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Ayyam min Ayati (Giorni della mia vita – nelle - Visit WordPress

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materasso… Dieci <strong>min</strong>uti più tardi, il soldato tornò e trovò al sco<strong>della</strong> vuota.<br />

La prese e se ne andò.<br />

Passai la notte… e che notte! Ero morta di fatica e di dolore… Passai tutta la<br />

notte a soffrire. Mi rannicchiai e trascorsi la notte come potevo.<br />

ALL'OSPEDALE<br />

L'undicesimo giorno, a mezzogiorno, Safwat aprì la porta <strong>della</strong> cella e disse:<br />

"Entri, dottor Majid"; vidi un medico in uniforme accompagnato<br />

dall'infermiere militare, 'Abdul Mâbud. I miei piedi sanguinavano<br />

continuamente ed erano pieni di vesciche. Avevo piaghe dappertutto, e pure le<br />

ossa mi procuravano dolore. Soffrivo atrocemente.<br />

Il dottor Majid disse all'infermiere: "Premile le vesciche dei piedi, disinfettale<br />

le piaghe e mandala all'ospedale".<br />

Fu così che venni trasferita all'ospedale, controllata da due guardie che non mi<br />

lasciavano mai.<br />

CON SHAMS<br />

Passai tutta la giornata all'ospedale. Ero molto contenta, non perché non<br />

venissi torturata (mi ero in un certo senso abituata alla tortura, e in ogni<br />

modo, torturata o no, le mie sofferenze fisiche e morali erano permanenti), ma<br />

avevo finalmente cambiato posto… certo, anche all'ospedale ero pur sempre in<br />

una cella, ma il fatto di trovarmi in ospedale suscitò in me una sensazione di<br />

serenità, di calma, di pace e di tranquillità. Resi grazie ad Allah; passare la<br />

giornata fuori dalle mie abituali celle era divenuta una cosa insperata.<br />

Mi augurai che il mio soggiorno all'ospedale durasse fino a che le mie piaghe<br />

fossero guarite, e i miei dolori articolari fossero un po' leniti… davvero credetti<br />

a questo bel sogno!<br />

Ma fu invano; gli aiuto torturatori di Safwat non tardarono a venirmi a<br />

prendere e a strapparmi dal mio bel sogno per rigettarmi all'amara realtà.<br />

Mi portarono all'ufficio di Shams Badran! Cam<strong>min</strong>avo con difficoltà sui miei<br />

piedi sanguinanti… Non potevo più sopportare di sostenere il mio corpo<br />

indebolito… Ma la frusta <strong>nelle</strong> mani degli uo<strong>min</strong>i <strong>della</strong> prigione militare era là<br />

per richiamarmi all'ordine e obbligarmi a proseguire la marcia, nonostante le<br />

sofferenze e i dolori!!<br />

Malgrado ciò, e nonostante la paura <strong>della</strong> frusta, non potei arrivare sana e<br />

salva all'ufficio di Shams Badran. Caddi al suolo a metà strada. Le guardie mi<br />

obbligarono a rialzarmi e mi dovettero trascinare fino all'ufficio. Fu in<br />

condizioni inumane che giunsi al cospetto di questo maledetto Badran!<br />

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