PENTATEUCO 2 PADRI - Home Page FTTR

attribuendone l’origine al patriarca, anche se sarà in seguito contestato. 32 Vi è anche allusione
ai riti di incubazione con il sogno rivelatore avvenuto in un luogo sacro (cf 1Re 3,4-
15 Salomone a Gabaon, e 2Sam 3 vocazione di Samuele). Il fenomeno è attestato nei testi
di Ugarit e nella tradizione greca. La teoria storico-critica vi scorge il confluire di due
tradizioni (E 1-12.17-18.19b-22; J 13-16.19a). Ma l’autore rielabora l’antico testo con
una nuova finalità data dal nuovo contesto. Inserita nella storia di Giacobbe, mette in luce
la presenza del Signore che rinnova le promesse fatte ai padri (terra e discendenza) e accompagna
e protegge il patriarca nelle vicende che lo attendono nel prossimo futuro (sarò
con te e ti proteggerò). Il santuario di Betel rappresenta il punto di partenza durante la fuga
e il punto di arrivo quando il patriarca ritorna nella sua terra natia.
A 28.10 Giacobbe partì/uscì (yÂêÂù) da Bersabea e andò (hÂlak - wayyelek) verso Carran.
B 11 Casualmente giunse (pÂga‘) in un luogo, dove passò la notte, perché il sole era tramontato;
prese una pietra del luogo, se la pose come guanciale e si coricò (wayiškab) in quel luogo.
C 12 Fece un sogno:
Ed ecco, una scala poggiava sulla terra, mentre la sua cima raggiungeva il cielo;
ed ecco gli angeli di Dio salivano e scendevano su di essa.
D 13 Ed ecco il Signore gli stava davanti e disse:
“Io sono il Signore, il Dio di Abramo tuo padre e il Dio di Isacco.
La terra sulla quale tu sei coricato (šákËb) la darò a te e alla tua discendenza.
14 La tua discendenza sarà come la polvere della terra
e ti estenderai a occidente e ad oriente, a settentrione e a mezzogiorno.
E saranno benedette per te e per la tua discendenza tutte le nazioni della terra.
15 Ed ecco io sono con te e ti proteggerò (šÂmar) dovunque andrai;
e ti farò ritornare in questo paese (ùel¾ h¾ùÃdÂmÂh hazzáùt),
perché non ti abbandonerò senza aver fatto quello che t’ho detto”.
C’ 16 Allora Giacobbe si svegliò dal sonno e disse:
“Certo, il Signore è in questo luogo e io non lo sapevo”.
17 Ebbe timore e disse:
“Quanto è terribile questo luogo!
Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo”.
B’ 18 Alla mattina presto Giacobbe si alzò (wayyiaškēm), prese la pietra che si era posta
come guanciale, la eresse come una stele e versò olio sulla sua sommità.
19 E chiamò quel luogo Bet-’el, mentre prima di allora la città si chiamava Luz.
D’ 20 Giacobbe fece questo voto:
“Se Dio sarà con me e mi proteggerà (šÂmar) in questa strada/viaggio dove sto andando
e mi darà pane da mangiare e vesti per coprirmi,
21 se ritornerò sano e salvo alla casa di mio padre,
il Signore (Jhwh) sarà il mio Dio (’Elohîm).
22 Questa pietra, che io ho eretta come stele, sarà una casa di Dio (bet ’Elohîm);
di quanto mi darai io ti offrirò la decima”.
A’ 29.1 Poi Giacobbe si mise in cammino (alzò i piedi) e andò (halak) nella terra degli orientali.
32 Cf 1Re 12,26-13,32; Am 4,4; 7,10ss. In Os 4,15; 5,8 e 10,5 è chiamato spregiativamente Bet-’Aven, “casa
di iniquità” per il vitello là adorato; per Os 6,10 è centro di idolatria-prostituzione; Os 12,4-6 condanna lo
stesso patriarca, anche se riconosce la sua conversione in Bet-’El e Penu-’El, riassumendo i due momenti.
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