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Ayyam min Ayati (Giorni della mia vita – nelle - Visit WordPress

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In quell'istante, tirò fuori un foglio dal cassetto, prese una stilografica e mi<br />

disse: "Su, Zaynab, cita i nomi di quelli che venivano a farti visita".<br />

Risposi: "Non mi ricordo più, poiché non mi ricordo mai i nomi, e di solito<br />

non chiedo i nomi alla gente".<br />

Disse: "Allora va bene, lasciamo da parte questo punto. Ci torneremo più<br />

tardi. Parliamo allora di Hasan Al-Hudaybi e di Sayyed Qotb".<br />

"Di cosa vorrebbe parlare?"<br />

"Dell'assassinio di Nasser e <strong>della</strong> presa del potere".<br />

Gli dissi: "Caro signore, la questione è molto più importante di Nasser e <strong>della</strong><br />

presa del potere! L'assassinio di Nasser è qualcosa di futile, che non interessa<br />

ai musulmani. Si tratta piuttosto di qualcosa di molto più importante di tutte<br />

queste futilità. Si tratta, caro signore, dell'Islâm nella <strong>vita</strong> quotidiana. Noi<br />

operiamo per il ristabilimento dei valori e degli insegnamenti dell'Islâm nella<br />

<strong>vita</strong> di ogni giorno. Lavoriamo per educare ed allevare le nuove generazioni<br />

secondo i principi fondatori <strong>della</strong> nostra religione sacra. E se Nasser combatte<br />

l'Islâm nella persona dei musulmani e rifiuta di governare secondo le regole<br />

<strong>della</strong> Shari'ah, considerando tale attitudine come retrograda, arcaica e<br />

reazionaria, ciò ci importa ben poco. Dirò di più: ciò non ci riguarda".<br />

Disse: "Ma sei pazza! Queste parole sono troppo rischiose, non sai che se tu<br />

fossi giustiziata e sotterrata qui, nessuno ne saprebbe assolutamente niente!?<br />

Sembra che tu meriti proprio ciò che ti sta succedendo, se me ne andassi<br />

adesso saresti immediatamente uccisa".<br />

Risposi: "Se tale è la volontà di Allah, l'accetto volentieri".<br />

Non avevo neanche finito la frase, che il mio interlocutore si trasformò<br />

praticamente in una bestia selvaggia che voleva mordere tutto ciò che aveva<br />

attorno. Si mise ad insultarmi, poi chiamò uno dei soldati e gli fece un segno,<br />

dopodiché Riyadh Ibrahim si presentò di corsa dinanzi a lui.<br />

Gli si rivolse dicendo: "Lascia le registrazioni ora, e inviale al Tribunale.<br />

Questa qua è completamente pazza. Sai cosa fare con lei, affidala a Sa'ad".<br />

Il mio ricattatore se ne andò, mentre Sa'ad arrivava dicendo: "A disposizione".<br />

Gli disse: "Sa'ad, devi conciarla per bene".<br />

Allora Sa'ad chiese: "Quante frustate devo darle?".<br />

Gli rispose: "Cinquecento frustate. Torno subito".<br />

Sa'ad si mise allora a frustarmi sulle mani, sulle gambe, sulla schiena, e su<br />

ogni parte del mio corpo. Poi mi lasciò in un angolo, con la faccia contro il<br />

muro, se ne andò per un'ora, e tornò per frustarmi ancora più duramente. Poi,<br />

portarono un gruppo di giovani Fratelli Musulmani e si misero a frustarli,<br />

suggerendo loro i peggiori insulti perché li rivolgessero contro di me. Ma i<br />

giovani musulmani rifiutavano di cedere alle loro ingiunzioni, allora il<br />

supplizio raddoppiava.<br />

Tra quei disgraziati si trovava l'aviatore Dayac Tubagi, che era stato arrestato<br />

il giorno stesso delle sue nozze.<br />

HAMZA E LA NOTTE<br />

DEL RICATTO<br />

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