Ayyam min Ayati (Giorni della mia vita – nelle - Visit WordPress

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02.06.2013 Views

Ringraziai Allah che non mi avesse chiesto di alzarmi in piedi. In effetti ero spossata. Dopo un po', arrivò un altro uomo, con una frusta in mano e il viso pieno di acne. Mi ordinò: "Alzati, specie di p…, chi ti credi di essere? Chi sei?". Risposi: "Zaynab Al-Ghazali Al-Jabîlî". Proseguì: "Buon Dio, questa notte sarà la tua ultima notte in questo mondo, se sei qui è perché i giochi sono fatti e tu sei rovinata". Giunse un altro tizio, che disse al primo: "Puoi andare ora, starò con lei un istante. La vita è ingiusta, questa onorevole signora non ha fatto altro che del bene nella sua vita, ma i Fratelli Musulmani l'hanno plagiata, ed ecco il risultato!". Il primo aggiunse: "È vero capo, deve trattarsi veramente di una donna pia, ed è questo che l'ha salvata. In effetti, non le restava che qualche istante di vita, poi l'avremmo giustiziata". Il secondo commentò: "Vai ora, puoi andartene; parlerò un po' con lei; allora cosa volete da lei?". L'altro rispose: "Il presidente Nasser e il maresciallo AbdulHakim Amer vorrebbero che testimoniasse al processo contro i Fratelli Musulmani, denunciando il loro agire. D'altra parte la sua testimonianza non sarebbe altro che una pura formalità, dato che i Fratelli hanno già confessato tutto". Poi il primo se ne andò, e il secondo si sedette, dicendo: "Cosa significa tutto questo, Zaynab? Perché ti lasci torturare così, quando non lo meriti per nulla? I tuoi vestiti sono sporchi e strappati. Sembri molto stanca, potresti rispondere alle mie domande, o preferisci che rimandiamo a più tardi, magari fino a domani?". Constatando il mio silenzio, proseguì: "Ero con tuo fratello AbdulMun'im, Sayf e tuo marito, stamattina. Tuo marito è un uomo perbene e la tua situazione lo rattrista molto. È la ragione per cui ci tengo molto a liberarti da questo pantano in cui ti hanno cacciata i Fratelli Musulmani, ed è imperativo che tu accetti di testimoniare al processo contro di loro, si tratta di una questione di primaria importanza". Poi chiamò Safwat Rubi e gli ordinò di ricondurmi nella mia cella affinché potessi dormire, riposare e riflettere, nell'attesa di rivederlo l'indomani. UN BREVE MOMENTO DI RIPOSO La cella mi assorbì di nuovo. Ghadah e Ulayah dormivano. Ma il mio arrivo risvegliò quest'ultima, che mi chiese: "Sei tu, hajja?". Risposi: "Sì, alhamdulillah, sono io". Cercai di addormentarmi, ma invano, il sonno non voleva arrivare… Rimasi così fino all'alba. Compimmo allora la preghiera del Fajr, poi Ghadah cominciò a chiedermi cosa fosse successo la notte precedente. Le risposi: "Che Allah sia lodato, prego Allah perché ci aiuti a restare sulla Retta Via. Vogliono da me qualcosa di inaudito, mi chiedono l'impossibile". Ulayah mi disse allora: "Possa Allah aiutarti, pellegrina!". Poi Ghadah mi interrogò su ciò che era accaduto, voleva sapere tutto nei dettagli. Ma non le dissi nulla… Inoltre ero molto affaticata e dovevo prepararmi per l'interrogatorio della notte successiva. Ulayah mi capì e fece tacere Ghadah, e così la giornata trascorse. 62

COM'È PESANTE LA NOTTE La notte che tanto temevo non tardò a giungere… Ghadah e Ulayah si misero a pregare per me e per tutte le Sorelle e i Fratelli Musulmani. La porta della cella si aprì come previsto, ma c'era un altro uomo che non avevo mai visto prima. Era accompagnato da Safwat, e mi portarono insieme verso la camera delle torture. Poi, il nuovo arrivato domandò a Safwat di andarsene, e mi disse di sedermi vicino alla scrivania. Cominciò il suo discorso dicendo: "Zaynab, lei ha fatto perdere la pazienza a tutti coloro che vorrebbero aiutarla. Io vengo oggi come sua ultima speranza. È la sua ultima possibilità, e possa Allah aiutarmi a persuaderla ad ascoltare la voce della ragione, abbandonando il suo attaccamento ai Fratelli Musulmani. Non è sufficiente che l'abbiano spinta in una situazione così imbarazzante? L'hanno imbrogliata… l'hanno tradita, e lei continua a persistere nel difenderli, nel sostenerli e nel proteggerli, col suo silenzio e il suo rifiuto di testimoniare contro di loro. I Fratelli Musulmani l'hanno imbrogliata, facendole credere di lavorare davvero per l'Islâm. Ma, in effetti, il loro solo e unico obiettivo era quello di impadronirsi del potere. Noi vorremmo che lei aprisse il suo cuore, poiché Al-Hudaybi ha detto delle cose che la condurrebbero diritto dinanzi al plotone d'esecuzione, e anche Sayyed Qotb ha detto le stesse cose. Noi non ci fidiamo di loro e non abbiamo creduto alle loro dichiarazioni, dunque vogliamo salvarla da questa situazione. Questa è la ragione per cui le chiediamo di accettare di venire a testimoniare nel processo contro i Fratelli. Vogliamo anche che lei possa rientrare a casa sua oggi stesso, e quando avremo bisogno di lei per testimoniare la convocheremo e verremo a cercarla a casa per prendere nota e registrare tutte le sue dichiarazioni. Se lei è d'accordo su questo, potrà vedere il maresciallo AbdulHakim Amer e incontrerete il presidente in persona, che adotterà immediatamente la decisione di sospendere il divieto che pesa sull'associazione delle Donne Musulmane. Potrà così esercitare le sue attività, e riprendere a scrivere sulla rivista. Ancora meglio, il presidente Nasser ha la ferma intenzione di affidarle delle responsabilità molto più importanti all'interno dell'apparato statale. Avrà la responsabilità di tutte le associazioni che il paese può contare. Che tutto il male e tutti i torti che i Fratelli Musulmani le hanno causato cessino! D'altronde, cercano tutti di addossarle ogni colpa, indicandola come la responsabile numero uno e l'artefice principale di ogni loro complotto e cospirazione. Dall'inizio fino ad ora, non hanno mai smesso di scaricare su di lei ogni colpa, soltanto per salvare la propria pelle…". Parlava, parlava, mentre io avevo deciso di osservare un silenzio totale. Parlava e non smetteva di fissarmi con i suoi occhi, per tentare di percepire l'effetto delle sue parole su di me e la mia attitudine a riguardo. All'improvviso, suonò un campanello, e Safwat arrivò subito. Gli chiese di portare una tazza di té, e si girò verso di me chiedendo: "So che di solito lei beve caffé, ne vuole una tazza?". Risposi: "No, grazie. Non voglio niente". Proseguì: "Senta, Zaynab, ora le darò della carta e una penna, lei dovrà scrivere tutto ciò su cui ci siamo appena messi d'accordo…". Gli dissi: "Ma non ci siamo messi d'accordo proprio su nulla; cosa mai dovrei scrivere?!!". Mi rispose, dandomi un foglio e una penna: "Fino ad ora le ho spiegato dove stia il suo interesse, e il presidente Nasser ci tiene molto ad aiutarla, facendola uscire da questo pantano!!". 63

COM'È PESANTE LA NOTTE<br />

La notte che tanto temevo non tardò a giungere… Ghadah e Ulayah si misero a<br />

pregare per me e per tutte le Sorelle e i Fratelli Musulmani. La porta <strong>della</strong><br />

cella si aprì come previsto, ma c'era un altro uomo che non avevo mai visto<br />

prima. Era accompagnato da Safwat, e mi portarono insieme verso la camera<br />

delle torture. Poi, il nuovo arrivato domandò a Safwat di andarsene, e mi disse<br />

di sedermi vicino alla scrivania. Co<strong>min</strong>ciò il suo discorso dicendo: "Zaynab, lei<br />

ha fatto perdere la pazienza a tutti coloro che vorrebbero aiutarla. Io vengo<br />

oggi come sua ultima speranza. È la sua ultima possibilità, e possa Allah<br />

aiutarmi a persuaderla ad ascoltare la voce <strong>della</strong> ragione, abbandonando il suo<br />

attaccamento ai Fratelli Musulmani. Non è sufficiente che l'abbiano spinta in<br />

una situazione così imbarazzante? L'hanno imbrogliata… l'hanno tradita, e lei<br />

continua a persistere nel difenderli, nel sostenerli e nel proteggerli, col suo<br />

silenzio e il suo rifiuto di testimoniare contro di loro. I Fratelli Musulmani<br />

l'hanno imbrogliata, facendole credere di lavorare davvero per l'Islâm. Ma, in<br />

effetti, il loro solo e unico obiettivo era quello di impadronirsi del potere. Noi<br />

vorremmo che lei aprisse il suo cuore, poiché Al-Hudaybi ha detto delle cose<br />

che la condurrebbero diritto dinanzi al plotone d'esecuzione, e anche Sayyed<br />

Qotb ha detto le stesse cose. Noi non ci fidiamo di loro e non abbiamo creduto<br />

alle loro dichiarazioni, dunque vogliamo salvarla da questa situazione. Questa<br />

è la ragione per cui le chiediamo di accettare di venire a testimoniare nel<br />

processo contro i Fratelli. Vogliamo anche che lei possa rientrare a casa sua<br />

oggi stesso, e quando avremo bisogno di lei per testimoniare la convocheremo<br />

e verremo a cercarla a casa per prendere nota e registrare tutte le sue<br />

dichiarazioni. Se lei è d'accordo su questo, potrà vedere il maresciallo<br />

AbdulHakim Amer e incontrerete il presidente in persona, che adotterà<br />

immediatamente la decisione di sospendere il divieto che pesa<br />

sull'associazione delle Donne Musulmane. Potrà così esercitare le sue attività,<br />

e riprendere a scrivere sulla rivista. Ancora meglio, il presidente Nasser ha la<br />

ferma intenzione di affidarle delle responsabilità molto più importanti<br />

all'interno dell'apparato statale. Avrà la responsabilità di tutte le associazioni<br />

che il paese può contare. Che tutto il male e tutti i torti che i Fratelli<br />

Musulmani le hanno causato cessino! D'altronde, cercano tutti di addossarle<br />

ogni colpa, indicandola come la responsabile numero uno e l'artefice<br />

principale di ogni loro complotto e cospirazione. Dall'inizio fino ad ora, non<br />

hanno mai smesso di scaricare su di lei ogni colpa, soltanto per salvare la<br />

propria pelle…". Parlava, parlava, mentre io avevo deciso di osservare un<br />

silenzio totale. Parlava e non smetteva di fissarmi con i suoi occhi, per tentare<br />

di percepire l'effetto delle sue parole su di me e la <strong>mia</strong> attitudine a riguardo.<br />

All'improvviso, suonò un campanello, e Safwat arrivò subito. Gli chiese di<br />

portare una tazza di té, e si girò verso di me chiedendo: "So che di solito lei<br />

beve caffé, ne vuole una tazza?". Risposi: "No, grazie. Non voglio niente".<br />

Proseguì: "Senta, Zaynab, ora le darò <strong>della</strong> carta e una penna, lei dovrà<br />

scrivere tutto ciò su cui ci siamo appena messi d'accordo…". Gli dissi: "Ma non<br />

ci siamo messi d'accordo proprio su nulla; cosa mai dovrei scrivere?!!".<br />

Mi rispose, dandomi un foglio e una penna: "Fino ad ora le ho spiegato dove<br />

stia il suo interesse, e il presidente Nasser ci tiene molto ad aiutarla, facendola<br />

uscire da questo pantano!!".<br />

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