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Ayyam min Ayati (Giorni della mia vita – nelle - Visit WordPress

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ai suoi diktat e alla sua ideologia. La propaganda del regime di Nasser era<br />

ancora molto più efficace all'estero, dove la gente pensava che il despota fosse<br />

un essere umano, il salvatore come dicevano!<br />

Ciò che era accaduto in occasione delle esequie di Mustafa Nahhas era invece<br />

il segno annunciatore del giorno, vicino, in cui la gente avrebbe per forza<br />

saputo tutta la verità sul governo: che questo despota non esitava a sacrificare<br />

il suo popolo e a vendere l'anima al diavolo, soltanto per conservare il potere,<br />

e "al diavolo l'Islâm e i musulmani"…<br />

Poi, presi ad interrogare Ghadah su suo marito e i suoi genitori. Aveva le<br />

lacrime agli occhi, e mi raccontò che suo marito era fuggito per rifugiarsi in<br />

Sudan, che sua madre soffriva molto, e si sentiva persa tra le sue due nipotine,<br />

Sumayyah che era malata e Hala, e che non sarebbe stata tanto male se non<br />

fosse stato per le due povere bambine.<br />

Cercai di calmarla e di rasserenarla almeno un po', pregai per tutti e chiesi poi<br />

notizie di Daya Tawabaji e del suo matrimonio. La risposta fu che era stato<br />

arrestato mentre teneva la mano <strong>della</strong> sua fidanzata, mentre il notaio<br />

procedeva alla conclusione dell'atto di matrimonio; che anche la sua fidanzata,<br />

poveretta, era stata arrestata, col vestito di nozze, e la stessa sorte era toccata a<br />

sua sorella Muna e al suo fratello medico. La notizia dell'arresto di giovani<br />

ragazze mi rattristò e mi fece molto male al cuore, e mi chiesi se le autorità<br />

avessero l'intenzione di arrestare chiunque avesse un qualsiasi tipo di contatto<br />

con i Fratelli Musulmani.<br />

Ulayah intervenne allora per dirmi che stavano arrestando anche chiunque<br />

venisse scorto mentre compiva la preghiera! In quanto a Ghadah, mi parlò<br />

degli arresti, dell'arbitrio e <strong>della</strong> ferocia di cui davano prova i servizi segreti<br />

durante le perquisizioni effettuate giorno e notte. Evidentemente, non avevo<br />

bisogno che me lo ricordassero. Ne avevo avuto io stessa esperienza, e peggio<br />

ancora…<br />

Dissi: "Penso che anche i peggiori tiranni non abbiano potuto rivaleggiare con<br />

la crudeltà di cui danno prova oggi Nasser e i suoi sicari. Penso che nemmeno<br />

i Romani, durante la loro lunga presenza in Egitto prima <strong>della</strong> conquista<br />

musulmana, avessero mai inflitto al nostro popolo ciò che sta subendo oggi, a<br />

causa di Nasser e del suo regime maledetto. Accanto alla crudeltà estrema del<br />

regime nasseriano, gli altri cri<strong>min</strong>ali di guerra sembrerebbero angeli. È un<br />

despota sordo che rifiuta di ascoltare la voce <strong>della</strong> ragione, la voce <strong>della</strong><br />

ragione, la voce <strong>della</strong> verità. È un sovrano cieco che rifiuta di considerare<br />

come anormale il fatto di fare frustare le donne (e peggio ancora delle vecchie<br />

dell'età di sua madre e di sua nonna); di fare arrestare, torturare, assassinare e<br />

giustiziare arbitrariamente degli innocenti, il cui solo torto è di non<br />

riconoscere che una sola divinità, quella di Allah, il nostro Signore, il Creatore,<br />

l'Onnipotente!!".<br />

Tutto ciò non era che la pura realtà, l'amara realtà, la realtà faticosa che la<br />

gente subiva quotidianamente.<br />

Si girò verso di me per fissare lo sguardo sui miei piedi gonfi e le mie gambe<br />

sanguinanti. Poi disse: "Penso, hajja, che il nostro turno sia arrivato ora, e che<br />

Allah (subhânaHu waTa'ala) possa aiutarci ad attraversare questa prova nella<br />

dignità e la serenità dello spirito. Ti darò una asciugamano che ho in valigia<br />

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