Ayyam min Ayati (Giorni della mia vita – nelle - Visit WordPress

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02.06.2013 Views

aiuto per raccogliere i miei ricordi, anche se la memorizzazione di ciò che è accaduto è una prova delle più penose e fonte di molta sofferenza. È sufficiente in effetti sottolineare che si tratta di vagliare ciò che uomini senza scrupoli ed esperti di torture avrebbero definito, e davvero a giusto titolo, "l'inferno"!! Questo inferno fu una prova terribile certo, ma permise di conoscere la gente e di lasciare emergere ciò che vi era di meglio in loro: spinse degli individui una volta impastoiati in ogni genere di amalgama a dire e gridare con tutta la loro forza che l'Islâm non è una semplice appartenenza o un'identità, ma veramente un impegno e un comportamento di fronte a qualsiasi prova. Che Allah mi aiuti a ritrovare le immagini o almeno una parte di esse che servano da scintilla, da candela o da fiamma della verità, per illuminare la via a coloro che detestano lo smarrimento. Tracciamo dunque un cammino diritto per i nostri piccoli e grandi passi. L'ho già detto, lo ripeto, persisto e sottoscrivo: È il messaggio portato da tutti i Profeti e Messaggeri di Allah, Messaggio che raggiunse la compiutezza con l'invio del Profeta Muhammad (sallAllahu 'alayhi waSallam). Attraverso di lui, l'Onnipotente fa conoscere a tutti gli esseri umani i loro doveri e i buoni costumi, stabilisce l'Islâm come la verità, l'unica, e lascia a ciascuno la libertà di scegliere, di credervi o di non credervi, come dice l'Altissimo nel Sublime Corano: … Creda chi vuole e chi vuole neghi… (Corano XVIII. Al-Kahf, 29) Coloro che si sono dati pena di intraprendere un cammino così difficile e assimilato, per grazia di Allah, tutti i minimi particolari del Libro (il Corano) e della Sunnah, non si allontaneranno mai dalla verità e dal bene, e non cesseranno di portare il Messaggio dell'Islâm in ogni angolo del mondo, finché la Ummah e l'umanità intera si fondino sulla base del Libro di Allah e della Sunnah del Suo Messaggero (sallAllahu 'alayhi waSallam). Esprimiamo dunque l'impegno di non sviarci mai dal cammino e dalla lotta, riponendo così presso Allah tutte le sofferenze, tutte le pene e tutti i torti che possiamo subire per il nostro attaccamento irriducibile agli insegnamenti di Allah. Allah ha comprato dai credenti le loro vite e le loro ricchezze (dando) in cambio il Giardino, (poiché) combattono sul sentiero di Allah, uccidono e sono uccisi. Promessa autentica per Lui vincolante, presente nella Torah, nel Vangelo e nel Corano… (Corano IX. At-Tawba, 111) Alle anime dei martiri che ci hanno preceduto, esprimiamo tutto il nostro amore, la nostra gratitudine e la nostra riconoscenza, e prendiamo con essi l'impegno di non distoglierci dal cammino della fede, del sacrificio, dell'abnegazione e della devozione totale alla causa dell'Islâm A tutti coloro che portano anche solo un piccolo atomo di bene nel loro cuore. 6

Che Allah permetta, mediante queste modeste righe, ad alcuni di ritrovare la retta Via e di condurvi altri. La Sua Volontà è implacabile e le Sue Vie impenetrabili. PRIMA PARTE 7 Zaynab al-Ghazali al-Jabîlî NASSER MI ODIA PERSONALMENTE Una sera d'inverno, all'inizio del mese di febbraio 1964, mentre rientravo a casa, la mia automobile si capovolse, in seguito all'urto contro un altro veicolo. Lo scontro era stato così forte da farmi perdere conoscenza, anche se il dolore insopportabile mi manteneva, mio malgrado, in stato di semi-incoscienza. Di tutto ciò che accadde, non compresi altro che la voce di un uomo che gridava forte il mio nome, poi svenni. Quando ripresi conoscenza mi trovavo all'ospedale di Eliopoli, circondata da mio marito, dai miei fratelli e sorelle e da qualche collega del lavoro. Dai loro visi traspariva la paura e la compassione per ciò che avevo appena subito. Lo avvertii appena aprii gli occhi per la prima volta, mentre le mie labbra salmodiavano: "Sia Lode ad Allah, sia Lode ad Allah"; come se salmodiando chiedessi loro cosa fosse successo. Tuttavia, non ripresi conoscenza se non dopo l'arrivo di una donna medico accompagnata da due infermieri e due infermiere venuti a perndermi per andare a fare delle radiografie. Mi ricordai allora cos'era successo e sentii mio marito dire: "Lode ad Allah, grazie al Signore, rendi grazie ad Allah, o pellegrina…", poiché avevo già effettuato il pellegrinaggio ai Luoghi Santi di Makkah e Madinah, e quando si è compiuto l'Hajj, la gente ha la tendenza, da noi, a chiamarti così: pellegrino, hajji, per gli uomini, e pellegrina, hajja, per le donne. Poi chiesi notizie del mio autista e mi dissero, grazie ad Allah, che era sano e salvo, che il suo stato di salute non era critico e che lo stavano curando nello stesso ospedale. Più tardi, appresi che era stato vittima di un trauma cranico. Fui condotta a fare delle radiografie: ci si accorse allora che avevo una frattura al collo del femore, e decisero di operarmi. Fui trasferita all'ospedale di Madhar Actur per essere operata dal dottor Muhammad 'Abdullah. L'operazione durò in tutto tre ore e mezza, e in seguito rimasi in una situazione critica con tutti i segni dei rischi maggiori… Il periodo critico trascorse, e cominciai a prendere nota dei commenti degli uni e degli altri per capire cosa fosse realmente avvenuto. Tutti i segnali concordavano e la maggior parte dei commenti suggeriva che l'incidente fosse un puro e semplice attentato organizzato dai servizi segreti e dagli uomini al servizio del presidente Nasser per liquidarmi. Altre informazioni giunsero in seguito a confermare tale ipotesi.

Che Allah permetta, mediante queste modeste righe, ad alcuni di ritrovare la<br />

retta Via e di condurvi altri. La Sua Volontà è implacabile e le Sue Vie<br />

impenetrabili.<br />

PRIMA PARTE<br />

7<br />

Zaynab al-Ghazali al-Jabîlî<br />

NASSER MI ODIA PERSONALMENTE<br />

Una sera d'inverno, all'inizio del mese di febbraio 1964, mentre rientravo a<br />

casa, la <strong>mia</strong> automobile si capovolse, in seguito all'urto contro un altro veicolo.<br />

Lo scontro era stato così forte da farmi perdere conoscenza, anche se il dolore<br />

insopportabile mi manteneva, mio malgrado, in stato di semi-incoscienza.<br />

Di tutto ciò che accadde, non compresi altro che la voce di un uomo che<br />

gridava forte il mio nome, poi svenni.<br />

Quando ripresi conoscenza mi trovavo all'ospedale di Eliopoli, circondata da<br />

mio marito, dai miei fratelli e sorelle e da qualche collega del lavoro. Dai loro<br />

visi traspariva la paura e la compassione per ciò che avevo appena subito. Lo<br />

avvertii appena aprii gli occhi per la prima volta, mentre le mie labbra<br />

salmodiavano: "Sia Lode ad Allah, sia Lode ad Allah"; come se salmodiando<br />

chiedessi loro cosa fosse successo.<br />

Tuttavia, non ripresi conoscenza se non dopo l'arrivo di una donna medico<br />

accompagnata da due infermieri e due infermiere venuti a perndermi per<br />

andare a fare delle radiografie. Mi ricordai allora cos'era successo e sentii mio<br />

marito dire: "Lode ad Allah, grazie al Signore, rendi grazie ad Allah, o<br />

pellegrina…", poiché avevo già effettuato il pellegrinaggio ai Luoghi Santi di<br />

Makkah e Madinah, e quando si è compiuto l'Hajj, la gente ha la tendenza, da<br />

noi, a chiamarti così: pellegrino, hajji, per gli uo<strong>min</strong>i, e pellegrina, hajja, per le<br />

donne.<br />

Poi chiesi notizie del mio autista e mi dissero, grazie ad Allah, che era sano e<br />

salvo, che il suo stato di salute non era critico e che lo stavano curando nello<br />

stesso ospedale. Più tardi, appresi che era stato vittima di un trauma cranico.<br />

Fui condotta a fare delle radiografie: ci si accorse allora che avevo una frattura<br />

al collo del femore, e decisero di operarmi. Fui trasferita all'ospedale di<br />

Madhar Actur per essere operata dal dottor Muhammad 'Abdullah.<br />

L'operazione durò in tutto tre ore e mezza, e in seguito rimasi in una<br />

situazione critica con tutti i segni dei rischi maggiori…<br />

Il periodo critico trascorse, e co<strong>min</strong>ciai a prendere nota dei commenti degli<br />

uni e degli altri per capire cosa fosse realmente avvenuto. Tutti i segnali<br />

concordavano e la maggior parte dei commenti suggeriva che l'incidente fosse<br />

un puro e semplice attentato organizzato dai servizi segreti e dagli uo<strong>min</strong>i al<br />

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