Ayyam min Ayati (Giorni della mia vita – nelle - Visit WordPress
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Poi Shamas Badran aggiunse: "Basta, Ali, puoi andare ora!", e Ali Ashmawi se ne andò, con la benedizione e i migliori auguri di Shams Badran! Poi, Shams Badran ordinò ad Hamza di portargli AbdulFattah Isma'il. Poco dopo, Hamza Bassiuni tornò accompagnato dal povero AbdulFattah Isma'il… Aveva veramente la dignità delle persone pie e virtuose. Portava un abito blu, quello indossato da tutti i detenuti… Un abito stracciato dappertutto… Le tracce di tortura sul suo corpo descrivevano, da sole, tutte le sofferenze e tutta la crudeltà che questo nobile combattente sopportava in prigione… AbdulFattah ci tenne a rivolgermi la parola per primo, dicendo: "Assalamu 'alaykum, Hajja Zaynab!" Risposi: "wa'alaykumu-s-salâm, fratello AbdulFattah". Shams Badran gli rivolse la parola chiedendogli: "Che cosa andavi a fare a casa di Zaynab Al-Ghazali, AbdulFattah? Perché andavi a trovarla così spesso?" Il fratello AbdulFattah Isma'il gli rispose con una saggezza e una forza di cui sono capaci solo i veri credenti, dicendo a tutti: "La mia sorella ed io stesso operavamo per formare una generazione di giovani musulmani, conformemente ai principi e agli insegnamenti del Corano e della Sunnah. Evidentemente, ciò avrebbe inevitabilmente condotto ad un cambiamento nella natura dello Stato, passando perciò da uno Stato ateo ad uno Stato Islamico…". In quell'istante, Shams Badran l'interruppe con brutalità dicendogli: "Pure tu vuoi farmi delle prediche? Qui, non siamo in una moschea, figlio di p… capito? Capito? Su, esci, esci!!". AbdulFattah Isma'il se ne andò com'era venuto. Ma, prima di andarsene, volle rivolgermi il saluto islamico: "Che la pace e le benedizioni di Allah siano su di te!". Gli resi il saluto negli stessi termini: "Che la pace e le benedizioni di Allah siano anche su di te". Shams Badran montò selvaggiamente in collera e si lasciò andare come al solito alle peggiori ingiurie! Ma l'attitudine di AbdulFattah Isma'il mi aveva molto riconfortata: la sua nobiltà, la sua fede incrollabile e la sua determinazione avevano portato un balsamo alla mia anima e dissi dentro di me: "Ti rendo grazie, Signore… Vi saranno sempre uomini e donne che Ti resteranno fedeli… Ti imploro di proteggerli e di sostenerli perché il Tuo Messaggio sopravviva e perduri… Se Ali Ashmawi ha tradito, altri resistono alle sofferenze, nonostante tutti i torti subiti…" Mi riebbi da questi pensieri sentendo la voce di Shams Badran che gridava: "Portatela via, portate via questa p… questa figlia di p… e che torni domani, coi fogli ben compilati!!". Poi, consegnò a Hasan Khalil e Safwat Rubi dei fogli e una penna. Tornai all'ospedale, presi i fogli e la penna e scrissi… ma cosa potevo scrivere? Che cosa volevano da noi? Volevano che bestemmiassimo, che dicessimo male del nostro Dio… Volevano che agissimo contrariamente agli insegnamenti della nostra religione?! No, no, e mille volte no!! Mai scriveremo altre cose, se non che noi siamo i combattenti di Allah, agiamo per la Sua gloria e secondo i Suoi comandamenti. Non abbiamo che un solo slogan: Lâ ilâha illâ Allâh, Muhammad Rasûl Allâh, 96
Non vi è altra divinità al di fuori di Allah, e Muhammad è il Messaggero di Allah… Mai assoceremo chiunque al nostro Signore… Mai venereremo altri che Lui… Signore nostro, Ti imploriamo di aiutarci a resistere e concederci di morire musulmani… In quanto a voi, Faraoni d'Egitto, voi non fate che passare in questo mondo effimero… E domani ciascuno sarà giudicato secondo le sue azioni; quel giorno gli esseri malefici, gli empi, gli atei, ecc. vedranno come i loro crimini si rivolgeranno contro di loro e li condanneranno per sempre. L'indomani, Hamza Bassiuni, Riyadh e Safwat Rubi arrivarono nella cella dell'ospedale, presero i fogli e se ne andarono. Un'ora dopo, tornarono con un'auto per portarmi all'ufficio di Shams Badran, poiché non potevo più camminare. Là, lo vidi mentre strappava i fogli che gli avevano consegnato e li gettava nella spazzatura. Mi spiegò: "Sono i tuoi fogli, quelli che hai riempito ieri di sciocchezze e di futilità. Ora verserò il tuo sangue in un calice, ed è col tuo stesso sangue che scriverai ciò che vogliamo… Il tuo sangue ti servirà da inchiostro, bella mia… hai capito?!". Poi mi riportarono alla cella dell'ospedale… sotto una pioggia di ingiurie, di insulti e di frustate…! NASSER HA ORDINATO LA MIA ESECUZIONE Restai all'ospedale per qualche giorno, per essere medicata e curata, poiché solo un filo mi separava ormai dalla morte! E un giorno, poco prima del tramonto, mi trasferirono di nuovo nell'ufficio di Shams Badran… Ma invece di farmi entrare, mi ordinarono di stare ferma, in piedi, col viso rivolto ad un apparecchio elettrico che emanava un suono orribile, un'aria umida e molto calore… Restai in piedi davanti a questo maledetto apparecchio per tutta la notte… e l'indomani mi riportarono di nuovo all'ospedale. Arrivò il dottor Majed, che mi fissò in viso e disse all'infermiere AbdulMâbud: "È molto pallida… Sono dunque venuti a prenderla stanotte?", e Abdul Mâbud rispose affermativamente. Mezz'ora dopo, AbdulMâbud mi portò mezza baguette di pane con un po' di marmellata, e il medico mi disse: "Le consiglio di mangiare". Verso il tramonto, mi fecero uscire dall'ospedale per farmi rimanere in una stanza accanto all'ufficio di Shams Badran. I maledetti scagnozzi, Hamza Bassiuni, Safwat Rubi e Riyadh, arrivarono e si misero a parlare tra loro in modo misterioso. I primi due se ne andarono, mentre il terzo rimase là. All'improvviso, divenne come pazzo e cominciò a gridare, a graffiarsi e a tirarsi i capelli. Faceva dei movimenti, come se volesse stracciarsi gli abiti, e gridava come un lupo accusandomi di essere folle, demente e ingenua, e minacciandomi di porre termine alla mia vita quello stesso giorno, se avessi continuato a rifiutare di scrivere ciò che mi domandava Shams Badran. 97
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Poi Shamas Badran aggiunse: "Basta, Ali, puoi andare ora!", e Ali Ashmawi se<br />
ne andò, con la benedizione e i migliori auguri di Shams Badran!<br />
Poi, Shams Badran ordinò ad Hamza di portargli AbdulFattah Isma'il.<br />
Poco dopo, Hamza Bassiuni tornò accompagnato dal povero AbdulFattah<br />
Isma'il… Aveva veramente la dignità delle persone pie e virtuose. Portava un<br />
abito blu, quello indossato da tutti i detenuti… Un abito stracciato<br />
dappertutto… Le tracce di tortura sul suo corpo descrivevano, da sole, tutte le<br />
sofferenze e tutta la crudeltà che questo nobile combattente sopportava in<br />
prigione… AbdulFattah ci tenne a rivolgermi la parola per primo, dicendo:<br />
"Assalamu 'alaykum, Hajja Zaynab!"<br />
Risposi: "wa'alaykumu-s-salâm, fratello AbdulFattah".<br />
Shams Badran gli rivolse la parola chiedendogli: "Che cosa andavi a fare a casa<br />
di Zaynab Al-Ghazali, AbdulFattah? Perché andavi a trovarla così spesso?"<br />
Il fratello AbdulFattah Isma'il gli rispose con una saggezza e una forza di cui<br />
sono capaci solo i veri credenti, dicendo a tutti: "La <strong>mia</strong> sorella ed io stesso<br />
operavamo per formare una generazione di giovani musulmani,<br />
conformemente ai principi e agli insegnamenti del Corano e <strong>della</strong> Sunnah.<br />
Evidentemente, ciò avrebbe ine<strong>vita</strong>bilmente condotto ad un cambiamento<br />
nella natura dello Stato, passando perciò da uno Stato ateo ad uno Stato<br />
Islamico…".<br />
In quell'istante, Shams Badran l'interruppe con brutalità dicendogli: "Pure tu<br />
vuoi farmi delle prediche? Qui, non siamo in una moschea, figlio di p… capito?<br />
Capito? Su, esci, esci!!". AbdulFattah Isma'il se ne andò com'era venuto. Ma,<br />
prima di andarsene, volle rivolgermi il saluto islamico: "Che la pace e le<br />
benedizioni di Allah siano su di te!".<br />
Gli resi il saluto negli stessi ter<strong>min</strong>i: "Che la pace e le benedizioni di Allah<br />
siano anche su di te".<br />
Shams Badran montò selvaggiamente in collera e si lasciò andare come al<br />
solito alle peggiori ingiurie!<br />
Ma l'attitudine di AbdulFattah Isma'il mi aveva molto riconfortata: la sua<br />
nobiltà, la sua fede incrollabile e la sua deter<strong>min</strong>azione avevano portato un<br />
balsamo alla <strong>mia</strong> anima e dissi dentro di me: "Ti rendo grazie, Signore… Vi<br />
saranno sempre uo<strong>min</strong>i e donne che Ti resteranno fedeli… Ti imploro di<br />
proteggerli e di sostenerli perché il Tuo Messaggio sopravviva e perduri… Se<br />
Ali Ashmawi ha tradito, altri resistono alle sofferenze, nonostante tutti i torti<br />
subiti…"<br />
Mi riebbi da questi pensieri sentendo la voce di Shams Badran che gridava:<br />
"Portatela via, portate via questa p… questa figlia di p… e che torni domani,<br />
coi fogli ben compilati!!".<br />
Poi, consegnò a Hasan Khalil e Safwat Rubi dei fogli e una penna. Tornai<br />
all'ospedale, presi i fogli e la penna e scrissi… ma cosa potevo scrivere? Che<br />
cosa volevano da noi? Volevano che bestem<strong>mia</strong>ssimo, che dicessimo male del<br />
nostro Dio… Volevano che agissimo contrariamente agli insegnamenti <strong>della</strong><br />
nostra religione?! No, no, e mille volte no!! Mai scriveremo altre cose, se non<br />
che noi siamo i combattenti di Allah, agiamo per la Sua gloria e secondo i Suoi<br />
comandamenti. Non abbiamo che un solo slogan:<br />
Lâ ilâha illâ Allâh, Muhammad Rasûl Allâh,<br />
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