Ayyam min Ayati (Giorni della mia vita – nelle - Visit WordPress
Ayyam min Ayati (Giorni della mia vita – nelle - Visit WordPress
Ayyam min Ayati (Giorni della mia vita – nelle - Visit WordPress
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
Fui allora frustata atrocemente e violentemente dappertutto. La tortura era<br />
così violenta e difficile da sopportare che stavo quasi per svenire, ma non<br />
volevo cedere dinanzi a questi malefici, davanti alle belve. Dunque feci uno<br />
sforzo su me stessa per resistere fino in fondo, pregando Allah di aiutarmi.<br />
Il dolore aumentava sempre più, e quando sentii che non ce la facevo più,<br />
co<strong>min</strong>ciai a pregare Allah ad alta voce. Co<strong>min</strong>ciai a salmodiare il Nome di<br />
Allah, mentre i colpi di frusta colpivano il mio corpo causando delle ferite<br />
profonde, ma tutto ciò non intaccava la <strong>mia</strong> deter<strong>min</strong>azione, la <strong>mia</strong> fede in<br />
Allah!! All'improvviso, persi conoscenza, ed ogni volta che cercavano di<br />
alzarmi cadevo di nuovo; non potevo più stare in piedi.<br />
Le mie sofferenze erano insopportabili, i miei piedi e tutte le parti del mio<br />
corpo sanguinavano a fiotti. Shams Badran ordinò allora a Safwat Rubi di<br />
farmi stare in piedi. Ero molto stanca e stressata; cercai di appoggiarmi al<br />
muro, ma Safwat me lo impedì, allontanandomi con la sua frusta! Chiesi allora<br />
che mi lasciassero sedere per terra, ma rifiutarono, e Shams Badran diceva<br />
tutto il tempo: "No, assolutamente no! Dov'è il tuo Dio? Che ti venga in aiuto<br />
dunque, se esiste davvero! domandaGli di liberarti di noi… Ma chiama Nasser<br />
in tuo aiuto, e lo vedrai arrivare all'istante…"<br />
Lo lasciai divagare un po', e non avrei voluto rispondergli, ma lui continuava:<br />
"Allora, dov'è il tuo preteso Dio?". Continuavo a stare zitta, e lui diceva<br />
ancora: "Allora, rispondi, rispondi alla <strong>mia</strong> domanda se puoi!". Allora dissi<br />
con voce flebile: "Allah, che il Suo Nome sia Esaltato, è il Creatore e<br />
l'Onnipotente!". Poi, mi portarono via.<br />
LA CELLA D'ACQUA…<br />
Uscii dall'ufficio di Shams Badran, lasciandomi sfuggire un gran "Uff" di<br />
sollievo. Avevo assolutamente bisogno di riposarmi, e sentivo come se le mie<br />
membra mi stessero abbandonando. Cam<strong>min</strong>ai col mio torturatore, Safwat<br />
Rubi, dove mi voleva condurre; avevamo appena percorso il corridoio, quando<br />
sentii Hasan Khalil gridare come un vulcano in ebollizione: "Torna qua,<br />
Safwat! Il capo vuole vedere ancora Zaynab!".<br />
Di nuovo, entrai nell'ufficio di Shams Badran, e per me fu una vera sorpresa;<br />
davanti a me c'era Hamidah Qotb. La riconobbi, ma lei no: le frustate, la fame,<br />
la fatica, l'umiliazione, la sete ecc., tutto ciò aveva finito per aver ragione di<br />
me, modificando completamente i miei tratti e la <strong>mia</strong> fisiono<strong>mia</strong>!<br />
Shams Badran chiese a questa onorabile ragazza, Hamidah Qotb: "Questa è<br />
Zaynab Al-Ghazali?"; Hamidah mi fissò allora a lungo prima di rispondere:<br />
"Sì, è proprio lei". Da parte <strong>mia</strong>, ero talmente stanca che non potei fare<br />
veramente attenzione alle domande che le venivano poste, né a quelle che mi<br />
riguardavano. Malgrado ciò, potei capire che Shams Badran la interrogava, e<br />
chiedeva ai soldati che portassero anche la sorella Fatima Issa, che occupava<br />
una cella vicina alla <strong>mia</strong>. Hamidah Qotb si mise a rispondere alle domande<br />
che le venivano poste da Shams Badran, il quale mi ordinò di andarmene.<br />
72