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PENTATEUCO 2 PADRI - Home Page FTTR

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uon esito della vicenda. Tuttavia, anche Giacobbe sembra progressivamente mutare il<br />

modo di guardare lo stesso fratello Esau (Gen 35,10-11).<br />

La struttura del racconto di Giacobbe è articolata in cerchi concentrici che vanno dal<br />

conflitto alla riconciliazione. La cornice è data dai racconti su Giacobbe ed Esaù (inizio e<br />

fine) con all’interno le due teofanie; segue il ciclo di Labano che ha al centro la nascita<br />

dei figli. La profezia di elezione (Gen 25,23) e la benedizione dominano il ciclo. Sarà una<br />

elezione contrastata che lo pone in conflitto con tutti: lotterà con Dio e con gli uomini e<br />

vincerà.<br />

A – Esaù/Giacobbe: inimicizia (Gen 25-28) – Bet-’El (Gen 28,10-22)<br />

B – Labano/Giacobbe: accoglienza (29,1-30) – nascita dei figli (29,31-30,24) – conflitto e<br />

inganno reciproco (30,25-31,42) – accordo e alleanza (31,43-32,1);<br />

A’ – Esaù/Giacobbe: riconciliazione (Gen 32-36) – Penu-’El (Gen 32,23-33)<br />

La vicenda di Giacobbe si prolunga poi in quella di Giuseppe e si concluderà con la<br />

benedizione dei figli, la morte e la sepoltura in Egitto (Gen 48-50). Il patriarca però chiede<br />

ai figli la promessa di essere riportato nella terra. Il suo ciclo infatti è collegato al ripetuto<br />

“ritorno alla terra” (Gen 28,13-15, cf anche 31,13 e 33,10). In 46,1-5a inizia il viaggio<br />

verso l’Egitto e Dio promette di accompagnare Giacobbe e poi di farlo “risalire” verso la terra;<br />

prima di morire Giuseppe riprende il motivo annunciando che un giorno Dio condurrà il<br />

suo popolo nella terra promessa ai Padri (50,24).<br />

Il percorso di Giacobbe è segnato, come quello di Abramo, da un duplice, determinante<br />

incontro con il Signore: il sogno di Bet-El (Gen 28,10-22), nel momento in cui fugge<br />

inseguito da Esau, e la lotta di Penu-El, al ritorno, che prepara la riconciliazione con il<br />

fratello (Gen 32,23-33). Ambedue gli incontri avvengono nella notte e si concludono al<br />

mattino. I racconti fanno da cornice a questi due momenti chiave della sua vicenda. Là<br />

Dio si manifesta presente e protettore. I due episodi diventano paradigmatici<br />

nell’esperienza di fede.<br />

A – Giacobbe e il sogno di Betel–“casa di Dio”: visione e voto (Gen 28,10-22)<br />

Il contesto<br />

Giacobbe è costretto a emigrare in seguito alla persecuzione del fratello adirato per la<br />

benedizione della primogenitura che questi aveva carpita al padre con la complicità della<br />

madre. La madre stessa invita il figlio a recarsi a arran presso suo fratello Labàno (Gen<br />

27,1-45). Un secondo motivo (attribuito dalla critica alla tradizione P, ma ormai inserito<br />

in un nuovo canovaccio della storia) spinge i genitori a inviare lontano il figlio perché<br />

sposi una della sua tribù o famiglia, diversamente da Esau che aveva sposato due donne<br />

ittite. Lo stesso Esau si affretta allora a sposare una figlia di Ismaele, Macalat.<br />

Giacobbe dunque, con la benedizione del padre, intraprende il viaggio verso Carran.<br />

Lungo il cammino deve fermarsi a causa della notte. Il sogno, posto al centro del racconto,<br />

trasforma la sosta casuale in un incontro con Dio che gli si manifesta in una grandiosa<br />

teofania cosmica: quel luogo è “casa di Dio, porta del cielo, pietra di Israele”. Dio si manifesta<br />

in un luogo non scelto dall’uomo e di notte, nel sonno, tempo che appartiene a Dio<br />

e non all’uomo (sin da Adamo e Abramo, cf anche Sal 3,6-7 e 4,5.9; nel sonno il Signore<br />

fa il dono ai suoi amici, il dono/eredità dei figli Sal 127).<br />

Il racconto aveva probabilmente una funzione eziologica, teso a spiegare la fondazione<br />

di un santuario noto e significativo per la fede del popolo ebraico (cf Gen 12,8; 35,1-15),<br />

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