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Ayyam min Ayati (Giorni della mia vita – nelle - Visit WordPress

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Appena uscita dall'ufficio di Shams Badran, caddi per terra. Safwat Rubi<br />

chiese ad un soldato di far venire l'infermiere AbdulMâbud. Questi giunse<br />

immediatamente, con in mano un flacone contenente certe essenze; me lo<br />

passò sotto il naso e mi riebbi dallo svenimento. Poi mi aiutarono ad alzarmi e<br />

a stare in piedi. Safwat mi ordinò di cam<strong>min</strong>are e si mise a sbattere la frusta<br />

sul pavimento per incitarmi ad accelerare! Barcollavo, e lui mi ordinava<br />

continuamente di alzarmi e proseguire la marcia, e così di seguito… La sua<br />

frusta non cessava di provocare solchi profondi nel mio corpo indebolito! Così,<br />

attraversai tutto il corridoio, cadendo e rialzandomi incessantemente spinta<br />

da continue frustate sulla schiena. Il torturatore non aveva alcuna pietà di me!<br />

Oh mio Dio! È un essere umano questo Safwat o un altro genere di creatura,<br />

che cam<strong>min</strong>a tutto il tempo con due piedi e una frusta?<br />

Una volta percorso tutto il corridoio, sentii una voce ordinargli: "Su, Safwat,<br />

falla entrare nella cella n° 5", e un'altra voce che urlava: "Buttala nell'acqua,<br />

Safwat!"<br />

Safwat mi fece entrare in una stanza e mi ordinò di mettermi a terra. Poi<br />

chiese all'infermiere AbdulMâbud di medicarmi.<br />

La porta <strong>della</strong> cella si aprì e potei vedere dietro alla porta una barriera di<br />

metallo alta più di un metro. Safwat Rubi mi disse di spogliarmi e di saltare al<br />

di là <strong>della</strong> barriera. Ciò mi fece molta paura e mi sentii talmente stanca e<br />

distrutta, non potendo muovermi nemmeno di un millimetro; restai dunque<br />

dov'ero, come una vecchia palma.<br />

I miei occhi si fissarono su un pozzo d'acqua che si trovava dietro lo<br />

sbarramento.<br />

Raccolsi tutte le mie energie e risposi: "No, Safwat, non mi spoglierò mai,<br />

assolutamente no, mai nella <strong>mia</strong> <strong>vita</strong>!". Mi rispose allora con arroganza e<br />

stupidità: "Allora starai nell'acqua con un solo vestito".<br />

Risposi: "Infatti porto un solo vestito"<br />

Mi disse arrogantemente: "Te lo straccerò", e in effetti lo fece, con un coltello<br />

che aveva in tasca! Poi mi disse: "Su, togli i pantaloni, specie di p… sarebbe un<br />

peccato rovinarli, dato che tra poco morirai!"<br />

Risposi: "Quando sarò nella camera, ti passerò i pantaloni". Obiettò: "Quale<br />

camera, specie di p…?... Ti stiamo per gettare nel pozzo, per sbarazzarci per<br />

sempre di te".<br />

Dissi: "Allora, voltati, così potrò togliermi i pantaloni".<br />

Si voltò dall'altra parte e io tolsi i pantaloni che mi avevano prestato prima di<br />

legarmi al palo per frustarmi, nell'ufficio di Shams Badran.<br />

Rimasi in piedi con i vestiti stracciati. Non sapevo più cosa fare… Quando<br />

Safwat mi ordinò di saltare nell'acqua, rifiutai di obbedire, spiegando: "No,<br />

non mi getterò nell'acqua di <strong>mia</strong> volontà. Se ci tenete ad uccidermi, non<br />

dovete far altro che assumervi la responsabilità di quest'azione… in quanto a<br />

me, non mi suiciderò mai, mai nella <strong>mia</strong> <strong>vita</strong>".<br />

In effetti, pensavo davvero che avessero deciso di giustiziarmi, sbarazzandosi<br />

per sempre di me; tutti i segnali concordavano per indurmi a pensare questo.<br />

La maleducazione e l'arroganza avevano superato tutti i limiti, e il pozzo in cui<br />

mi chiedevano di saltare stava dinanzi a me. Tutto ciò mi portava a credere<br />

che questa fosse la volta buona, che stavo indubbiamente per essere uccisa!<br />

Potevano gettarmi in questo pozzo, se volevano, non importava, dato che era<br />

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