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PENTATEUCO 2 PADRI - Home Page FTTR

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A 23 Durante quella notte egli si alzò, prese le due mogli, le due schiave, i suoi undici figli e<br />

passò il guado dello Iabbok.<br />

24 Li prese, fece loro passare il torrente e fece passare anche tutti i suoi averi.<br />

B 25 Giacobbe rimase solo<br />

e un uomo (’îš) lottò con lui fino allo spuntare dell’aurora.<br />

26 Vedendo che non riusciva a vincerlo, lo colpì all’articolazione del femore (cavità del<br />

femore)<br />

e l’articolazione del femore di Giacobbe si slogò, mentre continuava a lottare con<br />

lui.<br />

C 27 Quegli disse:<br />

“Lasciami andare, perché è spuntata l’aurora”.<br />

Giacobbe rispose:<br />

“Non ti lascerò, se non mi avrai benedetto! (barak)”.<br />

28 Gli domandò: “Come ti chiami?”.<br />

Rispose:<br />

“Giacobbe”.<br />

29 Riprese:<br />

“Non ti chiamerai più Giacobbe, ma Israele (yiçrÂùËl), perché hai combattuto (kîçÂrÔtÂ)<br />

con Dio e con gli uomini e hai vinto!”.<br />

30 Giacobbe allora gli chiese:<br />

“Dimmi il tuo nome”.<br />

Gli rispose:<br />

“Perché mi chiedi il nome?”.<br />

E qui lo benedisse (barak).<br />

B’ 31 Allora Giacobbe chiamò quel luogo Penuel<br />

“Perché – disse – ho visto Dio faccia a faccia, eppure la mia vita è rimasta salva”.<br />

A’ 32 Spuntava il sole, quando Giacobbe passò Penuel e zoppicava all’anca.<br />

33 Per questo gli Israeliti, fino ad oggi, non mangiano il nervo sciatico, che è sopra<br />

l’articolazione del femore,<br />

perché quegli aveva colpito l’articolazione del femore (cavità del femore) di Giacobbe<br />

nel nervo sciatico.<br />

STRUTTURA<br />

Il brano inizia con una nota sulla famiglia e termina ricordando l’oggi dei suoi discendenti,<br />

gli Israeliti; al centro è un dibattito con richieste e domande, il cambiamento del<br />

nome e la benedizione (vv.27-30). Il nome del luogo, il passaggio del fiume, lo zoppicare<br />

di Giacobbe e la proibizione alimentare concludono il racconto che contiene perciò due<br />

eziologie: la fondazione del santuario di Penuel e la proibizione di mangiare il nervo ischiatico.<br />

Le parole del patriarca in Gen 32,21 sono interessanti per l’insistenza sulla parola<br />

“volto”, pānîm in ebraico; letteralmente suona: «Placherò il suo volto (pānāyw) con<br />

il dono che va davanti al mio volto (pānāy), poi vedrò il suo volto (pānāyw); forse alzerà<br />

il mio volto (pānāy)», cioè mi userà benevolenza. L’insistenza prepara il nome Penû-’El,<br />

“volto di Dio”, a ricordo della nuova visione. Al v.22 “passa prima di lui – sopra il suo<br />

volto (di Giacobbe) – il dono”.<br />

Il passaggio dello Iabbok (vv.23-24.)<br />

Il passaggio del fiume (oggi Nahr Ez-Zerka) è il superamento di una frontiera, un<br />

momento decisivo e delicato come il passaggio del Giordano per Israele all’entrata nella<br />

terra. “Passare il guado dello Iabbok” (qBo)y: rb:ï[]m; taeÞ rboê[]Y:w:)) è una formula tecnica, attestata<br />

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