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PENTATEUCO 2 PADRI - Home Page FTTR

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sono in Gen 31,45.49: Giacobbe e Labano erigono una stele a testimonianza dell’alleanza<br />

conclusa; anche i parenti raccolgono pietre formando un “mucchio” sul quale mangiano<br />

insieme (vv.46-47). Labano la chiama in aramaico Y e gar-ŠÂhadïtÂù (TM, sarebbe Sahdûtaù),<br />

Giacobbe la chiama Gal-’Ed, “mucchio della testimonianza”, e anche Mizpa<br />

(MiêpÂh, da êÂpah, “essere di vedetta, sentinella”): i termini alludono ai toponimi Galaad<br />

e Mizpa. Il mucchio (Galaad) e la stele (Mizpa-maêêËbÂh) sono collegate all’impegno a<br />

non maltrattare le figlie, perché «il Signore starà di vedetta (yiêêef) tra me e te quando noi<br />

non ci vedremo più l’un l’altro» (vv.49-50), e alla clausola che vieta ai contraenti di oltrepassare<br />

i confini segnati (vv.51ss). Anche Samuele prende una pietra, dopo aver sconfitto<br />

i Filistei, e la pone tra Mizpa e Iesana, chiamandola Eben-Ezer, “pietra di aiuto”, dicendo:<br />

«Fin qui ci ha soccorso il Signore!».<br />

Il Signore Dio stesso sarà chiamato “roccia/pietra (’eben) di Israele” (Gen 49,24), titolo<br />

che ritorna soprattutto nei salmi (cf Sal 18,3; 31,4, ecc.). Su questa “pietra” il patriarca<br />

fonda la sua fede, imponendo alla fine il nome al luogo, Bet-’El (v.19), precedentemente<br />

alluso al v. 17 con Bet-’Elohîm. Il narratore vi aggiunge una nota archeologica (Luz =<br />

“mandorla”).<br />

Alla fine Giacobbe versa dell’olio sulla sommità della pietra. L’uso sacro dell’olio è<br />

attestato in molteplici contesti e applicato in diverse occasioni. Era l’«olio dell’unzione»<br />

(šemen hammišÐÂh) 35 , per consacrare persone, ma anche oggetti e suppellettili. La pietra<br />

che localizza l’esperienza della presenza divina, contribuisce a definire il luogo (maqôm)<br />

come «santuario» e riceve l’unzione come atto di culto.<br />

Il racconto, che presuppone un’epoca favorevole al santuario, assume dunque la funzione<br />

eziologica di “mito fondatore” di Betel, accreditando la tradizione di pagare la decima<br />

(v.22), attestata anche in Amos (Am 4,4) per perpetuarne il culto e la memoria. Il<br />

santuario fu importante nel periodo dei re, soprattutto con l’avvento di Geroboamo che ne<br />

fa uno dei centri cultuali del regno del nord (1Re 12,28, cf anche Am 7,10-13; Os 10,5 e i<br />

passi ricordati all’inizio), ma era assai antico, un dato confermato dall’archeologia. La<br />

storia di Abramo ne suppone l’esistenza (Gen 12,8; 13,4-5) ed è ricordato in Gdc 20,18-<br />

21,25, dove si attesta la presenza dell’arca (poi il santuario passa a Silo: Gdc 21; 1Sam 1-<br />

7), e in 1Sam 10,3. Sarà distrutto con Giosia nell’ambito della sua riforma centralista<br />

(2Re 23,15ss).<br />

D’ – Il voto (vv.20-22) giustifica la tradizione della decima al santuario e riprende la<br />

promessa del v.15, sottolineando la parte che riguarda la persona del patriarca: «Se Dio è<br />

con me, e mi proteggerà nel viaggio e mi darà cibo e vestiti, e mi ricondurrà in pace (cioè<br />

sano a salvo), a casa di mio padre…». Il linguaggio è commerciale, ma il risultato sarà<br />

l’alleanza (“il Signore sarà il mio Dio” è formula di alleanza) e la pietra-stele come santuario<br />

(~yhi_l{a/ tyBeä), segno della presenza del Signore. “Il Dio di Betel” (31,13; 35,7) è<br />

il “Dio con me” che si fa presente e protegge in tutti i luoghi, e come tale sarà riconosciuto<br />

dal patriarca (31,5.42). È la relazione personale che diviene preponderante per realizzare<br />

il futuro e garantirà il ritorno alla terra. Le tematiche sembrano ritornare in Sal 23: tu<br />

sei con me; mi ristora e conduce, per me imbandisci la tavola; abiterò per sempre nella<br />

casa del Signore.<br />

«Il voto è la rilettura più caratteristica del narratore, il quale ha riutilizzato la memoria<br />

antica, inserendola nel racconto della fuga di Giacobbe (cfr. vv.10s) e anticipandone il<br />

movimento di ritorno. L’eziologia dell’importante santuario di Betel viene sintonizzata<br />

con la finalità del ciclo di Giacobbe e, più in genere, dei racconti patriarcali.<br />

35 Es 25,6; 29,7; 30,23.25.31; 31,11; 35,8.15; 37,29; 39,38; 40,9; Lv 8,2.10.30; 10,7; 21,10.12; Nm 4,16, ecc.<br />

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