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• È nome teoforo da una forma verbale e un soggetto [El] che in genere è il nome proprio,<br />
tipo yqtl (forma qal) della radice hwy (poi hyh) intesa in forma iussiva: «Possa [la<br />
divinità] essere presente [in funzione di aiuto]» (cf p. 326). YHWH è forma apocoristica<br />
o abbreviata; già la scuola americana (Cross, Freedman) postulava un hifil completando<br />
la formula con un oggetto, identificato in sebaôt = «El che fa essere (= crea) gli<br />
eserciti (celesti)». De Moor non discute il senso preciso o connotazioni semantiche<br />
della radice hwy; ma per si possono trovare tracce della formula originale<br />
nell’espressione biblica “dio dei padri”, yh(hw)-’l’l(h) ’byk, da cui deriva ’ny yhwh<br />
’lhy ’brhm ’byk, «Io sono Yhwh, il Dio di tuo padre Abramo» (pp.334).<br />
• Chi era in origine questa divinità? De Moor scarta una connessione diretta tra “il dio<br />
dei padri” e ’l’b (“dio padre” non “dio del padre”). Giustifica in qualche modo le origini<br />
del nome divino nell’ambito di un culto degli antenati; si attiene perciò all’ambito<br />
funerario del culto agli antenati in cui tale nome compare.<br />
YHWH-EL è il nome di un antenato divinizzato di una delle tribù protoisraelitiche;<br />
il nome divino a lui attribuito non indicherebbe altro che un aspetto di El. Perciò non è<br />
un dio straniero, fuso con El in Canaan, ma una manifestazione di El sin dall’inizio.<br />
Mentre a Ugarit questo El ha ceduto a Baal, nel Sud di Canaan si è conservato preminente,<br />
e anzi ha accentuato la sua esclusività. Comunque non è possibile dire quando<br />
una divinità YHWH-EL abbia avuto le sue origini, né quando l’antenato che portava<br />
questo nome sia vissuto: si può pensare all’inizio del II millennio, certo molto tempo<br />
prima delle testimonianze (scritte) di un culto di YHWH. In conclusione, pertanto,<br />
«circa il tempo di inizio l’origine storica dello yahvismo resta irraggiungibile»<br />
(p.333).<br />
Il culto è attestato nei racconti dei PP e collegato in particolare nell’uso delle stele<br />
e nell’aniconismo, anche in Lv 16 o in altri testi sparsi, come Gn 49,6 cf vv-5-6<br />
(p.356), usati per attestare l’attività dei proto-israeliti come Apiru. Anche attraverso il<br />
culto degli antenati YHWH-El avrebbe rafforzato il suo esclusivismo (ma determinante<br />
fu l’influsso della religione di Amarna). La differenza specifica di Israele consiste nella<br />
sacralità delle sue istituzioni, tra cui l’alleanza con il popolo, anziché attraverso un<br />
sovrano. Salva così la peculiarità delle origini e la diversità del Dio YHWH di Israele.<br />
«Nei confronti di questa ipotesi (nonostante i dubbi che può suscitare) va riconosciuto<br />
che anche se il processo originario da cui è derivato il nome divino è di tipo evemeristico,<br />
non è l’eroe umano ma la divinità racchiusa nel nome quella che è stata<br />
venerata come tale: in ultima analisi si tratta del dio El sopravvissuto nella funzione<br />
espressa dal verbo che lo accompagna, divenuta a sua volta nome autonomo di divinità<br />
(YHWH)» (Prato, p.208).<br />
b) luoghi di culto e nomi divini<br />
• Sichem – ’El ba‘al berît (Gen 33,18-20): situato fuori delle mura; legato a Giacobbe<br />
che vi eresse un altare a “El Dio di Israele”.<br />
• Betel (Gen 12,8; 28,10ss), ’El Betel-Luz (35,7 cf 31,13): fuori città tra Betel e ‘Ai<br />
(Gen 12,8). Era luogo sacro (Gn 28,10ss), che Giacobbe riconosce. Vi compie un rito<br />
arcaico: sotterramento degli idoli sotto la quercia e rinuncia agli dei stranieri, cambio<br />
di abiti (Gn 33,1-7.9-15). È atto di fede nell’unico Dio d’Israele. Il luogo fu consacrato<br />
a “’El-Betel”, perché là Dio si era rivelato e gli aveva dato il nome “Israele”. È il<br />
“Signore dell’alleanza” (cf Gdc 8,33; 9,4.46; Gs 24). Sarà oggetto di culto sincretista<br />
e come tale rimproverato da Osea (4,15; 5,8; 10,5: Bet-Aven) che del patriarca ritiene<br />
tratti negativi (12,4s.13).<br />
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