Ayyam min Ayati (Giorni della mia vita – nelle - Visit WordPress
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tutto ciò che sa a proposito dell'organizzazione dei Fratelli Musulmani… Come li hai conosciuti, come progettavano di assassinare Gamal Abdul Nasser per poi impadronirsi del potere… Scrivi il nome di tutti i Fratelli che conosci…". Sulla via dell'ospedale, Safwat mi ordinava di camminare, mentre io ne ero assolutamente incapace, sembravo un bambino che muovesse i suoi primi passi! Ma la mia debolezza non faceva che eccitare ancora di più il suo sadismo e la sua crudeltà. Così mi faceva fermare, per poi ordinarmi di fare il movimento di cui ho parlato, che secondo loro avrebbe dovuto essere d'aiuto per arrestare l'emorragia dei miei piedi! Tutto ciò, beninteso, condito con insulti e ingiurie: "Specie di p…! Figlia di p…! Specie di pazza! ecc. ". Alla fine giunsi all'ospedale, e solo Allah sa in che stato mi trovassi… Fu veramente un viaggio di supplizio. All'ospedale mi chiusero nella mia cella; Safwat mi diede un foglio e una penna dicendo: "Sicuramente hai capito cosa ti viene chiesto, e non vale la pena filosofare come fai sempre… scrivi, come ti è stato detto, tutto ciò che sai sui Fratelli Musulmani, e come volevate assassinare Gamal Abdul Nasser… è chiaro?! Allora, su, bella mia!". Chiuse la porta e se ne andò. Non potevo neanche reggere la penna, talmente le mie mani erano gonfie. Non potei scrivere nulla. Il primo giorno passò, e non avevo ancora scritto una parola, quando arrivò Safwat e vide i fogli ancora bianchi. Mi disse: "Ti lascerò ancora i fogli, perché tu possa salvarti la pelle, specie di p…", e se ne andò. Mi misi allora a scrivere con molte difficoltà, ed il terzo giorno Hamza Bassiuni venne a controllare, recuperò i fogli scritti e se ne andò. Passai la giornata nel dormiveglia. Non potevo stare completamente sveglia, né riuscivo ad abbandonarmi ad un sonno profondo. Quando mi alzavo, i piedi mi facevano un male atroce, e se mi addormentavo le mie ossa gridavano alto e forte il mio dolore. Safwat arrivò accompagnato da due soldati, che mi portarono di nuovo nell'ufficio di Shams Badran. Ancora una volta, dovetti percorrere tutta la strada sui miei piedi gonfi. Di tanto in tanto, Safwat mi faceva fermare per chiedermi di fare dei movimenti, allo scopo di ironizzare e prendermi in giro! Entrai nell'ufficio di Shams Badran che mi fissò con sguardo crudele e aggressivo. Stava stracciando dei fogli e li gettava nel cestino. Poi si rivolse a me dicendo: "Specie di p… , non ti sono bastate tutte le torture che hai subito finora?! Cos'hai scritto? Delle stupidaggini, delle cretinate… cosa?? Su, Hamza, frustala ancora, perché ritrovi la ragione, e soprattutto non avere pietà di lei! Non funziona, capito?". Hamza Bassiuni e Hasan Khalil dissero allora: "Intesi, Eccellenza, è meglio riportarla dai cani". Shams Badran gridò allora con estremo nervosismo: "Su, Safwat, riunisci i cani… svelto!". Safwat e uno dei suoi aiutanti si precipitarono fuori e tornarono con due cani particolarmente feroci, cani allevati per uccidere e divorare carne umana… Gli stessi cani che avevo già conosciuto, il giorno del mio arrivo nella "Bastiglia d'Egitto", la celebrissima prigione militare di cui eravamo ospiti titolati. 90
Shams Badran rivolse allora un ordine: "Su, Safwat, lascia andare i cani!". Le due belve si precipitarono violentemente su di me. Chiusi gli occhi implorando il Signore di venirmi in soccorso e di proteggermi dal male. I cani non smettevano di mordermi, strappandomi violentemente e selvaggiamente la pelle… da parte sua, Shams Badran non smetteva di insultarmi e ingiuriarmi: "Specie di p…, figlia di p…, svergognata, vecchia pazza", di tutto mi diceva, senza risparmiarmi nulla. Poi cominciò a minacciare: "Su, scrivi che vi eravate messi d'accordo per assassinare Gamal Abdul Nasser… Dimmi, come contavate di riuscirci? Scrivi, specie di p…!". Ormai, avevo a che fare con tre cani, non più solo due. I primi due mi divoravano la carne lasciando ferite profonde nella mia pelle; il terzo, Shams Badran, non smetteva di insultarmi come al solito. Sembra tuttavia che Shams Badran si fosse accorto, nel frattempo, si fosse reso conto dell'inefficacia dell'uso dei cani. Gridò allora, col corpo tremante di collera, rivolgendosi a Safwat: "Su, richiama i cani e prepara questa specie di p… per la frusta!" Chiamarono il medico che arrivò immediatamente per visitarmi, e dopo avermi esaminata disse al maledetto Shams Badran: "Se permette, Eccellenza, sarebbe meglio aspettare e frustarla più tardi… Il suo stato non lo permette oggi, ha sofferto molto!" Shams Badran ordinò allora a Hamza Bassiuni di portarmo nella cella n° 24, aggingendo: "Ehi Hamza, voglio che mi riporti il suo cadavere… capito?" Mi portarono nella cella n° 24, si trovava in un edificio che non avevo mai visto prima. Mi fecero fermare, tutto il mio corpo tremava e non potevo muovermi. Infine mi fecero entrare in una cella un po' speciale, al centro della quale vi era un fuoco acceso; ad ogni angolo stava in piedi un soldato che teneva in mano una frusta che somigliava stranamente ad una lingua di vipera… Il primo soldato mi diede una frustata ordinandomi di entrare nel cerchio di fuoco. Ma, appena mi avvicinai, il secondo soldato mi impedì di proseguire… poi il terzo mi colpì, e così di seguito, il fuoco era vicinissimo a me ed il calore della fiamma mi sfiorava il viso… la tortura durò circa due ore, durante le quali ero divisa tra due fiamme: da una parte la fiamma bruciante del fuoco, dove temevo di cadere, e dall'altra parte la fiamma delle fruste che si abbattevano senza sosta sul mio corpo; nessuna delle due fiamme era meno dolorosa dell'altra; non potevo nemmeno scegliere, dato che tra due mali di solito si sceglie il minore, ma non era questo il caso! Hamza Bassiuni arrivò, con uno sguardo da imbecille stampato sul viso. Mi disse, mentre mi trovavo tra le fiamme: "Su, scrivi che progettavate di assassinare Gamal Abdul Nasser… altrimenti ti buttiamo nel fuoco!" Gli rivolsi uno sguardo che manifestava la mia determinazione e la mia risoluzione di resistere fino alla fine, al di là dei limiti sopportabili… E gli lanciai in pieno viso un grido senza voce, e piansi senza lacrime… Il supplizio era insopportabile… Persi conoscenza… e mi risvegliai in una camera d'ospedale! 91
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tutto ciò che sa a proposito dell'organizzazione dei Fratelli Musulmani… Come<br />
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poi impadronirsi del potere… Scrivi il nome di tutti i Fratelli che conosci…".<br />
Sulla via dell'ospedale, Safwat mi ordinava di cam<strong>min</strong>are, mentre io ne ero<br />
assolutamente incapace, sembravo un bambino che muovesse i suoi primi<br />
passi! Ma la <strong>mia</strong> debolezza non faceva che eccitare ancora di più il suo<br />
sadismo e la sua crudeltà. Così mi faceva fermare, per poi ordinarmi di fare il<br />
movimento di cui ho parlato, che secondo loro avrebbe dovuto essere d'aiuto<br />
per arrestare l'emorragia dei miei piedi! Tutto ciò, beninteso, condito con<br />
insulti e ingiurie: "Specie di p…! Figlia di p…! Specie di pazza! ecc. ".<br />
Alla fine giunsi all'ospedale, e solo Allah sa in che stato mi trovassi… Fu<br />
veramente un viaggio di supplizio. All'ospedale mi chiusero nella <strong>mia</strong> cella;<br />
Safwat mi diede un foglio e una penna dicendo: "Sicuramente hai capito cosa<br />
ti viene chiesto, e non vale la pena filosofare come fai sempre… scrivi, come ti<br />
è stato detto, tutto ciò che sai sui Fratelli Musulmani, e come volevate<br />
assassinare Gamal Abdul Nasser… è chiaro?! Allora, su, bella <strong>mia</strong>!". Chiuse la<br />
porta e se ne andò.<br />
Non potevo neanche reggere la penna, talmente le mie mani erano gonfie. Non<br />
potei scrivere nulla. Il primo giorno passò, e non avevo ancora scritto una<br />
parola, quando arrivò Safwat e vide i fogli ancora bianchi. Mi disse: "Ti lascerò<br />
ancora i fogli, perché tu possa salvarti la pelle, specie di p…", e se ne andò.<br />
Mi misi allora a scrivere con molte difficoltà, ed il terzo giorno Hamza<br />
Bassiuni venne a controllare, recuperò i fogli scritti e se ne andò. Passai la<br />
giornata nel dormiveglia. Non potevo stare completamente sveglia, né riuscivo<br />
ad abbandonarmi ad un sonno profondo. Quando mi alzavo, i piedi mi<br />
facevano un male atroce, e se mi addormentavo le mie ossa gridavano alto e<br />
forte il mio dolore.<br />
Safwat arrivò accompagnato da due soldati, che mi portarono di nuovo<br />
nell'ufficio di Shams Badran. Ancora una volta, dovetti percorrere tutta la<br />
strada sui miei piedi gonfi. Di tanto in tanto, Safwat mi faceva fermare per<br />
chiedermi di fare dei movimenti, allo scopo di ironizzare e prendermi in giro!<br />
Entrai nell'ufficio di Shams Badran che mi fissò con sguardo crudele e<br />
aggressivo. Stava stracciando dei fogli e li gettava nel cestino. Poi si rivolse a<br />
me dicendo: "Specie di p… , non ti sono bastate tutte le torture che hai subito<br />
finora?! Cos'hai scritto? Delle stupidaggini, delle cretinate… cosa?? Su,<br />
Hamza, frustala ancora, perché ritrovi la ragione, e soprattutto non avere<br />
pietà di lei! Non funziona, capito?".<br />
Hamza Bassiuni e Hasan Khalil dissero allora: "Intesi, Eccellenza, è meglio<br />
riportarla dai cani".<br />
Shams Badran gridò allora con estremo nervosismo: "Su, Safwat, riunisci i<br />
cani… svelto!".<br />
Safwat e uno dei suoi aiutanti si precipitarono fuori e tornarono con due cani<br />
particolarmente feroci, cani allevati per uccidere e divorare carne umana… Gli<br />
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