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Ayyam min Ayati (Giorni della mia vita – nelle - Visit WordPress

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Musulmani in meno di venti giorni, al punto tale che tutte le prigioni, ivi<br />

comprese le prigioni di Ulat, di Abu Zabâl, di Fayum, di Alessandria, di Tanta,<br />

e molte altre, erano piene fino a scoppiare.<br />

Il giovedì 19 agosto, appresi che una rispettabile signora di Shubra, che aveva<br />

più di ottant'anni, chiamata Umm Ahmad, era anch'ella stata arrestata. Si<br />

trattava di una di coloro che avevano conosciuto gli inizi del movimento<br />

islamico, sotto la direzione di Hasan Al-Banna. Aveva anche fornito uno sforzo<br />

considerevole per fornire aiuto alle famiglie dei detenuti rinchiusi nei campi di<br />

detenzione di Nasser. Era sempre in contatto con noi…<br />

La notizia del suo arresto mi fece molto male al cuore. Ma riuscii a dire a suo<br />

nipote, al ter<strong>min</strong>e di cinque <strong>min</strong>uti di silenzio e di compassione: "E' molto<br />

bello che vi sia ancora - su questa terra che non conosce più segni di<br />

riferimento - una signora che a 80 anni si fa arrestare per amore di Dio e per il<br />

suo desiderio di vedere lo stato dell'Islâm resuscitato, siate dunque i<br />

benvenuti, o soldati di Allah!".<br />

Scrissi allora ad una delle mie figlie spirituali, Ghadah Ammar, dicendole:<br />

"Oggi, una pia combattente di nome Umm Ahmad è stata arrestata. Abita<br />

nella regione di Shubra. Possiedo dei fondi per conto delle famiglie dei<br />

detenuti. Li metto a tua disposizione, oh Ghadah, e semmai fossi arrestata non<br />

devi fare altro che consegnarli alla guida o alla famiglia Qotb".<br />

Poi le consegnai una busta con i fondi dell'organizzazione, frutto dei contributi<br />

dei Fratelli Musulmani.<br />

Più tardi, mentre ero in prigione, appresi che Ghadah aveva consegnato i fondi<br />

ad un'altra sorella, Fatima Issa, e quando questa fu arrestata i servizi segreti<br />

confiscarono questo denaro, che serviva a sovvenire ai bisogni delle famiglie<br />

dei detenuti, queste famiglie che avevano il solo torto di avere un loro fratello<br />

o sorella musulmani!<br />

Lo seppi dopo l'arrivo <strong>–</strong> nella <strong>mia</strong> cella alla prigione militare <strong>–</strong> di Ghadah<br />

Ammar e di Ulayah Al-Hudaybi, e dissi: "Che Allah ci protegga! Il mondo<br />

temporale è effimero ed è nell'Aldilà che i conti saranno regolati".<br />

Vivemmo in quel tempo dei momenti terribili, poiché ad ogni istante ci<br />

giungevano notizie di arresti.<br />

Di nuovo, ricevetti un messaggero che mi chiedeva di partire per Alessandria<br />

per incontrarvi la guida.<br />

Era la sera di giovedì 19 agosto, ma mentre mi apprestavo a partire per<br />

Alessandria, un altro messaggero venne ad avvertirmi di annullare il mio<br />

viaggio fino a nuove disposizioni.<br />

E IL MIO TURNO ARRIVÒ<br />

All'alba di venerdì 20 agosto, gli uo<strong>min</strong>i del despota forzarono la <strong>mia</strong> porta e<br />

invasero casa <strong>mia</strong>. Quando chiesi loro di mostrarmi il loro mandato di<br />

perquisizione, mi risposero: "Un mandato! Quale mandato? Ma sei pazza? Noi<br />

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