Ayyam min Ayati (Giorni della mia vita – nelle - Visit WordPress
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- La prima è la fede in Allah e nella Sua Benedizione; o piuttosto: è l'Islâm che<br />
conferisce al suo fedele una forza insospettabile e inesauribile, che gli<br />
permette di tenere duro dinanzi a tutti gli ostacoli, anche se fossero<br />
insormontabili. La fede dona una forza e un'energia insospettati, che vincono<br />
largamente sulla potenza dei despoti e degli uo<strong>min</strong>i senza fede che credono di<br />
regnare sulla gente, mentre il credente vive legato all'Onnipotente,<br />
rinunciando così al mondo effimero e all'universo temporale.<br />
- La seconda cosa che mi permise di tenere duro, malgrado la difficoltà e la<br />
gravità di questo calvario, fu questo sogno che mi in<strong>vita</strong>va ad avere pazienza e<br />
a mantenermi sulla via sulla quale mi ero incam<strong>min</strong>ata fin dall'inizio. Questo<br />
sogno era più importante di qualsiasi altra cosa, e mi permise di sopportare<br />
tutto nella pace dell'animo e la tranquillità dello spirito.<br />
Al mattino del settimo giorno, la porta <strong>della</strong> cella si aprì, e il guardiano nero<br />
entrò portandomi un pezzo di pane stantìo, immangiabile, e una fetta di<br />
formaggio puzzolente. Li gettò per terra dicendo: "Specie di p…, finché sarai<br />
viva, questo sarà il tuo cibo". Non toccai né il pane né il formaggio. Presi il<br />
bicchier d'acqua, chiusi gli occhi per non vedere quanto fosse sporca, e bevvi.<br />
Alzai il bicchiere all'altezza <strong>della</strong> bocca dicendo: "Nel Nome di Allah, in Nome<br />
del Quale nulla può nuocere sulla terra o nel cielo, nel Nome di Allah, che<br />
ascolta e sa tutto. Mio Dio, fa' in modo che sia qualcosa di nutriente, una lotta,<br />
un sapere, una pazienza e un gradimento". E bevvi. Poi la porta <strong>della</strong> cella si<br />
chiuse di nuovo su di me. Rimasi così fino al tramonto. In quel momento la<br />
porta si aprì, il guardiano nero entrò con la frusta in mano e mi disse: "Alzati,<br />
p…, vai, vai in bagno!"<br />
Ero talmente debole che, quando mi alzai per andare in bagno e uscii nel<br />
corridoio, temetti di cadere. Mi prese allora per il braccio e mi condusse ai<br />
bagni. Ma quando volli chiudere la porta del bagno, mi disse che era vietato<br />
chiudersi dentro. Allora uscii e gli dissi: "Torniamo alla cella, non voglio<br />
nulla".<br />
Mi rispose con arroganza: "Vai, p… Ma come vorresti che ti sorvegliassimo,<br />
specie di cagna?"<br />
Vorrei che il lettore potesse immaginare con me questa situazione?!<br />
Ma quale ateismo o quale dottrina potrebbero mai autorizzare questo<br />
trattamento inumano?<br />
Tornai alla cella augurandomi la morte, se la morte fosse stata meglio per me,<br />
per non dover andare in bagno accompagnata da quest'uomo. La porta <strong>della</strong><br />
cella si chiuse su di me e potei così compiere la preghiera del Maghrib. Appena<br />
ter<strong>min</strong>ai la preghiera, la porta <strong>della</strong> cella si aprì di nuovo sul guardiano che mi<br />
aveva gettata in mezzo ai cani selvaggi, e che si chiamava Safwat Rubi. Questa<br />
volta era accompagnato da due persone. Disse: "Avanti, dottore".<br />
Uno di essi si mise ad esa<strong>min</strong>armi mentre stavo seduta per terra.<br />
L'altro gli si rivolse per chiedergli: "Cosa c'è, Sha'rawi?", ed egli rispose:<br />
"Niente di grave, il suo cuore funziona normalmente", questo cuore che aveva<br />
avuto una crisi grave a causa <strong>della</strong> tortura che avevo subito! Poi, se ne<br />
andarono, e la cella si chiuse di nuovo sulla sua occupante.<br />
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