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Ayyam min Ayati (Giorni della mia vita – nelle - Visit WordPress

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tutto e ti hanno addossato ogni responsabilità, ed ora hai già la corda intorno<br />

al collo…!"<br />

Rimasi silenziosa, anche se i miei sguardi gli dicevano molte cose… ma non<br />

poteva capire perché è stupido, folle e troppo arrogante.<br />

Proseguì dunque dicendo stupidaggini: "Credimi, ascolta ciò che ti dico, e<br />

cerca di salvarti la pelle… perché domani mattina sarai già morta!"<br />

Continuai a stare zitta, cercando di mantenere la calma, allora mi disse: "Su,<br />

rispondi, specie di p…", ma io tacqui.<br />

Disse: "Senti, è semplice, ti porterò a trovare sua eccellenza Shams Badran, e<br />

gli racconterai come Sayyed Qotb e Hasan Al-Hudaybi si misero d'accordo per<br />

assassinare Nasser!"<br />

Gridai con tutte le mie forze: "Tutti i Fratelli sono innocenti e Allah si<br />

vendicherà di voi… il mondo effimero non è il nostro obiettivo, noi<br />

ricerchiamo la benedizione di Allah e nient'altro!"<br />

Si mise allora a lanciare grida e ingiurie come una bestia arrabbiata e mi<br />

frustò come un pazzo! Ciò durò più di mezz'ora. Poi se ne andò dicendo: "Ti ho<br />

dato precise istruzioni, conosci bene le tariffe, specie di p…!"<br />

Non potevo rimanere ferma senza muovere un muscolo, ciò era<br />

insopportabile. In effetti, è impossibile per un essere umano, quali che siano la<br />

sua forza e la sua abilità, rimanere così immobile… è un supplizio, un vero<br />

supplizio…!!<br />

Essere frustata era molto più sopportabile che stare immobile in quella<br />

posizione! Il calore <strong>della</strong> frusta è in effetti più sopportabile del supplizio<br />

dell'acqua. Co<strong>min</strong>ciai a riflettere sulla maniera di muovermi… Se stendevo la<br />

gamba, l'acqua mi arrivava alla bocca… Allora non rimaneva che un mezzo:<br />

alzarmi in piedi e rischiare i dieci colpi di frusta. Dunque mi rimisi ad Allah<br />

dicendo: "Mio Dio, aiutami!" e mi alzai…<br />

Pensai che i soldati dormissero… e sentii la chiamata alla preghiera del Fajr.<br />

Feci le abluzioni con una pietra, poiché l'acqua era sporca, troppo sporca.<br />

Compii la prima raka'a, ma all'inizio <strong>della</strong> seconda la porta <strong>della</strong> cella si aprì e<br />

la frusta si abbatté su di me. Dovetti allora riprendere la <strong>mia</strong> posizione<br />

iniziale, e la porta si richiuse. Mi misi a salmodiare il Nome di Allah, finché mi<br />

addormentai, ma l'acqua mi risvegliava bagnandomi il viso.<br />

Sambo e la sua frusta mi facevano visita non meno di cinque volte; dovevo per<br />

forza muovermi, dunque ogni volta che mi alzavo venivo frustata, e così di<br />

seguito, tutta la notte!<br />

IL CRIMINE<br />

Verso mezzogiorno, Safwat arrivò, mi tirò fuori dall'acqua e mi gettò in<br />

un'altra cella accanto a quella dell'acqua. Mi accovacciai appoggiando la<br />

schiena al muro, questo muro che mi sembrava ora come un cuscino<br />

imbottito! Le mie sofferenze erano multiple e varie… la fame mi torturava lo<br />

stomaco, le piaghe mi facevano soffrire moltissimo, sia le piaghe fisiche che<br />

quelle psichiche. Ero diventata un blocco di dolori, ciascuno di essi piangeva e<br />

gridava con tutte le sue forze dentro di me.<br />

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