Ayyam min Ayati (Giorni della mia vita – nelle - Visit WordPress
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Non vi è altra divinità al di fuori di Allah, e Muhammad è il Messaggero di<br />
Allah…<br />
Mai assoceremo chiunque al nostro Signore… Mai venereremo altri che Lui…<br />
Signore nostro, Ti imploriamo di aiutarci a resistere e concederci di morire<br />
musulmani… In quanto a voi, Faraoni d'Egitto, voi non fate che passare in<br />
questo mondo effimero… E domani ciascuno sarà giudicato secondo le sue<br />
azioni; quel giorno gli esseri malefici, gli empi, gli atei, ecc. vedranno come i<br />
loro cri<strong>min</strong>i si rivolgeranno contro di loro e li condanneranno per sempre.<br />
L'indomani, Hamza Bassiuni, Riyadh e Safwat Rubi arrivarono nella cella<br />
dell'ospedale, presero i fogli e se ne andarono.<br />
Un'ora dopo, tornarono con un'auto per portarmi all'ufficio di Shams Badran,<br />
poiché non potevo più cam<strong>min</strong>are. Là, lo vidi mentre strappava i fogli che gli<br />
avevano consegnato e li gettava nella spazzatura.<br />
Mi spiegò: "Sono i tuoi fogli, quelli che hai riempito ieri di sciocchezze e di<br />
futilità. Ora verserò il tuo sangue in un calice, ed è col tuo stesso sangue che<br />
scriverai ciò che vogliamo… Il tuo sangue ti servirà da inchiostro, bella <strong>mia</strong>…<br />
hai capito?!".<br />
Poi mi riportarono alla cella dell'ospedale… sotto una pioggia di ingiurie, di<br />
insulti e di frustate…!<br />
NASSER HA ORDINATO<br />
LA MIA ESECUZIONE<br />
Restai all'ospedale per qualche giorno, per essere medicata e curata, poiché<br />
solo un filo mi separava ormai dalla morte!<br />
E un giorno, poco prima del tramonto, mi trasferirono di nuovo nell'ufficio di<br />
Shams Badran… Ma invece di farmi entrare, mi ordinarono di stare ferma, in<br />
piedi, col viso rivolto ad un apparecchio elettrico che emanava un suono<br />
orribile, un'aria umida e molto calore…<br />
Restai in piedi davanti a questo maledetto apparecchio per tutta la notte… e<br />
l'indomani mi riportarono di nuovo all'ospedale. Arrivò il dottor Majed, che<br />
mi fissò in viso e disse all'infermiere AbdulMâbud: "È molto pallida… Sono<br />
dunque venuti a prenderla stanotte?", e Abdul Mâbud rispose<br />
affermativamente. Mezz'ora dopo, AbdulMâbud mi portò mezza baguette di<br />
pane con un po' di marmellata, e il medico mi disse: "Le consiglio di<br />
mangiare".<br />
Verso il tramonto, mi fecero uscire dall'ospedale per farmi rimanere in una<br />
stanza accanto all'ufficio di Shams Badran. I maledetti scagnozzi, Hamza<br />
Bassiuni, Safwat Rubi e Riyadh, arrivarono e si misero a parlare tra loro in<br />
modo misterioso. I primi due se ne andarono, mentre il terzo rimase là.<br />
All'improvviso, divenne come pazzo e co<strong>min</strong>ciò a gridare, a graffiarsi e a<br />
tirarsi i capelli. Faceva dei movimenti, come se volesse stracciarsi gli abiti, e<br />
gridava come un lupo accusandomi di essere folle, demente e ingenua, e<br />
<strong>min</strong>acciandomi di porre ter<strong>min</strong>e alla <strong>mia</strong> <strong>vita</strong> quello stesso giorno, se avessi<br />
continuato a rifiutare di scrivere ciò che mi domandava Shams Badran.<br />
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