognome (lei si firma Casanova 3000),<br />

o si rifiuta di avere dei figli (per non perpetuare il<br />

cognome), o non riconosce i figli, così che questi<br />

portino il cognome della madre.<br />

D’altra parte se sua moglie ha un bambino smette<br />

di essere amante e diventa madre, vale a dire una<br />

scimmiottatura di sua madre, cosa che la fa inorridire.<br />

18<br />

PSICOPOSTA<br />

Io non le dirò che è «cattivo», ma sì immaturo. Il<br />

che non è tanto drammatico, perché, naturalmente,<br />

tutto ciò che è immaturo a poco a poco matura.<br />

Talvolta questo processo può richiedere anni. È<br />

meglio risparmiare tempo uscendo da questa falsa<br />

soddisfazione il più velocemente possibile.<br />

Se lei continua così, diventerà un pietoso vecchio<br />

seduttore e finirà per spendere molto denaro<br />

con donne avide che si faranno passare per amanti<br />

appassionate. Se lei non vuole formare una famiglia<br />

è perché suo padre e sua madre non stavano<br />

bene insieme e le hanno dato un triste esempio, facendole<br />

credere che sia impossibile che un padre e<br />

una madre possano vivere insieme felici.<br />

È bene che capisca che lei non ama le donne perché<br />

non le accetta come sono. E vorrebbe che si<br />

comportassero come lei, vale a dire come uomini.<br />

Al momento, l’unica donna che sopporterà le sue<br />

condizioni sarà o una donna incapace di amare o<br />

una masochista o una nevrotica o una che odia se<br />

stessa. Non le sembra che sia arrivato il momento<br />

di smettere di desiderare che il mondo sia come lei<br />

vuole – capriccio infantile – e di decidersi a cambiare<br />

e accettare il mondo così com’è?<br />

<strong>Le</strong>i deve trovare risposte positive che si adattino<br />

alla realtà: «Non tutti i padri sono come mio padre.<br />

Non tutte le madri sono come mia madre», «Esistono<br />

coppie equilibrate e felici e capaci di costruire<br />

famiglie dove i figli si sentono amati e accettati<br />

per quello che sono».<br />

Per riuscire a credere in questo, realizzi questo<br />

atto di psicomagia.<br />

19


ALEJANDRO JODOROWSKY<br />

Trovi dei vestiti di suo padre (se è morto, faccia<br />

stampare una sua foto su una maglietta). Trovi dei<br />

vestiti di sua madre. Indossi gli abiti di suo padre.<br />

Faccia indossare gli abiti di sua madre alla sua amante.<br />

Così vestiti, fate l’amore e dormite insieme. Al risveglio,<br />

lentamente, molto lentamente, la spogli e<br />

poi, lentamente, molto lentamente, si spogli lei.<br />

Tagli con un paio di grandi forbici i vestiti dei<br />

suoi genitori fino a ridurli in brandelli e li annodi<br />

stretti. Ne faccia un pacco avvolto in carta nera. Vada<br />

con la sua amica su un bel prato, scavi una buca,<br />

metta dentro il pacco nero, ci versi sopra due litri<br />

di miele liquido. Butti della terra sul pacco coperto<br />

di miele dopo averci collocato, prima, due<br />

piante di fiori.<br />

Il suo subconscio capirà che lei si è liberato della<br />

dolorosa immagine dei suoi genitori. Versando il<br />

miele ha dimostrato che in fondo li ama e li perdona<br />

e che l’unione imperfetta tra l’uomo e la donna<br />

può diventare, come queste due belle piante, una<br />

coppia armonica che convive, conservando in piena<br />

felicità la propria libertà individuale.<br />

20<br />

2<br />

Il potere maschile ti sottomette?<br />

Come vincerlo in quattro mosse<br />

Maestro Alejandro,<br />

ho ventidue anni e studio medicina, o perlomeno<br />

ci provo.<br />

Non che non mi piaccia farlo… il problema è che<br />

credo di sapere tutto alla perfezione, ma quando<br />

mi siedo davanti al professore per dare l’esame, mi<br />

blocco completamente. Non riesco proprio a dire<br />

una parola.<br />

Ovviamente la mia carriera universitaria è disastrosa<br />

e questo mi fa una gran rabbia, perché molto<br />

spesso sono molto più preparata di certi miei amici<br />

che prendono trenta. Non so più cosa fare. Ora<br />

ci si sono messi anche i miei che vogliono che<br />

smetta per andare a lavorare nel nostro ristorante.<br />

E non posso biasimarli, visti i risultati. Ti prego,<br />

solo tu puoi aiutarmi!<br />

21<br />

Chiara


ALEJANDRO JODOROWSKY<br />

***<br />

Cara futura grande dottoressa,<br />

purtroppo, il nostro mondo è dominato dal potere<br />

maschile. Sono uomini quelli che governano,<br />

che gestiscono l’economia, che controllano la scienza,<br />

che impongono i valori culturali. Sono uomini<br />

i padroni della religione.<br />

Quattro vette sono offerte ai maschi: possono pretendere<br />

di diventare campioni, eroi, geni o santi.<br />

Quattro vette sono offerte anche alle donne: possono<br />

pretendere di diventare madri, vergini, puttane<br />

o stupide. Il novanta per cento dei padri, quando la<br />

donna è incinta, desidera che il primogenito sia maschio.<br />

Questa gerarchia insensata regna anche tra<br />

i medici. C’è un’enormità di medici, ma alle donne<br />

si lascia il ruolo subalterno di infermiere. Ci comportiamo<br />

ancora come dei trogloditi: la donna deve<br />

essere al servizio dell’uomo.<br />

Capisco bene perché lei, trovandosi di fronte al<br />

suo fallico professore, si blocchi. Essendo donna,<br />

condannata a essere stupida, cameriera di un ristorante<br />

o prostituta domestica, lei si svilisce. <strong>Le</strong><br />

hanno inculcato il disprezzo per se stessa.<br />

<strong>Le</strong> darò quattro consigli di psicomagia:<br />

1. Inizi da subito a stimarsi come merita per il<br />

fatto di essere donna: prenda una tela e vi dipinga<br />

il suo autoritratto utilizzando il sangue mestruale.<br />

Scopra il suo potere creatore, purificatore e ciclo-cosmico.<br />

Se una volta al mese l’uomo avesse<br />

22<br />

PSICOPOSTA<br />

l’opportunità di purificarsi in questo modo, smetterebbe<br />

di fare la guerra. Lo dipinga con le dita. Per<br />

i dettagli può usare un pennello. Terminato il ritratto,<br />

lo fissi con una vernice di finitura, lo monti<br />

su una cornice argentata (colore lunare) e lo appenda<br />

in casa in un posto dove tutti quelli che le<br />

fanno visita possano vederlo.<br />

2. Il giorno degli esami, per non sentirsi complessata<br />

perché la trattano come un uomo castrato e<br />

senza fallo, e per esaltare il suo meraviglioso sesso,<br />

collochi in un sacchettino di garza sei monete d’oro<br />

e lo introduca nella vagina. Quel segreto tesoro<br />

che lei porta nella sua intimità le darà la sensazione<br />

di potere che le manca.<br />

3. Per sentirsi dominatrice, proprietaria della terra<br />

che calpesta e piena di energia nel corpo, il giorno<br />

degli esami si dipinga la pianta del piede con<br />

vernice rossa e indossi biancheria intima dello stesso<br />

colore.<br />

4. Se nonostante tutto ciò, improvvisamente di<br />

fronte al macho professore, padre severo e sprezzante,<br />

la bloccasse un nervosismo paralizzante, si<br />

porti in tasca un paio di forbici e una salsiccia (simbolo<br />

del pene). Appena sente che le sue forze minacciano<br />

di indebolirsi, infili la mano in tasca e<br />

con un colpo di forbice, tagli la salsiccia. Il suo inconscio<br />

capirà che ha castrato il professore.<br />

Se segue questi consigli non si bloccherà mai più.<br />

23


III<br />

<strong>Le</strong>i lo ama,<br />

lui non è libero.<br />

Che fare, aspettarlo?<br />

No, cambiar vita. E nome<br />

Paola, ventisei anni, è innamorata di un uomo<br />

di quarantasette. Grande passione, ma poche<br />

possibilità di costruire un futuro insieme.<br />

Lui ha una moglie che «ha bisogno di lui». <strong>Le</strong>i<br />

vuole resistere, sente che alla fine lo avrà per<br />

sé. Jodorowsky non è d’accordo, e propone un<br />

rimedio shock per sbloccarla.


Caro Jodo,<br />

la mia via l’ho trovata sui tuoi tarocchi. Io sono<br />

nata il 22/4/78. Strano, vero? Ho superato l’anoressia<br />

(da sola). Il tumore di mio padre, la morte di<br />

mio nonno. Poi amori. E l’AMORE.<br />

P.S.: tra di noi ventun’anni di differenza e la sua<br />

compagna. Non l’ama, ma è legato perché lei dipende<br />

da lui e lui ha il complesso del capocordata.<br />

Del trascinatore. (Parole sue).<br />

Ma io sono la sua passione. La sua anima. Tutto<br />

tra di noi coincide, siamo uguali negli odori e il<br />

sesso è fusione. Ma non m’ama. (Ancora). E quando<br />

io avrò trentaquattro anni, lui ne avrà cinquantacinque.<br />

Io sono la stella. Jodo, help me. Cioè dimmi<br />

che la pancia non sbaglia, quando mi dice che<br />

lui è l’uomo. Dimmi cosa devo fare.<br />

27<br />

Paola


Dolce Paola,<br />

ALEJANDRO JODOROWSKY<br />

***<br />

i bambini hanno delle pulsioni normali per la loro<br />

età, ma se crescendo restano, diventano patologiche.<br />

È normale che una bambina, alla sua maniera<br />

infantile, sia innamorata del padre. Questo le<br />

consentirà, nella pubertà, di cercare un compagno<br />

sul quale trasferire naturalmente questi desideri e<br />

sentimenti.<br />

Capita che questo «incesto» infantile sia frustrato<br />

perché i genitori hanno un basso livello di coscienza<br />

(o pregiudizi religiosi) e respingono i segni<br />

della sessualità dei figli, o perché muoiono presto,<br />

senza aver potuto stabilire i legami emotivi necessari,<br />

o perché uno dei due prova gelosia per il bambino<br />

e si interpone nel rapporto. Quando ciò accade,<br />

anche se la persona si sviluppa correttamente<br />

sul terreno emotivo o su quello sessuale (o su entrambi),<br />

resta in uno stato infantile, cercando di realizzare<br />

l’incesto frustrato. A giudicare da quello<br />

che mi scrivi, credo che questo sia il tuo caso.<br />

È possibile che l’anoressia di cui hai sofferto fosse<br />

dovuta al tuo voler respingere i desideri incestuosi,<br />

facendoti venire dei sensi di colpa (tra il cibo<br />

e il desiderio sessuale c’è uno stretto rapporto<br />

simbolico).<br />

Il tumore di tuo padre, oltre a essere un male fisico,<br />

può simbolizzare anche un segreto familiare,<br />

qualcosa di non detto. Non parli di tua madre. Nella<br />

tua lettera l’hai cancellata. Ti metti al suo posto,<br />

28<br />

PSICOPOSTA<br />

soffri per l’assenza del maschio. E questo dolore lo<br />

abbini immediatamente all’amore.<br />

Come oggetto del tuo amore hai scelto un uomo<br />

che potrebbe essere tuo padre: vuol dire che hai<br />

proiettato su di lui la tua richiesta infantile incestuosa.<br />

Vedi la sua compagna come un ostacolo. In<br />

lei proietti tua madre. Dici che non l’ama: lo stesso<br />

che probabilmente ti sei detta quando desideravi avere<br />

per te tutto l’affetto di tuo padre, quando volevi<br />

essere la sua fidanzata, il sogno di tutte le bimbe.<br />

Parlando del «complesso del capocordata», stai<br />

dicendo che tuo padre ha portato tua madre a dipendere<br />

da lui, si è appropriato di lei come un bambino<br />

che vuole avere la madre solo per sé. È possibile<br />

che come te e il tuo immaturo amante (viene a<br />

letto con te, ma non è capace di scegliere tra Paola,<br />

la donna sessuale, e la sua compagna, la madre pura),<br />

tuo padre sia rimasto emotivamente bambino.<br />

È possibile che il suo tumore rappresenti il suo<br />

desiderio disperato di tornare a essere feto, per dominare<br />

nel ventre materno, ricevendo quell’amore<br />

che lei non gli ha mai dato.<br />

Dici: «Ma io sono la sua passione. La sua anima.<br />

Tutto tra di noi coincide, siamo uguali negli odori e<br />

il sesso è fusione». Confondi passione con anima.<br />

Se sei la sua anima, vuoi dire che lui non ha anima<br />

e che tu non hai un’esistenza individuale. Con l’affinità<br />

degli odori descrivi una filiazione corporale:<br />

padre e figlia hanno la stessa qualità della carne.<br />

Ritenendo il sesso fusione ricaschi nel desiderio<br />

incestuoso che si verifica quando si esige la totale<br />

uguaglianza. Una coppia adulta si basa su differenze<br />

complementari. Non s’inghiotte a vicenda.<br />

29


ALEJANDRO JODOROWSKY<br />

«Ma non m’ama. (Ancora)». Dicendo questo esprimi<br />

quel che sente la bambina che c’è in te: non<br />

hai ricevuto nell’infanzia quello che dovevi ricevere,<br />

se non ne diventi cosciente, continuerai a chiederlo<br />

per tutta la tua vita.<br />

Ma ciò che non c’è stato dato nell’infanzia, non<br />

potremo mai averlo da adulti. La bambina che è in<br />

te potrebbe essere soddisfatta soltanto dal vero padre<br />

e da nessun altro. E quando trova qualcuno<br />

che diventa lo schermo della sua proiezione e ottiene<br />

una parvenza di ciò che desiderava, prima o poi<br />

provoca delle situazioni che rovinano questo nuovo<br />

amore.<br />

Il cuore deve continuare a soffrire e ad essere insoddisfatto,<br />

perché questa insoddisfazione lo unisce<br />

al padre desiderato. E se perdi questa sensazione,<br />

perdi tuo padre!<br />

Per questo motivo ti rifugi nella speranza: stai<br />

con lui perché non ti ama (così soddisfi la tua identità<br />

infantile), ma un giorno ti amerà.<br />

È la speranza che ti permette di mantenere questo<br />

rapporto nevrotico.<br />

«E quando io avrò trentaquattro anni, lui ne avrà<br />

cinquantacinque. Io sono la stella». <strong>Le</strong> stelle, per<br />

quanto siano belle, sono lontane nel cielo, irraggiungibili.<br />

La sua compagna sta nella sua casa, è<br />

parte della sua realtà, tu sei nei suoi sogni.<br />

«Dimmi che la pancia non sbaglia, quando mi<br />

dice che lui è l’uomo». La tua pancia non sbaglia.<br />

Mi chiedi aiuto perché inconsciamente sai che lui<br />

non esiste: dietro la sua presenza illusoria appare<br />

tuo padre. Se ti aiuto, crescerai, celebrerai il duel-<br />

30<br />

PSICOPOSTA<br />

lo, sotterrerai infine tuo padre, smetterai di vivere<br />

una relazione nella quale non hai veramente un tuo<br />

posto, smetterai di cercare situazioni nelle quali<br />

simbolicamente competi con tua madre.<br />

In questo tipo di relazione, l’uomo immaturo promette<br />

di separarsi, ma non lo fa. Ti sacrifica.<br />

Se vuoi guarire devi accettare di cambiare. E cominciare<br />

una nuova vita emotiva, con qualcuno<br />

che esiste per se stesso, diverso da te ma complementare,<br />

capace di darti il cuore del suo cuore e di<br />

non tenerti, come il tuo attuale amante, lontano<br />

dalla realtà, in un ruolo secondario.<br />

Questi sono i miei consigli di psicomagia.<br />

Innanzitutto devi sapere che una pulsione, quando<br />

non si realizza nel momento appropriato, resta<br />

attiva finché non è soddisfatta la sua richiesta. Tu<br />

vuoi avere un rapporto con tuo padre. Accettalo<br />

senza sentirti in colpa e realizza l’incesto in maniera<br />

metaforica.<br />

Fai in modo che il tuo amante si vesta con abiti<br />

di tuo padre o, se questo non è possibile, fagli indossare<br />

una maglietta con la sua fotografia. Tu dovrai<br />

vestirti come una bambina piccola. Metti in testa<br />

un cappellino a forma di stella a cinque punte.<br />

Così travestiti fate sesso. Finito il rapporto, che dovrà<br />

essere di mattina, vai nel cimitero dove riposa<br />

tuo padre e colloca sulla sua tomba il vestito da<br />

bambina arrotolato insieme all’abito di tuo padre.<br />

Versaci sopra due litri di miele liquido (può essere<br />

d’acacia).<br />

Così manifesterai per l’ultima volta il tuo bisogno<br />

amoroso di fusione. Poi comunica a tutti i tuoi<br />

31


ALEJANDRO JODOROWSKY<br />

conoscenti, amici e familiari che hai deciso di voler<br />

essere chiamata con un altro nome. Non accettare<br />

mai più che ti chiamino Paola.<br />

32<br />

IV<br />

Quando la vita e il lavoro<br />

ti opprimono<br />

devi imparare a osare<br />

Valerio ha un impiego triste che gli permette di<br />

tirare avanti (ma non di sognare) e un figlio in<br />

arrivo. Stefano invece teme le crisi di panico.<br />

Jodorowsky come al solito invita a reagire, a<br />

lottare per conquistare equilibrio e felicità.


1<br />

Mi chiamo Valerio<br />

ho ventisette anni e sono nato e vissuto a Roma<br />

finché due anni fa ho vinto in primo grado una<br />

causa di lavoro con le Ferrovie dello Stato. Non avendo<br />

vinto ancora in modo definitivo sono stato<br />

assunto a Palermo invece di essere reintegrato al<br />

mio posto a Roma. Sono due anni che faccio il portiere<br />

in un ufficio dove non serve, senza poter usufruire<br />

di tutti i diritti dei miei colleghi: una stanza,<br />

un pc, un telefono, l’aria condizionata, la speranza<br />

di una carriera, la crescita come lavoratore, ecc.<br />

Questa situazione mi sta lentamente e inesorabilmente<br />

debilitando, mi sento in un perenne stato<br />

confusionale, il nodo alla gola non si scioglie mai,<br />

lo stomaco mi brucia e il cuore mi batte all’impazzata.<br />

Sento le mie capacità intellettuali abbandonarmi<br />

ogni giorno di più.<br />

Con la precarietà che c’è oggi non me la sento di<br />

licenziarmi da uno dei così sospirati posti fissi anche<br />

se, in caso dovessi perdere l’appello, non avrei<br />

diritto nemmeno a questo schifo e verrei cacciato.<br />

35


Sono fidanzato con una ragazza polacca che vive a<br />

Roma e si spezza la schiena tutti i giorni per pulire<br />

le case della gente.<br />

In questi giorni ha perso la casa dove abitava e le<br />

sue coinquiline, nonché migliori amiche, si sono<br />

dimostrate false e bastarde.<br />

Ieri ho saputo che è incinta, presto diventerò padre,<br />

sempre che lei non decida (come dice) di tornarsene<br />

in Polonia con il bambino. Io voglio prendermi<br />

la responsabilità di questo figlio, il che significa<br />

che non posso lasciare il lavoro che mi sta distruggendo<br />

e non lasciarlo significa vivere lontano<br />

da loro che non hanno altro che me.<br />

Che fare?<br />

Caro Valerio,<br />

ALEJANDRO JODOROWSKY<br />

***<br />

Valerio – Palermo<br />

il tuo problema è che ti hanno educato come un<br />

codardo. Temi «il non possedere», il «mi mancherà<br />

tutto». Immagini di vivere in un mondo ingiusto,<br />

pieno di gente falsa e bastarda. Sei rimasto un<br />

bambino.<br />

Per questo motivo, vivi un conflitto nel quale vuoi<br />

assumerti la responsabilità di un figlio, ma assumendotela<br />

ti castreresti, sottoposto a un lavoro che<br />

ti distrugge. Sai che devi lasciare quel lavoro, ma<br />

non osi. In fondo, NON VUOI lasciarlo, per continuare<br />

ad essere così come ti ha educato tua madre, un<br />

36<br />

PSICOPOSTA<br />

bambino timoroso e non realizzato. <strong>Le</strong> Ferrovie<br />

dello Stato che ti hanno relegato in quell’ufficiocarcere<br />

rappresentano il padre distruttore, severo,<br />

terribile. Quell’uomo che tua madre odia. Se diventi<br />

adulto, perdi l’amore materno.<br />

Nella magia tradizionale ci sono quattro concetti<br />

chiave: VOLERE, OSARE, POTERE E TACERE. Per ottenere<br />

qualcosa devi VOLERLA con tutto il tuo essere.<br />

Poi, subito, devi OSARE, lanciarti nell’azione rinnovatrice,<br />

affrontando tutti i cambiamenti della personalità<br />

che ciò comporterà. Poi, vincendo la nevrosi<br />

da fallimento, devi POTER trionfare. Il potere<br />

si ottiene concentrandosi sul presente, lasciando<br />

da parte i divieti infantili del passato e i timori per<br />

il futuro: tutto ciò che conquisterai sarà per il tuo<br />

bene. Infine, devi TACERE, far smettere le idee pazze,<br />

il chiacchiericcio mentale, e intraprendere la<br />

strada che ti suggerisce il tuo intuito. «Solo procedo<br />

lungo strade che hanno cuore» (San Giovanni<br />

della Croce).<br />

L’atto psicomagico che ti propongo è semplice,<br />

ma molto difficile da realizzare perché richiede tutta<br />

la tua capacità di DESIDERARE e tutto il tuo CORAG-<br />

GIO: per prima cosa, devi bruciare una fotografia di<br />

tua madre. Poi prendi un pizzico di queste ceneri,<br />

scioglile in un bicchiere d’acqua e bevile. Il resto delle<br />

ceneri spediscile a tua madre, assieme a un trenino<br />

giocattolo (se tua madre fosse morta, lascia la<br />

busta e il trenino sulla sua tomba).<br />

Poi dovrai andare in una città dove non hai amici<br />

né persone che conosci, senza denaro e senza carte<br />

di credito. Così, senza alcunché di valore, nem-<br />

37


ALEJANDRO JODOROWSKY<br />

meno i documenti, dovrai sopravvivere per sette<br />

giorni. Dovrai arrangiarti per trovare da mangiare,<br />

da dormire, ecc. Se ti troverai costretto a mendicare,<br />

mendicherai.<br />

Passati i sette giorni, dovrai trovare qualcuno<br />

che ti riporti gratis nella tua città.<br />

Se sarai capace di fare ciò, smetterai di essere<br />

bambino, ne sarai sorpreso, avrai acquistato fiducia<br />

in te stesso e risolverai il tuo problema.<br />

38<br />

2<br />

Ansia, erotismo e caffè<br />

Dieci anni fa ho avuto un attacco di panico respiratorio.<br />

Poi non ne ho più avuti, ma da allora non<br />

riesco a liberarmi dalla paura che quell’episodio,<br />

per me terribile, accada di nuovo.<br />

Quale atto di psicomagia mi consiglia?<br />

***<br />

39<br />

Stefano – Parma<br />

Vai in un grande magazzino nell’ora di maggiore<br />

affluenza e fai finta di essere colto da una crisi respiratoria.<br />

Lasciati cadere per terra. Quando verranno<br />

ad aiutarti chiedi che ti portino un bicchiere<br />

di latte, che è l’unica cosa che ti può aiutare. Bevendo<br />

il latte sorridi, poi comprati un libro erotico<br />

e vai a leggerlo in un caffè con terrazza.


V<br />

La forza di confessare<br />

ai genitori<br />

la tua omosessualità<br />

Gianni vive in un piccolo paese del Sud e non<br />

riesce a raccontare ai suoi di essere gay. Vincenzo<br />

vuole liberarsi dalle pressioni del padre verso<br />

il denaro. Ecco i consigli surreali di Jodorowsky:<br />

leggeteli, potrebbero esser utili anche a voi.<br />

O forse no…


1<br />

Mi chiamo Gianni,<br />

ho ventotto anni e al momento vivo nel paese dove<br />

sono nato (nell’amato Sud). Ho letto l’inverno<br />

scorso un suo libro di psicomagia, mi ha impressionato<br />

«l’atto poetico». Ho anche ricopiato una<br />

frase su un fogliettino di carta e l’ho attaccata sulla<br />

porta della stanza (a quei tempi abitavo in una<br />

casa con altri studenti). Il mio problema è la mia<br />

sessualità. Da due anni ho ammesso a me stesso di<br />

essere omosessuale (e ne ho parlato anche con amici<br />

e non, tranne che con i miei genitori). Però<br />

ho avuto pochissimi rapporti (sentimentali zero,<br />

sessuali sì, ma non completi). Non so come vivere<br />

la mia doppiezza, femminile e maschile. <strong>Le</strong> chiedo:<br />

come faccio a focalizzare meglio qual è la mia<br />

essenza (a livello d’identità sessuale)? Ora ho molti<br />

momenti di confusione e difficoltà nei rapporti<br />

con gli altri. Troppe domande mi faccio e finisce<br />

che poi divento uno straccio! E poi troppa tristezza<br />

non mi fa bene. AMO LA GIOIA.<br />

43<br />

Gianni


Caro Gianni,<br />

ALEJANDRO JODOROWSKY<br />

***<br />

mi chiedi una cosa che direi impossibile: insegnarti<br />

a vivere come in verità sei già. Come?<br />

L’occultista Gurdjieff disse in proposito a un discepolo:<br />

«Non posso orinare al posto tuo. Tu falla<br />

più vicino, io la farò più lontano».<br />

Probabilmente un terapeuta meno audace di me,<br />

ti inviterebbe a meditare zen per anni e ad affrontare<br />

un’interminabile psicoanalisi. Dico questo perché<br />

è necessario che tu usi tutta la tua forza di volontà<br />

per andare oltre i tuoi limiti al più presto possibile.<br />

Perché se non lo farai, sprecherai molti anni<br />

sprofondato nell’insoddisfazione. Ascolta bene. I<br />

tuoi due principali problemi sono:<br />

1) vivere nel paese dove sei nato,<br />

2) non avere il coraggio di rivelare ai tuoi genitori<br />

che sei omosessuale.<br />

Si potrebbe dire che ancora non riesci ad accettare<br />

che sei adulto. Resti attaccato alla tua infanzia,<br />

vivendo con una personalità falsa per comprarti<br />

l’affetto dei tuoi genitori. Cerchi di essere ciò che<br />

loro desiderano che tu sia, sacrificando la tua verità.<br />

Una triste soluzione, perché il bambino che<br />

loro vedono non sei tu, ma un’illusione. Poiché loro<br />

non sono stati capaci di vederti, tu non riesci a<br />

vedere te stesso. Prova a eseguire i seguenti atti di<br />

psicomagia.<br />

44<br />

PSICOPOSTA<br />

Prendi dei vestiti di tuo padre, senza che lui se ne<br />

accorga. Indossali. Ingrandisci una fotografia del<br />

suo volto e fabbrica con essa una maschera, perforandone<br />

gli occhi.<br />

Così vestito e con la maschera paterna passeggia<br />

tre ore per il tuo paese, facendo il percorso che lui è<br />

solito fare. Va dove lui fa la spesa, dove prende il caffè<br />

o beve. Osserva il mondo attraverso la personalità<br />

di tuo padre. Così ti renderai conto di come il suo<br />

spirito ti ha invaso.<br />

Il giorno dopo fa lo stesso, ma con i vestiti e una<br />

maschera di tua madre. Passeggia tre ore vestito da<br />

donna. Lava e stira i vestiti che hai preso prima di<br />

riporli. Questo atto simbolico ti libererà della loro<br />

influenza.<br />

Poi brucia separatamente le maschere-fotografie<br />

dei loro volti. Prendi un pizzico di cenere della foto<br />

di tuo padre, scioglila in un bicchiere di vino e bevilo.<br />

Prendi un pizzico delle ceneri della foto di tua<br />

madre. Scioglilo in un bicchiere di latte e bevilo. Così,<br />

con una piccola parte del «veleno» farai un contro-veleno<br />

(principio omeopatico).<br />

E, da ultimo, scrivi una lettera circolare che conterrà<br />

una bugia sacra: ti inventerai un fidanzato,<br />

dandogli un nome qualsiasi, per esempio Giulio<br />

Bertolini. Trova la foto di un uomo che ti sembra<br />

bello. Fanne delle fotocopie.<br />

Nella lettera circolare dirai che ti sei innamorato,<br />

che ti sei fidanzato e che hai in progetto di «sposarti»<br />

con lui l’anno prossimo. Invia la lettera circolare<br />

ai tuoi genitori e a tutti i membri della tua famiglia,<br />

accompagnata da una delle fotocopie del tuo<br />

fidanzato immaginario.<br />

45


ALEJANDRO JODOROWSKY<br />

Poi, se ci riesci, fatti tatuare (o semplicemente disegna)<br />

nella pianta del piede sinistro una luna e nella<br />

pianta del piede destro un sole. Sono rispettivamente<br />

il simbolo della donna e dell’uomo cosmici.<br />

Come disse Ibsen: «Lascia da parte i fantasmi e sii<br />

prima di tutto un essere umano».<br />

46<br />

2<br />

I piccioni e il valore dei soldi<br />

Da piccolo mio padre mi ha fatto sentire un fallito<br />

e mi ha messo tanta paura su cosa accadrebbe se<br />

io non diventassi una persona con una buona posizione<br />

socioeconomica (lui ce l’ha), che mi sono paralizzato<br />

e non sono riuscito a conseguire né i suoi<br />

obiettivi, né quelli che avrei potuto pormi (a me piace<br />

scrivere, ma questo lui lo riterrebbe ridicolo o<br />

vergognoso).<br />

Per questo ho un problema di ansia che mi coglie<br />

fin da piccolo e dal quale non mi sono ancora liberato.<br />

Per questo motivo odio il denaro. Ma odio anche<br />

me stesso per la mia fragilità.<br />

Come posso liberarmi da questa paralisi perpetua<br />

da codardia?<br />

47<br />

Vincenzo


ALEJANDRO JODOROWSKY<br />

***<br />

Cambia cento euro in monetine da un cent. Vai<br />

in una piazza in cui ci siano dei piccioni. Siediti su<br />

una panchina e con tutta calma comincia a lanciare<br />

le monetine agli uccelli come se fossero semi.<br />

Quando avrai lanciato mezzo sacco, rientra a piedi<br />

a casa lasciando cadere dietro di te il resto delle<br />

monetine come se fossero impronte. Tieniti l’ultima.<br />

Fatti fare con essa un orecchino e portalo all’orecchio<br />

destro.<br />

Poi vai da tuo padre e senza dargli spiegazioni regalagli<br />

uno specchietto tondo, nel quale prima ti<br />

guarderai.<br />

48<br />

VI<br />

I genitori perfetti<br />

ti rovinano la vita?<br />

Diventa un pagliaccio<br />

Davide viene da una famiglia modello, anche<br />

se ha perso il padre a diciassette anni, però non<br />

riesce a crescere. Jodorowsky con il suo solito<br />

stile paradossale gli spiega come diventare un<br />

vecchio felice.


Grandissimo Alejandro,<br />

ho venticinque anni e provengo da una famiglia<br />

assolutamente felice: non ho mai visto i miei genitori<br />

litigare, non ci sono mai stati tradimenti, botte<br />

o urla. Mio padre è mancato quando io avevo diciassette<br />

anni, ma per il resto tutto potrebbe essere<br />

l’immagine dell’assoluta perfezione.<br />

Potrei pertanto dirmi felice, se non fosse che qualcosa<br />

in me soffre di un ossessionante attaccamento<br />

all’innocenza perduta, e quindi non riesco a evolvermi<br />

e a maturare come vorrei. Ecco, è come se qualcosa<br />

in me non volesse concedermi i doveri, e anche<br />

i diritti, dell’essere lo splendido uomo maturo<br />

che potrei essere.<br />

Per esempio il fatto che non guido la macchina<br />

perché quando è capitato sono stato colto da tremendi<br />

attacchi d’ansia. O anche con la mia donna:<br />

quando, dopo i primi tempi di iniziale passione erotica<br />

trascinante, iniziano a subentrare la confidenza<br />

e la tenerezza, la dolcezza (rosa) si mangia la<br />

passione (rossa) come se io non potessi che perce-<br />

51


ALEJANDRO JODOROWSKY<br />

pirle come antitetiche e in conflitto. E l’eros scema<br />

pur rimanendo un amore, come non potessi scopare<br />

ciò che coccolo e viceversa. Questo mi ha anche<br />

portato a non volere assolutamente, io che adoro i<br />

neonati, avere figli: penso di amare troppo il mio<br />

bambino ipotetico per condannarlo a esistere, in<br />

un mondo in cui a volte troppo amore ti rovina.<br />

Questa mia dicotomia si vede anche nel mio stesso<br />

corpo: capelli tinti e frequentazione di tutte le mode<br />

più eccentriche (lustrini, trucco, cravatte assurde,<br />

paillettes, borchie e spille, ecc.) e al tempo stesso<br />

ventre arrotondato da un lungo libertinaggio enogastronomico,<br />

come un neonato dark, un uomo<br />

tenero e morbido. Da una parte il regista cinematografico<br />

che sto cercando di diventare, dall’altra il feto<br />

che io vorrei assolutamente ritornare a essere.<br />

Quello che sto cercando di dire è: VOGLIO VOLER tirare<br />

fuori le palle ed evolvermi appieno, senza rete.<br />

Credo che il paragone eternamente perdente con le<br />

mani forti, da manovale, di mio padre (tra l’altro<br />

uomo dolcissimo e giammai violento, eppure «stabile»<br />

e sicuro) sia un po’ facilino ma molto probabilmente<br />

vero.<br />

Voglio trovare una volta per tutte sexy le responsabilità<br />

(quelle vere), eccitante lo scontro sano, guidare<br />

la macchina senza più complessi, crisi di ansia<br />

e distorsioni affettive, per poi sublimare in «arte»<br />

questo mio percorso e poter finalmente guardare<br />

il cammino che ho davanti e sospirare un soddisfatto<br />

«andiamo, la vita reale ci attende!».<br />

Davide Skovatzo – Genova<br />

52<br />

Caro Davide,<br />

PSICOPOSTA<br />

***<br />

gli elementi chiave del tuo problema sono: credi<br />

di venire da una famiglia felice, perfetta, con genitori<br />

che non hanno mai litigato, che non si sono<br />

mai traditi, che non hanno mai urlato, ecc. Eppure,<br />

tuo padre è morto relativamente giovane, tu avevi<br />

diciassette anni.<br />

Non riesci a elaborare il lutto e sei rimasto senza<br />

evolverti, attaccato all’innocenza perduta. Risultato:<br />

non sei un uomo maturo, non vuoi avere figli.<br />

Temi un amore che ti distrugga.<br />

Se voglio farti fare un passo avanti verso la coscienza,<br />

per liberarti, allo stesso modo in cui un chirurgo<br />

taglia le parti incancrenite di una ferita, devo<br />

dirti cose che potrebbero farti soffrire.<br />

Ascolta bene. La tua famiglia assolutamente felice<br />

è un mito. I genitori non sono perfetti perché non<br />

litigano, o non si picchiano o non urlano.<br />

Secondo la psicomagia poi, gli incidenti e le morti<br />

non dovute alla vecchiaia devono essere considerati<br />

dei suicidi metaforici. Tu, protetto dai tuoi genitori,<br />

non lasci l’infanzia e vivi in un Eden limitato.<br />

Consideri la morte di tuo padre, senza che tu te<br />

ne sia reso conto, un abbandono.<br />

Dici a te stesso: «Se divento un padre perfetto come<br />

lo è stato il mio, avrò dei figli e poi morirò quando<br />

uno di loro avrà diciassette anni: non ne vale la<br />

pena! A cosa sono servite a mio padre le sue mani<br />

da manovale, tanto forti che potevano accarezzar-<br />

53


ALEJANDRO JODOROWSKY<br />

mi con delicatezza, a cosa gli è servito fare buon viso<br />

all’ingiustizia del mondo, alla violenza, camuffandola<br />

di dolcezza e di stabilità? Perché i miei genitori<br />

hanno eliminato dalla mia mente la sessualità?<br />

Perché mi hanno dato un’immagine così sinistra<br />

del mondo, tanto che oggi non sono capace<br />

d’imparare a guidare un’auto? Perché mi hanno<br />

staccato dalla vita reale?».<br />

Tu, che vuoi essere un artista, contatta un buon<br />

truccatore cinematografico: chiedigli di trasformarti<br />

in un pagliaccio bambino, pantaloncini corti,<br />

bocca grande, una pallina rossa sul naso. Trova<br />

una peretta di gomma e riempila di acqua benedetta.<br />

Fa’ che dalla perettina, che porterai attaccata allo<br />

stomaco, escano due tubicini che farai salire lungo<br />

il petto e il collo incollandoli alle due tempie. Poi<br />

mettiti davanti a una fotografia grande di tuo padre.<br />

Lamentati e lancia ogni tanto lacrime, come<br />

fanno i pagliacci del circo. «Perché sei stato così<br />

perfetto? Perché mi hai chiuso in questo travestimento<br />

da bambino? Perché mi hai abbandonato?<br />

Perché non mi hai insegnato ad amare come un adulto?».<br />

Vuoi guarire? Allora sii coraggioso e esegui la seconda<br />

parte dell’atto psicomagico.<br />

Lo stesso truccatore ora deve trasformarti in un<br />

bell’anziano di cent’anni.<br />

Ti spiego: la maggior parte delle persone si programma<br />

per morire, ha un concetto rigido della<br />

vecchiaia e della lunghezza della vita. C’è chi si sente<br />

vecchio a quarant’anni. Altri a sessanta. Quasi<br />

tutti sono convinti che gli ottanta siano l’inizio del-<br />

54<br />

PSICOPOSTA<br />

la decadenza. Pochi arrivano sani e lucidi a cent’anni.<br />

Eppure, nessuno sa con certezza scientifica quale<br />

sia la vera durata della vita umana. È ben possibile<br />

che tra un paio di secoli si riesca a vivere fino a<br />

trecento anni.<br />

Come l’hai programmata tu? Ti distruggerai quando<br />

raggiungerai l’età di tuo padre? Ti vieterai di vivere<br />

più a lungo di lui?<br />

Recati sulla sua tomba e fatti vedere, radioso, a<br />

cent’anni. Tratta tuo padre come se fosse un figlio.<br />

Spiegagli che la vita è lunga, che il mondo in sé non<br />

è violento, contiene solo molta violenza…<br />

Spiegagli che non è necessario restare bambini o<br />

rinchiusi in un ristretto livello di coscienza, dimostragli<br />

pietà per aver vissuto una vita senza vero amore.<br />

Siccome avrai portato un registratore, metti<br />

una musica ballabile e balla allegramente vicino alla<br />

sua tomba. Poi intingi un pennello in un barattolo<br />

di miele d’acacia e con quel miele scrivi sulla sua<br />

tomba a grandi lettere la parola «amore». Liberati<br />

dal tuo travestimento e lascialo su quella parola di<br />

miele. Rientrando in città, iscriviti al tuo primo corso<br />

di guida.<br />

55


VII<br />

Energia sessuale<br />

in eccesso?<br />

Provate a riciclarla così<br />

Simon è un ventenne in piena tempesta ormonale,<br />

Sergio è perseguitato da un incubo ricorrente,<br />

Elisa si sente intrappolata da una famiglia<br />

di donne single, Gianpaolo è reduce da una<br />

strana avventura con una coppia di amici.<br />

A tutti Jodorowsky propone un atto simbolico<br />

per rimettere le cose a posto.


1<br />

Caro Jodorowsky,<br />

il mio problema è il rapporto con le donne, anzi,<br />

vista la mia età (vent’anni), con le ragazze. Sono<br />

piuttosto carente per quanto riguarda la selezione,<br />

cioè mi vanno tutte bene! Non sono in grado di rifiutare<br />

perché le immagino in atteggiamenti poco<br />

«puritani», ai quali io non potrei rifiutare!<br />

Se poi hanno un particolare vestiario o addirittura<br />

dei tacchi alti, la fantasia altro che naviga! Fammi<br />

un rito psicomagico o qualcosa, questo atteggiamento<br />

mi sta compromettendo la vita sentimentale<br />

(quella vera e sperimentata).<br />

59<br />

Simon Ricci


Mio caro Simon,<br />

ALEJANDRO JODOROWSKY<br />

***<br />

alla tua età, la tua attrazione per le ragazze mi<br />

sembra normale. L’energia che crea e sostiene il nostro<br />

universo, che in mancanza di una maggiore conoscenza<br />

siamo costretti a chiamare «divina», desidera,<br />

tramite la tua persona, perpetuare la razza<br />

umana. Noi esseri umani abbiamo la missione di<br />

conoscere tutto l’universo, di vivere tanto quanto<br />

vive l’universo e di diventare la coscienza dell’universo.<br />

Per fare ciò, per il momento, non possiamo<br />

fare altro che vincere la morte. Individualmente<br />

siamo mortali, collettivamente possiamo essere immortali.<br />

È a questo fine che l’energia divina attiva il tuo<br />

sesso affinché tu moltiplichi la vita. È un’energia<br />

della quale non devi vergognarti e che devi liberare<br />

dal sozzume morale con il quale l’hanno ricoperta,<br />

sbagliando, alcuni sacerdoti fanatici.<br />

Nei tuoi testicoli porti la materia più sacra dell’orbe,<br />

il seme. Smetti di considerare i tuoi desideri<br />

dei «peccati» e scorda la «fedeltà»: alla tua età, gli<br />

ormoni ti chiedono di fare il maggior numero possibile<br />

di esperienze, affinché tu impari a rapportarti<br />

alle donne – i tuoi spiriti complementari – con una<br />

delle quali, quando raggiungerai la maturità,<br />

creerai altri fabbricanti di coscienza.<br />

Ti consiglio di non disprezzare i tuoi impulsi e di<br />

lasciarli circolare per tutto il tuo corpo come caval-<br />

60<br />

PSICOPOSTA<br />

li indomiti, finché raggiungeranno le tue mani. Prova<br />

a caricare le tue mani di quell’energia sessuale e<br />

poi posale sul corpo delle persone depresse, sofferenti.<br />

All’inizio ti sembrerà di non riuscire a dar loro<br />

delle energie positive. Ma, ripetendo questa pratica,<br />

si svilupperà in te il potere di far star meglio la<br />

gente.<br />

Non sto dicendo che tu debba fare il massaggiatore,<br />

ti suggerisco invece di collocare le tue mani,<br />

con tutta la tua tenerezza e umiltà, sul corpo dei<br />

sofferenti. Puoi tenerle persino a qualche centimetro<br />

di distanza dalla loro pelle.<br />

L’energia che ti riempie sarà un balsamo per quei<br />

poveri esseri. Dopo ogni «guarigione», esci a fare<br />

un giro, guarda le ragazze, permettiti di eccitarti e<br />

immagazzina quella sacra energia, che ti servirà<br />

per alleviare la sofferenza di qualcun altro. Puoi cominciare<br />

occupandoti di qualche tuo familiare col<br />

mal di testa. Forse una sorella o un fratello…<br />

61


2<br />

Quando sogni di sognare, impara<br />

a fare la maglia come fanno i marinai<br />

Buon giorno Alejandro,<br />

per prima cosa, devo dirle che ho fatto molta fatica<br />

a prendere la decisione di formulare uno dei<br />

dubbi che ho, non per qualcosa in particolare, ma<br />

per il rispetto e l’ammirazione che provo nei suoi<br />

confronti. Lo dico sinceramente. Vederla parlare<br />

mi tranquillizza moltissimo: sapere che ci sono al<br />

mondo persone come lei è un vero sollievo.<br />

Ecco la mia richiesta di consiglio: da piccolo, da<br />

quando ricordo i sogni (ultimamente mi succede raramente),<br />

c’è sempre stato uno che mi paralizza e<br />

mi turba per vari giorni, in passato anche per settimane…<br />

Sogno che sto sognando e mi sento piccolissimo<br />

e sono circondato da grandi ombre nere<br />

molto sottili.<br />

Non sono molte, ma incombono su di me, la sensazione<br />

che ho è tanto reale, e anche la paura è tanto<br />

reale, le assicuro.<br />

<strong>62</strong><br />

PSICOPOSTA<br />

Quando mi sveglio da questo «sogno in cui sogno»,<br />

in realtà non riesco a destarmi del tutto, ci riesco<br />

soltanto se ho vicino qualcuno che mi fa tornare<br />

allo stato di veglia e, anche così, fatico a reagire e<br />

a rendermi conto che non era altro che un incubo.<br />

Non so se mi spiego bene: anche ora mentre scrivo<br />

mi terrorizza! Ho ventisei anni, ma la paura che<br />

provo è la stessa di quando ne avevo sette o otto.<br />

<strong>Le</strong> porgo i miei saluti e l’apprezzamento per la<br />

sua opera e la saluto.<br />

Caro bambino Sergio,<br />

***<br />

63<br />

Sergio<br />

le ombre che vedi sono elementi insospettati della<br />

tua personalità che vogliono manifestarsi.<br />

Immagina che quelle ombre, per il fatto di essere<br />

lunghe, siano come fili. Immagina di intrecciarle<br />

fino a formare con esse un tessuto.<br />

Se non sai farlo, impara sul serio a fare la maglia:<br />

i marinai lo fanno. Fatti un gilet poi indossalo,<br />

mentre, allo stesso tempo, con l’immaginazione ti<br />

vesti con il tessuto delle tue ombre. Se farai così,<br />

scoprirai che sei un artista mago.


3<br />

Caro Alejandro,<br />

Una famiglia tutta femminile<br />

che impedisce una vita felice<br />

credo che la mia trappola famigliare sia la tradizione<br />

che abbiamo di donne zitelle: due prozie sorelle<br />

della mia nonna materna (una delle quali è<br />

più giovane di mia nonna) e mia zia, la sorella minore<br />

di mia madre. Da piccola ho sempre avuto<br />

paura di restare zitella e sola, cosa che apparentemente<br />

non aveva alcun senso razionalmente.<br />

Oggi ho ventisette anni, sono la più piccola dei<br />

miei fratelli e l’unico rapporto «stabile» che ho avuto<br />

con un uomo non ha superato l’anno, tra mille<br />

problemi e insicurezze.<br />

Credo di essere abbastanza attraente e socievole,<br />

e i corteggiatori non mi sono mai mancati, quindi<br />

devo avere un problema!<br />

Un’altra cosa che non so se ha qualcosa a che fare<br />

con questo, è un padre sempre presente nella<br />

mia vita ma debole.<br />

64<br />

PSICOPOSTA<br />

Il mio nome è lo stesso di quello di mia madre,<br />

(certamente me l’ha dato mio padre). Cosa pensi di<br />

questa situazione?<br />

***<br />

65<br />

Elisa<br />

È evidente che devi cambiare nome.<br />

Poi, devi subito intraprendere un lungo periodo<br />

di esperienze per uscire dalla maledizione del tuo<br />

albero genealogico.<br />

Useremo la guarigione per contatto: trova una<br />

donna che sia stata sposata per più di vent’anni e<br />

chiedile di collocarti una mano sulla fronte e di benedirti.<br />

Ripeti lo stesso gesto con altre 19 donne che<br />

siano state sposate per più di vent’anni.<br />

Se riesci a farlo, ti sposerai, avrai dei figli e la tua<br />

coppia durerà più di vent’anni.


4<br />

Sesso, bugie e videotape: ovvero<br />

il sospetto di un ménage à trois<br />

Gentile Jodorowsky,<br />

non molto tempo fa mi sono trovato coinvolto in<br />

una situazione imbarazzante e compromettente.<br />

Sono uscito con un mio caro amico e la sua fidanzata<br />

storica per una serata, e abbiamo finito per ubriacarci<br />

molto tutti e tre. Nei due giorni seguenti<br />

lei mi ha chiamato e mi ha detto che avevamo avuto<br />

un rapporto sessuale. Il problema è che io non ricordo<br />

niente, e né lei né il mio amico mi credono. I<br />

due sono ora molto arrabbiati con me e io mi sento<br />

un po’ colpevole.<br />

C’è un qualche modo per superare con la psicomagia<br />

questi sentimenti e continuare la nostra amicizia?<br />

66<br />

Gianpaolo<br />

PSICOPOSTA<br />

***<br />

Ti consiglio di invitare il tuo amico e la fidanzata<br />

a ubriacarsi assieme a te. Bevi tanto quanto l’altra<br />

volta, fino a perdere la memoria. Porta con te qualcuno<br />

di fiducia che non beva e che vi filmi.<br />

Il giorno dopo guardate insieme quello che ha filmato<br />

e scoprirete la verità.<br />

67


VIII<br />

La bambina ragno<br />

si deve trasformare<br />

in donna farfalla.<br />

E fare la guerra<br />

I genitori di Rita hanno pensato al suo futuro,<br />

regalandole un negozio che dovrebbe darle sicurezza<br />

economica, ma che per lei è diventato<br />

una prigione. Jodorowsky la provoca con un<br />

consiglio paradossale, per aiutarla a riflettere<br />

sul rapporto col padre.


1<br />

Caro Jodorowsky,<br />

mi chiamo Rita e ho quasi ventotto anni. Nel corso<br />

della mia vita, quando ancora non avevo coscienza<br />

di certe verità e fingevo nel mio ruolo di brava<br />

bambina, i miei genitori mi hanno imposto, soprattutto<br />

mio padre, di comperare un negozio per il<br />

mio bene, per la precisione un’edicola cartoleria<br />

profumeria, un lavoro che dall’età di diciannove<br />

anni ho dovuto imparare a fare, sopportare, inventare,<br />

odiare, amare, dirigere, programmare. Io sono<br />

la titolare e mi sbrigo da sola dell’ansia che mi procura<br />

soprattutto perché non guadagno per quello<br />

che lavoro e non riesco a essere indipendente. È un<br />

sacrificio: mi alzo presto, lavoro tutti i giorni, anche<br />

le feste comandate, e una domenica sì e una no.<br />

Tutto ricade su di me, ogni tanto ho problemi<br />

con la Finanza e vari uffici dello Stato, soldi che escono<br />

e non sono nemmeno i miei, ma dei miei genitori,<br />

e poi e poi… ne ho le palle piene.<br />

Dopo anni e anni di lacrime e sudore per neanche<br />

quattrocento euro al mese (e non tutti i mesi,<br />

71


anche perché i primi cinque anni non ho visto un<br />

euro), con coraggio presi la decisione di venderlo,<br />

nonostante la disapprovazione dei miei genitori.<br />

La figlia brava si ribellava e non solo in questo,<br />

anche su altri fronti e ovviamente ero un’ingrata<br />

perché avrei rinunciato a qualcosa che era mio e<br />

potevo gestire come volevo. Ai miei non è mai interessato<br />

che non era il mio sogno ma il loro, e nemmeno<br />

che io soffrivo tanto per una cosa che non ho<br />

mai scelto. Io non ho potuto scegliere e questo mi<br />

ha fatto montare una tale rabbia da motivarmi a<br />

insistere nei miei propositi.<br />

C’ho messo tempo per prendere questa decisione,<br />

ma poi ho iniziato a parlare con chi di dovere,<br />

tipo il commercialista, e poi ho messo un annuncio<br />

su un giornale locale e ho sparso la voce in giro tra<br />

la gente.<br />

È passato circa un anno e mezzo da allora e nonostante<br />

qualche persona si sia interessata, nessuno<br />

ha detto sì. Io sono ancora qua dentro e non ne<br />

posso più.<br />

Piccola Rita,<br />

ALEJANDRO JODOROWSKY<br />

***<br />

Rita<br />

se hai quasi ventotto anni, non sei più una bambina,<br />

eppure ti comporti come se lo fossi…<br />

Hai finto di essere una brava bambina, il che indica<br />

che non ti hanno lasciato essere quello che eri,<br />

72<br />

PSICOPOSTA<br />

ma quello che loro desideravano che tu fossi, sei<br />

stata costretta a comprare l’affetto dei tuoi genitori.<br />

Fatichi a renderti conto che non ti hanno mai amato<br />

per quello che eri.<br />

Quando dici «i miei genitori» ti riferisci a tuo padre,<br />

nel mondo della tua psiche tua madre conta<br />

poco o niente. Tuo padre, che non accetta che tu sia<br />

una donna e che insiste nel vederti come un uomo<br />

senza fallo, una castrata, ti ha comprato un negozio<br />

per il futuro, perché pensa che sarai sempre da<br />

sola, incapace di formare una coppia «normale». Ti<br />

mette in una scatola, ti rinchiude a vendere carta,<br />

profumi, giornali, cose che svaniscono, perché sente<br />

che tu non vali niente, che non hai una tua propria<br />

esistenza.<br />

Ti hanno condannato alla solitudine, ti hanno dimostrato<br />

che non sei capace, per il fatto di essere<br />

donna, di sopravvivere senza di loro, senza di LUI…<br />

Non riesci a essere indipendente e non sei una<br />

vera proprietaria, né del tuo negozio né di te stessa:<br />

stai ancora facendo la brava, non guadagni denaro<br />

per poter ricevere quello di tuo padre, denaro che<br />

sostituisce l’amore e un riconoscimento di quanto<br />

vali che inutilmente attendi da lui. Quando dici «ho<br />

le palle piene» tratti te stessa come se fossi un uomo,<br />

ma allo stesso tempo hai una vagina vuota.<br />

Ti hanno trasformato in un ragno immobile nella<br />

sua tela, in attesa di cacciare meravigliose mosche<br />

portatrici di amore.<br />

Vivi qualcosa che non hai mai scelto, te lo hanno<br />

imposto e tu hai lasciato che te lo imponessero: la<br />

bambina continua a scusarsi di non avere un fallo e<br />

non sa volersi bene. Se hai una tale rabbia è per<br />

73


ALEJANDRO JODOROWSKY<br />

l’impotenza che senti per non essere in grado di<br />

rispettarti. Bambina sciocca, sola, frigida, debole,<br />

bambina, bambina, bambina, fino alla tua morte…<br />

Naturalmente non puoi vedere la bara nella quale ti<br />

hanno messa perché è ciò che ti unisce a tuo padre.<br />

Quale mosca potrà mai arrivare da un ragno che<br />

agita le zampe scacciandole? La tua mente si agita<br />

lanciando effluvi che allontanano i clienti. Il tuo<br />

negozio puzza di tomba. Ti vuoi liberare? Non cercare<br />

di vendere il tuo negozio.<br />

Alzati alle tre del mattino, vai nuda con indosso<br />

solo un impermeabile opaco e scarpe con il tacco<br />

alto. Apri il tuo negozio, accendi tutte le luci e vai<br />

via, lasciandolo così, con le porte spalancate, un’occasione<br />

per i ladri. Torna a casa, riempi di vestiti una<br />

valigia, vai all’aeroporto e prendi un volo per Disneyland<br />

a Miami. Offri questo viaggio alla bambina<br />

che c’è in te. Poi, travestita da Marilyn Monroe,<br />

con grandi seni falsi, il sedere imbottito e una parrucca<br />

bionda, ritorna nella casa paterna, lanciando<br />

gridolini isterici. Poi, di fronte a lui, strappati a poco<br />

a poco il travestimento e mostrati nuda dicendo:<br />

«Sono una donna. Mi hai rubato buona parte della<br />

mia vita. Mi devi un milione di euro. Questo è il<br />

mio indirizzo. Quando riconoscerai il male che mi<br />

hai fatto, chiamami e forse allora, soldi in mano, ti<br />

perdonerò».<br />

Animo, guerriera!<br />

74<br />

2<br />

Il numero magico della sessualità<br />

Maestro Jodorowsky,<br />

le scrivo per quello che può sembrare una sciocchezza<br />

però sono certa che lei nella sua saggezza<br />

saprà capirmi e risolvere il piccolo enigma. Cosa significa<br />

il numero 11? Mi appare dappertutto…<br />

Cara Serena,<br />

***<br />

75<br />

Serena<br />

nei tarocchi vuol dire forza. Una donna che comunica<br />

con il suo leone, vale a dire con la sua libido.<br />

Lascia parlare i tuoi desideri, creativi o sessuali.<br />

Non lottare contro le tue pulsioni.


IX<br />

Complesso di Edipo<br />

e altri traumi:<br />

i rimedi di uno psicomago<br />

Gemma ha amato un uomo più grande che<br />

l’ha lasciata, ma non riesce a staccarsi da quella<br />

storia che la ossessiona. Giuseppe resta in bilico<br />

tra la sete di libertà e l’amore verso un fratello<br />

malato che ha bisogno di lui. Entrambi<br />

chiedono a Jodorowsky una soluzione che li liberi<br />

dall’angoscia.


1<br />

Caro Alejandro,<br />

ti racconto la mia storia. Sono una ragazza di<br />

ventiquattro anni che non ha mai conosciuto suo<br />

padre e che ha sempre avuto molti problemi a vivere<br />

serenamente i sentimenti e la sessualità. Da più<br />

di un anno sono uscita da una relazione con un ragazzo<br />

di dieci anni più grande di me.<br />

Il mio problema è che mi sento prigioniera di un<br />

passato che non tornerà e non riesco a voltare pagina.<br />

Per quest’uomo ho provato dei sentimenti fortissimi,<br />

viscerali, di amore-odio. Con lui ho scoperto<br />

il sesso, e insieme abbiamo raggiunto l’estasi di<br />

un piacere che aveva per me una bellezza quasi mistica.<br />

Ciononostante questa storia, durata circa un<br />

anno e mezzo, è stata sempre minacciata dall’incomprensione,<br />

dalla tensione, dall’insicurezza e dalla<br />

mia gelosia morbosa, soprattutto per il suo passato<br />

e per la sua professione.<br />

Dopo molti distacchi e riconciliazioni lui ha ritenuto<br />

opportuno troncare una storia che era diventata<br />

logorante e frustrante per entrambi.<br />

79


ALEJANDRO JODOROWSKY<br />

Da parte mia qualche tempo fa c’è stato un tentativo<br />

di riavvicinamento, seguito da un suo momento<br />

di esitazione che ha generato in me false speranze<br />

culminate in una terribile delusione.<br />

In realtà quest’uomo è ormai insieme a un’altra e<br />

mi ha definitivamente archiviata. Dal canto mio<br />

nel corso di quest’anno ho avuto diversi flirt e anche<br />

qualche infatuazione abbastanza intensa. Ma<br />

in fondo al mio cuore mi accorgo di stare ancora aspettando<br />

lui, un suo segnale.<br />

Mi sento terribilmente ferita, delusa, mai mi sarei<br />

aspettata che avrebbe trovato il coraggio di lasciarmi.<br />

Per non parlare dell’umiliazione di essere<br />

stata rimpiazzata così, dopo pochi mesi. Mi sento<br />

ingannata e tradita e vorrei vendicarmi. Da quest’uomo<br />

avrei voluto dei figli, sentivo per lui appartenenza,<br />

abbandono, tenerezza. I miei sentimenti<br />

erano autentici anche se so che non eravamo fatti<br />

per stare insieme. Ma continuo a sentirlo presente,<br />

come un’ombra sul mio cuore. Mi tormentano i<br />

rimpianti e continuo a guardare indietro con una<br />

nostalgia struggente. A volte sento di odiarlo.<br />

È un insieme di sentimenti contrastanti, la ragione<br />

mi dice che devo andare avanti e guardare questa<br />

esperienza come un passaggio, ma il cuore non<br />

si arrende, l’orgoglio ferito non trova pace. Non so<br />

come fare, non voglio più perdere altro tempo guardando<br />

al passato e avvelenandomi con sentimenti<br />

negativi, vorrei solo sentirmi di nuovo libera, libera<br />

come se non lo avessi mai incontrato.<br />

Ti chiedo un consiglio. Desidero davvero diventare<br />

una persona sempre migliore, autonoma e libera,<br />

ma non riesco a elaborare questo dolore, mi<br />

80<br />

PSICOPOSTA<br />

rendo conto che per me si è trattato di uno shock<br />

vero e proprio. Nel corso di quest’anno ho fatto<br />

tanto per me, ho affrontato dei problemi sui quali<br />

mi ero adagiata mentre stavo con lui, ma sento che<br />

non basta. Ho bisogno di un «rito» che permetta al<br />

mio inconscio di esorcizzare e superare questo<br />

trauma dell’abbandono.<br />

81<br />

Gemma<br />

P.S.: Complimenti per la tua interpretazione in<br />

Musikanten!<br />

Piccola Gemma,<br />

***<br />

quando una ragazza come te stringe una relazione<br />

con un uomo più vecchio e stabilisce un rapporto<br />

di amore-odio dal quale non riesce a liberarsi<br />

nonostante la separazione, tutto indica che in fondo<br />

non soffre per l’uomo che è stato il suo compagno,<br />

ma per suo padre.<br />

Quando nell’infanzia gli impulsi incestuosi vengono<br />

repressi e i bambini colpevolizzati perché li<br />

hanno, nella bambina si crea un nodo psicologico<br />

difficile da districare. Se la bambina non viene colpevolizzata<br />

per questi impulsi (che vengono invece<br />

trasformati in tenere carezze dai genitori), la piccola<br />

può più tardi disfarsene proiettandoli in maniera<br />

sana su uomini con i quali non entrerà in conflitto.<br />

L’Edipo, come lo chiamano gli psicoanalisti, può


ALEJANDRO JODOROWSKY<br />

essere sublimato in attività spirituali o creative<br />

quanto si vuole, ma non può essere eliminato. Sublimare<br />

le pulsioni è impossibile: è per questo che<br />

la psicoanalisi in questo caso non riesce a curare.<br />

Bisogna dunque usare la psicomagia perché l’inconscio<br />

accetta il simbolo e la metafora. Per casi<br />

come il tuo, il mio consiglio è il seguente.<br />

Acquista dei vestiti simili a quelli di tuo padre.<br />

Chiedi a un tuo fidanzato di indossarli e poi fate l’amore.<br />

Ti libererai così dall’ossessione per l’uomo a<br />

causa del quale credi di soffrire. Prendi poi quei vestiti,<br />

fai un bel pacchetto mettendoci dentro una foto<br />

di tuo padre, cerca un posto molto bello, che ti<br />

dia una sensazione di serenità, e sotterra il tutto.<br />

Quando avrai fatto tutto questo piantaci sopra una<br />

rosa e ogni tanto passa di lì e guarda come cresce.<br />

Che la pace regni nel tuo cuore.<br />

82<br />

2<br />

Mio fratello è schizofrenico<br />

e io non ho diritto a una vita<br />

Mio caro Jodorowsky,<br />

Mi rivolgo a lei come a un saggio padre, per un<br />

problema che mi sta distruggendo la vita.<br />

Ho un fratello che soffre di schizofrenia. È più<br />

grande di me ma nonostante io sia più piccolo, è<br />

toccato a me prendermi cura di lui, sempre, senza<br />

sosta.<br />

Non ce la faccio più, non sopporto di vederlo soffrire<br />

così. Da anni non solo non migliora per nulla,<br />

ma purtroppo peggiora sempre di più. I medici<br />

non mi danno speranze e nemmeno un aiuto reale.<br />

I miei genitori invecchiano, sono sempre più deboli<br />

e lui ha bisogno di sempre più attenzioni.<br />

Convivere al suo fianco è diventato estremamente<br />

difficile, a volte penso che avrei bisogno di una<br />

pausa, di un aiuto, di un po’ di tempo per me, in fondo<br />

anche io sono un essere umano che merita di aver<br />

un po’ di vita, qualcosa per me. Altre volte, an-<br />

83


zi spesso, invece non riesco a smettere di dirmi che<br />

lo sto abbandonando, che senza di me sarebbe davvero<br />

perduto e lui è mio fratello, sangue del mio<br />

sangue, e fra poco non avrà altri che me su cui contare<br />

in questo triste mondo. Mi sento perso e confuso,<br />

perseguitato da un perenne senso di colpa verso<br />

mio fratello e allo stesso tempo dalla frustrazione<br />

di vedermi negata ogni forma di possibile e vera<br />

libertà.<br />

Caro Giuseppe,<br />

ALEJANDRO JODOROWSKY<br />

***<br />

Giuseppe – Trieste<br />

io avevo un gatto cui volevo molto, molto bene.<br />

Cominciò a invecchiare e a prendere delle cattive abitudini,<br />

ma io ho continuato a volergli bene. Gli ho<br />

voluto bene fino alla fine.<br />

Non considerare azzardato il confronto tra il mio<br />

gatto e tuo fratello.<br />

Nel dolore, mi ha aiutato pensare che i problemi<br />

del mio gatto erano i suoi problemi e non i miei.<br />

Soffrire con lui non mi dava niente. Mi sono limitato<br />

a volergli bene.<br />

Pensaci. Ti abbraccio forte.<br />

84<br />

X<br />

Ippopotami d’acciaio<br />

dentro l’anima:<br />

liberatevene così…<br />

Paolo non riesce a vivere pienamente la vita e<br />

ha bisogno di una scossa rivelatrice che lo aiuti<br />

a trovare il suo vero «io». Micaela invece vuole<br />

vincere la pigrizia: la psicomagia riuscirà ad<br />

aiutarli?


1<br />

Salve Alejandro,<br />

mi chiamo Paolo e sono uno studente di psicologia<br />

all’Università. Da alcuni anni sono alla continua<br />

e molto intensa ricerca di ciò che il grande<br />

Jung definiva il «Sé», poiché con l’andare del tempo<br />

mi sono sempre più reso conto che continuavo<br />

a strutturare e ristrutturare un «Ego» (cioè «chi<br />

penso di essere», ovvero un «falso Sé») e quindi una<br />

personalità che non mi apparteneva, ma che era<br />

un compromesso inconscio che mi concedevo<br />

perché nella mia realtà non è possibile parlare di<br />

argomenti più profondi altrimenti vieni considerato,<br />

da persone appartenenti a gruppi sociali diversi<br />

(famiglia, amici, conoscenti, personaggi del<br />

mondo ecclesiastico), come il pazzo, l’incarnazione<br />

del Diavolo, colui che si fa problemi dove non<br />

sono presenti, che ha una mente contorta, ecc.<br />

Ho la necessità di sperimentare Dio, e non di avere<br />

fede in Dio senza averLo nemmeno «sentito»,<br />

quindi scoprire la mia vera essenza e lasciarmi dietro<br />

le varie maschere che sono stato costretto a in-<br />

87


ALEJANDRO JODOROWSKY<br />

dossare per apparire come uno dei tanti. Vorrei<br />

essere come le Mat degli Arcani Maggiori dei tarocchi<br />

in cui il giocoliere (cioè l’essenza) guida il<br />

cane (cioè l’ego) e non il contrario.<br />

Così nella lettura, quasi compulsiva, di libri di<br />

personaggi come Alejandro Jodorowsky, Carlos<br />

Castaneda, vari psicoanalisti e testi di varie religioni<br />

ho trovato una sorta di «aspirina metafisica».<br />

Ma ancora mi manca l’esperienza di ciò che leggo,<br />

è un apprendimento quasi solamente a livello<br />

intellettuale, non vissuto a livello emozionale. Penso<br />

che la sfera intellettuale, emozionale, sessuale e<br />

quella materiale, fisica, non seguano la stessa strada.<br />

Il fine della mia vita?<br />

Come disse lei stesso: «dissolvermi nell’oceano<br />

divino come una goccia felice».<br />

Ma com’è possibile ciò? Com’è possibile distruggere<br />

le barriere dell’Io per, utilizzando ancora termini<br />

junghiani, «individuarsi»?<br />

Qual è la via più breve che ti permette di raggiungere<br />

ciò che i buddhisti della tradizione Zen chiamano<br />

«Satori»?<br />

Spero che ciò che ho scritto possa servire a una<br />

più profonda riflessione sul significato della propria<br />

vita per tutti coloro che lo leggeranno e, con<br />

una ancora maggiore speranza, mi piacerebbe moltissimo<br />

se lei Jodorowsky potesse per l’ennesima<br />

volta illuminarmi e illuminarci con le sue parole.<br />

88<br />

Paolo<br />

Caro Paolo,<br />

PSICOPOSTA<br />

***<br />

sei sprofondato nell’Ego spirituale. Per imparare<br />

a essere bisogna prima imparare ad amare, a creare,<br />

a vivere.<br />

Se vuoi arrivarci senza sacrificare vent’anni sul<br />

lettino dello psicoanalista o in uno zafu (un cuscino,<br />

ndr) da meditazione zen, immobile per intere<br />

ore come un cadavere, allora lanciati a vivere un’avventura<br />

forte, che in un sol colpo estirpi in te l’odio<br />

che provi per una madre che ti porti appresso,<br />

come un ippopotamo d’acciaio.<br />

Odi la tua femminilità, perché la porti dentro l’anima.<br />

Non ti conosco, ma queste parole le sta dettando<br />

il mio Rebe (guida interiore).<br />

Ascolta: compra della vernice rossa, quella che<br />

vendono ai ragazzini per giocare. Usala per dipingerti<br />

il volto. Così, con la faccia e le mani «sporche<br />

di sangue», vai in centro nella tua città. Siediti<br />

tranquillamente al tavolino di un bar, sul marciapiede,<br />

a prendere un caffè e guarda passare le<br />

donne senza trattenere il disgusto che molto probabilmente<br />

ti susciteranno. Arrivata la sera, travestiti<br />

da donna e recati in un bar gay.<br />

Animo ragazzo!<br />

89


2<br />

Alzarsi la mattina senza fatica<br />

con un trucco tutto naturale<br />

Grande maestro,<br />

sono una ragazza di diciassette anni, frequento<br />

il liceo scientifico nella mia città. Ti scrivo per una<br />

richiesta che forse ti sembrerà un po’ bizzarra:<br />

potresti consigliarmi qualche trucco di psicomagia<br />

per riuscire ad alzarmi presto la mattina? Faccio<br />

di solito troppa fatica a cominciare la giornata.<br />

Lo so che non è un problema gravissimo però<br />

provo lo stesso a chiedere il tuo aiuto.<br />

Grazie davvero.<br />

90<br />

Micaela – Crotone<br />

Mia pigra ragazza,<br />

PSICOPOSTA<br />

***<br />

Milton Erickson (un famoso ipnoterapista) ha<br />

dato questo consiglio: prima di andare a dormire<br />

bevi due litri d’acqua. La voglia di urinare ti sveglierà<br />

presto e ti obbligherà ad alzarti.<br />

E io ora qui aggiungo per te: se anche così non<br />

avessi voglia di alzarti, fai pure la pipì a letto. Nella<br />

vita ci sono cose ben più gravi.<br />

Un abbraccio.<br />

91


XI<br />

Il bullo ti tormenta?<br />

Per sconfiggerlo ci vuole<br />

una sorpresa-shock<br />

La lettera di Stefano, uno studente di quindici<br />

anni colpito dal bullismo, permette a Jodorowsky<br />

di proporre una soluzione già utilizzata per<br />

suo figlio. Micaela chiede aiuto per far durare<br />

le relazioni.


1<br />

Caro Jodorowsky,<br />

sono Stefano, ho quindici anni e studio in una<br />

piccola cittadina della provincia italiana, nel Nord.<br />

La mia vita potrebbe essere tranquilla in tutto: ho<br />

due genitori intelligenti e abbastanza disponibili,<br />

due sorelline gemelle di otto anni fantastiche che<br />

mi adorano e divertono. Anche a scuola va bene, a<br />

volte è un po’ faticoso studiare però probabilmente<br />

lavorare è peggio, e più triste. C’è però una cosa che<br />

mi mette tanta angoscia.<br />

Nel mio liceo si è formata da quest’anno una banda<br />

di ragazzi, circa sei/sette, che sono proprio dei<br />

teppisti del cavolo. All’inizio facevano solo un po’ i<br />

bulli, giusto per farsi vedere dalle ragazze e divertirsi<br />

tra loro come cretini, poi hanno cominciato a<br />

mettere le mani addosso e pure a chiedere dei soldi<br />

per tornare a casa «sani».<br />

Io ho provato a reagire, a dire di lasciarmi stare,<br />

e il risultato è stato che sono diventato il loro bersaglio.<br />

Non è ancora successo nulla di drammatico,<br />

finora non mi hanno ancora picchiato, anche se le<br />

95


minacce aumentano ogni volta e io sono spaventato<br />

e soprattutto non so come fare per uscire da questa<br />

situazione. Non me la sento di parlarne coi professori<br />

e tantomeno raccontarlo a casa, ai miei genitori,<br />

per questo le scrivo.<br />

Grazie per i consigli.<br />

Mio caro Stefano,<br />

ALEJANDRO JODOROWSKY<br />

***<br />

Stefano<br />

quando mio figlio Cristóbal aveva l’età che tu hai<br />

ora, ebbe lo stesso problema che tu mi descrivi. Lo<br />

raccontai in El maestro y las magas (‘Il maestro e le<br />

maghe’). Ti riferisco qui quello che feci allora, perché<br />

forse vi troverai la soluzione.<br />

Quando mio figlio Cristóbal, che aveva appena<br />

compiuto dodici anni, mi disse che non voleva più<br />

tornare nella scuola di Saint Mandé, io gli chiesi: «Ti<br />

annoia studiare? Non ti piacciono i professori?».<br />

«No, non è questo. Mi hanno umiliato».<br />

Tra i singhiozzi mi raccontò quello che era successo.<br />

Lo studente più grande della scuola, un tale<br />

Albert, geloso perché una ragazza che gli piaceva aveva<br />

preferito essere amica di mio figlio, aveva<br />

riempito i muri del cortile e i corridoi della scuola<br />

con fotocopie di un cartello dove c’era un ritratto di<br />

Cristóbal con scritto sopra «nano, ebreo, stupratore».<br />

Tutti gli studenti si beffavano di mio figlio.<br />

96<br />

PSICOPOSTA<br />

Io gli dissi: «È un koan (nella filosofia buddista<br />

un esempio, un espediente che può aiutarci a trovare<br />

l’illuminazione, ndr). Non fuggire la situazione,<br />

affrontala. Devi punire il tuo nemico e recuperare la<br />

tua dignità di fronte a tutti gli studenti della scuola».<br />

«Ma cosa posso fare? È molto più forte di me. Se<br />

faccio a botte con lui, mi spacca il muso. In fondo è<br />

quello che vuole».<br />

«Cristóbal, non tutte le battaglie si combattono<br />

in situazioni di parità. Esiste la strategia. Devi affrontarlo<br />

nel momento e nel posto in cui non possa<br />

difendersi».<br />

Poi elaborammo il nostro piano.<br />

Il giorno dopo Cristóbal rientrò a scuola. Aspettò<br />

che Albert, che frequentava una classe superiore,<br />

entrasse in aula con gli altri studenti. Quando ebbe<br />

calcolato che tutti erano seduti, senza chiedere permesso,<br />

aprì di scatto la porta, andò verso il bullo seduto<br />

interrompendo il professore e, davanti a tutti,<br />

cominciò a urlare, minacciando di prenderlo a pugni<br />

e a schiaffi. La sorpresa aveva paralizzato Albert.<br />

Quando tentò di reagire, lo scandalo era scoppiato.<br />

Sia lui che Cristóbal furono bloccati dagli altri<br />

studenti e dal professore il quale, curioso oltre<br />

che arrabbiato, li trascinò tutti e due nell’ufficio del<br />

preside.<br />

Cristóbal mostrò al preside uno dei cartelli e si<br />

lamentò di essere stato umiliato pubblicamente.<br />

Dichiarò di aver attaccato Albert per recuperare la<br />

sua autostima.<br />

Il preside convocò i genitori del ragazzo minacciando<br />

di espellerlo dalla scuola. Cristóbal, secon-<br />

97


ALEJANDRO JODOROWSKY<br />

do quello che avevamo programmato, disse che era<br />

disposto a perdonarlo solo se Albert gli chiedeva<br />

scusa in pubblico. Tutti gli allievi furono convocati<br />

nel cortile della scuola e Albert fece le sue scuse.<br />

Provaci anche tu e animo, ragazzo!<br />

98<br />

2<br />

Amo le ragazze<br />

ma scappo quando m’innamoro<br />

Mi faccio mille illusioni di fronte a ogni possibile<br />

relazione d’amore.<br />

La idealizzo e poi, quando sono più vicina a che<br />

si realizzi, mi tiro indietro e preferisco negarla, come<br />

se fosse una bugia. Perché mi comporto così?<br />

Non so se abbia qualcosa a che fare, ma sono lesbica<br />

e non ho molta esperienza.<br />

Dolce Ragazza,<br />

***<br />

99<br />

Micaela<br />

t’innamori di te stessa. Imparerai un giorno che<br />

l’altra non è te, ma che invece tu sei l’altra.<br />

Un abbraccio.


XII<br />

Se ti senti in guerra<br />

contro il mondo<br />

regala monete<br />

da un centesimo<br />

Giovanni ha un passato difficile, droga compresa,<br />

e un presente apparentemente tranquillo.<br />

Ma non si sente realizzato.<br />

Jodorowsky lo aiuta con i suoi paradossali,<br />

micidiali consigli…


Mi chiamo Giovanni,<br />

ho una compagna e una figlia di tre anni. Nonostante<br />

abbiano dato un senso alla mia vita, fino a<br />

pochi anni fa molto travagliata (problemi di droga,<br />

di relazione e nessuno scopo), non riesco a sentirmi<br />

realizzato.<br />

Prima ero amorfo, sembrava che nulla potesse<br />

interessarmi, ma era solo paura di fallire. Ora, dopo<br />

anni difficili e un po’ di lavoro su me stesso, mi<br />

scopro ambizioso e vorrei un impiego che mi realizzi<br />

e mi arricchisca (da sei anni faccio il magazziniere,<br />

anche con impegno, ma aspettando un’occasione).<br />

Mi porto comunque ancora dietro dei grossi<br />

problemi di relazione col prossimo (sono anche<br />

molto permaloso) e questo mi fa vivere male ed essere<br />

sempre un po’ in guerra con tutti. Cerco soprattutto<br />

pace!<br />

E siccome credo nella magia della vita, credo<br />

molto anche nella tua magia e penso che possa<br />

aiutarmi a fare un grosso salto di consapevolezza e<br />

riuscire così a scoprire la mia vera identità: chi so-<br />

103


ALEJANDRO JODOROWSKY<br />

no, cosa sono venuto al mondo a fare e, come tu<br />

hai scritto, trovare la pace interiore per poter vivere<br />

con gioia e morire senza angosce.<br />

Non avrò paura d’immergermi profondamente<br />

in me stesso per affrontare l’orrore della mia mancata<br />

realizzazione. Ti chiedo quindi aiuto per fare<br />

questo «salto» di coscienza.<br />

***<br />

Giovanni – Milano<br />

Quando qualcuno mi scrive che si sente amorfo,<br />

che è in guerra con il mondo, che vive male fino al<br />

punto di aver consumato droga, che si sente un uomo<br />

fallito, triste, e che soprattutto cerca «la pace»,<br />

non posso non pensare che questa persona sia stata<br />

messa al mondo da genitori che non la desideravano,<br />

che ha vissuto un’infanzia senza essere vista,<br />

che è stata maltrattata, non amata, che è cresciuta<br />

con rabbia perché nessuno le ha insegnato a riconoscere<br />

i valori che porta in sé. Insomma, che ha avuto<br />

un padre tiranno e crudele, oppure, se non è<br />

stato così, se il padre è stato assente, che la madre<br />

sia stata tiranna e crudele.<br />

Riguardo ai soldi, hanno trasmesso a questa persona<br />

una nevrosi sociale che le impedisce di guadagnarne<br />

in abbondanza. Tu sei cresciuto senza amare<br />

te stesso, disprezzandoti, amorfo per non avere<br />

avuto un modello genitoriale. E, soprattutto, in<br />

guerra contro quella che tu vivi come una società<br />

opprimente. Il tuo lavoro ti pesa e non ti arricchisce,<br />

nonostante tu sia un uomo – si capisce dall’an-<br />

104<br />

PSICOPOSTA<br />

sia di progredire e di esistere – che ha un’anima.<br />

Un’anima che si sente imprigionata in un carcere<br />

dove ciò che essenzialmente manca è l’immaginazione.<br />

La fantasia è importante tanto quanto l’intelletto.<br />

È la chiave che può evitarti di cadere nella<br />

trappola di una routine quotidiana nella quale tu<br />

sei solo un operaio schiavo che non ha la possibilità<br />

di conoscere il suo ALTRO IO, vale a dire, l’essere<br />

essenziale della sua persona, la sua infinita fonte di<br />

ricchezza interiore, il suo miglior alleato, in altre<br />

parole: il suo inconscio.<br />

C’è un proverbio sufi che dice: «Non ti lamentare<br />

della sete quando sei in mezzo a un lago». Sotto la<br />

ristretta caricatura individuale che la tua famiglia,<br />

la società che ti circonda e la tua cultura ti hanno<br />

scolpito in testa, nel profondo di te stesso, tu – come<br />

tutti gli esseri umani – possiedi ciò che io chiamo<br />

il «Dio Interno». Quello è il tuo vero essere, oggi<br />

ancora dormiente. Svegliamolo!<br />

Per sottrarti alla trappola della routine quotidiana,<br />

dei gesti stereotipati, di un concetto misero di<br />

te stesso, devi fare qualcosa che non hai mai fatto,<br />

qualcosa di così diverso da te da farti uscire dalla<br />

routine. Poiché vivi in quella che ritieni una società<br />

repressiva e opprimente, concretizzala in un solo<br />

simbolo: un poliziotto. <strong>Le</strong> tue angosce economiche<br />

provengono dal bambino che c’è in te: la fatica che<br />

fai per guadagnare denaro equivale agli sforzi che<br />

devi fare per essere amato. Devi imparare a smettere<br />

di chiedere per imparare a investire, a dare.<br />

Questo è l’atto di psicomagia che io ti consiglio.<br />

105


ALEJANDRO JODOROWSKY<br />

Cambia cento euro in monetine da un cent. Riceverai<br />

circa ventiquattro chili di monete di metallo.<br />

Mettile in un sacco di cotone e, indossando un<br />

costume stile poliziotto, recati in piazza con la tua<br />

compagna e tua figlia, e offri ai passanti un pugno<br />

di monetine dicendo: «È una pubblicità, noi siamo<br />

buoni, amiamo il nostro prossimo».<br />

Regala le monetine senza discriminare tra bianchi,<br />

neri, turisti, bambini, adulti, vecchi, uomini e<br />

donne. Ogni volta che qualcuno ne riceve una, tua<br />

moglie e tua figlia ti daranno un bacio sulle guance.<br />

Svuotato il sacco, sotterralo e piantaci sopra una<br />

bella pianta. Poi, compra dei vestiti nuovi per tutti e<br />

tre, prendete il primo bus che passa, fino al capolinea.<br />

Quella sera dormite tutti nello stesso letto.<br />

Se sarai capace di fare ciò, la tua coscienza farà<br />

un salto. Avrai perso la paura di fallire e di non avere.<br />

Quelle monete che hai regalato saranno per il<br />

tuo inconscio dei semi che produrranno prosperità.<br />

Per riuscire a ottenere, bisogna imparare a dare.<br />

106<br />

XIII<br />

Vuoi diventare adulto?<br />

Butta le idee sbagliate<br />

e torna a respirare…<br />

Fabio sognava un futuro alla grande. Ha avuto<br />

genitori che non l’hanno mai appoggiato e<br />

ora è deluso e insicuro.<br />

È necessario un gran tuffo dentro di sé per imparare<br />

a godersi la vita. Parola di Jodo.


Caro Jodorowsky,<br />

mi chiamo Fabio e ho trentasei anni. Non so da<br />

dove partire, non ho le idee molto chiare.<br />

So solo che mi trovo in uno stato di insoddisfazione<br />

generale e che qualsiasi sforzo faccia per rimediare<br />

a ciò fallisce. Il problema è che non so cosa<br />

voglio fare nella vita.<br />

Ho cercato di capire cosa avrei voluto fare, mi<br />

sono sforzato fino a esaurire tutte le mie energie.<br />

Ho cambiato molti lavori sapendo ancor prima di<br />

cominciare che mi sarei licenziato. Ultimamente<br />

ho trovato il coraggio di andarmene da un lavoro<br />

che mi rendeva infelice, ma ora mi ritrovo come<br />

paralizzato dalla paura. Paura di dover ricominciare<br />

a fare un lavoro che non amo e allo stesso<br />

tempo consapevole che senza lavoro non riesco a<br />

sopravvivere.<br />

I miei genitori non hanno mai appoggiato le mie<br />

scelte, non mi hanno mai incoraggiato e per questo<br />

sono molto insicuro e con poca fiducia in me<br />

stesso.<br />

109


ALEJANDRO JODOROWSKY<br />

Sognavo una vita stimolante ma ora credo di aver<br />

perso qualsiasi speranza. Forse tu sei l’unico<br />

che può aiutarmi. Grazie.<br />

***<br />

Fabio<br />

Ogni volta che do un atto di psicomagia chiedo a<br />

chi mi ha consultato di mandarmi, subito dopo averlo<br />

realizzato, una lettera in cui mi scrive:<br />

1) questo è il mio problema,<br />

2) questo è l’atto che mi hai dato,<br />

3) così mi sono sentito quando l’ho realizzato,<br />

4) questo il mutamento che ha prodotto in me.<br />

Penso che sarebbe una cosa buona per te leggere<br />

questa lettera che mi ha inviato Patrizio, il quale,<br />

come te, non sapeva cosa voleva fare nella vita:<br />

«Alejandro, così come tu mi hai prescritto, ho<br />

fatto l’atto a mezzanotte. Sono andato in un posto<br />

un po’ nascosto con un secchio pieno d’acqua e una<br />

sveglia. Mi sono tolto i vestiti e così, nudo, mi<br />

sono inginocchiato davanti al secchio.<br />

Per sette minuti – controllati con precisione sulla<br />

sveglia – mi sono concentrato sulla domanda:<br />

“Cosa voglio fare nella vita?”.<br />

Ho ripetuto questa frase varie volte, avevo paura<br />

che qualcuno mi vedesse e questo mi impediva di<br />

concentrarmi…<br />

Ho meditato nuovamente per altri sette minuti e<br />

ho messo la testa nel secchio. Ho parlato a voce al-<br />

110<br />

PSICOPOSTA<br />

ta, convinto che dirlo sott’acqua facendo le bolle<br />

mi avrebbe aiutato. Ho tentato di rilassarmi. Sono<br />

cominciate a venirmi in mente idee di ogni tipo.<br />

Ho pensato che forse quello era il segno che dovevo<br />

interpretare e che questa “chiave” mi avrebbe<br />

orientato verso una vocazione che ancora non conoscevo:<br />

fare il palombaro? O il ricercatore scientifico<br />

del suono che emettono i mammiferi marini?<br />

Oppure l’astronauta? E non so quante altre cose.<br />

Quando ho tolto la testa dal secchio sapevo che<br />

nessuna di quelle cose era la risposta. Ho deciso allora<br />

di ripetere l’operazione per l’ultima volta. Ho<br />

riflettuto. Quando la sveglia è tornata a suonare<br />

un’altra volta, ho preso a lungo fiato e ho immerso<br />

nuovamente la testa nel secchio. Ho fatto silenzio<br />

dentro di me. Ho sentito il sangue che mi scorreva<br />

nelle vene e i battiti del mio cuore. Ho avuto paura.<br />

Mi sono reso conto che avevo totalmente scordato<br />

la domanda. Allora ho tolto la testa dall’acqua, ho<br />

inspirato profondamente e la risposta, forse proprio<br />

perché non la stavo più cercando, finalmente<br />

è arrivata dentro di me.<br />

“Quello che voglio fare, è vivere: imparare a essere<br />

come io sono in realtà”.<br />

Fin da bambino mi hanno addossato ruoli e responsabilità<br />

che non mi spettavano. Quando avevo<br />

dieci anni mio padre se n’è andato via di casa… A<br />

quel punto mia madre ha voluto trasferire su di me<br />

il ruolo che lui aveva nella coppia e da allora non<br />

ha mai smesso di rimproverarmi per il fatto che io<br />

non lo abbia mai assunto.<br />

Appena compiuti i diciotto anni, io me ne sono<br />

andato di casa. Ero pronto a lasciarmi dietro tutto<br />

111


ALEJANDRO JODOROWSKY<br />

il mio passato, ma non mi ero reso conto che era<br />

parte di me. Ho cominciato a cercare intorno cosa<br />

fare, quando – ora lo capisco – non si trattava di fare<br />

ma di essere. La ricerca va indirizzata verso la<br />

parte più profonda di me, per essere quello che sono<br />

e non quello che mia madre vuole che io sia…».<br />

Caro Fabio: spero che, dopo aver letto questa lettera,<br />

tu capisca: devi mettere la testa dentro un ideale<br />

«secchio pieno d’acqua». Devi sapere che se i<br />

tuoi genitori non hanno mai appoggiato le tue scelte<br />

è perché hanno fatto in modo che tu rimanessi a<br />

un livello infantile… Lo stesso livello infantile in<br />

cui loro erano rimasti intrappolati.<br />

Fabio, hai vissuto la tua vita in maniera totalmente<br />

vuota. La tua noia è quella dei tuoi genitori.<br />

Ma tu hai una sola vita come tutti. Per ognuno di<br />

noi non è mai lunga come vorremmo, ma è meravigliosa:<br />

tuffati nella vita. Lascia che la vecchia<br />

personalità svanisca. Rinasci. E un’altra cosa per<br />

finire: cambia anche il tuo nome…<br />

Sì, d’ora in poi, non ti far più chiamare Fabio,<br />

ma Patrizio.<br />

112<br />

XIV<br />

Niente paura degli incubi,<br />

quelle brutte notti<br />

aiutano a vivere meglio<br />

Marika è terrorizzata dai sogni che la paralizzano<br />

a letto, Angela vuole lasciarsi alle spalle<br />

un pesante passato causato da un’infanzia infelice,<br />

Marcella chiede solo di stare un po’ meglio<br />

fisicamente. Per loro, ecco una raffica di consigli<br />

di Jodo. Come sempre un po’ particolari…


1<br />

Salve signor Jodo!<br />

mi chiamo Marika, è da poco che mi interesso<br />

alle sue teorie alquanto affascinanti e questo grazie<br />

alla profonda lettura, per il momento non completa,<br />

del suo libro Psicomagia. Vorrei raccontarle le<br />

mie esperienze notturne con i sogni.<br />

Mi capita, non molto spesso, di fare incubi inquietanti<br />

che mi angosciano l’anima e nel momento<br />

in cui ho l’assoluto bisogno di svegliarmi, rimango<br />

intrappolata tra sogno e realtà e non riesco a<br />

muovermi, sono immobilizzata. La cosa strana è<br />

che i miei occhi sono socchiusi e questo vuol dire<br />

che sono in qualche modo cosciente, sveglia, e vedo<br />

la realtà, gli oggetti della mia stanza, tutto quello<br />

che ho di fronte, ma comunque nello stesso tempo<br />

non riesco a muovermi. Questo mi fa tanta paura<br />

perché è una situazione che non capisco!<br />

Ho bisogno del suo aiuto…<br />

115<br />

Marika


Mia cara Marika,<br />

ALEJANDRO JODOROWSKY<br />

***<br />

nella prima parte della tua lettera mi scrivi: «Mi<br />

capita, non molto spesso, di fare incubi inquietanti<br />

che mi angosciano l’anima». Cosa sono questi incubi?<br />

Da dove vengono?<br />

Il nostro cervello, nel suo insieme, non è un nostro<br />

nemico, bensì un nostro alleato. Qualsiasi messaggio<br />

ci invia dalla regione dell’inconscio alla regione<br />

della veglia è per il nostro bene. Freud concepì<br />

l’inconscio come una sorta di inferno dove pullulano<br />

pulsioni negative di tutti i tipi e arrivò a chiamarlo<br />

«il polimorfo degenerato».<br />

Anche la morale medievale, figlia di interpretazioni<br />

caduche della Bibbia e basata principalmente<br />

su proibizioni sessuali, ci ha inculcato una cultura<br />

repressiva che ci porta ad avere paura delle<br />

misteriose profondità che abbiamo dentro di noi.<br />

Gli incubi sono messaggi dell’inconscio che ti dice<br />

che ci sono aspetti della tua vera persona che<br />

non hai il coraggio di vivere e che vedi come angosciose<br />

mostruosità. Approfitta del fatto che stai dormendo<br />

per inquietarti, risvegliare la tua curiosità,<br />

chiamarti, pregarti e perseguitarti affinché tu entri<br />

nel suo regno, che è quello della tua vera e meravigliosa<br />

esistenza. Smetti di avere paura. Affrontalo.<br />

Se l’inconscio ti invia l’immagine di un mostro<br />

che desidera divorarti, consegnati e lasciati mangiare.<br />

Non fuggire, non lottare.<br />

116<br />

PSICOPOSTA<br />

Chiediti: «Cosa vuole dirmi?», in altre parole:<br />

«Cosa mi voglio dire?». E poi: «Cosa vuole che io<br />

accetti di me?»,vale a dire: «Qual è la barriera morale<br />

che devo abbattere, per essere ciò che sono<br />

veramente e non ciò che gli altri mi obbligano a<br />

essere?». Io ti dico: sii coraggiosa, smetti di fuggire,<br />

vedi gli incubi come messaggi cifrati della tua<br />

«divinità».<br />

Continui così nella tua lettera: «Nel momento in<br />

cui ho l’assoluto bisogno di svegliarmi, rimango intrappolata<br />

tra sogno e realtà e non riesco a muovermi,<br />

sono immobilizzata…». Questo succede perché<br />

sei fuggita dalle immagini che il tuo inconscio<br />

ti invia nel tentativo di rifugiarti nella veglia. Non ti<br />

puoi muovere perché il tuo essere essenziale non<br />

vuole che tu proceda nella vita prima di aver risolto<br />

gli enigmi interiori. È una supplica nella quale ti<br />

dice: «Per favore, non fuggire da ciò che sei, deciditi<br />

a essere te stessa, ribellati contro un’educazione<br />

infantile sbagliata. Non hai intrapreso la strada<br />

della realizzazione, ma quella della frustrazione.<br />

Ritorna a me, al tuo mondo creativo, alla tua benedetta<br />

immaginazione. Non sei un forziere pieno di<br />

nullità, dentro di te, nel cuore della tua anima, vive<br />

la Dea Interiore».<br />

E la tua lettera finisce così: «La cosa strana è che<br />

i miei occhi sono socchiusi e questo vuol dire che<br />

sono in qualche modo cosciente, sveglia, e vedo la<br />

realtà, gli oggetti della mia stanza, tutto quello che<br />

ho di fronte, ma comunque nello stesso tempo non<br />

riesco a muovermi. Questo mi fa tanta paura perché<br />

è una situazione che non capisco! Ho bisogno<br />

del suo aiuto…». Come ho detto prima, devi smet-<br />

117


ALEJANDRO JODOROWSKY<br />

tere di fuggire e darti. Renditi conto che, quando<br />

sentirai di non poterti muovere, chi vorrà muoversi<br />

sarà la tua coscienza diurna, mentre il tuo corpo,<br />

immobilizzandosi, starà ubbidendo agli ordini del<br />

subconscio. Pertanto, questo è il consiglio che ti do<br />

per aiutarti a vincere il tuo terrore.<br />

Smetti di cercare di fuggire dal sogno nella veglia,<br />

invece di ubbidire alla tua coscienza, tentando<br />

di muoverti, ubbidisci al tuo corpo e lasciati immergere<br />

nell’immobilità.<br />

Pensa di diventare una statua, dapprima una<br />

statua di pietra. Poi immagina che la pietra diventi<br />

carbone. Sei una statua nera. Subito dopo, prova a<br />

sentire come il carbone si trasforma in diamante.<br />

Hai un corpo di cristallo puro. Riempiti di luce. Dirama<br />

la tua luce in tutta la stanza.<br />

Ti risveglierai piena di felicità.<br />

118<br />

2<br />

Ho odiato mia madre ma spesso<br />

mi comporto come lei…<br />

La ringrazio con gratitudine e con la felicità che<br />

mi comporta aver trovato la sua rubrica e ancor di<br />

più avere il privilegio di poter chiedere direttamente<br />

a lei un aiuto.<br />

Ebbene, mi piacerebbe sapere che posso fare per<br />

superare definitivamente la mia situazione. Vede,<br />

ho avuto una madre castrante che me ne ha fatte<br />

passare di tutti i colori. Non ho nemmeno voglia di<br />

fare l’elenco dei mille episodi e situazioni difficili<br />

attraversati per colpa sua.<br />

Quello che solo mi interessa oggi è liberarmi delle<br />

paure e dei ricordi che mi legano al passato. Voglio<br />

fortissimamente perdonare mia madre in tutto<br />

e per tutto, ritrovare amore sincero e profondo<br />

per questa donna infelice. E voglio riconciliarmi<br />

con la vita, continuare ad amare e a essere amata.<br />

<strong>Le</strong> scrivo solo due cose del mio passato, le prime<br />

due che mi vengono in mente, che sento però importanti.<br />

Ho osservato che, anche se sono fisicamente<br />

diversa da mia madre, a volte assumo delle<br />

119


posture sue, che modifico appena me ne rendo conto.<br />

Poi, ecco, sono sovrappeso di dodici chili, e anche<br />

se ho avuto fidanzati e partner che mi hanno amata<br />

e desiderata nonostante questo, la cosa non<br />

mi piace per niente. Non riesco però né sono mai<br />

riuscita a seguire una vera dieta.<br />

Non ho la pretesa di dare a lei la responsabilità<br />

della mia vita, ma so che con la psicomagia potrei<br />

avere la chance di diventare una donna realizzata,<br />

soddisfatta e felice. Con l’allegria nel cuore, le auguro<br />

che l’amore sia sempre la sua guida. Grazie<br />

davvero.<br />

Angela fai così:<br />

ALEJANDRO JODOROWSKY<br />

***<br />

Angela<br />

scrivi una lista di tutto ciò che ti dà fastidio e che<br />

vuoi perdonare di tua madre. Infila la lista in un<br />

sacchetto dove metterai anche sei sassi di due chili<br />

l’uno. Porta quel sacchetto sulle spalle, in uno<br />

zaino, per sette giorni consecutivi. Portalo soltanto<br />

quando sei a casa (tranne quando fai il bagno o<br />

dormi). Passati i sette giorni, individua un bel posto,<br />

nella campagna più vicina a dove vivi. Scava una<br />

buca nella terra, seppellisci i sassi e alla fine<br />

pianta un alberello.<br />

120<br />

3<br />

<strong>Le</strong> gambe si sgonfiano con la terra<br />

e i racconti delle fate<br />

Salve Alejandro,<br />

mi chiamo Marcella e il mio problema è che ho<br />

una marcata tendenza ad avere le gambe gonfie.<br />

So che è un discorso emozionale e credo di averlo<br />

in qualche modo inquadrato a livello razionale, ma<br />

questo non mi aiuta a stare meglio. Anzi, quando<br />

vedo che le gambe mi si gonfiano di nuovo, mi avvilisco<br />

e ultimamente sono anche diventata molto<br />

ansiosa. È da tempo che aspetto quest’opportunità<br />

e oggi, mentre ti scrivo, sembra che la realtà abbia<br />

danzato. Aspetto e ringrazio in anticipo un atto di<br />

psicomagia. Un bacio.<br />

121<br />

Marcella


Cara Marcella,<br />

ALEJANDRO JODOROWSKY<br />

***<br />

procurati circa sette chili di terra scavata nel paese<br />

in cui sei cresciuta. Ogni sera, per quaranta giorni<br />

consecutivi, sprofondaci i piedi dentro, avendo<br />

cura di tenerli ben coperti. Mentre fai questo, leggi<br />

un racconto sulle fate.<br />

122<br />

XV<br />

Il lavoro è una guerra?<br />

Suona la batteria<br />

per vincere il mobbing<br />

Deborah ha un marito fragile che sta crollando<br />

a pezzi per colpa di un capo ostile. Jodo sospetta<br />

che lui non sia riuscito a liberarsi del fantasma<br />

del padre, e propone uno dei suoi atti bizzarri<br />

per aiutarlo.


Caro Alejandro,<br />

mi chiamo Deborah e vivo dal 1992 in Germania,<br />

dove mi sono laureata. Ho sposato nel 1999 un<br />

tedesco dolcissimo con cui ho «prodotto» anche una<br />

bella figlia di quattro anni, e sono rimasta a vivere<br />

a Monaco.<br />

Ho un disperato bisogno di un consiglio sulla maniera<br />

di aiutare mio marito Wolfram, vittima di una<br />

forma piuttosto massiccia di mobbing da parte<br />

del suo diretto superiore, che lo ha preso di mira<br />

senza una motivazione evidente.<br />

Avendo letto i tuoi libri so che mi capisci se ti dico<br />

che credo al malocchio come manifestazione<br />

d’invidia, o energia negativa che viene inviata su<br />

una persona, più o meno volontariamente.<br />

Non conosco, e non capisco i meccanismi perversi<br />

che spingono una persona a cercarsi un capro espiatorio<br />

per il proprio stress, vorrei solo trovare una<br />

soluzione per aiutare mio marito a superare<br />

questo momento nero che influenza comunque tutta<br />

la famiglia.<br />

125


ALEJANDRO JODOROWSKY<br />

Wolfram è sempre stato ottimista, fiducioso nella<br />

vita, e soprattutto sano. Da qualche mese però ha<br />

cominciato a risentire, anche fisicamente, di questa<br />

tortura quotidiana, mostrando i tipici sintomi della<br />

vittima di mobbing: palpitazioni, insonnia, inappetenza,<br />

tremori, depressione. Da questo stato di<br />

debilitazione si sono poi scatenati altri malesseri e<br />

si è anche dovuto operare.<br />

Il fatto che lui senta molto la responsabilità economica<br />

nei confronti miei e di nostra figlia lo rende<br />

chiaramente «vittima designata» (è l’unico padre<br />

di famiglia in quel settore dell’azienda, quindi<br />

il più fragile e facile da spaventare).<br />

Wolfram sta cercando di tutelarsi a livello giuridico<br />

all’interno della ditta e anche fuori (ha intenzione<br />

di esporre denuncia per danni fisici e morali)<br />

ma, come è noto, certe operazioni vanno molto<br />

per le lunghe mentre ogni giorno che passa lui si<br />

sente sempre più vulnerabile e sfiancato. Ogni anno<br />

in Germania tanti si suicidano a causa del mobbing,<br />

e io ho paura.<br />

Potresti darmi qualche consiglio sulla maniera<br />

migliore di reagire e di aiutarlo?<br />

Un paio di informazioni: Wolfram è nato alle 18<br />

del 19 marzo 1964 sotto il segno dei Pesci, ascendente<br />

Vergine. Ti ringrazio moltissimo.<br />

126<br />

Deborah Denzer<br />

Mia cara Deborah,<br />

PSICOPOSTA<br />

***<br />

la realtà è un proseguimento del nostro inconscio.<br />

Quello che ci succede deve essere analizzato<br />

come se fosse un sogno. Devi dirti: perché mio marito<br />

sogna un uomo più forte che lo tortura? Ti renderai<br />

conto che Wolfram è terrorizzato come un<br />

bambino di fronte a un padre che abusa di lui. A<br />

causa della sua incapacità di uscire dalla sua infanzia<br />

e affrontare da adulto ad adulto il suo capo, si<br />

sente come violentato da lui. E questo gli impedisce<br />

di agire rispetto alla figlia come un padre in<br />

grado di proteggerla.<br />

Ti trascrivo qui la lettera di un uomo che era una<br />

vittima come Wolfram e che era venuto da me per<br />

una consulenza. Troverai un messaggio per te, tuo<br />

marito e tua figlia. Ti renderai conto che l’atto che<br />

ho suggerito a questa persona ha risvegliato in lui<br />

il suo coraggio e la sua ribellione.<br />

Scrive Roy: «Ero invaso dalla paura per gli uomini<br />

più forti di me e questo mi faceva vivere in ansia.<br />

Tu mi hai fatto capire che quell’angoscia derivava<br />

da mio padre che aveva proiettato su di me i<br />

suoi desideri, costringendomi a studiare pianoforte,<br />

contro il mio desiderio di suonare la batteria come<br />

lui. Mi hai consigliato di trovare un pianoforte,<br />

metterci dentro una foto di mio padre e sfasciarlo,<br />

aiutato da mia moglie e mio figlio, in strada, davanti<br />

a casa mia, e hai aggiunto che dopo dovevo bruciare<br />

la foto, diluire le ceneri in un bicchiere di vino<br />

e berlo. Infine dovevo inviare a mio padre tre ta-<br />

127


ALEJANDRO JODOROWSKY<br />

sti bianchi con il seguente messaggio: “Ti rendo<br />

questo perché è tuo, io li ho già i miei denti”. Una<br />

volta compiuto l’atto dovevo comprare una batteria<br />

da suonare in compagnia di mia moglie e di<br />

mio figlio.<br />

Ho realizzato l’atto e quando la parte posteriore<br />

del pianoforte è caduta per terra, ho provato la pace.<br />

Ho spedito tre tasti bianchi a mio padre con il<br />

messaggio che tu mi avevi dato. Due giorni dopo,<br />

ho ricevuto una sua telefonata dove mi confessava<br />

il suo errore. Ho comprato una batteria e ora me la<br />

godo, suonandola in compagnia di mia moglie e di<br />

mio figlio».<br />

Cara Deborah, leggi questa lettera con molta attenzione:<br />

il contenuto essenziale dell’atto può essere<br />

applicato al tuo problema. Fa’ in modo che Wolfram<br />

diventi il guaritore di se stesso, che affronti il<br />

rapporto con il padre e riesca a sotterrare il bambino<br />

codardo che c’è in lui. Chiedi a te stessa perché<br />

hai sognato di sposare un uomo che si sente così<br />

vittima. Forse la sua debolezza ti fa sentire forte.<br />

Sei tu l’uomo di famiglia? Forse i tuoi genitori volevano<br />

un maschio e non una bambina.<br />

Scrivi su un’etichetta la parola «dolce». Attaccala<br />

sui peli di tuo marito e poi, staccala, in un’operazione<br />

che dovrà durare un’ora. Poi tu, lui e tua figlia<br />

sotterrerete l’etichetta e ci pianterete sopra una<br />

bella pianta.<br />

128<br />

XVI<br />

Con la Jodo-terapia<br />

puoi strappare dal cuore<br />

un amore sbagliato<br />

Ci si può disinnamorare a comando? Difficile,<br />

ma non impossibile, soprattutto se si è disposti<br />

a sacrificare un servizio da caffè. Vi sembra<br />

folle? Non più del solito, leggete per credere…


1<br />

Salve dottor Jodorowsky,<br />

le scrivo per chiederle un consiglio. Io sono una<br />

ragazza ventiduenne e da cinque anni e mezzo sono<br />

fidanzata con un coetaneo. Siamo cresciuti insieme,<br />

e io ancora adesso lo amo da impazzire. Ecco<br />

il mio problema. Per lui non è più così.<br />

In questi anni ci siamo lasciati varie volte, sempre<br />

per mia decisione (solo una volta l’ho fatto perché<br />

mi ero invaghita di un altro). Non so se lui mi<br />

abbia mai perdonato veramente, anche se bisogna<br />

dire che si è vendicato a suo modo e mi ha fatto<br />

soffrire molto.<br />

Ormai è un po’ di tempo che lui si è distaccato da<br />

me, ma sono certa che non ha nessun’altra. Lui mi<br />

dice che vuole stare solo, e che dentro di lui sa che<br />

io sono la donna della sua vita, ma ora si sente di<br />

rischiare di perdermi per sempre.<br />

Io sono stanca, stanca di corrergli dietro come<br />

un cagnolino, di elemosinare un po’ d’attenzione.<br />

Voglio DISINNAMORARMI.<br />

Ho pensato moltissimo a questa situazione e l’unica<br />

soluzione è fare questo passo, visto che non<br />

131


vederlo più mi è impossibile perché abitiamo vicini,<br />

lavoriamo vicini, condividiamo gli amici, ecc. Il<br />

mio obiettivo è quello di riuscire a stare tranquilla,<br />

indifferente, davanti a lui o al pensiero di lui. Sono<br />

sicura che lei potrà darmi un valido aiuto. Aspetto<br />

una sua risposta al più presto e la ringrazio. Cordiali<br />

saluti.<br />

Cara ragazza,<br />

ALEJANDRO JODOROWSKY<br />

***<br />

V. M.<br />

uno dei mali impossibili da curare è il mal d’amore.<br />

Qualsiasi cosa si dica a una innamorata o a<br />

un innamorato, è priva di effetto. A niente valgono<br />

i consigli, l’analisi logica, i richiami alla sensatezza.<br />

L’amore è come la morte: non c’è niente che si<br />

possa fare per mezzo della parola. Di fronte all’amore<br />

e di fronte alla morte falliscono tutte le filosofie.<br />

Qualunque cosa io ti dica, non ti «disinnamorerai»,<br />

continuerai a correre dietro a lui come un<br />

cagnolino, continuerai a rivendicare la sua attenzione…<br />

Quindi, invece di parole, ti consiglierò un atto psico-sciamanico.<br />

Nello psico-sciamanismo si agisce<br />

sul corpo con finti interventi chirurgici che agiscono<br />

come veri placebo. Tutte le azioni che riguardano<br />

il corpo, si ripercuotono nell’anima.<br />

Farai quel che segue.<br />

132<br />

PSICOPOSTA<br />

Dovrai trovarti un «chirurgo», una persona di<br />

assoluta fiducia, un grande amico, un bravo fratello,<br />

un insegnante, oppure, se lo preferisci, tuo padre.<br />

Spiegherai a questa persona che deve sottoporti<br />

a quello che io chiamo «intervento chirurgico»<br />

durante il quale ti «estrarrà» il cuore innamorato.<br />

Ti stenderai su un tavolo, illuminata solo da una<br />

candela. Nella regione del cuore, lui ti appoggerà<br />

sette piattini che sosterranno una tazza. Questi<br />

piattini saranno collocati l’uno sopra l’altro formando<br />

una piccola pila sul tuo petto. Allora il «chirurgo»<br />

comincerà a picchiare i piattini con un piccolo<br />

martello, prima leggermente, poi sempre più forte,<br />

fino a rompere il primo. E così, come se stesse facendo<br />

sforzi tremendi, spaccherà i sei piattini che<br />

restano.<br />

Poi pulirà la zona del cuore con un profumo alla<br />

lavanda e vi schiaccerà sopra mezza pesca sciroppata<br />

dicendoti: «Ti ho liberato del tuo vecchio cuore,<br />

l’innamoramento ti ha lasciato distrutta e a pezzi.<br />

Ora io ti do un cuore nuovo e fresco».<br />

Massaggerà con la mezza pesca sciroppata la pelle<br />

come se volesse introdurla dentro al petto finché<br />

la pesca non si spappolerà. Poi il «chirurgo» ti dirà:<br />

«Il volto è la maschera dell’anima. Con un cuore<br />

nuovo il tuo volto cambierà». Allora, con una polverina<br />

argentata che si usa per il trucco teatrale, ti<br />

dipingerà la faccia intera di color argento. Così dipinta<br />

andrai con l’amico «chirurgo», dopo aver lanciato<br />

in un fiume o in un tombino i pezzi dei sette<br />

piattini, a berti un caffè nella tazzina con succo puro<br />

di un limone.<br />

La tua vita cambierà. Un bacio spirituale.<br />

133


2<br />

Seppellire il passato<br />

all’ombra di un bel fiore<br />

La mia è una triste storia caro Alejandro.<br />

Nacqui trentaquattro anni fa da un padre che assolutamente<br />

voleva avere un figlio maschio.<br />

Mi allevò con la cattiveria della delusione, complice<br />

una madre incapace di difendere la sua piccolina<br />

da urla e rimproveri continui. Non ho mai<br />

trovato pace nel mio cuore, e se aggiunge a tutto<br />

ciò che lui, il mio aguzzino, il mese scorso ha lasciato<br />

questo mondo senza mai darmi un segno di<br />

affetto, avrà il quadro di una donna davvero infelice.<br />

Che fare?<br />

134<br />

Maddalena<br />

Maddalena cara,<br />

PSICOPOSTA<br />

***<br />

vai in campagna con amici, magari in una bella<br />

domenica di luglio. Scavate una fossa profonda una<br />

ventina di centimetri. Tu devi metterci dentro il<br />

tuo vestito più caro e devi raccontare per un’ultima<br />

volta ai tuoi amici quello che hai sofferto dalla nascita.<br />

Poi coprite tutti insieme la buca e tu pianta<br />

delle rose. Fate un festa con tanta musica e divertitevi<br />

fino a notte fonda.<br />

Considera questo evento come la tua rinascita.<br />

135


XVII<br />

Mamma e papà<br />

sono due ipocriti?<br />

<strong>Le</strong>gali con l’amore<br />

Molti genitori sono coppie di facciata: in pubblico<br />

perfetti, nella realtà in crisi. Come quelli<br />

di Pietro, che per questo non riesce a trovare equilibrio.<br />

Alla fine tutti e tre hanno fatto un<br />

«rito» e…


1<br />

Caro Jodorowsky,<br />

cosa mi impedisce di incontrare una compagna<br />

quando, in realtà, è l’unica cosa che desidero con<br />

tutto il cuore? Credo che, in una forma del tutto misteriosa,<br />

la causa di ciò sia da attribuire ai miei genitori.<br />

Pietro,<br />

***<br />

139<br />

Pietro<br />

devi metterti d’accordo con i tuoi genitori e devi<br />

fare in modo che accettino di venire legati da te con<br />

un filo di cotone.<br />

Li dovrai tenere legati, in piedi uno di fronte all’altro,<br />

mentre tu ti disporrai a osservarli, il tutto per<br />

dieci minuti. Poi li abbraccerai senza slegarli e gli<br />

dirai che, benché loro ti abbiano sempre detto di es-


sere una coppia perfettamente unita, tu li senti divisi,<br />

ragion per cui li hai legati. A quel punto li slegherai<br />

e ti farai accompagnare da loro a seppellire<br />

il filo sopra il quale pianterete un albero.<br />

Caro Alejandro,<br />

ALEJANDRO JODOROWSKY<br />

***<br />

ero molto preoccupato dalla prova in questione,<br />

ma alla fine è andato tutto per il meglio. I miei genitori,<br />

una volta legati insieme come mi avevi detto<br />

tu, sono rimasti così per mezz’ora! Io ho cominciato<br />

a parlare loro, per la prima volta, delle difficoltà<br />

che ho incontrato in questi ultimi anni, in special<br />

modo nelle mie relazioni con le ragazze, dei miei<br />

sforzi per venirne a capo e della sofferenza di un<br />

bambino impotente e dilaniato internamente di<br />

fronte ai conflitti e alle infelicità dei propri genitori.<br />

È stato bello perché per la prima volta nella mia<br />

vita ero sicuro di avere a disposizione tutto il tempo<br />

di cui avevo bisogno per esprimermi. Ho raccontato<br />

del convincimento che a livello inconscio<br />

mi sono fatto, nel corso degli anni, secondo il quale<br />

gli adulti sono impossibilitati ad amarsi e che<br />

quando si è convinti di una cosa del genere, si preferisce<br />

restare bambini, senza volerne sapere di crescere.<br />

Quando gli ho detto che secondo me non erano<br />

veramente uniti tra di loro e che era per questa ragione<br />

che li avevo legati assieme, le emozioni hanno<br />

trovato il modo di manifestarsi e ho cominciato<br />

140<br />

PSICOPOSTA<br />

finalmente a piangere, poi li ho abbracciati e ho<br />

continuato a piangere.<br />

Nel legarli avevo lasciato libero un braccio, cosa<br />

che ha consentito ai miei di abbracciarmi a loro<br />

volta e tutto questo è durato a lungo. Si è trattato di<br />

un evento che ha avuto un impatto notevole su tutti<br />

noi, infatti per la prima volta ho visto delle lacrime<br />

(piccole, ma autentiche) rigare il volto di mio<br />

padre, mentre mia madre non ha pianto, benché<br />

fosse visibilmente contenta di quanto stava accadendo.<br />

Da parte mia ho sentito da subito un gran<br />

sollievo, gli ho detto che li amo e anche quanto sia<br />

duro vivere senza poter esprimere le proprie emozioni,<br />

come si è portati solitamente a fare nella nostra<br />

famiglia.<br />

Dopo siamo andati tutti insieme a piantare l’albero<br />

e mi sono dovuto in parte imporre per evitare<br />

che il tutto venisse monopolizzato da mio padre,<br />

che ha spesso la tendenza inconscia a voler accentrare<br />

su di sé ogni cosa. Io ho scavato la buca, deposto<br />

la corda e piantato un piccolo noce.<br />

Sono convinto che quanto avvenuto stia contribuendo<br />

a farmi crescere, sono molto più aperto verso<br />

la vita.<br />

141<br />

Pietro


2<br />

Droghe, fughe, fidanzati sbagliati:<br />

uscirne grazie a una statuina colorata<br />

Ho ventun’anni (molti o pochi?),<br />

a tre anni è morta mia madre, ho avuto un padre<br />

che non ha mai risposto alle mie richieste di amore,<br />

lasciando che crescessi come una bambina frustrata.<br />

A dodici anni ho perso mio fratello maggiore<br />

e da quel momento ho vissuto con una sorella<br />

che aveva dodici anni più di me, che soffriva di depressione<br />

e che alternava nei miei confronti slanci<br />

di amore e scatti d’odio, quando invece non mi ignorava<br />

del tutto.<br />

Ho assunto droghe, però ne sono uscita viva e bene.<br />

A diciotto anni sono andata via di casa per trasferirmi<br />

in una grande città.<br />

Ho sempre la sensazione che la pesantezza del<br />

mio passato non voglia abbandonarmi, non riesco<br />

ad avere relazioni sentimentali stabili e finisco<br />

sempre per scegliere uomini sbagliati (l’ultimo era<br />

gay e l’ho scoperto solo dopo sei mesi!). Vivo nell’indecisione<br />

permanente, tanto che al momento<br />

142<br />

PSICOPOSTA<br />

sono iscritta a scienze biologiche, ma vorrei cambiare<br />

e studiare chimica.<br />

***<br />

143<br />

Chiara<br />

È difficile sostituire l’assenza di una madre ed è<br />

per questo che quanto sto per consigliarti durerà<br />

molto. Compra una statuetta di donna di gesso bianco.<br />

Con un rossetto dividila in dodici sezioni. Ogni<br />

mese dipingine una con il sangue delle tue mestruazioni.<br />

Al termine dell’anno avrai verniciato tutta la<br />

statua. A questo punto inviala in regalo a tuo padre<br />

(qualora fosse morto, depositala sulla sua tomba),<br />

però con un pezzo di meno: la mano sinistra. Questa<br />

mano rossa portala presso l’edificio dove studierai<br />

e lasciala sotto un banco.<br />

Se sarai capace di compiere questo atto psicomagico,<br />

ti sentirai completa come donna e potrai studiare<br />

chimica.


XVIII<br />

Mitizzi la tua ragazza<br />

e non riesci ad amarla?<br />

Una maschera ti aiuterà<br />

Un lettore ha incontrato la donna della sua vita:<br />

i primi tempi sono perfetti, poi la crisi inspiegabile.<br />

E se fosse colpa del complesso di Edipo?<br />

Pinuccio invece vuole liberarsi dalla claustrofobia<br />

che lo perseguita.


1<br />

Sarò più veloce possibile, tralasciando dovuti apprezzamenti<br />

e senza dire (lo sto facendo in effetti)<br />

che voglio fidarmi di lei perché sono caduto e non<br />

so come rialzarmi. Ho provato di tutto, specialisti,<br />

sfoghi con amici, solo che non ho risolto nulla.<br />

Ho conosciuto una ragazza: dopo averla osservata<br />

l’ho invitata a uscire e ci siamo frequentati per<br />

un po’. Io mi sono sentito maledettamente cotto e<br />

felice come non mai, tanto da chiederle di rendere<br />

la cosa un po’ più sicura «mettendoci insieme».<br />

Gioia immensa nel vedere che volevamo la stessa<br />

cosa tutt’e due. Ho vissuto pienamente il primo<br />

mese, sono arrivato a festeggiarlo con una gioia inimmaginabile,<br />

a vivere ogni momento oltre la normale<br />

percezione, pieno di amore e interesse per<br />

tutto, e di voglia di vivere.<br />

Una mattina mi alzo, e mi sento vuoto, triste, solo.<br />

Disturbato dall’idea di non amarla più: così, all’improvviso?<br />

Dopo questi primi segnali, ho continuato<br />

a vivere momenti di gioia estrema con lei,<br />

solo che le «voci interiori» si facevan sempre più<br />

forti. Ho cominciato a perdere la percezione di tutto,<br />

famiglia, amicizie, passioni, ma soprattutto del-<br />

147


l’amore per lei. Ho cominciato a perdere la gioia, a<br />

non vivere più momenti tanto belli, a sentire talvolta<br />

fastidio e desiderare che lei non esistesse. Poi è<br />

sopraggiunta una visione distorta delle cose: vedevo<br />

lei in altre donne, non riconoscendo me stesso,<br />

con una voce sempre più insistente che mi diceva<br />

di lasciarla per liberarmi. Ma io NON VOGLIO.<br />

Vorrei tornare a vederla come la vedevo prima, a<br />

vivere i momenti come facevo prima, senza ansia e<br />

dolore, senza paura, senza deformazioni. Ma ora<br />

non la riconosco più, quasi non fosse la stessa che<br />

amavo. L’ho idealizzata troppo? E cosa mi fa stare<br />

tanto male nel continuare a vivere la mia vita con<br />

lei accanto? Son disperato, sto male da due mesi e<br />

mezzo, e mi son sembrati infiniti. Sono confuso,<br />

non capisco un cavolo da un po’.<br />

Grazie infinite, spero mi dia ascolto.<br />

Caro ragazzo,<br />

ALEJANDRO JODOROWSKY<br />

***<br />

Innamorato confuso<br />

ogni relazione amorosa possiede una radice nevrotica.<br />

Da bambini, di solito, si hanno desideri di<br />

tipo incestuoso nei confronti dei propri genitori e<br />

nel caso degli uomini un tale sentimento nei confronti<br />

della propria madre si fa ancora più intenso:<br />

per capirci stiamo parlando di quello che Sigmund<br />

Freud chiamò «Complesso di Edipo». Se cresciamo<br />

in maniera corretta, arriva il momento in cui<br />

148<br />

PSICOPOSTA<br />

spostiamo questo tipo di desideri verso altre donne<br />

e diamo a questo sentimento la definizione di<br />

«amore».<br />

Se la madre, come sicuramente nel tuo caso, per<br />

ragioni differenti, in un dato momento allontana<br />

da se stessa il proprio piccolo, questo conserverà nel<br />

proprio cuore una ferita che avrà bisogno di molti<br />

anni per cicatrizzarsi.<br />

Quel bimbo ferito, deluso e collerico, rimane nell’inconscio<br />

dell’adulto e ogni volta che costui tenta<br />

di relazionarsi con una donna il bambino prende<br />

possesso della sua mente, facendogli rivivere i sentimenti<br />

infantili dell’abbandono. Tu vivi una sorta<br />

di delirio da proiezione, succede così che le donne<br />

di cui ti innamori altro non sono che schermi dove<br />

proietti tua madre. A questo punto, al fine di farti<br />

risparmiare alcuni anni di psicoanalisi, ti propongo<br />

il seguente atto psicomagico.<br />

Prendi una fotografia di tua madre, ritaglia il<br />

volto e ingrandisci il tutto fino a raggiungere le dimensioni<br />

naturali. A questo punto fai dei buchi all’altezza<br />

degli occhi e trasforma il volto materno in<br />

una maschera.<br />

Da questo momento dovrai dormire ogni notte<br />

con la maschera di tua madre sotto il tuo cuscino e<br />

quando ti capiterà di incontrare una donna che sia<br />

disposta a concedersi, chiedile, come se fosse un<br />

gioco, che si spogli nuda e che si metta la maschera.<br />

A quel punto lascia emergere i tuoi sentimenti<br />

dolorosi di abbandono e rabbia e piangendo, stringila<br />

tra le tue braccia e fai l’amore con lei. Terminato<br />

il coito, levale la maschera e riduci a brandelli la<br />

149


ALEJANDRO JODOROWSKY<br />

fotografia. Raccogli poi i pezzi della maschera, mettili<br />

in un vaso, coprili con della buona terra collocandovi<br />

una pianta da interno che farai crescere<br />

nella tua camera da letto.<br />

150<br />

2<br />

Dieci anni di ossessione<br />

con la claustrofobia<br />

Ho un problema che negli ultimi anni è diventato<br />

sempre più fastidioso e difficile da gestire: la<br />

claustrofobia. Mi crea continui problemi nella vita<br />

di tutti i giorni: in ascensore, in aereo, nei luoghi<br />

con molta folla e in tanti altri casi ancora. I primi<br />

sintomi si sono manifestati una decina di anni fa e<br />

non ho idea di quale possa essere la causa. Avrebbe<br />

qualche consiglio per me?<br />

***<br />

151<br />

Pinuccio<br />

Pittura con vernice dorata una bottiglietta e riempila<br />

con le tue urine. Esci di casa vestito da bambino,<br />

possibilmente da marinaretto, e vai in un luogo<br />

che ti scatena la claustrofobia. Con un contagocce<br />

fabbricato con un ciuccio per neonati lascia cadere<br />

tre gocce. Ripeti l’atto per tre volte, poi fai un<br />

pacchetto con il vestito da bimbo e lascialo davanti<br />

alla porta di un ospizio.


Psicoposta<br />

Consigli psicomagici<br />

per la cura dell’anima<br />

Indice<br />

Uova e marzapane,<br />

la ricetta psicomagica<br />

per ritrovare se stessi 5<br />

Liberarsi di papà e mamma<br />

e del potere macho:<br />

una salsiccia può servire 15<br />

<strong>Le</strong>i lo ama, lui non è libero.<br />

Che fare, aspettarlo?<br />

No, cambiar vita. E nome 25<br />

Quando la vita e il lavoro ti opprimono<br />

devi imparare a osare 33<br />

La forza di confessare ai genitori<br />

la tua omosessualità 41


I genitori perfetti<br />

ti rovinano la vita?<br />

Diventa un pagliaccio 49<br />

Energia sessuale in eccesso?<br />

Provate a riciclarla così 57<br />

La bambina ragno<br />

si deve trasformare in donna farfalla.<br />

E fare la guerra 69<br />

Complesso di Edipo<br />

e altri traumi:<br />

i rimedi di uno psicomago 77<br />

Ippopotami d’acciaio<br />

dentro l’anima:<br />

liberatevene così… 85<br />

Il bullo ti tormenta?<br />

Per sconfiggerlo ci vuole<br />

una sorpresa-shock 93<br />

Se ti senti in guerra contro il mondo<br />

regala monete da un centesimo 101<br />

Vuoi diventare adulto?<br />

Butta le idee sbagliate<br />

e torna a respirare… 107<br />

Niente paura degli incubi,<br />

quelle brutte notti<br />

aiutano a vivere meglio 113<br />

Il lavoro è una guerra?<br />

Suona la batteria<br />

per vincere il mobbing 123<br />

Con la Jodo-terapia<br />

puoi strappare dal cuore<br />

un amore sbagliato 129<br />

Mamma e papà sono due ipocriti?<br />

<strong>Le</strong>gali con l’amore 137<br />

Mitizzi la tua ragazza<br />

e non riesci ad amarla?<br />

Una maschera ti aiuterà 145


Nella stessa collana<br />

Bruce Thomas,<br />

Vera vita di Bruce <strong>Le</strong>e<br />

Antonella Giulia Pizzaleo,<br />

Fuzzy Logic<br />

Giorgio Manacorda,<br />

La poesia italiana oggi<br />

Antonio Fichera,<br />

Breve storia della vendetta<br />

Alfonso Berardinelli – Franco Cordelli,<br />

Il pubblico della poesia<br />

Daniela Ranieri,<br />

De Erotographia<br />

Angelo Di Mambro,<br />

L’importanza di chiamarsi Elio<br />

Serena Zuccheri,<br />

Punk in Cina


Paolo Febbraro – Giorgio Manacorda<br />

(a cura di),<br />

Poesia 2004<br />

Ayzad,<br />

BDSM (2 a edizione)<br />

Alberto Cousté,<br />

Breve storia del Diavolo<br />

Francesco Dimitri,<br />

Case stregate<br />

Arianna Corti – Franco Pezzini,<br />

<strong>Le</strong> vampire<br />

K. Satchidanandan,<br />

I riti della Terra<br />

Marco Maria Sambo,<br />

Contro chi<br />

Paul Dundas,<br />

Il Jainismo<br />

ALEJANDRO JODOROWSKY<br />

Robert Anton Wilson,<br />

Sex, Drugs and magick<br />

Paolo Febbraro – Giorgio Manacorda<br />

(a cura di),<br />

Poesia 2005<br />

David Black,<br />

Acid. Storia segreta dell’Lsd<br />

160<br />

PSICOPOSTA<br />

S. Jason Black – Christopher S. Hyatt,<br />

Urban Voodoo<br />

Flavia Giacomozzi,<br />

Campo di battaglia<br />

Guy Debord,<br />

Panegirico I e II<br />

Massimo Carboni,<br />

Non vedi niente lì?<br />

Irene Starace<br />

(a cura di),<br />

Il grande libro degli haiku (2 a edizione)<br />

Loredana Lipperini,<br />

Don Giovanni<br />

Phoebe Hoban,<br />

Basquiat (2 a edizione)<br />

François-Xavier Poudant,<br />

La dipendenza amorosa<br />

Raoul Vaneigem,<br />

Trattato sul saper vivere<br />

Paolo Febbraro – Giorgio Manacorda<br />

(a cura di),<br />

Poesia 2006<br />

Joel <strong>Le</strong>vy,<br />

Doomsday<br />

161


Bert Archer,<br />

Il tramonto dei gay<br />

Ariel <strong>Le</strong>vy,<br />

Sporche femmine scioviniste<br />

Pulsatilla,<br />

La ballata delle prugne secche (9 a edizione)<br />

Jennifer Quiles,<br />

Più che amiche<br />

Franco Califano,<br />

Calisutra (2 a edizione)<br />

Adriano Purgato,<br />

Fobie<br />

Henry Miller,<br />

Insomnia<br />

Pamela Des Barres,<br />

Sto con la band (2 a edizione)<br />

Lawrence Sutin,<br />

Fai ciò che vuoi<br />

Antonio Mazza,<br />

Vivere semplice<br />

Gilles Deleuze – Félix Guattari,<br />

Mille piani (2 a edizione)<br />

Kate Tuckett,<br />

Cospirazioni<br />

ALEJANDRO JODOROWSKY<br />

1<strong>62</strong><br />

PSICOPOSTA<br />

Flavio Mazzini,<br />

E adesso chi lo dice a mamma?<br />

Thierry Paquot,<br />

Elogio del lusso<br />

Brian King,<br />

Come mentire onestamente<br />

Anne Dickson,<br />

Conversazioni difficili<br />

Antonius Moonen,<br />

Manuale dello snob (2 a edizione)<br />

Rochus Misch,<br />

L’ultimo (2 a edizione)<br />

Alain Soral,<br />

Sociologia del rimorchione<br />

David M. Friedman,<br />

Storia del pene<br />

Espedita Fisher,<br />

Clausura<br />

Maurizio Ferraris,<br />

Sans papier<br />

Delphine Hirsh,<br />

Come sopravvivere all’amore<br />

Grisélidis Réal,<br />

Carnet di ballo di una cortigiana<br />

163


Giuseppe Laganà,<br />

Manuale dello scroccone<br />

Berarda del Vecchio,<br />

Sdraiami (3 a edizione)<br />

Michelle Hamer,<br />

Come ci si sente<br />

ad essere attaccati da uno squalo<br />

Frédéric Ploton,<br />

Manuale di siestologia<br />

Mathilde Cathiard-Thomas – Corinne Pezard,<br />

Vinoterapia<br />

Prossime uscite<br />

Tommaso Zanello alias Piotta,<br />

Troppo avanti<br />

Odile Lamourère,<br />

Perché gli uomini non fanno più la corte<br />

Giusi Miccoli,<br />

Homo Italicus<br />

ALEJANDRO JODOROWSKY<br />

164


F i n i t o d i s t a m p a r e n e l m e s e d i o t t o b r e 2 0 0 7<br />

d a P u n t o w e b s r l – A r i c c i a ( R M )<br />

p e r c o n t o d i A l b e r t o C a s t e l v e c c h i E d i t o r e s r l

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!