Ayyam min Ayati (Giorni della mia vita – nelle - Visit WordPress
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Safwat arrivò accompagnato da un gigante nero! Cominciò a far saltare la frusta nella mano sinistra, poi l'abbatté contro il pavimento e contro il muro come se si preparasse a lanciare un grande attacco! All'improvviso si fermò e diede gli ordini al gigante nero che lo accompagnava. Gli disse di commettere il crimine più odioso che un essere umano possa commettere… gli lasciò la frusta, dicendogli con arroganza: "Se si rifiuta a te, ecco la frusta, puoi usarla come vuoi…" Feci fronte a tali insulti pregando il Signore e implorandoLo nei termini seguenti: "Mio Dio, io sono la Tua serva, sei Tu che mi hai fatta donna, sei Tu che mi hai creata debole… e non ho alcuna obiezione. Mio Dio, Ti scongiuro di volermi proteggere contro il male, contro i miscredenti, contro le crudeltà di ogni genere… Mio Dio, aiutami a trionfare su tutti loro…" La voce del gigante nero, a cui era stato ordinato di commettere su di me il peggiore dei crimini che un essere umano possa compiere, mi fece interrompere le mie preghiere e le mie invocazioni. Mi disse: "Oh zia!". Lo guardai con stupore e vidi che i suoi tratti erano diversi; poi, con voce molto dolce, aggiunse: "Non abbia paura, zia!... Mai le farei del male, anche se dovessero tagliarmi a pezzi!" Risposi con molta difficoltà: "Che Allah ti guidi sulla Retta Via… che Allah ti benedica, figlio mio!" All'improvviso, la porta della cella si aprì violentemente, e Safwat Rubi apparve e si mise a frustare questo poveretto e ad ingiuriarlo dicendo: "Specie di sudicio, specie di cane! Ti sei cacciato in un bel guaio da cui non potrai uscire! Vedrai che ti farò comparire dinanzi alla Corte Marziale!! Ciò che ti ho ordinato di fare sono gli ordini perentori di Nasser, specie di cane! Come?? Osi ora rifiutarti di obbedire agli ordini di Nasser?? Su, salvati immediatamente la pelle, prima che ti porti da Shams Badran perché ti faccia condurre dinanzi alla Corte Marziale…". Poi, gli ripeté gli stessi ordini, intimandogli di commettere sulla mia persona lo stesso crimine, e lo fece con molta arroganza e coi termini più scurrili. Sbatté la porta urlandogli: "Torno tra un'ora, verrò tra un'ora a vedere cos'hai combinato con lei… cerca dunque di salvarti la pelle ed esegui gli ordini di Nasser, immediatamente!!" Il gigante nero si rivolse a Safwat Rubi facendo il saluto militare, dicendo: "Ai suoi ordini, capo!". Assistetti impotente a tutto ciò, non potevo far altro che implorare il Signore di venirmi in aiuto, dicendo: "Si tratta della Tua causa e noi siamo tutti suoi militanti, suoi combattenti e suoi soldati martiri, abbi dunque pietà dei Tuoi soldati e della loro integrità fisica e morale! Fa' sì che possiamo trionfare sulla loro ingiustizia e sulla loro cruedltà". Nello stesso tempo, pregavo il Signore di condurre sulla Retta Via questo povero soldato a cui era stato ordinato di eseguire sulla mia persona il più orribile dei crimini, lo stupro. Temevo che questa volta, dopo tutte le minacce che Safwat gli aveva rivolto, volesse davvero eseguire quei maledetti ordini, ma alhamdulillah non fu così. Diede al contrario prova di un coraggio straordinario, e mi chiese innocentemente, come un bambino: "Ma perché, dunque, vi torturano così, zia??" 76
Risposi: "Figlio mio, è perché difendiamo la causa di Allah e vorremmo che la vita di questo paese fosse regolata dai comandamenti e dagli insegnamenti della nostra religione sacra. Non vogliamo per noi stessi né potere, né privilegi, solo la benedizione e il gradimento del Signore ci interessano". In quel momento, sentii l'appello alla preghiera del Zuhr. Compii allora le mie abluzioni come potevo, usando il muro della cella (per fare tayammûm), e compii la preghiera. Mi chiese allora con tenerezza: "Voglia pregare anche per me, zia!"; pregai allora Allah di condurlo sulla Retta Via, e feci la preghiera. Mi disse: "Preghi Allah per me, affinché possa ritrovare il cammino della preghiera… Voi… voi non siete degli esseri umani, ma degli angeli… Che sia maledetto Nasser, possa Allah distruggere il suo regno e il suo potere!..." Gli chiesi: "Sai fare le abluzioni?" Rispose: "Certo, zia! Prima facevo regolarmente la preghiera, ma se nell'esercito di Halimat mi scoprivano mentre pregavo… mi mettevano subito in prigione…". Gli dissi: "Fai le tue preghiere, anche se ti gettano in prigione, Allah è con te". Mi disse allora, col viso illuminato: "D'accordo, farò le preghiere!" In quel momento, un soldato bussò violentemente alla porta della cella gridando: "Ma cosa stai facendo, figlio di un cane?!!" L'altro rispose: "La signora non ha ancora finito di pregare" Il secondo aggiunse: "Safwat mi ha mandato a vedere cosa hai fatto e non tarderà a venire a controllare di persona!!" In effetti, Safwat arrivò di lì a poco, e come una bestia selvaggia si gettò violentemente contro il povero soldato. Si mise a frustarlo finché il poveretto perse anche la capacità di esprimere la sua sofferenza. Poi gli assistenti del torturatore lo alzarono di peso e lo portarono via… incontro ad un destino ancora più crudele, certamente… La porta della cella si richiuse di nuovo su di me… La sventura che il poveretto doveva subire solo per avermi difesa mi rattristava molto, anche se la sua illuminazione ed il suo rifiuto di cedere alla crudeltà degli ingiusti mi riconfortavano enormemente… I colpi di frusta che causavano ferite sul suo corpo le causavano anche nel mio, e segnavano solchi profondi nella mia anima. Alhamdulillah sentii la chiamata alla preghiera dell' 'Asr; cercai allora di lenire tutto il mio dolore nella preghiera e nella salmodia. DI NUOVO NELLA CELLA DELL'ACQUA! Il sole tramontò, i torturatori cominciarono allora ad attivarsi, e la ruota della tortura cominciò a girare. Mi rimisero allora, nell'oscurità della notte, nella cella dell'acqua. Il mio stomaco e il mio intestino urlavano per la fame e la mia gola stava per bruciare a causa della sete… in quanto alle mie piaghe e alle mie ferite, l'acqua fetida della cella non faceva che rianimarle… 77
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Safwat arrivò accompagnato da un gigante nero! Co<strong>min</strong>ciò a far saltare la<br />
frusta nella mano sinistra, poi l'abbatté contro il pavimento e contro il muro<br />
come se si preparasse a lanciare un grande attacco!<br />
All'improvviso si fermò e diede gli ordini al gigante nero che lo accompagnava.<br />
Gli disse di commettere il cri<strong>min</strong>e più odioso che un essere umano possa<br />
commettere… gli lasciò la frusta, dicendogli con arroganza: "Se si rifiuta a te,<br />
ecco la frusta, puoi usarla come vuoi…"<br />
Feci fronte a tali insulti pregando il Signore e implorandoLo nei ter<strong>min</strong>i<br />
seguenti: "Mio Dio, io sono la Tua serva, sei Tu che mi hai fatta donna, sei Tu<br />
che mi hai creata debole… e non ho alcuna obiezione. Mio Dio, Ti scongiuro di<br />
volermi proteggere contro il male, contro i miscredenti, contro le crudeltà di<br />
ogni genere… Mio Dio, aiutami a trionfare su tutti loro…"<br />
La voce del gigante nero, a cui era stato ordinato di commettere su di me il<br />
peggiore dei cri<strong>min</strong>i che un essere umano possa compiere, mi fece<br />
interrompere le mie preghiere e le mie invocazioni. Mi disse: "Oh zia!". Lo<br />
guardai con stupore e vidi che i suoi tratti erano diversi; poi, con voce molto<br />
dolce, aggiunse: "Non abbia paura, zia!... Mai le farei del male, anche se<br />
dovessero tagliarmi a pezzi!"<br />
Risposi con molta difficoltà: "Che Allah ti guidi sulla Retta Via… che Allah ti<br />
benedica, figlio mio!"<br />
All'improvviso, la porta <strong>della</strong> cella si aprì violentemente, e Safwat Rubi<br />
apparve e si mise a frustare questo poveretto e ad ingiuriarlo dicendo: "Specie<br />
di sudicio, specie di cane! Ti sei cacciato in un bel guaio da cui non potrai<br />
uscire! Vedrai che ti farò comparire dinanzi alla Corte Marziale!! Ciò che ti ho<br />
ordinato di fare sono gli ordini perentori di Nasser, specie di cane! Come??<br />
Osi ora rifiutarti di obbedire agli ordini di Nasser?? Su, salvati<br />
immediatamente la pelle, prima che ti porti da Shams Badran perché ti faccia<br />
condurre dinanzi alla Corte Marziale…". Poi, gli ripeté gli stessi ordini,<br />
intimandogli di commettere sulla <strong>mia</strong> persona lo stesso cri<strong>min</strong>e, e lo fece con<br />
molta arroganza e coi ter<strong>min</strong>i più scurrili. Sbatté la porta urlandogli: "Torno<br />
tra un'ora, verrò tra un'ora a vedere cos'hai combinato con lei… cerca dunque<br />
di salvarti la pelle ed esegui gli ordini di Nasser, immediatamente!!"<br />
Il gigante nero si rivolse a Safwat Rubi facendo il saluto militare, dicendo: "Ai<br />
suoi ordini, capo!".<br />
Assistetti impotente a tutto ciò, non potevo far altro che implorare il Signore<br />
di venirmi in aiuto, dicendo: "Si tratta <strong>della</strong> Tua causa e noi siamo tutti suoi<br />
militanti, suoi combattenti e suoi soldati martiri, abbi dunque pietà dei Tuoi<br />
soldati e <strong>della</strong> loro integrità fisica e morale! Fa' sì che possiamo trionfare sulla<br />
loro ingiustizia e sulla loro cruedltà".<br />
Nello stesso tempo, pregavo il Signore di condurre sulla Retta Via questo<br />
povero soldato a cui era stato ordinato di eseguire sulla <strong>mia</strong> persona il più<br />
orribile dei cri<strong>min</strong>i, lo stupro. Temevo che questa volta, dopo tutte le <strong>min</strong>acce<br />
che Safwat gli aveva rivolto, volesse davvero eseguire quei maledetti ordini,<br />
ma alhamdulillah non fu così. Diede al contrario prova di un coraggio<br />
straordinario, e mi chiese innocentemente, come un bambino: "Ma perché,<br />
dunque, vi torturano così, zia??"<br />
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