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PENTATEUCO 2 PADRI - Home Page FTTR

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Genesi 12 Genesi 22<br />

1 Adonai disse ad Abram:<br />

«Vattene dalla tua terra e dal luogo della tua nascita-patria<br />

e dalla casa di tuo padre<br />

verso la terra che ti farò vedere,<br />

2 perché io faccia di te una grande nazione<br />

e che io ti benedica<br />

e renda grande il tuo nome<br />

e che ti diventi benedizione<br />

3 e che io benedica coloro che ti benedicono<br />

– ma colui che ti disprezza, maledirò –<br />

e che in te acquistino-per-sé-benedizione<br />

tutte le famiglie del suolo». Cf 22,16-18<br />

4 E Abram se ne andò<br />

come gli aveva detto Adonai,<br />

E Lot se andò con lui.<br />

Ora Abram aveva settantacinque anni<br />

Alla sua uscita da Carrai.<br />

5 E Abram PRESE Sarai sua moglie [cf 11,31]<br />

e Lot, figlio di suo fratello<br />

e tutti gli acquisti che avevano acquistato<br />

e l’essere che avevano fatto in Carrabn<br />

e uscirono per andare nella terra di Canaan,<br />

e vennero nella terra di Canaan Cf 22,3<br />

+ un altare in More<br />

dopo che Adonai sia stato visto<br />

e che abbia ripetuto la promessa<br />

di una terra e di una discendenza (vv.6-7)<br />

La prova (v.1a)<br />

2 E (Elohin) disse:<br />

«PRENDI tuo figlio, il tuo unico, che tu ami, Isacco,<br />

e vattene verso la terra del Moriya [= della visione]<br />

e fallo salire là per un olocausto<br />

su una delle montagne che ti dirò.<br />

16 E disse:<br />

«Su di me faccio giuramento – oracolo di Adonai:<br />

sì: poiché hai fatto questa parola<br />

e non hai risparmiato il tuo figlio unico,<br />

17 sì, benedire io ti benedirò<br />

e moltiplicare io moltiplicherò la tua discendenza Cf<br />

12,2-3<br />

come le stelle del cielo<br />

e come la sabbia che è in riva al mare, e la tua discendenza<br />

prenderà possesso<br />

della porta dei tuoi nemici,<br />

18 e acquisteranno-per-sé-benedizione,<br />

nella tua discendenza<br />

tutte le nazioni della terra<br />

perché hai ascoltato la mia voce<br />

3 E al mattino presto, Abramo sellò il suo asino<br />

e PRESE i suoi due ragazzi CON SÉ e Isacco suo figlio, Cf<br />

12,4-5<br />

e tagliò della legna d’olocausto, e si alzò e se ne andò<br />

al luogo che gli aveva detto Elohim.<br />

+ un altare in Moriya<br />

prima che Adonai sia visto<br />

e che ripeta la promessa<br />

di una discendenza e di una vittoria (vv.9.14.17-18)<br />

Il racconto inizia collegando esplicitamente l’evento con i fatti precedenti: la nascita di<br />

Isacco, l’allontanamento di Agar e Ismaele, il contrasto con Abimelech per il pozzo e il<br />

giuramento con l’invocazione del nome del Signore, ’El ‘ôlam. Il “bambino” è ora un<br />

“ragazzo” (22,12), quindi almeno adolescente.<br />

Tutto il cammino di Abramo era stata una prova: dalla partenza dalla propria terra alla<br />

promessa di una posterità da una donna sterile. Ora siamo all’ultima prova, la tentazione<br />

estrema. Il lettore stesso è avvisato di cosa si tratta: Dio vorrebbe veramente il sacrificio<br />

di Isacco, o la richiesta non avrà un altro scopo? Il racconto è illuminato dalla finale che<br />

rivela un punto di vista superiore, il tentativo di far passare il patriarca da una visione puramente<br />

umana, a quella che accoglie il figlio come dono. Una prova simile avviene per<br />

Giobbe e riguarda il suo amore disinteressato per Dio (Gb 1,9).<br />

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